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Labelling: etichettamento

Una volta che si viene etichettati nelle valutazioni psichiatriche è difficile far cambiare

idea, anzi per poter sottolineare maggiormente i tratti anormali nel carattere del

paziente vengono considerati quelli sani distorcendoli in modo tale da essere conformi

alla diagnosi. Per esempio, nei pazienti sani dell’esperimento le loro storie furono

travolte talmente tanto in modo tale da mantenere quell’etichetta. I pazienti quando

hanno lunghi periodi di calma allora sono in remissione ma ci si aspetta comunque che

la malattia si possa ripresentare.

L'esperienza dell'ospedalizzazione psichiatrica

Il termine malattia mentale è stato utilizzato recentemente, un fatto positivo poiché ci

sono stati molti miglioramenti nella ricerca. In un ospedale psichiatrico lo staff e i

pazienti sono rigidamente separati. Lo staff passa il tempo nella “gabbia” che affaccia

sulle sale comuni ed esce solo per poter fare le proprie mansioni quotidiane. Non si

ferma mai ad interagire in maniera vera e propria. Non dà neanche importanza ai

pazienti, non rispondendo alle domande e/o rispondendo in maniera sbrigativa e

fredda.

Impotenza e spersonalizzazione

Si presenta dunque un’assenza di interesse, una personalizzazione. I pazienti sono

spesso privi di diritti legali data la loro diagnosi, privi di credibilità, la privacy è

minima. Non ci sono le porte ai bagni, i bisogni fisiologici sono controllati, sono

invisibili allo staff, picchiati. Anche gli pseudo pazienti dovevano combattere contro

questo fenomeno di spersonalizzazione.

Le fonti della personalizzazione

cause: atteggiamenti di paura, sfiducia nei confronti dei malati di mente

- struttura gerarchica dell'ospedale

- contatto con i pazienti spesso non di vitale importanza

-

Conseguenze dell’etichettamento e della spersonalizzazione

Alcuni pazienti potrebbero essere sani fuori ma insani dentro l'ospedale perché

rispondono ad una situazione anormale. Tutto ciò porta alla contro terapia: gli uomini

non guariscono ma peggiorano. Anche gli pseudo pazienti hanno rischiano di

impazzire.

Agnese (Harold Garfinkel)

Titolo originale: Passing and the managed achievment of sex status in an “intersexed”

person, part 1

chiamato Agnese per via della protagonista della storia.

Lo status sessuale è una cosa che non si può cambiare facilmente ed è visto come una

cosa anormale e amorale. Moralmente le suddivisioni sono fatte dalla nascita, o sei

femmina o sei maschio. Se si nasceva con una deformazione fisica, cioè avere un

corpo che chiamava in tutto e per tutto le fattezze femminili, per poi avere i genitali

maschili, allora queste persone non venivano viste in maniera ostile e grossolana

come invece lo era per gli omosessuali e transessuali. Lo status sessuale è sempre

presente e in questo saggio si parlerà del caso di Agnese e di come questa ha vissuto

la sua vita con il doppio sesso.

Il caso di Agnese

Agnese nacque con le fattezze di un maschio, infatti fino a 17 anni veniva chiamata

con un nome maschile. Nell'età dell'adolescenza il tuo corpo incominciò a cambiare e

a prendere fattezze femminili. Lei disse che non era mai riuscita ad interpretare il ruolo

del maschio e quando la situazione divenne insostenibile lasciò la scuola e assunzione

aspetto femminile. Si fidanzò, trovò un lavoro e incominciò ad andare ad incontri

settimanali con psicologi per la sua condizione. Finalmente nel 1959 all’UCLA fu

eseguita l'operazione che le permise di eliminare il pene e di avere in tutto e per tutto

un fisico femminile. Fu seguita da Garfinkel, Rosen e Stoller.

Agnese, la femmina naturale e normale

Per gli adulti normali esistono solo due sessi maschio e femmina. Un membro adulto si

riconosce in una delle due parti, si sa dalla nascita, ma anche da prima. I membri

adulti non vedono la zoologia, la biologia o la psichiatria come molto attendibili

quando trattano la sessualità come una decisione problematica, non è corretto

scientificamente per loro. Se ci si sposta da uno status sessuale all'altro lo si fa in

maniera giocosa, è una questione di poco tempo, dove la farsa finisce e si ritorna ad

uno stato normale. Così come Agnese che dopo la trasformazione a femmina

nell'aspetto entrò in conflitto con le altre figure femminili della sua famiglia. Queste

provavano disapprovazione nei confronti della ragazza, la vedevano come rivale, ma

appena avuta la vagina artificiale, pareva che finalmente le pretese di Agnese fossero

sensate. Finalmente aveva la cosa che sarebbe dovuta esserci dall'inizio. Agnese è

sempre stata una ragazza al 120%, non amava le cose da maschio, giocava con i

giochi da femmina e il suo pene lo considerava solo come un’appendice utile per

urinare. Quando le fu tolto non le suscitò niente e ogni volta che lo psicologo

intraprendeva discorsi sull' omosessualità o sul travestirsi lei era sempre molto

ansiosa, calava la sua dialettica e cercava di far capire che lei non aveva niente a che

fare con questo tipo di persone. Non voleva intraprendere conversazioni con queste

persone o persone simili a lei, lei si era sempre sentita femmina e il suo seno

prosperoso ne era un segno. La sua più grande fierezza.

