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Riassunto esame sociologia della comunicazione,docente Paci, libro consigliato Comunicazione formativa- percorsi riflessivi e ambiti di ricerca, Anichini, Boffo, Cambi, Mariani, Toschi Pag. 1 Riassunto esame sociologia della comunicazione,docente Paci, libro consigliato Comunicazione formativa- percorsi riflessivi e ambiti di ricerca, Anichini, Boffo, Cambi, Mariani, Toschi Pag. 2
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TESI&RIASSUNTI FOR U@riassuntietesi

-inculturazione: processo in cui si assimila una cultura partendo dal

linguaggio, pratiche sociali e credenze e che avviene mediante la

socializzazione e la famiglia;

-apprendimento: di saperi e credenze;

-formazione: riguarda il diventare soggetto costruendo la propria identità, i

propri valori.

Socrate sottolinea questo passaggio fondamentale dall’educare ai valori

all’educare alla personalità; soprattutto mira al risveglio della vita interiore

del soggetto per portare ad un pieno sviluppo e realizzazione di sé. La

“paideia” socratica sottolinea l’importanza della formazione, della

dialettica e la centralità della società. Cicerone traduce la paideia in

humanitas (ossia processo di umanizzazione del soggetto), S. Agostino,

invece, la intese come un processo inquieto di cura di se stesso; Montaigne

le conferisce una connotazione psicologica e letteraria, definendola come

ricerca dell’io come sé.

La comunicazione formativa ( capitolo 3)

La comunicazione è fondamentale per l’individuo ed è proprio grazie a

questa che ha portato alla costruzione della cultura. Essa è centrale nella

vita del soggetto, ognuno di questi è “socio” di se stesso e con se stesso

comunica e gestisce le diverse espressioni del comunicare. Saper

comunicare è la regola ma anche il principio della società moderna. E

diventa comunicazione formativa, cioè che mira allo sviluppo del soggetto

all’interno della società. Il soggetto non è mai un’isola in fondo al mare,

ma resta sempre ben centrato nelle reti di relazioni con gli altri ed è questo

permette, soprattutto se si definisce “aperta” allo

che la comunicazione

scambio ed alla condivisione. L’apertura al nuovo nel soggetto prende il

nome di formazione, nella società invece prende il nome di democrazia.

Parte Seconda

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Nei vissuti emozionali (capitolo 1)

E’ difficile provare a dare una definizione dell’emozione, per ognuno di

noi ha un significato diverso e provoca sensazioni differenti. Sroufe

definisce un’emozione come una reazione soggettiva a un evento,

caratterizzata da modificazioni fisiologiche, ma anche esperienziali.

Possiamo comunque affermare che qualsiasi evento emotivo dipende dal

soggetto che lo sta provando. Le emozioni fondamentali sono tristezza,

paura, rabbia, gioia, sorpresa, disgusto e vergogna ; esistono poi emozioni

definite primarie e rimandano a stati emozionali di benessere o malessere

che rappresentano il modo in cui è possibile associare uno stimolo o una

sensazione ad uno stato fisico. Queste permettono la condivisione di

sentimenti e percezioni ma anche sensazioni. Inoltre, una sintonizzazione

emotiva consente di integrare anche le esperienze altrui all’interno della

propria mente. L’evento che suscita in noi l’emozione, è definibile con il

termine “vissuto” che richiama alla visione soggettiva e personale di chi

Con il termine “ empatia” si indica qualcosa che si

vive un’esperienza.

sente dentro l’altro però, una sensibilità particolare a calarsi nei panni

dell’altro. Spesso si dice che un Educatore debba essere empatico ma

realmente cosa significa? Un professionista empatico è colui che accoglie

le fragilità dell’utente e le utilizza per costruire un percorso educativo.

Certamente, bisogna essere vicino e pronto ad ascoltare le emozioni

dell’altro ma senza lasciarsi trasportare. Si parla a questo proposito di

“distanza emotiva”, necessaria per poter aiutare l’utente. Ed è questa che

permette all’Educatore di poter fare al meglio il proprio lavoro.

Nella famiglia (capitolo 2)

La famiglia rappresenta il primo nucleo sociale con il quale il soggetto si

sperimenta e fa esperienza delle prime relazioni sociali con le alterità. Essa

si è modificata nel corso del tempo passando da una forma patriarcale

tradizionale arrivando, spesso, ad una forma monogenitoriale o di famiglia

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allargata. Sicuramente il ruolo che per secoli è stato della famiglia ha

riguardato quello dell’educazione e della trasmissione di saperi ma anche

tradizioni. La famiglia è un insieme di individui che sono legati insieme da

un unico forte sentimento che si riversa poi sulla prole. Proprio con questa

intesse una relazione che andrà poi a caratterizzarne quelle future

compresa la propria solidità. Ma non solo: spesso le relazioni che nascono

in famiglia sono quelle che porteranno alla costruzione della personalità

del soggetto. Ciò è possibile grazie a ciò che Bowlby definì

“attaccamento”: attraverso questo il soggetto sperimenta la primissima

forma di relazione con l’altro. Questo legame è quello che s’instaura con la

madre ( o con il maggior figura di accadimento) e permette al neonato di

crescere in un clima sereno e stimolante, ma anche di potenziare e

costruire sé stesso. Se questo attaccamento presenta delle criticità oppure

non consente un percorso sano della crescita del neonato, questi avrà

notevoli ripercussioni nell’età adulta. Quando un figlio cresce, iniziano le

prime conflittualità nate soprattutto da un’impossibilità a comunicare

oppure a causa di un’errata comunicazione che genera incomprensioni e

divisioni. La comunicazione è anche il mezzo attraverso il quale si veicola

l’educazione che la famiglia intende impartire ai figli. Oggi sono cambiati

anche i ruoli genitoriali: sono meno rigidi e più propensi ad andare

incontro alle esigenze dei figli. Prestano ascolto alle esigenze dei figli e

cercano di avere uno stile educativo malleabile volto al confronto.

