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La riorganizzazione può avvenire servendosi degli offerti dal (blog, Wiki ecc) > social

artefatti Web 2.0

media proposta del modello della servirsi dei social per migliorare il

➡ Social collaboration:

funzionamento organizzativo dell’azienda, ladimensione comunicativa infatti è molto importante agire in

questo modo significa mettere al centro non solo la comunicazione ma anche le persone o le relazioni sociali;

agire in questo modo permette di migliorare il funzionamento organizzativo, non solo per quanto riguarda la

dimensione comunicativa. Tre ragioni per cui vale la pena lavorare in funzione di questo cambio di

paradigma:

1 che costituisce la forma più “evoluta” di comunicazione

la conversazione

2 come tutti i sistemi socio-tecnici a elevato grado di relazionati, hanno una struttura

le organizzazioni

conversazionale

3 l’adozione al servizio della social collaboration permette di “far funzionare”i processi

di artefatti Web 2.0

comunicativi interni ed esterni alle organizzazioni secondo una modalità “conversazionale”, rispettosa

appunto della natura propria della comunicazione, e quindi in grado di gestire al meglio quelle che sono le 2

funzioni fondamentali della comunicazione: la produzione di contenuti e la gestione delle relazioni tra i

soggetti in vista della piena intercomprensione. Infatti la comunicazione non è semplice trasmissione di

informazioni ma:

- processo psicosociale

- complesso di attività congiunte volta alla costruzione di significati

Digital enterprise sottolinea la dimensione dialogico conversazionale della comunicazione, ponendo enfasi

sull’interazionismo comunicativo definito nel modello di Francis Jacques.

La considerazione dell’interazione comunicativa come processo psico-sociale che si innesca all’interno di

contesti gruppali prevede difatti un’analisi dei meccanismi dialogico-conversazionali che ne costituiscono le

fondamenta, quindi un’analisi:

* (erogazione di ‘pezzi di conoscenza’ relativi a

3 tappe dell’interazione comunicativa informazione

stati del mondo interno o esterno ai soggetti attraverso modulatori verbali orali, verbali scritti, non verbali

-paraverbali, prossemici, iconici-); (gestione dei modulatori attraverso un processo psico-

comunicazione

sociale che contempli tutti i fattori coinvolti nell’interazione -soggetti, contesto, strumenti-); conversazione

(da andare verso una direzione comune, situazione sociale organizzata attraverso meccanismi

cum versari, che prevedono un’alternanza di turni dialogici da parte dei soggetti, nonché

di codifica e di decodifica

modalità per gestire al meglio la dimensione sociale del processo di comunicazione e gli eventuali ‘difetti’

che lo caratterizzano limitando l’insorgenza di inferenze non desiderate)

* che il soggetto realizza all’interno della conversazione

processi inferenziali processi interpretativi

utilizzando elementi ricavabili da quanto l’interlocutore asserisce -significato delle parole e della

o dall’insieme delle conoscenze attivate dalla stessa asserzione -lettura

proposizione- del contesto-.

Essi hanno conseguenze sia sulla costruzione del significato che sulla gestione dell’interazione comunicativa

in sé; rischiano quindi di il fine ultimo della conversazione, l’intercomprensione, possibile mediante

minare

una stabilizzazione dei significati e una corretta gestione della stessa interazione.

E’ bene distinguere:

- ‘garantite legate cioè all’utilizzo di interpretabili arbitrariamente

inferenze a priori’, figure retoriche

(metafore, analogie, metonimie, espressioni antifrastiche, antitetico-ossimoriche, eufemismi, disfemismi)

- ‘non non corrispondenti all’intenzione comunicativa di chi parla, le cui fonti/fattori

inferenze desiderate’,

di determinazione sono varie (conversazionali -linguistica, comunicativa,

ascrivibili a competenze

pragmalinguistica- -cortesia-) o (relative

e culturali conoscenze al contesto relazionale,

caratteristiche degli interlocutori, posta in gioco-; al contesto -situazione, catena degli eventi,

materiale

ruoli, obiettivi- al contesto -narrazioni o conversazioni antecedenti, altri testi e contenuti non a

e semiotico

tutti noti-).

In definitiva, la non deve essere considerata un semplice processo di trasferimento/di

comunicazione

trasmissione di info e di significati predefiniti, ma:

* o meglio,

processo psico-sociale relazionale, interpersonale, d’interazione sociale, relazione psico-

sociale

* o meglio,

interazione comunicativa tra due o più individui, complessa attività congiunta

* inserito che mira:

evento generatore di uno spazio dialogico-conversazionale in un tessuto relazionale

- alla costruzione di attraverso la interpersonali

legami sociali riduzione delle distanze

(non a caso, il verbo indica l’andare verso una direzione comune, identifica una situazione

cum versari

sociale organizzata attraverso che prevedono un’alternanza di turni

meccanismi di codifica e di decodifica

dialogici da parte dei soggetti coinvolti)

- alla costruzione della attraverso la condivisi

realtà sociale co-creazione di nuovi significati

(non a caso, il verbo racchiude in sé il concetto di cioè l’atto di dare

generatività semantica,

in-formare

nuova forma ai significati costruendoli congiuntamente per intendersi ed evitare inferenze comunicative

indesiderate. L’intercomprensione si raggiunge difatti mediante una stabilizzazione dei significati e una

corretta gestione della stessa interazione comunicazionale)

- alla definizione della che trascende la sua individualità/singolarità in

soggettività/dell’identità del singolo,

quanto parte di una società/di un contesto gruppale anche grazie alla funzione sociale, interattiva esercitata

dalla stessa comunicazione

- alla creazione di ‘sistemi ai quali tutti possano partecipare, sistemi in cui gli interlocutori

per la decisione’

interagiscono per giungere alla decisione di maggior convenienza per entrambi.

