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Varianti ed effetti della prima democratizzazione

La sociologia storica ha prodotto dei contributi molto importanti al fine di spiegare la predisposizione di alcuni sistemi politici "precoci" nei loro processi di democratizzazione, cercando di individuare quali erano state le condizioni che avevano permesso a questi sistemi di attuare il processo di democratizzazione anticipatamente rispetto ad altri. Alcune letture spiegano lo sviluppo dei regimi del XX secolo come una conseguenza, non soltanto dell'emergere della borghesia, ma soprattutto come il seguito di sistemi di conflitti di classe che si erano originati nella fase storica antecedente. Rokkan fu uno studioso che mise a fuoco la sequenza di circostanze storiche che avevano caratterizzato la ricorrenza dei processi di democratizzazione, individuando come necessario il superamento di quattro soglie: la legittimazione che consisteva nel riconoscimento delle libertà; l'incorporazione, quindi l'espansione della partecipazione politica; la rappresentanza, ovvero la creazione di istituzioni rappresentative; e infine la responsabilità, cioè l'assunzione di responsabilità da parte dei governanti.cittadinanza politica; la rappresentanza, ossia l'allargamento del circuito elettorale ed istituzionale a tutti i tipi di partiti che esprimevano il pluralismo sociale; la democratizzazione del potere esecutivo, quindi la fissazione di regole che ancorano l'esistenza di un governo legittimo ad un organo principio di scelta elettorale. I fattori che si rivelano determinanti per il superamento di tali soglie sono: i tempi di consolidamento territoriale di un paese; l'esistenza di tradizioni di rappresentanza premoderna che avevano fatto differenza alla base, determinando la reputazione e l'efficacia delle istituzioni rappresentative; l'indipendenza, più o meno "antica" delle istituzioni nazionali; lo status internazionale di un paese; la forza di contrapposizione tra paese dominante e un paese subordinato. MUTAMENTO DEI REGIMI E DINAMICHE DI DEMOCRATIZZAZIONE MANCATO CONSOLIDAMENTO E CRISI DEMOCRATICA DELLA PRIMA METÀ DEL XX SECOLO Le stabilità dei regimi politici nel corso del XX secolo è stata caratterizzata da un'alternanza tra periodi di democratizzazione e periodi di crisi democratica. Durante la prima metà del secolo, molti paesi che avevano raggiunto una forma di governo democratico hanno subito una crisi che ha portato al collasso del regime democratico e all'instaurazione di regimi autoritari o totalitari. Queste crisi democratiche sono state causate da una serie di fattori, tra cui la debolezza delle istituzioni democratiche, la mancanza di una cultura politica democratica radicata, la presenza di forze politiche antidemocratiche e l'instabilità economica e sociale. In molti casi, le crisi democratiche sono state anche il risultato di conflitti interni e di pressioni esterne da parte di potenze straniere. Durante la seconda metà del secolo, tuttavia, si è assistito a un processo di democratizzazione in molti paesi, con il ritorno o l'instaurazione di regimi democratici. Questo processo è stato favorito da una serie di fattori, tra cui la diffusione di idee democratiche, la lotta per i diritti civili e politici, e la pressione internazionale per il rispetto dei principi democratici. Nonostante il progresso verso la democratizzazione, molti paesi hanno ancora affrontato sfide nel consolidamento dei regimi democratici. Queste sfide includono la corruzione, l'inefficienza delle istituzioni democratiche, la violazione dei diritti umani e la persistenza di disuguaglianze sociali ed economiche. In conclusione, il mutamento dei regimi politici nel corso del XX secolo è stato caratterizzato da un'alternanza tra periodi di democratizzazione e periodi di crisi democratica. Mentre molti paesi hanno raggiunto una forma di governo democratico, il consolidamento di tali regimi democratici è stato spesso difficile e ha richiesto un impegno costante per garantire il rispetto dei principi democratici.