Per tutte le età della vita (capitolo 3)

Una forma alta di educazione, che rimanda al mondo classico, è di certo

quello della “cura di sé”. Da molti dibattuta, essa riguarda l’attenzione per

la propria soggettività e la propria coscienza. Molti sono stati gli studi in

merito, soprattutto quelli per legare la cura di sé come comunicazione.

Shannon definiva la comunicazione quale trasmissione di

un’informazione; Weaver,invece, introdusse concetti quali ridondanza per

sottolineare la possibilità di verificarsi più volte il passaggio della

trasmissione; filtro che seleziona le informazioni che un ricevente assume

ed infine il feedback che riguarda il ritorno dell’informazione e del

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messaggio. Anolli tuttavia non ritiene che la trasmissione

dell’informazione sia semplicemente un movimento da un punto o l’altro.

La comunicazione deve veicolare significati, dal punto di vista dei

linguaggio e delle interpretazioni. Essa deve avere carattere sintattico ossia

definire la coerenza di un enunciato, cioè la congruenza tra parlanti che

permette a più interlocutori di interagire per scambiarsi informazioni; deve

permettere l’interpretazione degli enunciati;

avere carattere semantico,

, ossia esprimere l’azione comunicativa nel suo

deve essere pragmatica

divenire. Detto ciò, dobbiamo sottolineare che la comunicazione

rappresenta la possibilità di scambiare informazioni con gli altri. Lo

studioso Watzlawick ha individuato cinque assiomi fondamentali,alcuni di

questi postulano che: ogni comunicazione si esprime attraverso una

specifica modalità e che soprattutto l’uomo non può evitare di

comunicare;comunichiamo anche con le emozioni, con i gesti e con i modi

ma non solo con le parole. Comunicare significa imparare ad utilizzare

l’uso della parola e dei gesti, nasce dall’educazione che veicola la

trasmissione di saperi e comportamenti. Essa inizia a svilupparsi già al

momento della nascita, grazie alla madre che funge da mediatore per le

esperienze. Tutto questo riguarda anche la cura di sé, senza dubbio. Essa

socratico: attraverso il pensiero, l’uomo cura le

risale all’insegnamento

proprie azioni, il proprio essere e il proprio vivere. La cura di sé è un

percorso educativo ma soprattutto formativo a cui ogni soggetto dovrebbe

il “modello della

far riferimento. Secondo un modello educativo,

cura”indica circa quattro obiettivi ai quali indirizzarsi per adempiere alla

cura di sé, degli altri, della società di appartenenza, nella quotidianità della

vita. La cura riguarda tutto il mondo della vita umana e la comunicazione

l’individuo pone in essere con il proprio contesto. La cura è un

che

rapporto che si crea con gli altri; è un’attività che influisce sulle sue azioni

e sulla sua quotidianità.

Nel libro e in altri media ( capitolo 4) l’apprendimento è il libro, per

Lo strumento mediante il quale si verifica

eccellenza. Ma questo libro è da intendersi quale strumento didattico

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concepito per affiancare il lavoro dell’insegnante ed il percorso formativo

dell’allievo. Negli anni scorsi, la letteratura per l’infanzia era

fondamentale per sviluppare e stimolare nel bambino conoscenze e

potenzialità. Secondo alcuni, il semplice sfogliare un testo portava il

bambino ad interessarsi alla lettura: il gesto motorio veniva interiorizzato e

andava a sedimentarsi quale comportamento da reiterare. Oggi, invece, si è

perso il “gusto” per la lettura. I nostri bambini non leggono più, anzi.

Preferiscono dedicarsi ai giochi elettronici. La scuola, purtroppo, ha

dimenticato la grande ricchezza che la lettura può portare e non si

organizzano più le biblioteche di classe, né assegnano testi da leggere

mensilmente come succedeva per noi. Ora si tende ad usare la tecnologia: i

tablet sono i nostri libri di testo, con un semplice tocco del dito possiamo

accedere a qualsiasi tipo di testo. Ma è sempre un bene digitalizzare ogni

cosa?

Nella scuola (capitolo 5)

Essa è cambiata nel corso dei secoli. Inizialmente gli istituti formativi

erano intrisi di una forte religiosità e sottomessi all’autorità ecclesiastica.

Successivamente, grazie alla rivoluzione dell’Illuminismo, il controllo

religioso ha perso sempre di più il proprio controllo facendosi sempre più

“democratica” e meno elitaria, grazie anche all’estensione

del’obbligatorietà del percorso di studi. Oggi si ritiene che la scuola debba

sì essere uno spazio nel quale si creano conoscenze ed apprendimento, ma

non solo. Questa deve creare al proprio interno un clima piacevole,

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
9 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giusybisogni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Paci Gabriella.