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FONDARE LE POLITICHE SULLE EVIDENZE EMPIRICHE: quando

si opera una distinzione tra i comportamenti di consumo, si riconosce in modo

esplicito che:

1. Non è vero che l’uso di droghe illegali produca sempre danni a

livello individuale e sociale poiché vi sono consumatori che

adottano stili di consumo che non producono danni

2. Non è vero che l’uso di droghe illegali sia sempre sintomo di una

“patologia”. Infatti, la maggioranza dei consumatori utilizza le sostanze

per scopi ricreativi e per procurarsi piacere

3. Non è vero che il consumo di droga sia caratterizzato da un

susseguirsi di fasi predefinite che conducono inevitabilmente il

consumatore a “toccare il fondo”. Le carriere di consumo sono

socialmente costruite

4. Non è vero che “tutte le droghe sono uguali”, cioè che abbiano lo

stesso potere farmacologico

L’acquisizione delle informazioni sui consumatori e sui loro stili di consumo

richiede la predisposizione di un sistema informativo integrato, che dovrebbe

raccogliere i dati utilizzando una pluralità di fonti e differenti strategie di

ricerca:

Indagini su campioni statisticamente rilevanti della popolazione generale

 (utile a stimare la prevalenza del consumo di droghe all’interno della

popolazione generale)

Indagini su campioni di consumatori non registrati dalle statistiche

 ufficiali (utile a studiare la popolazione nascosta)

Dati acquisiti direttamente dalle agenzie deputate al trattamento e al

 controllo sociale (utile a raccogliere informazioni sui consumatori

registrati).

PERCHÈ LE PERSONE ASSUMONO DROGHE?

INTRODUZIONE: nella spiegazione sociologica del consumo di droghe

illegali si ricorre solitamente alle teorie sociologiche che sono state

elaborate per spiegare il comportamento deviante. In particolare, sono

utilizzate sia le teorie che focalizzano l’attenzione sulla struttura sociale (per

spiegare il consumo di droghe si devono individuare le forze che hanno agito

alle spalle del consumatore influenzando la sua condotta), sia quelle che

analizzano il processo attraverso cui si apprende il comportamento

deviante e si acquisisce un’identità deviante (teorie procedurali). Meno

utilizzata nella spiegazione del consumo di droghe illegali è, invece, la

prospettiva teorica dell’individualismo metodologico, secondo la quale

per spiegare il comportamento umano si devono comprendere le ragioni

individuali.

I modelli interpretativi formulati sono i seguenti:

1. il consumo di droga è un problema sociale che può essere

presente in quelle società all’interno delle quali agiscono

particolari processi che tendono a ridurne la stabilità e

l’integrazione. È una conseguenza della disorganizzazione

sociale o anomia di una società (scuola di Chicago e Shaw & McKay)

2. il consumo di droga è un adattamento individuale di tipo

deviante. Alcuni membri della società diventano consumatori di

droga in seguito alla pressione esercitata su di loro dalla

struttura sociale e culturale (Merton e Cloward & Owlin)

3. il consumo di droga, come qualsiasi altro tipo di comportamento, è

appreso interagendo con altre persone in un processo di

comunicazione (Sutherland e Sykes & Matza)

4. si diventa consumatori di droga attraverso un processo

articolato in fasi, in cui gioca un ruolo importante la reazione

della società a questo particolare tipo di adattamento (Becker)

5. il consumatore di sostanze psicoattive è un attore razionale che

sceglie di mettere in atto uno specifico comportamento (Buodon)

1) UN PROBLEMA SOCIALE: Lo studio dei social problems fu uno degli

aspetti qualificanti l’attività di ricerca di un gruppo di sociologici presso il

dipartimento di Sociologia dell’Università di Chicago.

Secondo questa prospettiva teorica, il consumo di droghe illegali può

essere considerato, come ogni comportamento deviante, come uno

degli indici approssimativi di disorganizzazione sociale. La

disorganizzazione sociale venne definita dalla Scuola di Chicago come una

diminuzione dell’influenza delle regole sociali di comportamento

esistenti sui membri individuali del gruppo.

La disorganizzazione sociale si può riscontrare in tutte le società.

Studiando la città di Chicago, i sociologi si accorsero che i più alti tassi di

criminalità si registravano in una determinata zona urbana, quella di

transizione, dove risiedevano gli immigrati appena giunti in città. Poiché tale

zona era contraddistinta da un elevato ricambio dei residenti, i legami sociali

erano deboli e quindi deboli erano i meccanismi di controllo sociale: è

l’indebolimento dei legami primari che spiega l’origine della devianza.

I giovani, secondo Shaw e McKay, che vivono in aree socialmente

disgregate hanno maggiori possibilità di entrare in contatto con

soggetti devianti: è attraverso i contatti con tali soggetti che le

tradizioni criminali vengono apprese.

La teoria consente di spiegare il consumo di droghe nella misura in cui esso sia

ritenuto il prodotto di un cattivo funzionamento della società: permette, cioè,

di spiegare questo fenomeno in quei contesti sociali in cui vi sia stato

un indebolimento del controllo sociale informale a causa della

disorganizzazione sociale. Tale teoria non può però spiegare il

consumo di droghe in contesti in cui il controllo sociale informale non

sia debole.