Regimi democratici sono affidate ad un delicato equilibrio tra i soggetti ed i meccanismi protagonisti di quello che viene definito il consolidamento democratico. Questo viene definito come un processo che, innescato dal trascorrere il tempo, porta alla formazione di strutture democratiche nei loro caratteri essenziali e di adattamento a quelli che sono i caratteri secondari. La prima componente logica di tale processo è definita la fase di legittimazione (scopo di operare il compromesso all'interno della "coalizione dominante" di attori politici sociali ed istituzionali). Nei regimi europei di stampo liberale, il destino del consolidamento democratico ha portato due esiti opposti: la continuità della democrazia oppure il suo crollo. L'ANCORAGGIO DEMOCRATICO E I PROBLEMI DELLA STABILITÀ Alla fase di legittimazione seguono una serie di meccanismi di ancoraggio democratico che consentono l'emergere di strutture istituzionali e sociali in grado di

stabilizzazione del processo di acquisizione dei valori democratici richiede diversi passaggi. Il primo passaggio consiste nello sviluppo di una serie di partiti e soggetti politici all'interno di un sistema sufficientemente robusto da evitare ulteriori cambiamenti rivoluzionari. Successivamente, è necessaria la creazione di un sistema pluralistico basato su rapporti stabili tra i partiti stessi e gli interessi organizzati. Inoltre, si deve sviluppare una serie di rapporti clientelari che legano i cittadini ad alcuni assetti politici partitici in cambio di limitate erogazioni di risorse pubbliche. Infine, è importante sviluppare una serie di raccordi triangolari tra lo Stato, i sindacati e gli imprenditori al fine di stabilizzare il regime. La rinascita democratica e le onde di democratizzazione possono essere suddivise in tre fasi. La prima fase riguarda i movimenti democratici degli anni '20 del secolo scorso, che sono stati scatenati dalla grande depressione. Queste trasformazioni democratiche erano legate alla modernizzazione e alla rivoluzione industriale.

seconda che va dal ‘43 al ‘62 collegata a fattori di ordine politico e militare e quindi alle trasformazioni democratiche indotte in una serie di paesi con la fine di regimi dittatoriali o autoritari

La terza fase, con l’inizio del ‘74, vede l'introduzione in aree del terzo e del quarto mondo di regimi democratici. Le caratteristiche della terza ondata sono completamente diverse rispetto alle precedenti, perché è il risultato di cinque diversi fattori economici, sociali e culturali: la crisi della legittimazione dei regimi autoritari; una crescita economica senza precedenti, la perdita di importanza della chiesa cattolica a seguito del Del Concilio Vaticano II; il cambiamento della politica estera di alcuni attori; il ruolo dei media nel processo di condivisione globale.

LE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE

TIPOLOGIE DI DEMOCRAZIE

Le scienze politiche si sono interrogate per quanto riguarda i modi utili per perfezionare la democrazia e, nelfare ciò, un

problema che è stato riscontrato, numerose volte, è quello che concerne la comprensione delle riforme strutturali delle istituzioni, se queste possano in qualche modo modificare la funzionalità o addirittura il rendimento di una democrazia. Con il procedere della vicenda democratica, l'analisi comparata dei regimi poliarchici si è fatta sempre più precisa e raffinata, si arriva ad indagare, ad esempio, il nesso tra lo sviluppo economico e modello democratico, oppure la diversa capacità di rendimento in alcuni settori della politica pubblica di stampo democratico. Le domande che gli studiosi hanno volte affrontato, possono essere classificate secondo tre livelli, a seconda che si indaghino: - Questioni cognitive, chiarire l'estensione empirica di un fenomeno come la democrazia, una volta raggiunto soddisfacente accordo sulla definizione delle garanzie democratiche, in quali e quanti modi si possano applicare tali principi e quanto sono diversi traloro i modelli democratici. ● Interrogativi di stampo interpretativo, quindi stabilire nessi causali alla base dei diversi fenomeni, distinguere fra diversi i regimi democratici ecc... ● Interrogativo normativo prescrivere una specifica modalità del fenomeno, giudicata come preferibile, se esista un modello democratico che risulti essere migliore rispetto agli altri, più capace, quindi, di ottenere delle performance migliori. Le varianti democratiche che vengono studiate durante il corso del primo novecento, prestando più attenzione alle differenze tra i sistemi di governo e i canali di legittimazione dell'esecutivo, successivamente si sposta l'attenzione sulle possibili forme di democrazia diretta a discapito di quella che è la democrazia rappresentativa, la forma di democrazia maggiormente diffusa. Con lo sviluppo della rivoluzione comportamentista e la nascita dell'approccio empirico, per quanto riguarda la politica, si cerca di studiare la diversariguarda la configurazione della società, si tratta di una società culturalmente eterogenea. Inoltre, i rapporti tra l'elite sono caratterizzati da un approccio consensuale, basato sul compromesso. Il metodo consociativo di democrazia si basa sull'accordo e sul patto tra diversi partiti. Questo porta alla formazione di un governo "allargato", con maggioranze sovradimensionate, coalizioni ideologicamente complesse e vari meccanismi di "contrappeso costituzionale". A differenza del governo maggioritario, in cui prevale un vincitore elettorale, il governo consociativo cerca di creare un equilibrio tra le diverse forze politiche. In sintesi, il metodo consociativo di democrazia si concentra sulla formazione di un governo basato sull'accordo tra diversi partiti, in una società culturalmente eterogenea, con rapporti consensuali tra l'elite.