“Quando mi dici qualcosa, io verifico di aver compreso il tuo messaggio ripetendolo con parole mie, perché

se lo ripetessi con le tue parole tu potresti dubitare che io abbia capito.

Ma se uso le mie parole il risultato è che cambio il tuo significato, anche se solo di poco…

La conversazione è come giocare a tennis con una palla fatta di gomma semiliquida, che ha una forma

-relativismo semantico-

diversa ogni volta che attraversa la rete”

David Lodge, Small world

R. Sennett, Feltrinelli, Milano, 2012, cap. 1,2,3

Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione,

L’aria di famiglia percepibile tra legame sociale, comunicazione e organizzazione

Da sempre facciamo esperienza di collaborazione; in base a quanto dice Sennett: il legame sociale è qualcosa

di primario, anche se continuamente modificabile e modificato “la collaborazione precede l’individuazione:

essa è il fondamento dello sviluppo umano, nel senso che prima di imparare a porci come individui

impariamo a stare insieme” (p.24)

L’individuo è frutto di una serie di relazioni (all’origine una relazione con chi ci genera). La collaborazione

ci fa crescere e sviluppare. Noi siamo il risultato di relazioni, siamo composte da relazione. Il legame sociale

è qualcosa di primario, anche se continuamente modificabile e modificato:

“Chi non sa osservare non sa conversare... Di solito, quando si parla di tecniche comunicative, si pone

l’accento su come presentare in modo chiaro i nostri pensieri o sentimenti. Per farlo occorrono certamente

abilità tecniche, che sono però di tipo dichiarativo. Per ascoltare bene occorre una serie di abilità di altro

genere: seguire e interpretare minutamente quello che dicono gli altri prima di rispondere, capirne anche i

gesti e i silenzi e non solo le dichiarazioni: Anche se per osservare bene dovremo magari tacere di più, la

conversazione se ne avvantaggerà, diventerà uno scambio più ricco e più collaborativo, più, appunto,

dialogico” (p.25)

Alcune convergenze tra legame sociale e comunicazione utili per comprendere i rapporti tra organizzazione,

management e improvvisazione (perché il ruolo che andremo a gestire sarà un ruolo in cui il grado di

incertezza, indeterminazione; improvvisazione sarà il modo in cui ci troveremo a rispondere a questa

incertezza) per improvvisare, imparare al meglio a fare le cose che dobbiamo fare e poi dimenticarcele,

lasciare che le indicazioni vengano fuori improvvisamente:

- Affrontare la/le ambiguità (si intende quando qualcuno si comporta in modo da

mascherare le sue intenzioni, qualcosa che dice e non dice)

- Strutturarsi e focalizzarsi nel tempo (vedi sillabo)

- Confrontarsi con le differenze

- Oggetto di autocritica riflessiva

Tribalismo della società moderna

É un impulso naturale, quasi tutti gli animali sociali sono tribali:

- solidarietà verso il simile

- aggressività contro il diverso

può rendere le società controproducenti perché tende ad annullare le differenze.

Secondo Sennet il legame sociale è qualcosa di primario (siamo il risultato di un composto di relazioni).

Collaborazione

Scambio in cui i partecipanti traggono vantaggio dall’essere insieme. Tutti gli animali sociali collaborano

insieme per realizzare ciò che non riuscirebbero a fare da soli. l’atto di collaborazione si riveste

dell’esperienza del piacere condiviso.

La collaborazione può combinarsi con la competitività.

La collaborazione può anche risultare distruttiva in alcuni casi : lato oscuro della

Collusione

collaborazione vs. collaborazione impegnativa e difficile: tra persone che sono diverse tra loro ma che non

annullano i diversi punti di vista.

Secondo Sennet la collaborazione non è una disposizione etica ma scaturisce dall’attività pratica.

La collaborazione mantiene in vita i legami sociali e può aiutare le persone a prendere coscienza delle

conseguenze delle loro azioni. “Abilità dialogiche” che vanno dal saper ascoltare a comportarsi con tatto, al

cogliere i punti in cui si è d’accordo e al saper gestire la conflittualità, all’evitare la frustrazione di una

discussione difficile.

- La società moderna ha indebolito la collaborazione a causa della crescente ➤

DISUGUAGLIANZA

misurata dal coefficiente di Gini (il introdotto dallo statistico italiano Corrado è

coefficiente di Gini, Gini,

una misura della diseguaglianza di una distribuzione). La disuguaglianza è aumentata n

Dettagli
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A.A. 2018-2019
6 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silviamac91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof galimberti Carlo.