2) UNA FORMA DI EVASIONE DALLA SOCIETÀ: Le persone

consumano le droghe perché sono indotte, dalla situazione sociale in cui si

trovano, ad evadere da condizioni di vita che non possono modificare.

Merton ritiene che sia la struttura sociale a spingere gli individui di

certi gruppi sociali ad adottare comportamenti devianti. L’autore

individua due elementi costitutivi del sistema sociale: la struttura

culturale e la struttura sociale.

Il primo fattore rimanda a due tipi di valori istituzionalizzati: le mete a

cui i membri di una determinata società devono aspirare e i mezzi che

essi devono utilizzare per raggiungere tali obiettivi.

La struttura sociale è invece formata dallo status sociale cioè dalla

posizione sociale che ricopre l’individuo. Essa, consentendo l’accesso a

determinati mezzi legittimi, condiziona la realizzazione delle mete.

Facendo riferimento alla società americana, Merton notò come al suo interno

venisse posta un’enfasi maggiore sulle mete piuttosto che sui relativi

mezzi istituzionalizzati per raggiungerle. Questo processo di

deistituzionalizzazione dei mezzi rende instabile la società e

contribuisce a produrre in essa una condizione di anomia (mancanza di

norme causata dal contrasto tra mete e mezzi).

Il comportamento deviante può essere considerato come un sintomo

della dissociazione fra le mete prescritte dalla società e i mezzi che

devono essere utilizzati per raggiungerle.

La rinuncia si colloca tra gli adattamenti devianti dei consumatori di droga. Il

rinunciatario è un soggetto che ha interiorizzato sia le mete culturali che i

procedimenti istituzionali per conseguirle. Egli si ritrova a vivere una situazione

conflittuale nel momento in cui si rende conto di non poter perseguire in modo

legittimo le mete che si era prefissato e di essere incapace di ricorrere ai mezzi

illegali avendo interiorizzato la proibizione ad usarli. Egli risolve il conflitto

abbandonando sia i mezzi sia le mete e diventa asociale.

La teoria dell’anomia venne criticata perché, secondo Cloward e Ohlin, non

teneva conto del fatto che la devianza è una forma di adattamento

collettivo in quanto il suo consolidamento è determinato dalla

pressione di subculture che esprimono orientamenti culturali

alternativi a quelli della cultura dominante. L’azione deviante è

influenzata non soltanto dal grado di accesso ai mezzi legittimi, ma

anche da quello alla struttura illegittima delle opportunità.

La subcultura delinquenziale caratterizzata dal consumo di droghe è quella

astensionista. Secondo questa teoria i giovani farebbero uso di droghe

avendo fallito nel tentativo di crearsi uno status sia con i mezzi

legittimi sia con quelli illegittimi (doppio fallimento)

Entrambe le teorie consentono di spiegare soltanto una parte del fenomeno

poiché il tossicodipendente rinunciatario è quello di strada.

Secondo questo schema interpretativo il consumo di droga costituisce un

sintomo di marginalizzazione sociale: le condizioni di malessere, che derivano

dall’impossibilità di perseguire le mete culturalmente prescritte, possono

essere temporaneamente mitigate dall’uso di sostanze psicotrope.

In realtà vi è un altro adattamento deviante che potrebbe essere utilizzato per

spiegare un certo tipo di consumo di droghe illegali anche tra i membri delle

classi sociali medie e alte: quello dell’innovazione. L’innovatore è colui

che ricorre ai mezzi illegittimi per perseguire le mete culturali da

raggiungere, ma non la proibizione a usare mezzi illegittimi. L’uso

strumentale di droghe illegali per ottenere determinate prestazioni potrebbe

essere spiegato ricorrendo al meccanismo dell’innovazione.

3) UN COMPORTAMENTO APPRESO: Una delle critiche che fu

avanzata a Merton è che le società contemporanee non sono

caratterizzate dalla presenza di sistemi normativi omogenei. Poiché le

norme sociali variano da cultura a cultura, uno stesso comportamento sociale

può essere definito deviante sulla base di un determinato sistema normativo e

non deviante sulla base di un altro. Per questa ragione, il comportamento

deviante non può essere considerato un sintomo di disorganizzazione

sociale ma il prodotto di “organizzazione sociali differenziali”, poiché

nella maggior parte delle comunità vi sono sia gruppi che abbracciano sistemi

normativi devianti sia gruppi che fanno riferimento a sistemi normativi

convenzionali. In questo senso il tasso dei reati è funzione dell’organizzazione

differenziale dei diversi gruppi che vi risiedono.

Sutherland rifiuta ogni spiegazione della devianza incentrata sulla povertà o

sulla disorganizzazione sociale. Per lui, il comportamento deviante è

appreso in associazione con altri nell’ambito di gruppi sociali in cui la

comunicazione è caratterizzata da relazioni faccia a faccia. È soltanto

con un processo di apprendimento simile a quello che caratterizza ogni

comportamento sociale che si possono acquisire le tecniche per commettere

l’atto deviante e le definizioni favorevoli al comportamento criminale.

Il consumo di droghe illegali è, quindi, un comportamento sociale

appreso. Nel corso

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
29 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fpigna94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei diritti fondamentali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Verga Massimiliano.