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L'INIBIZIONE
L'inibizione è un'espressione di sofferenza/patologia difficile da curare. Il paziente inibito inibisce qualcosa che lo terrorizza, il suo tsunami psichico ha trovato il modo di essere fermato (è solo uno dei mondi possibili in cui il paziente si è infilato e vi ha trovato una soluzione - il ruolo dell'analista è individuare e rendere pensabili questi mondi possibili).
Una paziente, dopo sette anni di analisi iniziata per una sintomatologia gravemente inibitoria sul piano comportamentale, sogna di entrare in una stanza in cui su una parete c'è un acquario pieno d'acqua senza il vetro, e che l'acqua viene verso di lei, la bagna ma non la inzuppa. "Uno tsunami che bagna ma che sta dentro la stanza," le dice l'analista. Ci abbiamo mezzo anni a costruire la stanza per lo tsunami. Erano partiti da una situazione in cui erano tollerabili solo voltaggi bassi, decisiva è stata la.
capacità dell'analista di contenere iniziata quando lei gli aveva raccontato che con la sorella da piccole dicevano delle parole non facili da legare, con cui costruire delle storie usandole tutte. Il versante opposto dell'inibizione è l'incontinenza, che può presentarsi in enuresi, encopresi, incubi, condotte ipercinetiche, ecc. Il problema è come uscire dal mondo di ipercontrollo e discontrollo fino a quello della modulazione delle pareti di un contenitore sufficientemente ampio ed elastico, in cui tenere ciò che va ruminato per bene. Ciò ha poco a che fare con le interpretazioni classiche, ma passa attraverso operazioni mentali e attività di modulazione e riorganizzazione del campo. 8. La sessualità può ancora generare scandalo? Nella stanza d'analisi la sessualità può essere: - Un derivato narrativo, con cui il paziente ci parla del proprio dis/funzionamento mentale; - La descrizione di qualcosa cheAvviene tra le menti di pazienti e analista. Abbiamo diverse modalità di accoppiamento mentale con l'altro (e anche con noi stessi):
- Accoppiamenti, con chi accoglie e chi riceve accoglienza, in una costante reciproca alternanza ♀♂ di ruoli (rapporto eterosessuale).
- Accoppiamenti, in cui nessuno è ricettivo e disponibile all'altro (o parti di sé sono inconciliabili ♀♀ fra loro), uno cerca di sottomettere l'altro (omosessuale maschile).
- Accoppiamenti, fusionali, senza penetrazione o ricettività, un'indifferenziata condivisione ♀♀ senza specificità (omosessualità femminile).
Nel caso abbiamo ipercontenuti con un ipocontenitore. Nel caso gli ipercontenuti rimangono ♀♀ ♂♂ scissi e pronti a fare irruzione in qualsiasi momento.
Queste configurazioni hanno nulla a che fare con il sesso biologico (possono riguardare relazioni fra donne, fra uomini, fra adulti e bambini) e possono entrare nella stanza d'analisi.
In vari modi, possono essere raccontati con modalità che non hanno nulla a che fare con la sessualità. Sono modalità di funzionamento/disfunzionamento con cui gli umani si accoppiano mentalmente, e solo da essi derivano tutte le sintomatologie, in qualsiasi modo e genere in cui le raccontiamo.
Un bambino che proietta elementi beta che non vengono accolti realizza la situazione, un ♂♂ pieno emotivo che trova un altro pieno emotivo, non vi è accoppiamento né trasformazione.
Una relazione fusionale in cui non circolano emozioni forti realizza la situazione, con gli stati ♂♂ emotivi intensi che rimangono scissi, finché un domani non irromperanno.
Lucia Cavagnino – Evitare le emozioni, vivere le emozioni
CASI CLINICI
Luca e il codice civile: Luca è un avvocato quarantenne, che dopo il matrimonio si trova a vivere una doppia vita: quella con moglie e figli e quella segreta in cui si abbandona a rapporti omosessuali che sembrano placare.
quel vuoto da cui a tratti si sente invadere. È come se ci fossero un Luca civile e uno incivile. La vita familiare è messa a repentaglio dal Luca incivile che stabilisce una relazione passionale con Manolo, al cui piacere si sottomette in orge sadomasochiste.
In analisi è da subito evidente come Manolo sia una sua parte scissa, quella che non ha trovato accoglienza nella mente dei caregiver e che è rimasta intrisa di violenza. Luca si sottomette a questa violenza per placarla e ritrovare propri stati proto-emotivi perduti. L'analista coglie Manolo come la parte scissa e lo scompone nei sottocomponenti emotivi da cui è aggregato. Ciò consentirà a Luca di parlare alla moglie (parte di sé accogliente e analista contenitore) di questa doppia vita.
