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STRUTTURE ORGANIZZATIVE DELLE MAFIE:
Duverger sostiene che i gruppi mafiosi adottano una struttura organizzativa per cellule: l’organizzazione viene
articolata in unità di base, composte dal più piccolo numero possibile di elementi e rigidamente separate le une dalle
altre. Ad ogni livello, solo il capo di ciascuna unità è a contatto col livello superiore, in tal modo i legami sono ridotti al
minimo: se un membro viene arrestato, potrà denunciare solamente pochissime persone.
Le comparazione dei modelli organizzatvii hanno rilevato tra le mafie italiane delle similitudini nella attività
economiche e nel numero complessivo dei membri; e delle differenze nelle strutture e nell’organizzazione intera.
COSA NOSTRA:
l’unità di base della mafia siciliana è la famiglia, un gruppo criminale a base territoriale che controlla una zona della
città; le famiglie di cosa nostra sono circa 100 e sono organizzate secondo un modello piramidale, gerarchico con
suddivisione dei poteri.
struttura di una famiglia di cosa nostra:
- Il rappresentante: capo dell’organizzazione.
- Il vice rappresentante: nominato dal rappresentante, costituisce una carica formale con basso livello di
decisionalità e può decidere in assenza del rappresentante
- I consiglieri: nominati dal rappresentante, consigliano il capo su questioni strategiche e di rilievo
- Capi decima: comandano un gruppo di soldati.
- Uomini d’onore: detti anche picciotti o soldati, sono coloro che eseguono gli ordini dell’organizzazione.
Solitamente essi costituiscono un gruppo di massimo 30 persone (numero che varia a seconda della dimensione
della famiglia).
Le attività di programmazione e quelle di esecuzione sono realizzate da persone che appartengono a livelli diversi: il
rappresentante decide, il capo decima trasmette l’ordine e il soldato esegue. 9
Quando si parla di famiglia mafiosa non si fa riferimento a quella di sangue, tra le due non vi è coincidenza. Si usa il
linguaggio della famiglia perché il ruolo all’interno dell’organizzazione tende a prevalere su quello della famiglia di
sangue.
Struttura organizzativa dell’organizzazione cosa nostra:
- Cupola: commissione regionale, organo di vertice, luogo di decisioni strategiche di rilevanza per l’intera
organizzazione. È presieduta da un segretario che non comanda le singole famiglie, le quali restano autonome nei
territori di competenza.
- Referente provincia: rappresentante nominato dai capi famiglia di una stessa provincia.
- Commissione provinciale di Palermo: composta dai capi delle famiglie palermitane.
+ quest’ultima ha un ruolo di maggiore influenza rispetto gli altri referenti.
- Mandamento: composto dalla congiunzione territoriale di 3 o più famiglie (un raggruppamento più ampio). Al suo
interno i membri sovra ordinati eleggono un capo che si occupa del coordinamento delle operazioni tra le famiglie
e la risoluzione di controversie.
Si depotenziano i legami di sangue, si cerca di indebolire i rapporti di parentela all’interno del vertice (il basso ed il
fratello), difficilmente vi sono organizzazioni in cui vi è coincidenza tra interessi dell’organizzazione e dei singoli
componenti. Vi sono paletti e regole che vanno a limitare i legami di sangue, per evitare che tutto diventi un affare di
famiglia.
Per entrare all’interno della famiglia vi sono dei rituali di affiliazione, segnano a livello simbolico l’ingresso all’interno
della società mafiosa + distinguono chi diventa uomo d’onore da chi invece non lo è; segnano un confine tra il dentro
ed il fuori, tra il noi e il “loro”. Danno forma ad una cerchia speciale di uomini che si distinguono dal resto della
società.
LA CAMORRA 10
La camorra è nata all’inizio 800 in Campania, originalmente era composta da 12 piccoli gruppi indipendenti, ognuno
per ogni quartiere di Napoli che erano caratterizzata da un alto livello di gerarchia.
Oggi invece si presenta come una popolazione di organizzazioni criminali (100) in competizione e conflitto tra loro per
il potere ed il governo del territorio ed il controllo delle attività economiche presenti. A differenza delle altre mafie
italiane, la camorra non ha organismi sovra ordinati che si occupano del coordinamento del sistema criminale; è infatti
presente un modello organizzativo orizzontale, in cui vi è una distribuzione del potere pulviscolare in cui i gruppi
criminali sono in conflitto fra loro (un eccezione sono i clan dei casalesi che sono composti da una struttura più
articolata e solida rispetto a quella napoletana).
Struttura organizzativa della camorra:
Solitamente le alleanze vanno a costruire delle confederazioni tra forze e gruppi criminali autonomi, ma si tratta
sempre di alleanze temporanee, che non danno modo di definire la camorra un organizzazione compatta con forme
unitarie di direzione e coordinamento. Per coordinare le attività e per ridurre i conflitti , alcuni clan hanno dato luogo
ad alcune forme di coordinamento con legami forti (cartelli) o legami deboli (alleanze, patti di non belligeranza).
