Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 32
Riassunto esame Restauro, prof.ssa Musella, libro consigliato Meteo e Metalli, Salvi Pag. 1 Riassunto esame Restauro, prof.ssa Musella, libro consigliato Meteo e Metalli, Salvi Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Restauro, prof.ssa Musella, libro consigliato Meteo e Metalli, Salvi Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Restauro, prof.ssa Musella, libro consigliato Meteo e Metalli, Salvi Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Restauro, prof.ssa Musella, libro consigliato Meteo e Metalli, Salvi Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Restauro, prof.ssa Musella, libro consigliato Meteo e Metalli, Salvi Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Restauro, prof.ssa Musella, libro consigliato Meteo e Metalli, Salvi Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Restauro, prof.ssa Musella, libro consigliato Meteo e Metalli, Salvi Pag. 31
1 su 32
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CAMPAGNA DIAGNOSTICA PER LO STUDIO DELLO STATO DI

CONSERVAZIONE DELLE SUPERFICI BRONZEE DEL PERSEO DI

BENVENUTO CELLINI

Introduzione

La campagna diagnostica che ha fatto da base conoscitiva e progettuale all’intervento di restauro

del Perseo è stata realizzata congiuntamente dall’Istituto Centrale per il Restauro di Roma e

l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L’esame diagnostico dei manufatti bronzei esposti all’aperto

comporta, da una parte, l’insieme di studi inerenti la lega metallica e i fenomeni di corrosione ad

essa connessi, dall’altra analisi delle superfici e la caratterizzazione delle loro molteplici e

diversificate alterazioni. La superficie di un manufatto antico costituisce sempre un puzzle

complesso sotto il profilo della composizione e della microstruttura. Essa accumula i prodotti

dell’iterazione tra il manufatto e l’ambiente (di corrosione nella fattispecie), le sostanze di deposito

provenienti dall’ambiente, i prodotti di interazione degli uni con gli altri e infine i materiali

eventualmente applicati nei passati restauri. Il caso dei bronzi è particolarmente complicato per la

varietà di composti metallici, soprattutto di rame, che possono formarsi in funzione dell’esposizione

della statua e della composizione della lega. Si tratta di sostanze tra loro molto simili e assai difficili

da identificare ma la cui presenza è indicativa delle condizioni di stabilità della superficie e che

hanno di conseguenza un valore diagnostico notevole. Hanno la possibilità di migrare in forma di

soluzioni lungo la superficie del bronzo e dar luogo più facilmente a nuovi composti per reazione

con gli altri. La prima è più importante operazione di restauro che si compie, la pulitura, sembra

mal utilizzare i dati desunti con tante difficoltà dagli esami scientifici, e procedere guidata

soprattutto da criteri fisici (ricerca di patine stabili dal punto di vista fisico-meccanico) ed estetici

(ricerca di tonalità cromatiche di aspetto gradevole). Osservando le documentazione fotografiche

dell’insieme, di dettagli di statue bronzee, prima e dopo un intervento di restauro, si constatano

spesso situazioni oltremodo differenziate, per quanto riguarda l’aspetto, ma soprattutto

imprevedibili. Le stratificazioni di sostanze che si formano in superficie, sono per lo più spesse e

molteplici e in quanto tali possono celare patine interne, aderenti al metallo, di colore e di aspetto

assai diverso da quello esterno e tra i più vari. In fase di rimozione degli strati più esterni, chi

interviene a livello di restauro sia soprattutto guidato da ciò che progressivamente va trovando.

L’operazione di pulitura si preoccupa di eliminare con gradualità le stratificazioni più esterne fino a

ritrovare quelle patine che mostrino possedere una maggiore stabilità fisico-meccanica (buona

coesione e adesione) e che abbiano ridotti spessori così da non risultare alterati in riferimento al

rilievo della statua. È ovvio che la composizione chimica di quanto si va trovando procedendo

all’esterno della stratificazione verso l’interno non possa costituire un criterio primario per decidere

il livello di pulitura da raggiungere. La composizione delle patine e croste di alterazione e il suo

variare nel senso della superficie e dello spessore hanno, ciò nonostante, un’importanza notevole

e il restauro mette comunque in atto operazioni che, indirettamente hanno proprio l’obbiettivo di

raggiungere anche la stabilità chimica oltre che quella fisico-meccanica della superficie.

