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Sé.
Il falso Sé emerge quindi a causa dell’incapacità del piccolo di accettare le richieste ambientali, come
difesa contro qualcosa che potrebbe annientare il vero Sé. Il bambino deve infatti escogitare adattamenti
che gli consentano di vivere, seppure in modo falso: gli viene imposta un’esistenza modellata su ritmi,
esigenze e desideri della madre, così deve imparare a nascondere il vero Sé dietro ad uno falso,
compiacente e dissimulante.
Avviene dunque una scissione tra il vero Sé ed il falso Sé: il primo si cela, evitando ogni manifestazione,
mentre il secondo intesse falsi rapporti, cercando di confermare le aspettative dell’ambiente. Quest’ultimo
svolge una funzione protettiva e di accudimento nei confronti dell’identità dell’Io.
Il padre
Ragionando sui cambiamenti avvenuti nella società occidentale, Winnicott si rese conto che la
trasformazione della famiglia aveva prodotto padri sempre più presenti, come duplicati della figura
materna. Tuttavia, egli rivendica l’indipendenza che la figura paterna dovrebbe mantenere: nello sviluppo
del bambino, madri e padri assolvono funzioni diverse che non sono intercambiabili. Un padre come
duplicato della figura materna costituirebbe un’interferenza.
Il padre deve essere “il custode che rende libera la madre di occuparsi del bambino”. Quindi, egli
svolgerebbe diverse funzioni in questo senso:
Funzione protettiva della madre durante la gravidanza, il parto e l’allattamento, in particolare,
1) evitandole di distrarsi dal suo bambino;
2) Funzione immediata sul bambino, divenendo importante nel momento in cui il piccolo emerge
dalla dipendenza e si ricopre come persona: il padre gli permetterebbe di esprimere la propria
aggressività, poiché attirerebbe i sentimenti negativi che egli non può esprimere verso alcune
qualità della madre (effetto stabilizzante);
3) Permette al bambino di smascherarlo, affinché non sia considerato un ideale, ma un individuo con
i propri difetti: smascherando il padre reale, il figlio entra in una nuova dimensione d’essere ed in
un nuovo mondo; così subentrerebbe il rispetto al posto dell’idealizzazione.
John Bowlby
(modello etologico-evoluzionista)
I presupposti della teoria
Le ipotesi di lavoro di B. sorsero da osservazioni empiriche della relazione madre-bimbo; questa fu una
grande novità, poiché questo approccio distolse l’attenzione dal mondo interno ed introdusse un nuovo
linguaggio proveniente dall’etologia. In breve B., ipotizzando nel bambino una predisposizione ad
attaccarsi alle figure di accudimento (caregivers), in una prospettiva di sopravvivenza fisica e psicologica,
fece dell’attaccamento il perno centrale dello sviluppo e vide nella perdita di sicurezza, all’interno della
relazione con la figura accudente, il fattore-causa delle patologie (nell’osservazione di alcuni giovani
ladri, i dati raccolti, lo convinsero che era una prolungata separazione del bimbo dalla madre a
determinare una predisposizione a successivi atti delinquenziali). Considerando che all’epoca dominava il
pensiero di Klein (dove le fantasie inconsce erano elementi dominanti) Bowlby introdusse un grande
cambiamento, poiché sottolineò l’importanza dell’esperienza familiare e l’influenza del mondo esterno →
l’oggetto condiziona lo sviluppo emozionale del bimbo, compromettendo un programma evolutivamente
selezionato. Una deprivazione parziale porta a eccessivo bisogno d’amore/distruzione, sensi di colpa,
depressione, una deprivazione totale porta ad apatia e ritardo evolutivo. A insorgere contro le sue
conclusioni furono soprattutto le femministe e Margaret Mead che sosteneva che il “legame biologico non
giustificherebbe una visione delle cure materne, che deriva essenzialmente dalla cultura”. A produrre
svantaggio psichico non sarebbe la deprivazione materna, ma l’interrompersi di tutto quello che il bimbo
riceve da uno stretto e continuato rapporto con la figura accudente e da un’efficace stimolazione verbale.
Inoltre a produrre comportamento antisociale non sarebbe l’assenza materna ma il clima conflittuale
presente nella famiglia. Decisiva per la teoria dell’attaccamento di rivela la teoria della sicurezza di Blatz:
per uno sviluppo soddisfacente è indispensabile l’appagamento del bisogno di una relazione “sicura” con
i genitori/sostituti materni nella prima infanzia.
L’attaccamento
Per Freud la relazione madre-bimbo era determinata dall’energia libidica: la madre era cercata dal bimbo
per la gratificazione che questo provava durante l’allattamento. Per Klein, gli oggetti sono intrinseci alle
pulsioni, cioè vi è nel bambino una tendenza innata al rapporto con il seno: in virtù di tale tendenza il
bimbo stabilirebbe in seguito un rapporto con la madre. B. non contento di queste spiegazioni riprese
dagli studi di Lorenz il concetto di imprinting (1) mentre dalle ricerche di Harlow il “bisogno di
calore” (2).
