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Estratto del documento

Comportamento omeostatico: tutti gli animali ricorrono a mezzi comportamentali

per favorire l’omeostasi→l’insieme di questi comportamenti costituisce il

comportamento omeostatico.

Animali poichilotermi (anfibi, rettili) non sono in grado di controllare la temperatura

corporea via meccanismi interni, usano solo mezzi comportamentali: rallentano

l’attività quando l’ambiente è freddo e la accelerano quando è caldo, si stendono al

sole per riscaldarsi.

Animali omeotermi sono in grado di mantenere la temperatura corporea grazie a

meccanismi interni, ma mettono anche loro in atto comportamenti omeostatici.

Il controllo della temperatura è dato da processi omeostatici + comportamento

omeostatico.

Il principale mezzo di generazione del calore è il metabolismo: rilascio di energia

conseguente alla scissione delle sostanze chimiche nei tessuti. 35

Più attività=più produzione di calore; nel freddo il corpo ricorre a contrazioni

involontarie per generare calore (brividi.)

Il tessuto adiposo bruno genera calore incrementando il metabolismo.

Il calore si disperde dal corpo con l’evaporazione del sudore e dell’acqua esalata

come vapore, attraverso l’irradiazione della cute. Questi meccanismi di

raffreddamento sono modulabili grazie a incremento e riduzione del flusso ematico

nei piccoli vasi cutanei o con incremento/riduzione dell’attività delle ghiandole

sudoripare.

Questi processi di correzione hanno sensori localizzati nel SNC; i neuroni dell’area

preottica e dell’ipotalamo anteriore modificano la velocità di scarica in risposta ai

cambiamenti della temperatura cerebrale.

Sensori a livello cutaneo producono una risposta più veloce.

Lesioni a ipotalamo laterale: compromissione comportamenti omeostatici. Lesioni a

area preottica: compromissione processi autonomi di correzione.

Sete e assunzione di liquidi:

l’acqua dell’organismo è contenuta in compartimenti liquidi.

• 2/3 dell’acqua è all’interno delle cellule: liquidi intracellulare.

• 1/3 liquido extracellulare, che si divide in liquido interstiziale, plasma sanguigno,

liquor cerebrospinale.

La quantità d’acqua va controllata per due ragioni:

• per mantenere le concentrazioni intracellulari di elettroliti – i processi cellulari

dipendono dalla presenza della giusta quantità d’acqua, la cellula non può

perdere liquido intracellulare. L’intracellulare è separato dal liquido interstiziale

dalle membrane semipermeabili, che permettono il transito delle molecole

d’acqua. In condizioni normali i liquidi sono isotonici (equilibrio tra

concentrazioni di sostanze – soluti – tra interno e esterno della cellula). Soluto

aumenta all’interno :si ha afflusso d’acqua nella cellula; soluto diminuisce:acqua

fuoriesce dalla cellula. Processo di OSMOSI.

liquido interstiziale agisce come tampone, permettendo immediata correzione

della concentrazione elettrolitica della cellula, permettendo i processi essenziali.

Il liquido è in contatto con il plasma sanguigno: acqua per il liquido intracellulare

deve passare da tratto gastrointestinale→flusso ematico→interstiziale→cellule

• per mantenere il volume totale dell’acqua, per il mantenimento della pressione

arteriosa. 36

Regolazione del bilancio idrico: processi del corpo possono comportare o una

perdita d’acqua o una perdita di acqua + elettroliti. Il controllo dell’acqua deve

essere connesso al controllo degli elettroliti.

Tendiamo a ingerire più acqua e più ioni sodio del necessario.

Perdita d’acqua con elettroliti è dovuta a urinazione, sudorazione, emorragie.

Perdita senza elettroliti dovuta a evaporazione, via respirazione o dalla superficie

corporea.

La sensazione conscia di sete si sviluppa quando l’organismo è in stato di deficit.

Meccanismi di controllo: sete ipovolemica – conseguente a perdita sia di acqua che

elettroliti, con poi perdita del volume di liquidi.

La modificazione del volume viene rilevata dai recettori renali del flusso ematico e

dai recettori della pressione. In risposta alla caduta del flusso le cellule renali

secernono l’enzima renina, che induce la sintesi dell’ormone angiotensina II, che ha

tre azioni:

• Causa la costrizione dei vasi ematici periferici.

• Stimola la corticale del surrene a produrre aldosterone, che induce maggior

riassorbimento di sodio.

• Agisce sull’organo subfornicale, per stimolare il comportamento di assunzione di liquidi.

Barocettori rilevano la riduzione dello stiramento dei vasi ematici→stimolano la

sintesi di ormone antidiuretico, che induce ritenzione renale di acqua e stimola la

produzione di renina.

Sete osmometrica – conseguente a stimolazione di osmocettori, sensibili alla

disidratazione cellulare, in risposta a perdita d’acqua, non di elettroliti o all’aumento

della quantità di sodio.

Osmocettori sono nell’organo vascoloso della mina terminalis e nel nucleo

sovraottico. Altri, in gola stomaco e fegato, non inducono immediata assunzione di

liquidi, ma inducono rilascio di ormone antidiuretico.

Osmocettori di OVLT e organo subfornicale sono connessi al nucleo preottico

mediale, che riceve anche dai barocettori. NPM sembra essere la via comune che

inizia il comportamento di assunzione dei liquidi.

Meccanismi di sazietà: meccanismi di controllo =/= meccanismi di sazietà, per il

ritardo tra assunzione e correzione. Beviamo la quantità necessaria a correggere

qualsiasi deficit, ma sono necessari diversi minuti prima che l’acqua reidrati il liquido

extracellulare.