Fondamentale è il lavaggio che si compie alla fine con acque deionizzata. Le sostanze idrosolubili

presenti in superficie, la loro rimozione selettiva può essere facilmente realizzata proprio grazie ad

un accurato lavaggio in acqua, che si effettua subito dopo l’opera di rimozione meccanica. Alla

fine, ciò che rimane sulla superficie è caratterizzato da stabilità fisica, chimica e sottile spessore.

Quanto al colore e all’aspetto, si hanno minori libertà,. L’operatore deve più o meno accettare ciò

16

che ritrova a contatto col metallo, preservandolo, per conservare uno dei valori importanti

dell’oggetto antico, la storia della materia che, unitamente alla sua forma e al suo stile, va a

costituire la testimonianza attuale dell’opera che perviene a noi. Nell’ambito dei restauri di

monumenti bronzei rinascimentali fiorentini eseguiti nelle ultime decine di anni e delle relative

campagne diagnostiche curate dall’Opificio delle Pietre Dure, il gruppo statuario del Perseo

costituiva un anello fino ad allora mancante. Il gruppo della Giuditta e Oloferne di Donatello era

stato infatti conservato nella Piazza della Signoria totalmente esposto all’aperto. un altro

importante gruppo, Cristo e S.Tommaso del Verrocchio, sottoposto ad accurate indagini e

successivamente restaurato, era collocato in una nicchia della facciata di Orsanmichele e, in

protetto, con la parte anteriore totalmente esposta e il retro riparato, almeno dalla pioggia.

Indagini analitiche e risultati

Il gruppo del Perseo di Benvenuto Cellini collocato su un angolo della Loggia dei Lanzi, è quasi

totalmente riparato dalla pioggia rispetto alla pioggia battente ma, per il resto, è esposto

liberamente all’ambiente esterno su tutti e quattro i lati, senza il riparo di una nicchia come nel

caso del bronzo del Verrocchio; libero di essere investito sotto tutte le angolazioni dalle circolazioni

di aria che in quella particolare posizione sono possibili (l’angolo della Loggia dei Lanzi dove è

collocato il Perseo, prospiciente Palazzo Vecchio, è tipicamente soggetto a costanti movimenti

d’aria). L’obbiettivo principale dell’indagine era dunque lo studio dello stato di conservazione della

superficie attraverso l’identificazione delle sostanze di alterazione e di deposito presenti nelle

patine e nelle croste, in funzione della loro distribuzione sulla statua, del loro spesso, del loro

aspetto e consistenza. A tal fine occorreva innanzitutto predisporre un piano di campionamento

appropriato. Il campionamento è stato condotto per fasce verticali della statua in riferimento ai

quattro lati principali di esposizione della stessa, approssimativamente coincidenti con N, S, W, E. I

prelievi sono stati effettuati in maniera selettiva, sia in forma di polveri, sia di piccoli frammenti per

esami in sezione. Le sostanze idrosolubili sono state invece raccolte mediante lavaggi

standardizzati, nelle stesse aree di campionamento. Il lavaggio standardizzato viene effettuato

pennellando con un volume noto di acqua distillata un’area nota della statua e raccogliendo le

acque di lavaggio in cui verranno eseguite poi le determinazioni. I risultati della campagna

diagnostica effettuata sulle aree sopra indicate, impiegando le tecniche elencate sul libro (tabella 1

pag.83), hanno prodotto una quantità di dati analitici che non è certo possibile riportare in questa

sede. Ciò che conta negli esami diagnostici non sono solo i dati desunti ma è soprattutto