+ Negli anni 70 Cutolo fonda un gruppo NCO (nuova camorra organizzata), un organizzazione autonoma dal cartello di
cosa nostra, con delle nuove strutture di affiliazione, che avvengono principalmente in carcere nascono conflitti e
guerre. Oggi la NCO è stata sciolta. 11
NDRANGHETA:
La malavita calabrese viene comunemente identificata con il nome ndrangheta dal 1955, è stata la breve e
strumentale “operazione Marzano” (estate- autunno 1955), che accese i riflettori sulla malavita calabrese. Il termine
ndrangheta deriva dal greco e significa coraggio, virtù, forza, onore; prima di essere denominata come tale erano
utilizzati altri nomi: malavita, mafia, camorra, picciotteria, famiglia Montalbano, onorata società = assenza di un nome
il
specifico per individuare il fenomeno fenomeno appare indefinito, molto difficile da riconoscere all’interno del
dibattito pubblico.
mito di formazione = la storia di osso, Mastrosso e Carcagnosso: tre cavalieri in fuga dalla Spagna che trovarono
rifugio in Italia: Osso si consacrò a San Giorgio e fondò la mafia in Sicilia, Mastrosso si consacrò alla madonna e creò la
camorra a Napoli e Carcagnosso scelse l’arcangelo Michele e fondò l’ndrangheta in Calabria elemento religioso
cattolico + la mafia ha radici spagnole + vi è una matrice unitaria, un origine comune delle tre filiali.
Il mito fondativo ha una valenza identitaria, l’ndrangheta da molta importanza ai rituali, soprattutto quelli di
passaggio, che segnano l’ingresso nell’onorata società con l’acquisizione del rispetto e dell’onore e che delineano
l’appartenenza ad un èlite.
Si stima che l’ndrangheta sia composta da 5-6000 affiliati raggruppati in cosche denominate ndrine; a differenza delle
altre organizzazione, si fonda sulla famiglia di sangue e sui vincoli parentali, i quali vengono rinforzati con matrimoni
incrociati. L’assetto organizzativo è di tipo unitario ed è più articolato e complesso di quello di cosa nostra. 12
- Ndrina: cellula organizzativa di base, essa dovrebbe essere composta da almeno 7 affiliati, oggi coincide con il
gruppo della famiglia (legati da vincoli di sangue).
Ogni ndrina controlla il suo territorio, che solitamente coincide con il comune di residenza del capondrina.
- Locale: consorzio tra famiglie che operano nello stesso territorio, esso nasce dalla somma di più ndrine sullo
stesso territorio (almeno 7) e necessita di almeno 49 affiliati = “l’ndrangheta è un complesso di locali”.
Le ndrine si riconoscono in una leadership comune, quella della società.
Capo locale: convoca le riunioni, decide le affiliazioni e promozioni, coordina le operazioni, dirime i contrasti e
dirige l’attività criminale sul territorio. Da lui dipendono due figure:
o Il contabile: garantisce le finanze del locale.
o Il crimine: responsabilità delle attività delittuose.
- Copiata: composta dai tre ruoli (capo locale, contabile e crimine).
- Mastro di giornata: persona a cui si affida il capo locale per far circolare informazioni ed ordini a tutta la struttura,
riportando eventuali problemi e situazioni particolari.
Per garantire una maggiore sicurezza, vi sono due complesse unità organizzative separate che sono collegate dalla
figura del mastro di giornata:
- Società minore: composta dai nuovi affiliati e dai più giovani, è diretta dal capo giovane. Al suo interno vi sono
diverse posizioni: picciotto d’onore, camorrista, sgarrista = carriera mafiosa in cui si avanza per gradi.
- Società maggiore: vi sono diversi gradi:
o gradi maggiori: santista,vangelo,
o gradi senior: associaizone, padrino, quartino e tre quartino.
Per contenere i conflitti interni, nel 1991 all’interno dell’ndrangheta furono inseriti organi sovra ordinati di
coordinamento, che ha portato alla creazione di due livelli (mandamento + provincia):
- il mandamento: raggruppamento di locali; la provincia di Reggio è divisa in tre mandamenti, poi ci sono altre
ramificazioni nazionali e internazionali:
o ionico (ha un livello intermedio, denominato corona).
o Tirrenico.
o Centro, area di Regio Calabria.
o Altri gruppi nazionali e internazionali (altri gruppi nel nord della Calabria).
In Liguria è presente una camera di controllo, per coordinare i locali di ndrangheta. 13
- La provincia: ha funzioni di coordinamento tra le famiglie (non di comando delle attività criminali); è in grado di
intervenire nelle questioni interne dei singoli locali, assicura maggiore compattezza organizzativa, cerca di evitare
i conflitti tra le cosche e contribuisce a selezionare la dirigenza.
Al vertice della provincia viene eletto un capo crimine (immagine simile al PDR, un ruolo simbolico che
Il comando della ndrangheta non va dall’alto verso il basso.
rappresenta l’unità dell’organizzazione)
mastro generale e contabile, sono figure che rappresentano gli interessi dei singoli locali e che fungono da
consiglieri al capo crimine.
L’analisi delle tre mafie ci ha permesso di invidiare due ordini organizzativi:
- Verticale, con potere tendenzialmente accentrato: la forma organizzativa si basa sulla presenza di organi
sovraordinati non gerarchici e di coordinamento = ndrangheta e cosa nostra.
- Orizzontale = camorra.
I due ordini si distinguono nelle modalità di esercizio del potere, nei processi decisionali e soprattutto nella presenza o
meno di organi sovra ordinati di coordinamento:
le mafie devono gestire una serie di trade- offs per perseguire i suoi obbiettivi in condizioni di sicurezza:
Compartimentalizzazione vs coordinamento: la gestione del segreto si basa nello spezzettare le informazioni ed
affidarle a a