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INTERPRETAZIONI
L'interpretazione già nelle prime opere di Breuer e di Freud è lo strumento che qualifica il metodo per la cura della nevrosi. Essa è un aspetto cruciale della tecnica psicoanalitica.
Il lavoro dell'analista per Freud è un'attività basata sulle analisi delle ripetizioni dei ricordi che mira a favorire lo sviluppo della capacità di trasformare (rielaborare) i contenuti dell'apparato psichico.
Competenza psicoanalitica: gamma di funzioni, dall'ascolto del discorso del paziente (con un'attenzione sempre fluttuante) all'interpretazione fornita al paziente nel campo dell'interazione clinica - l'intervento concreto attuato dallo psicoanalista nel dialogo clinico.
Una concezione allargata dell'interpretazione psicoanalitica dovrebbe includere A) la comprensione del paziente (lo studio del discorso che si sviluppa nel campo bipersonale) e B) l'esplicitazione dei contenuti che
determinano inconsciamente il funzionamento della coppia. - Da un lato l'ascolto psicoanalitico, l'interpretazione implicita, non comunicata al paziente. Dimensione relativa alla preparazione dell'analista all'interpretazione. - Dall'altro l'interpretazione esplicita e comunicata, ristretta, effettivamente proposta al paziente, che la recepisce con diverse modalità: cooperante, indifferenti, oppositive. Per chiarire premesse ed effetti dell'interpretazione dobbiamo illustrarne l'impiego: Carlo: è quasi alla fine dell'analisi. Le ultime sedute riguardano la descrizione dello stato emotivo della moglie, la cui madre sta morendo. La moglie non ha mai accettato l'eventualità della morte della madre. In una delle ultime sedute, Carlo dice che la moglie ha accettato di andare a parlare con i medici, e dopo mesi di malumore sembra essersi calmata. Carlo non è sorpreso. Come mai Benedetta sta meglio? Come mai lui?Non è sorpreso? Nel rispondere alle domande, Carlo parla anche di sé, anche se non se ne accorge. L'intervento dell'analista: lei sa che evitare un dolore porta sofferenza, mentre un dolore che può essere esplicitato è più tollerabile. Ma parlando di sua moglie lei fa uso di ciò che ha imparato su di sé e sul proprio funzionamento interiore (Carlo aveva un rifiuto di pensare alla sofferenza che si era creata nella propria famiglia d'origine, e quando l'ha affrontata sono emersi conflitti e fantasie che erano rimasti sempre presenti, ma congelati). Parlando della moglie sta parlando di sé e delle difficoltà che ha imparato ad affrontare, sapendo che si possono superare anche se penose. INTERPRETAZIONE NEI TESTI FREUDIANI Interpretazione in senso ristretto, esplicitamente comunicata al paziente. La definizione più articolata e classica di interpretazione si trova nell'Enciclopedia della psicoanalisi (Laplanche,Pontalis), secondo cui: l'interpretazione è l'esplicitazione del senso latente nei discorsi e nelle condotte di un soggetto. Essa costituisce lo strumento che mette in luce le modalità del conflitto difensivo ed è rivolta al desiderio espresso in ogni produzione dell'inconscio.
L'analista indaga il senso latente, interpretando il materiale clinico, perché intende curare il soggetto, non per dimostrare l'esistenza e influenza dell'attività psichica inconscia.
Una seconda definizione, più clinica, sempre nello stesso libro: l'interpretazione è la comunicazione fatta al soggetto, per farlo accedere a questo senso latente, secondo regole imposte dalla direzione che la cura ha intrapreso.
Una definizione più comune: l'interpretazione è lo strumento a disposizione dell'analista per rendere cosciente l'inconscio dell'analizzando.
Il senso latente dei discorsi è costituito dai contenuti dell'inconscio. Però: la definizione non tiene conto dei diversi tipi di problemi studiati. I testi freudiani sull'interpretazione si dividono in tre aree teorico-tecniche. L'interpretazione dei sogni Freud parla di interpretazione con un termine dalla forte connotazione scientifica, che significa più spiegazione che interpretazione. Breuer e Freud, medici, miravano a raggiungere risultati oggettivi e scientifici, con una metodologia dove i racconti del paziente e dell'analista costituivano la cura. Nel dialogo tra paziente e analista Breuer e Freud notarono che i disturbi venivano mandati via grazie alla pratica del raccontare. Freud con le interpretazioni dei sogni assumeva un atteggiamento creativo: ne utilizzava sempre più di una e le elaborava con modalità soggettive (il sogno è una creazione individuale), inclusive (le ipotesi sono tenute in conto anche quandocontraddittorie) e integrative (per il principio dellasovradeterminazione, le interpretazioni son punti di partenza sempre validi, tutti utili: prospettivediverse ma non incompatibili, che possono gettare luce su aspetti diversi dell'attività onirica).
Nel fare ricerca sul sogno, la struttura del testo e la natura dell'indagine hanno una forma narrativa sfuggente e incompleta. L'unico parametro forte su cui si basa il lavoro interpretativo è quello clinico – il suo uso deve essere sottoposto alle regole tecniche del trattamento.