(1) L’imprinting è un processo di apprendimento che i piccoli di certe specie realizzano a contatto con i
genitori in un preciso periodo della vita, indicato come “fase sensibile” (periodo precoce della vita in cui i
piccoli sono predisposti biologicamente a reagire a certi stimoli e ad apprendere un nuovo
comportamento; il piccolo viene protetto, ma si definiscono anche le caratteristiche per il riconoscimento
dei membri della propria specie e per l’accoppiamento). In particolare, i piccoli appena nati sviluppano un
precoce comportamento di attaccamento nei confronti della madre, seguendola nei suoi spostamenti e in
assenza di tale figura si “attaccano” a qualsiasi oggetto in movimento come sostituto materno, mostrando
segni di angoscia se separati.
(2) Studio di Harlow condotto sui primati (scimmie con due madri supplenti, una con biberon e di ferro ed
una senza biberon ma con il pelo) → i piccoli mostrarono di preferire la madre di panno → contro teoria
del condizionamento (non ci sono premi o rinforzi) e contro l’ipotesi psicoanalitica della situazione di
allattamento come condizione necessaria per lo sviluppo dell’attaccamento alla madre → B. svincola
l’attaccamento da qualsiasi forma di piacere pulsionale considerandolo l’espressione di un legame
psicologico primario.
L’attaccamento è un insieme di sistemi comportamentali (si attivano in stati di allarme e sono
indipendenti dalla nutrizione - che nell’animale si chiamano modelli istintuali) aventi una precisa
funzione biologica con un fine adattativo: il mantenimento della vicinanza ad una figura specifica
favorisce la sopravvivenza (vi è sia protezione dai predatori e sia apprendimento di nuovi
comportamenti). L’attaccamento ha in sé una motivazione primaria, innata, ma i modi in cui
l’attaccamento si forma dipendono dalla madre e dall’ambiente.
B. non fa più quindi riferimento al modello di energia psichica ma vi è un fondamento biologico
nell'attaccamento. Per dimostrare questo ricorre a concetti dell’etologia applicabili anche nel campo del
comportamento umano: nei primati il comportamento di attaccamento è annunciato dalla vicinanza del
piccolo alla figura materna ed è una predisposizione biologica per garantirsi la protezione dei predatori e
quindi la sopravvivenza della specie; negli umani in particolare sarebbero i meccanismi di segnalazione a
fondare l’attaccamento (innati poiché presenti anche in bimbi ciechi e sordi) quali sorriso, lallazione,
pianto, che mantengono il contatto con l’adulto (genitore incoraggiato a interagire con bimbo
proteggendolo). In seguito si sviluppano altri comportamenti tra cui l’imitazione della mimica facciale e
tutte quelle condotte volte al seguire qualcuno che consolidano il legame.
Separazione e lutto
Dopo un’improvvisa separazione dalla madre i bimbi manifestano queste reazioni:
a) protesta = grave turbamento; mettono in atto tutte le loro risorse nel tentativo di riottenere la madre; il
bimbo piange rifiutando ogni conforto e distrazione.
b) isolamento = le proteste si affievoliscono; il bimbo è silenzioso e indifferente agli stimoli esterni,
diventa gradualmente chiuso, isolandosi.
c) distacco = sembra riemergere l’attenzione del bimbo per l’ambiente esterno; accetta cure da sostituti
mostrandosi più socievole, con nuovo interesse per gli altri e per le attività ludiche; tuttavia se
ricompare la madre rimane distante e apatico.
Esistono 4 fasi del lutto in adulti in seguito alla perdita di un familiare:
stordimento/torpore = vi è calma apparente, l’evento traumatico è considerato irreale. Vi sono scoppi di
a) rabbia alternati a momenti di intenso dolore, incapacità di accettazione, si vive come in un sogno.
b) ricerca dell’oggetto perduto = per Freud questa fase consisteva nell’evocare ricordi legati alla persona
defunta a cui seguiva un distacco; per Bowlby il “rievocare” è un tentativo di ripristinare il legame con
la figura di attaccamento persa in cui pianto e collera sono estremi tentativi. Lo struggimento può
durare mesi o anni in cui si alterna angoscia e dolori lancinanti.
disorganizzazione = la persona abbandonata cade in uno stato depressivo, con inattività e perdita di
c) interesse per la vita sociale. La sensazione è quella di vivere in uno stato di sospensione.
riorganizzazione = la persona cessa ogni ricerca e lentamente si arrende alla realtà. Questa fase di
d) ricostruzione può verificarsi a condizione che l’individuo abbia sperimentato in passato un
attaccamento sicuro e che nel presente vi sia sostegno. La perdita viene infine accettata.
Questa sequenza di fasi non è differente dalla sequenza di fasi che prova il bambino, poiché viene
sperimentato lo stesso dolore. La differenza sarebbe soltanto nelle diverse possibilità espressiva dei propri
sentimenti.
Il sistema comportamentale di attaccamento
Il sistema comportamentale di attaccamento è collegato al sistema comportamentale esplorativo (utile a
raccogliere informazioni sull’ambiente per sfruttarne le risorse) ed a quello della paura (proteggere
individuo da vari pericoli). La paura accrescerebbe il livello di attivazione dell’attaccamento, mentre
l’azione esplorativa ridurrebbe tale livello. Questi 3 sistemi si combinano in un equilibrio dinamico che
ha come fine la preservazione della vita. A questi sistemi si aggiungono il sistema del comportamento
sociale (volto al mantenimento della vicinanza con individui della propria specie e comprende tutte le
manifestazioni di un atteggiamento di amicizia e di apertura verso gli altri - si distingue dall’attaccamento
in quanto quest’ultimo è un comportamento diretto verso una o poche figure particolari) e il si