Conseguire le proprietà ascrittive della femminilità anormale e normale

Lei si è sempre sentita femmina e non era certo la presenza del pene a impedirglielo.

Quando passò allo status di femmina si sentì come ad una elevazione, aumenta il suo

valore e si sentì più desiderabile gli occhi altrui e ai suoi. Prima doveva nascondere i

suoi genitali, doveva ancora imparare a comportarsi da donna effettiva. Per lei era

molto importante sapersi muovere, le buone maniere, un buon atteggiamento. Era

preoccupata a difendere il diritto di essere una donna, non quello di garantirselo.

Il “passare”

Passare nel senso di oltrepassare e trasformarsi, superare una prova. Questo non era

un desiderio di Agnese, ma più che altro una necessità. Le cose belle erano tutto ciò

che dopo il passaggio la facevano sentire come una femmina normale, naturale, di

essere trattata dagli altri come tale. Le cose brutte erano tutto ciò che prima del

passaggio la mettevano a disagio, il non avere amiche, un compagno... Prima del

passaggio cercava di superare ogni situazione normalmente, ma se si fosse imbattuto

in qualcosa che la poteva far scoprire allora il primo pensiero sarebbe stato quello di

tenere al sicuro la sua identità.

Circostanze del passare

I problemi per esempio come il mare li sistema va con uno speciale costume; il

problema del bagno lo nascondeva con il disagio di andare ai bagni pubblici; una volta

scambiò la sua urina per delle analisi per paura di essere scoperta. Quando partì per

diventare femmina cerco in tutti i modi di nasconderlo, dimagrì e partì, voleva iniziare

una nuova vita ma lo sconforto e i pochi soldi presero il sopravvento e tornò a casa.

Tutte queste occasioni furono spiegate da Garfinkel sotto forma di gioco, i sotterfugi, il

poter cambiare a piacimento, il vivere in un mondo non reale potevano essere riprese

nel mondo del gioco.

Le circostanze del passare che il modello del gioco non descrive

 adeguatamente

Agnese cercava sempre di automigliorarsi, utilizzava le chiacchiere con le amiche, le

cene dalla madre del fidanzato, l'ostilità della cugina come esempio su come o non

comportarsi, così da metterle in pratica in situazioni dove fosse ovvio che le

conoscesse. Doveva imparare senza far notare che lo stesse facendo. Lei cercava

risposte dall'ambiente in cui si trovava o imparava dal suo interlocutore per dare delle

risposte che la potevano compiacere. Dopo l'operazione per Agnese furono settimane

davvero dure, ebbe varie infezioni, spasmi, perdite e una fortissima depressione.

Inoltre, i litigi con il marito non aiutavano, ma con il tempo fu ripristinato l'equilibrio

grazie ai dottori e la loro relazione fu più forte che mai. Bill è una delle parti principali

della femminilità di Agnese, grazie a lui non si sentiva una donna inferiore, non si

sentiva anormale e lui era parte integrante di ogni suo racconto, delle sue aspirazioni,

sogni... Raccontarlo al compagno fu molto difficile, cercò di rimandare per moltissimo,

ma non volendo perderlo glielo disse. Non specificò mai come, l'importante per lei è

che lui fosse una normale donna e che considerasse il pene come un tumore,

un'appendice che non cambiava ciò che era.

Il carattere delle tecniche di gestione

Tecniche di gestione: fenomeni che consistono nel creare una linea di azione durevole

da seguite da Agnese al fine di ottenere il controllo della situazione; pratiche per

mezzo delle quali poteva manipolare la realtà.

Queste tecniche si uniscono al tempo interiore, il tempo dei ricordi, della memoria.

Agnese “sta passando” poiché sta ancora lottando con i problemi passati.

Espedienti per passare

Agnese usava varie tecniche per non fornire informazioni ai dottori, usava

principalmente l'eufemismo: abbelliva e rendeva tutto migliore di come era stato

realmente. Oppure usava legalismi, cioè rispondeva al senso letterale delle domande o

rispondeva parola per parola cose già dette nelle sezioni passate. Cercava sempre di

essere preparata sulle situazioni prima di incontrarle, voleva sembrare sciolta e

tranquilla ma comunque tenere sotto controllo la parte nascosta. Ogni volta che

doveva prendere informazioni senza dare nell'occhio, faceva domande vaghe che

portavano poi a quello che voleva sapere, come i moduli da compilare; a volte doveva

mentire un po' per cercare di passare inosservata. Queste sono principalmente le

priorità all’adattamento.

Fare i conti con le situazioni pratiche

Secondo Goffmann i membri della società si preoccupano molto della gestione delle

impressioni, soprattutto per Agnese. Lei era una bugiarda sofisticata che aveva seri

problemi a tenere una routine efficace e calcolata. Era tutto calcolato ma non poteva

basarsi sulla fiducia altrui, doveva cercare sempre di nascondersi, creare una facciata.

Situazioni pratiche

Agnese era in continuo monitoraggio della sua situazione, valutava sempre i suoi

risultati per tenere sotto controllo i risultati ottenuti e i risultati attesi. Lei aveva

passato 17 anni orribili, dunque ora avrebbe tenuto tutto sotto controllo perché se lo

meritava, il tuo status normale di femmina. Era motivata a trovare buone ragioni e

regolarità del fatto che le cose accadevano in un certo modo. Non valeva cercare di

cambiare le cose, ma voleva cerca

Dettagli
A.A. 2018-2019
15 pagine
8 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecconimarta96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della Comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Tota Annalisa.