Luca sviluppa una forma grave di diabete, ma riesce a entrare in un programma di trapianto di cellule pancreatiche: è come se Manolo fosse un aggregato incontenibile che porta Luca.
versol'invalidazione della propria vita civile, ma l'analisi diventa quel trapianto di cellule (funzione alfa)che consente a Luca di metabolizzare i propri stati proto-emotivi, finché Manolo, non avendo piùnecessità di esistere, esce di scena. Luca allora potrà avere un rapporto accogliente verso le proprie emozioni, realizzando una relazione con sé stesso.♀♂Solo una parte di Luca aveva realizzato relazioni , un'altra era rimasta intrasformata e urgeva per♀♂essere accolta sotto le vesti di Manolo – la terapia consente uno sviluppo di alfa e .♀Laura e le bugie: i rapporti con le sue partner sono affettuosi, ma realizzati con la bugia: tutto ciò che può essere causa di conflitto viene non detto, aggiustato in modo che non generi conflitto. Vi èun rapporto omosessuale fusionale, con le proto-emozioni continuamente negate e scisse.L'analista a inizio del lavoro accetta un certo grado dicollusione con Laura, acconsentendole a farle certificati (bugie) per farle ottenere dei risarcimenti dall'assicurazione. Con queste parziali falsificazioni l'analista consente a Laura di avere i soldi per fare l'analisi. Quando Laura avrà possibilità di far fronte all'analisi da sola, l'analista decide di non darle più le certificazioni. Si crea un varco nel muro delle negazioni e delle bugie, e le emozioni irrompono nel campo – l'analisi traballa, con una feroce esplosione di ira, rabbia, vendetta, ma alla fine l'analisi tiene e Laura riesce a far carico di tutti gli stati proto-emotivi che aveva sempre tenuto a bada con la menzogna. Il campo ha dovuto ammalarsi della malattia di Laura (le bugie) per vedere se poi il lavoro analitico avrebbe consentito di uscire dalla menzogna e affrontare gradi sempre maggiori di verità emotiva. Remo e Lucio: Remo e Lucio stanno insieme dai tempi del liceo, tra loroc'è molta familiarità, le madri si erano conosciute e diventate amiche nella sala d'attesa dello psichiatra che le curava per depressione. Entrambe le madri sembrano avere la mente in una situazione di indigestione, per cui gli aspetti emotivi dei figli possono essere accolti e trasformati solo in parte, rimangono quote in eccesso che danno il luogo al doppio (scisso). Le emozioni comportano voltaggi molto alti e sono vissute come pericolosi - entrambi miniaturizzano le emozioni (microcariche dei pc, bonsai). La differenziazione tra i due avviene quando Remo intraprende un'analisi - l'analista coglie subito che Remo e Lucio sono come gemelli, due parti della stessa persona, e li fa co-abitare nella stanza d'analisi come personaggi. Remo parla di sé ma anche di Lucio, parla sia in italiano che in spagnolo, il doppio vive nella stanza d'analisi. Remo con l'analista sperimenta una relazione eterosessuale tra le menti.– questo viene narrato attraverso il turbamento che prova per una vicina di casa. Remo arriva in seduta pieno di rabbia e gelosia per Lucio che è lontano, riceve dall’analista accoglienza e ciò che è disordinato trova recettività e figurazione. Emozioni sempre più intense prendono vita.
Lucia Cavagnino – Evitare le emozioni, vivere le emozioniAntonello tra Heidi e i bisonti: ha difficoltà d’erezione, è omosessuale e all’occorrenza anche etero, si è tagliato il pisello da bambino, soffre di ipertensione e fa una terapia di beta-bloccanti, ha un rapporto affettuoso con il partner. Il suo essere sotto pressione da avere fatto una terapia radicale (tagliare il pisello) aveva smorzato l’intensità degli ipercontenuti che non sapeva come gestire, usando i beta-bloccanti, l’evirazione di ogni aspetto proto-emotivo, diventando impotente. Con Vincenzo, Antonello realizza una relazione.
Omosessuale femminile. L'analista già alla prima seduta fa interpretazioni molto attive, a cui Antonello risponde con due sogni: nel primo c'è un treno che esce fuori dai binari e porta via con sé tutto, nel secondo c'è un ovale da cui escono saette e scosse elettriche. L'analista ha assunto su di sé l'ipertensione e travolge con le sue interpretazioni – l'analista agisce il pezzo mancante, l'ipertensione di Antonello diventa ipertensione interpretativa. Il campo è ad alta penetratività, e in assenza di un luogo dove mettere queste interpretazioni, è diventato un campo omosessuale maschile dove si scontrano penetrazione interpretativa dell'analista e incapacità di accoglienza del paziente.
Nella seduta successiva il campo torna a essere, verte su temi ripetitivi. È come il campo potesse funzionare o con modalità Heidi o con la carica di bisonti.
Bisognerà trasformare i bisonti in mucche e tori e generare una funzione in grado di gestirli, questo con la riduzione dell'ipertensione e con lo sviluppo di una relazione tra analista e paziente e del paziente con sé stesso. Maria è un mondo di sordi: racconta di un proprio legame omosessuale con Elena, e l'analista vedendola, sebbene sia femminile, pensa "Sembra un ragazzo" - ha una rêverie, sogna gli aspetti proto-emotivi scissi di Maria. Maria racconta che la madre ha bronchiecstasie, ridefinendo il campo come caratterizzato da contenitori che non tengono emozioni troppo violente. Il padre è irascibile, con crisi di rabbia - nel campo ci sono proto-contenuti mentali esplosivi. Maria fa l'educatrice in una comunità (non potendo metabolizzare le emozioni, tenta di educarle), e racconta del film "Non aprite quella porta" - non aprite la porta che porta alla stanza delle proto-emozioni scisse.Parla del film Io e Caterina con Alberto Sordi: la protagonista robot del film prova emozioni sempre più intense per lui, che non sono accolte e la portano a crisi. Quando nasce il legame esso