Riguarda invece le democrazie centrifughe non è possibilmente realizzabile.

Democrazia depoliticizzata: cultura politica omogenea, élite coesa;

centripeta: cultura politica omogenea, ma élite in conflitto;

centrifuga: cultura politica eterogenea e élite in conflitto.

Caratteristiche del modello maggioritario (o modello Westminster):

  • Il governo detiene una solida maggioranza;
  • Sistema bipartitico;
  • Governo centralizzato e unitario;
  • Costituzione flessibile;
  • Bicameralismo asimmetrico.

Caratteristiche del modello consensuale:

  • Governo di coalizione;
  • Equilibrio tra potere legislativo ed esecutivo;
  • Sistema multipartitico;
  • Assetto istituzionale decentrato;
  • Costituzione scritta;
  • Bicameralismo simmetrico.

DEMOCRAZIA MAGGIORITARIA E DEMOCRAZIA CONSENSUALE

Tra le tipologie precedentemente dette, emerge una proposta che si basa su due modelli denominati modelli polari (con caratteristiche opposte), il modello maggioritario ed il modello consensuale.

LA VISIONE ECONOMICA E RAZIONALE

DELLA DEMOCRAZIA Recentemente l'arricchimento della disciplina politica è avvenuto grazie ai contributi dell'individualismo metodologico e la scelta razionale. Coloro che difendono una visione individualista razionale della politica tendono a semplificazioni e formalizzazioni che hanno il compito di illustrare il dilemma a cui può portare l'applicazione teorica per quanto riguarda la nozione di democrazia. Dai tempi dell'illuminismo di Condorcet, è noto un paradosso che prende proprio il suo nome, per cui un gruppo composto da tre decisori razionali non mostra necessariamente un set di preferenze ordinate in quanto collettività. Questo paradosso si collega al teorema di Arrow che rappresenta il fondamento della teoria economica della democrazia e mostra i dilemmi esposti dai numerosi autori per quanto riguarda le difficoltà decisionali in un contesto collettivo e quanto questi siano elementi collegati ai limiti di un piano più ampio.

Complesso, quello di poter pensare un sistema democratico infallibile. In sintesi, il teorema di Arrow mostra che in ogni processo decisionale, al fine di superare l'impossibilità di creare un'unica funzione del benessere sociale attraverso l'aggregazione delle preferenze individuali, può essere necessario sacrificare una delle premesse teoriche democratiche. Di fatto la formazione di una vera maggioranza può portare un individuo ad avere un ruolo più importante nel processo, limitando le preferenze degli altri attori in gioco oppure rinunciando a degli esiti prestabiliti in un dato processo decisionale. Un'altra tesi molto interessante è quella che afferma che le preferenze politiche aggregate in un contesto competitivo sono funzione della capacità degli elettori e dei consumatori di ordinare le proprie preferenze, massimizzando razionalmente l'utilità individuale. I REGIMI ANTAGONISTI E L'AREA GRIGIA DELLA QUASI

DEMOCRAZIA

In contrasto ai regimi democratici, troviamo quelli che sono i regimi non democratici (conoscere le alternative alla democrazia permette di comprendere i limiti della proposta).

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
52 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Recca20l di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Caponio Tiziana.