l’interpretazione degli stessi effettuata da un esperto del campo. Occorre innanzitutto mettere in

evidenza una importante prassi ch adottiamo, oramai da oltre dieci anni, negli studi diagnostici

delle superfici bronzee al fine di rendere i risultati più attendibili. Al fine di acquisire dati attendibili

non è in generale sufficiente limitarsi a considerare quelli che emergono dalla applicazione di una

sola tecnica di analisi. Ad ogni tecnica, sfuggono sempre alcune sostanze per motivi inerenti i

principi stessi su cui la tecnica si fonda, per ragioni di interferenza, ed altro. Solo attraverso

l’esame congiunto degli stessi campioni mediante più tecniche è possibile pervenire ad un quadro

più oggettivo della situazione. Per tali ragioni è quasi sempre necessario comporre un team di

specialisti. Nel caso del Perseo il team ha adottato la seguente prassi: il campione prelevato viene

innanzitutto omogeneizzato per macinazione. Si procede poi, iniziando dalle tecniche che non

distruggono né alterano il campione, n particolare dalla XRD. Si prosegue poi suddividendo il

campione in due aliquote: una da destinare alla spettrofotometria FT.IR, l’altra al SEM/EDS. In tal

modo, le sostanze con struttura moderatamente cristallina, tendente all’amorfo, prive di segnali

caratterizzanti in diffrazione-X, possono essere recuperate via FIT.IR. Se esistono costanze che

eludono entrambe le succitate tecniche, c’è una possibilità di recuperarle grazie al SEM/EDS che

fornisce almeno lo spettro degli elementi presenti. A tal proposito vale la pena citare: 17

• Il cloruro rameoso, Cu2Cl2 nantokite, che non dà segnale con la tecnica FT.IR ma può

essere ben determinato via XRD e mediante SEM/EDS (presenza di rame e cloro);

• Alcuni idrosso-cloruri rameici mal cristallizzati e le sostanze organiche in genere sfuggono

di solito sia alla XRD che al SEM/EDS ma possono essere rilevate mediante FT.IR;

• Alcuni composti di stagno (forse biossido di stagno idrato, Sn02, nH20), e alcuni composti

dl fosforo (probabilmente fosfati) sfuggono sia alla XRD cha al FT.IR ma la loro presenza è

segnalata al SEM/EDS (segnale dello stagno e segnale del fosfato).

Croste nere erano presenti in alcune aree della statua, soprattutto, come di solito accade, nelle

aree riparate dall’azione diretta della pioggia battente. La figura 4 presente sul libro ci presenta

la composizione come risulta dall’analisi diffrattometrica XRD di un’area sul retro della statua

coperta da queste tipiche croste che avevano un aspetto del tutto simili a quelle osservabili

anche sul volto del Perseo. I 4 campioni sono stati prelevati dallo stesso punto della statua, in

successione, dall’esterno verso la superficie bronzea. La composizione varia in maniera

graduale mostrando una forte prevalenza di gesso proveniente da deposito di particellato

atmosferico unitamente a quantità di quarzo e silicati, essi stessi tipici componenti delle poveri

sospese. Il gesso rappresenta la matrice cementate delle croste nere mentre silicati e

particellari carboniosi costituiscono gli inclusi. È risultato abbondante anche l’ossalato rameico

Moolite, che ha un colore verde, poco visibile dall’esterno perché coperto dal colore nero degli

inclusi carboniosi. Nella frazione a contatto nel bronzo la composizione mostra anche nuovi

componenti, gli idrosso-cloruri rameici atacamite e parata camite, che, in quanto tali, non

preoccupano ma che denunciano l’avvenuta presenza di processi corrosivi ciclici del bronzo,

indotti da cloruri. In un’altra serie sequenziale di campioni, prelevata da un’altra incrostazione

nera, osserviamo infatti, nelle otto successive frazioni prelevate, una composizione simile a

quella sopra esaminata

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
32 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/19 Restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pia0113 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e tecnica del restauro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Musella Marianna.