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Vi sono quindi 4 relazioni principali:

1. rapporto con la figura materna: il sentimento di base si attiva nella relazione con la madre esperendo

la qualità della dolcezza/tenerezza. Il corpo della madre è il primo specchio del bimbo. Attraverso la

madre il bimbo recupera e mantiene il contatto con se stesso. Compito della madre è ridurre al

minimo gli scarti che si producono tra le aspettative innate del bimbo e l’esperienza di tali aspettative.

2. rapporto con la figura paterna (2-5 anni): il padre è importante perché diverso dalla madre. Dove la

madre vede un bimbo, il padre vede un futuro uomo/donna collocandola nel tempo ed in un progetto

di vita. È necessario che la madre lasci andare il bimbo e che il padre lo accolga, proponendogli

giochi nei quali il piccolo possa esprimere le sue nuove competenze. Questo passaggio da madre a

padre comporta una modificazione del senso di sé. Il padre soddisfa le richieste di autonomia ed

emancipazione che la madre ha difficoltà a soddisfare. Il padre è importante perché pone dei limiti e

delle regole con cui il figlio deve confrontarsi.

3. innamoramento in adolescenza: la forza di questa attrazione non è la sessualità, ma il sentimento di

uguaglianza all’altro; avviene quindi il confronto con l’altro e la ridefinizione della propria

personalità in riferimento a questa nuova diade.

4. rapporto delle figure genitoriali con il proprio bimbo: l’amore che si prova nei confronti del figlio

con l’esperienza genitoriale porta la persona a riorganizzare la propria personalità. Per diventare

genitore è necessario smettere di essere il bambino amato dai propri genitori. In caso contrario, il

figlio continua ad essere parte del Sé di una madre/padre e il rapporto con lui diventa

narcisisticamente fusionale.

5. L’ambiente materno

L’Infant Research ha dimostrato che esiste un attaccamento elettivo/preferenziale nel bimbo per la

madre naturale. Ogni altra persona che si sostituisca alla madre vera non potrà che essere un’imitazione.

Una madre naturale impara a sentire il bimbo prima che nasca, e questo noviziato la rende capace di

“tenere il bimbo in modo naturale”. Per Bowlby l’attaccamento è innato e serve alla sopravvivenza e

all’apprendimento di attività vantaggiose. L’immagine del sentimento che prende forma nella relazione

neonato-madre è ciò che si dice immagine bambina del sentimento base; qualora questa immagine non

sia abbandonata con la crescita, si avrà un individuo in grado di riconoscersi esclusivamente in relazioni

capaci di stimolare un’affettività che rievochi il sentimento di attaccamento materno, ovvero che ispiri

atteggiamenti di dipendenza, d’incessante richiesta di attenzione e d’interesse per la propria persona.

Alla nascita il bimbo da un ambiente senza confini sperimenta la perdita di sé: è la madre che permette

ad esso di ritrovarsi. In Bowlby l’attaccamento non è considerato monotropico (ovvero rivolto ad una

sola persona): il bimbo si attacca durante il primo anno di vita a più di una persona nella famiglia,

tuttavia la madre è quella che è più preparata dal punto di vista psicofisiologico a rispondere alle

aspettative del figlio. È questa la principale differenza tra madre naturale e un’altra figura: ciò che per

l’una sarebbe spontaneo per l’altra sarebbe un comportamento adottato (per questo per Bowlby le

risposte di un sostituto materno possono essere meno intense). Normalmente il bimbo tende poi a

selezionare come figura di attaccamento la persona che più prontamente soddisfa i suoi bisogni. Il

bimbo piange quando la madre si allontana e poi prova piacere nel ricongiungimento perché ritrova la

propria “immagine affettiva”, ritrova se stesso. Un attaccamento sicuro con la madre non equivale ad un

attaccamento sicuro con il padre: due relazioni possono essere ugualmente soddisfacenti ma non di

eguale valore. La madre, dopo la nascita, propone un ambiente sensoriale in parte in continuità con

quello antecedente, un parte innovativo, più stimolante e piacevole, per svegliare gradualmente il bimbo

al mondo. Il bimbo con ognuno dei genitori entra in un diverso mondo sensoriale, rappresentazionale ed

emozionale. Un attaccamento può svilupparsi con una figura di attaccamento maltrattante, mentre un

legame affettivo avviene solo con un legame di attaccamento con una figura disponibile. Una madre

sufficientemente buona è colei che riporta il bimbo “a casa” tutte le volte che si smarrisce nel mondo

caotico e informe delle sensazioni sgradevoli e sconosciute. Con la madre fa esperienza dell’immagine

affettiva della dolcezza. Se invece vi è una madre non responsiva, il bimbo prova un senso di

insoddisfazione, rimane in uno stato di incompletezza, sviluppando un falso Sé (Winnicot). Il falso Sé è

un sentimento di insufficienza e inadeguatezza, di un soggetto che vive al di sotto delle proprie

potenzialità.