Vi sono due meccanismi di sazietà: quello a breve termine, a livello di bocca e nel

tratto gastrointestinale in modo più debole – umettarsi la bocca scaccia la sete 37

temporaneamente. Vi è quello a lungo termine, basato su osmocettori di gola,

fegato e porzioni del tratto gastrointestinale: acqua stimola osmocettori, che

inibiscono la secrezione di ormone antidiuretico.

Assunzione di liquidi correlata al cibo: tutti questi meccanismi controllano

l’assunzione in stato di deficit – ma noi beviamo prima che lo stato di deficit si

produca. Ad esempio durante l’assunzione di liquidi correlata al cibo. L’assunzione

sarebbe mediata dai recettori centrali dell’angiotensina e dai recettori centrali e

periferici dell’istamina. L’istamina è prodotta come risposta diretta o condizionata al

cibo, agisce sui reni, stimolando la produzione di renina e quindi l’immissione di

angiotensina nel flusso ematico.

Assunzione di liquidi spontanea: l’assunzione di liquidi in assenza di deficit è

motivata dalle proprietà di incentivo positivo del bere; bere è piacevole. Se non si è

deprivati si ha preferenza per bevande aromatizzate. Con l’aumento della

deprivazione la preferenza si sposta verso bevande meno aromatiche, con meno sali

e zuccheri. Il consumo di liquidi è influenzato da altre qualità delle bevande, come la

temperatura, e da fattori culturali o sociali.

Impariamo a bere per evitare il deficit.

Capitolo 13 – alimentazione

Digestione, utilizzazione e immagazzinamento dell’energia:

digestione: ciascuno dei macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi) fornisce

energia. Le proteine forniscono i blocchi di costruzione dei tessuti, gli aminoacidi,

che per la maggior parte non sono sintetizzati dal corpo.

I grassi (lipidi), le vitamine e i minerali essenziali devono essere ingeriti col cibo. →

Tuttavia molti macronutrienti hanno molecole troppo gradi per essere assorbite

processo di digestione, dove cibo viene scisso in sostanze più semplici per essere

assorbito.

La digestione avviene nel tratto gastrointestinale, che comprende bocca, esofago,

stomaco, duodeno, intestino tenue, intestino crasso.

Inizia nella bocca: masticazione riduce cibo in pezzi e lo miscela con la saliva, che

aggiunge un enzima che agevola la scissione del carboidrato amido in zuccheri

semplici.

Cibo viene inghiottito e spinto attraverso esofago e stomaco grazie a contrazioni

dette peristalsi. Nello stomaco viene mescolato a enzimi, tra cui la pepsina. Le

contrazioni dello stomaco aiutano la scissione e gli acidi facilitano l’azione degli 38

enzimi. La pepsina inizia il processo di scissione delle proteine nei loro aminoacidi

costituenti.

Nel duodeno vengono mescolati altri enzimi, provenienti anche da pancreas e

fegato, per mezzo della cistifellea. Questi enzimi facilitano la scissione dei carbs in

zuccheri semplici e delle proteine in aminoacidi. La bile (dalla cistifellea) emulsiona i

lipidi e gli enzimi pancreatici li scindono in acidi grassi liberi e monogliceridi.

Raggiunto il colon tutti i nutrienti sono stati assorbiti; colon riassorbe acqua e

elettroliti, il resto è escreto sotto forma di feci.

Utilizzazione + immagazzinamento: i tessuti del corpo traggono energia dal

metabolismo di acidi grassi libero o glucosio; l’energia va immagazzinata.

Il metabolismo si divide in tre fasi:

fase cefalica: preparazione del sistema digestivo all’ingestione e continua fino a

quando i nutrienti stanno per essere assorbiti nel flusso ematico. Inizia in risposta al

cibo o a stimoli che vengono associati al cibo (quindi all’aspettativa del cibo).

Pancreas rilascia insulina, avviene salivazione e rilascio di enzimi.

Fase di assorbimento: nutrienti vengono assorbiti nel flusso ematico, energia viene

immagazzinata. I glucorecettori rilevano l’incremento del glucosio ematico e

secernono insulina.

Effetti dell’insulina: Induce immagazzinamento del glucosio nel fegato sotto forma di glicogeno;

induce immagazzinamento dei lipidi sotto forma di trigliceridi nei tessuti adiposi; promuove la

costruzione di proteine dagli aminoacidi e l’immagazzinamento nei muscoli, quelli in eccessi vanno

nei tessuti adiposi.

Fase di digiuno: energia viene rilasciata dalle riserve. In assenza di insulina, solo i

tessuti nervosi sono in grado di usare il glucosio. Quando i livelli di glucosio

diminuiscono, il pancreas secerne glucagone, che induce la riconversione del

glicogeno in glucosio e converte i trigliceridi in acidi grassi e glucosio. Acidi grassi

forniscono energia alla maggior parte dei tessuti, mentre il glucosio solo ai tessuti

nervosi.

Solo una minima parte dell’energia è immagazzinata come glicogeno

immediatamente disponibile; il resto è convertito è immagazzinato a lungo termine,

tramite processi promossi dall’insulina. Se i livelli epatici di glucosio si riducono, il

glucagone viene in atto.

Un organismo in deprivazione utilizza prima le riserve di glicogeno e lipidi, poi le

proteine dei muscoli, scisse in aminoacidi.

Meccanismi fisiologici: 39

prime teorie: Cannon e Was

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
62 pagine
13 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irislvcia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia fisiologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cauda Franco.