Un sogno non si interpreta in astratto, ma lo si analizza per degli scopi essenzialmente terapeutici. La psicoanalisi è una disciplina scientifica perché utilizza metodi riproducibili, e mira a produrre risultati clinici concreti, la cui tecnica si è sviluppata grazie all'arte dell'interpretazione e della cura.
L'interpretazione e il transfert. Spesso il primo sogno narrato in analisi è
a comprendere che Cristina sta vivendo un periodo di grande dolore e sofferenza a causa della perdita della sua figlia. La mancanza di reazioni emotive nel sogno potrebbe indicare una sorta di blocco emotivo o di negazione del dolore che sta provando. La sensazione di essere sempre in guardia potrebbe essere legata alla paura di affrontare il dolore e di lasciarsi andare alle emozioni. Il materiale del sogno, inoltre, sembra essere una rappresentazione simbolica delle esperienze passate di Cristina, in particolare della sua relazione con sua madre. La madre di Cristina è stata a lungo in pericolo di vita quando lei era bambina, e questo potrebbe aver generato in lei delle angosce infantili che si stanno manifestando nel sogno. In conclusione, il sogno di Cristina è un importante indicatore delle tematiche che saranno affrontate nel corso del processo psicoanalitico, in particolare riguardo al suo dolore per la perdita della figlia e alle sue relazioni familiari passate.anche a comprendere i vissuti transferali attuali: iniziata l'analisi, Cristina sente qualcuno che trama alle sue spalle. L'inizio dell'analisi comporta la necessità di tollerare qualcuno che sta in ascolto alle sue spalle. Per comprendere la struttura onirica, Freud parla di elaborazione secondaria. Breuer e Freud avevano immaginato l'elaborazione psichica come una funzione che collega le esperienze traumatiche e le manifestazioni sintomatologiche secondo logiche non lineari. Il termine elaborazione veniva da Charcot, che lo usava per parlare della fase di latenza fra il momento del trauma e l'insorgenza della sintomatologia. F&B gli danno un altro significato: la sintomatologia isterica era la conseguenza di effetti traumatici che non erano stati integrati nel complesso delle associazioni. Affinché essi non rimanessero un gruppo separato e patogeno, occorreva un processo diriorganizzazione tale da produrre una rielaborazione e un reinserimento del materiale mnestico nell'apparato psichico. Per spiegare gli effetti terapeutici della psicoanalisi, Freud ipotizza che il soggetto migliori perché intraprende una rielaborazione dei ricordi patogeni, basata sull'assimilazione delle interpretazioni dell'analista e sul superamento delle resistenze che si oppongono al ripensamento del rimosso. Nel dialogo clinico, l'analista e il paziente non hanno a che fare con la cosa-in-sé del sogno. Il materiale su cui lavorano è il racconto di un ricordo, e ciò che chiamiamo sogno è un'elaborazione discorsiva successiva al sognare, un racconto di quello che il paziente si ricorda, che è già una prima forma di interpretazione. L'elaborazione secondaria è un lavoro svolto inconsapevolmente, sia avvicinandosi allo stato di veglia, sia raccontando l'esperienza fatta mentre si dormiva. La materiaLa psiche per Freud non è costituita da contenuti affettivi e ideativi inerti, ma da un insieme di fattori costantemente rimessi in gioco dalle esperienze che il soggetto sta facendo, anche quando le sta descrivendo. Da qui l'importanza del transfert, inizialmente inteso come un fattore di complicazione e ostacolo, e dopo come il motore emotivo ed affettivo della cura.
Costruzioni e ricostruzioni
Nel 1937 Freud pubblica "Costruzioni nell'analisi", in un momento in cui la psicoanalisi era divenuta una disciplina evoluta tecnicamente e a cui molti autori stavano contribuendo. Bernfeld aveva appena pubblicato uno studio sull'attività interpretativa in cui distingueva:
- Interpretazioni finalistiche: riporta al contesto intenzionale (le motivazioni inconsce) un elemento (un fatto clinico) che appariva in un altro contesto (il discorso del paziente).
- Interpretazioni funzionali: mira a scoprire quale ruolo svolge una determinata azione nell'economia degli interessi.
E dei bisogni del soggetto. - Interpretazioni genetiche o ricostruzioni: metodo fondamentale della psicoanalisi – lo scopo del lavoro analitico è ricostruire i processi psichici partendo dalle tracce che hanno lasciato. Il saggio freudiano del 1937 prende le mosse proprio dall’ultimo tipo di interpretazione. A differenza della parola interpretazione, che lascia supporre l'esistenza di un significato univoco e accertabile, il vocabolo costruzione sembrava sottolineare la natura ipotetica, provvisoria e arbitraria delle operazioni interpretative dell'analista. Nel saggio Freud addirittura paragonava il lavoro analitico alla costruzione delirante che elabora il paziente psicotico. Mentre l'analizzando deve essere portato a ricordare qualcosa che ha rimosso, l'analista non deve ricordare nulla (non ha vissuto quel rimosso): l'analista deve costruire il materiale dimenticato a partire dalle tracce che di esso sono rimaste. Freud: carattere biunivoco e
collaborativo del lavoro clinico. L'analista non è un osservatore distaccato e ininfluente, egli ha un compito importante che lo impegna soggettivamente. Freud poi parla del para