6. La maturazione del sentimento

All’inizio la mente è attraversata da una successione di immagini che creano stati emotivi e si

organizzano in immagini affettive. L’emozione quindi è alla base dello sviluppo della mente. Le prime

esperienze che siano di piacere o dispiacere influenzano quindi l’architettura stessa del cervello. Il

sentimento di base provato dalla nascita si tramuta nell’arco della vita, quindi il modo di sentire e di fare

esperienza di si trasforma con la maturazione del sentimento. Le esperienza affettive sono di volta in

volta impregnate di una specifica qualità predominante in una particolare relazione. In ogni nuova

relazione cambia il modo di sentire sé e l’altro, la vita e il mondo. In caso di successo, avviene una

progressiva maturazione della sensibilità e del proprio modo di stare con l’altro; al contrario, si può

restare ancorati a un sentire con un carattere narcisistico, pregiudicando la possibilità di consumare gli

incontri di vita a un livello conveniente e sempre più maturo. Ogni incontro è influenzato dal precedente

ma ha risorse proprie ed è perciò in grado di attivare potenzialità rimaste inespresse, riconfigurando in

vari modi una nuova e più matura immagine del sentimento. Per capacità transmodale si intende la

capacità del bimbo di tradurre informazioni recepite in una modalità sensoriale in un’altra modalità del

sentire: è quindi in grado di tradurre il corpo della madre percepito attraverso i 5 sensi nella qualità di

dolcezza/tenerezza. La madre è quindi uno specchio in cui il bimbo può esistere e fare esperienza di sé.

In ogni relazione con l’altro il soggetto ricerca una relazione con se stesso mediante l’altro. Crescere

vuol dire instaurare nuovi e adeguati rapporti con gli altri; questo comporta la maturazione del proprio

sentimento in modo che diventi capace di sentire e di riflettere gli altri. In età adulta ci si può poi

prendere cura dei genitori con un sentimento di gratitudine o al contrario trascorrere l’intera esistenza

con un sentimento infantile, di un individuo fragile e onnipotente che perdura in un rapporto affettivo

simbiotico. Se nel primo rapporto con la madre vi è malessere, il sentimento di base assumerà i toni

della casualità, provvisorietà, della colpa e si svilupperanno di conseguenza diversi tipi di personalità

per arginare l’angoscia. Le esperienze che avvengono intorno ai divieti materni sono fondamentali per

promuovere la crescita del bimbo; il “no” è una frustrazione affettiva che trasforma la madre in una

persona con desideri propri. Un atteggiamento di opposizione sano consente all’Io del soggetto di

rafforzarsi e promuove nel bimbo un movimento affettivo che dalla madre si orienta verso il padre.

7. Il padre, l’altro oggetto

Il mondo di un bambino all’inizio consisterebbe soltanto di sé e della madre; poi interverrebbe il padre,

rappresentante del sistema sociale. Il padre sarebbe vissuto come un aspetto dicotomico della madre. La

comparsa del padre è determinata grazie al livello delle percezioni del bimbo che maturano. Il padre

aiuterebbe il bimbo a liberarsi del legame simbiotico con la madre, promuovendo il processo di

separazione-individuazione e favorirebbe nel bimbo l’autonomia delle funzioni dell’Io e la

consapevolezza di essere un individuo separato dalla madre. Padre e madre sono però due ruoli

interdipendenti. Vi è un’importante correlazione fra la qualità del rapporto coniugale: la percezione del

figlio, da parte del genitore, risulta tanto più positiva quanto più gratificante è l’intesa con il coniuge. Il

padre è l’altro sistema affettivo rispetto alla madre, sempre con una funzione strutturante della

personalità. Madre e padre non sono intercambiabili, poiché sono due differenti dimensioni sensoriali,

emotive e relazionali. Il padre ha una funzione comprimaria a quella materna. Sarebbe sufficiente la

sola presenza del padre a favorire la relazione del bimbo con la madre. Tale relazione è importante

ricordare che sempre inserita in una relazione preesistente, quella tra marito e moglie. Il padre per la sua

costituzione propone qualità sensoriali assolutamente diverse da quelle esperite nel contatto materno.

L’assenza della figura paterna, e quindi di un’alternanza tra madre e padre, impedirebbe al bimbo di

avvertire la preferenza per la sua figura; ciò significa che il ruolo del padre favorirebbe nel bimbo il

riconoscimento di sé in relazione alla madre. Il bimbo avverte due mondi che si muovono, lo toccano,

parlano in modo diverso. Senza una presenza diversa da quella materna, il bimbo non arriverebbe mai

ad identificare la madre come persona separata, persistendo in uno stato di fusione o d’identificazione

con lei. Il padre è dunque l’altra dimensione che con le sue caratteristiche antitetiche a quella della

madre rende quest’ultima desiderabile per il bimbo.

8. Passaggio dalla madre al padre

Con l’introduzione del padre si apre un nuovo campo di relazione, si entra in un nuovo punto di vista e

viene trasfigurato anche il modo di sentire e di essere con la madre. In assenza del padre il rapporto con

la madre diventa modello per ogni successivo rapporto con gli altri che sarebbero semplici sostituti

materni. Il padre aiuta il bimbo a liberarsi dal primitivo legame simbiotico, provocando l’autonomia

delle funzioni dell’Io e la consapevolezza di essere un individuo separato dalla madre, favorisce la

crescita delle competenze intellettive, sostiene la crescita sociale e la capacità di relazionarsi agli altri,

assicura un adeguato sviluppo emozionale, promuove la diff

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
16 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mad_Cupcake di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Quaglia Rocco.