vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La stessa situazione si deve creare nel rapporto con l’analista così
come se fosse il rapporto con la madre. Queste situazioni di empatia
non devono sfociare in indipendenza.
Kohut ha studiato la sessualità che per lui non ha solo aspetti biologici,
ma anche psicologici.
La pulsione è un prodotto di disintegrazione che compare in
conseguenza della frustrazione. Da questi studi scaturisce la sua
concezione di narcisismo, che si differenziano da quelle freudiane, per
Freud, il narcisismo e il masochismo primario rientrano nel quadro della
psicologia introspettiva (pulsione di vita e di morte). Per Kohut
rientrano anche nel quadro biologico. Dimostrabili attraverso prove
empiriche.
Per quanto riguarda il lavoro clinico Kohut sottolinea che spesso
bisogna andare oltre l’empatia, cioè si ha bisogno di un complesso
teorico che la indirizzi.
2. LA TEORIA DELLO SVILUPPO
Kohut si concentra sugli impedimenti che ne ostacolano lo sviluppo e
sulle condizioni terapeutiche che possono riattivarlo. Punta sulla
ricostruzione empatica delle esperienze infantili corrispondenti agli
stadi di esperienza riattivati nella situazione analitica. La fonte
essenziale dei dati di base per la costruzione di concetti e teorie in
psicanalisi deve essere costituita dalla situazione psicanalitica e non
dall’osservazione diretta del bambino o dalla coppia madre-bambino.
Kohut postula la presenza parallela di due linee di sviluppo: l’amore
oggettuale e il narcisismo. L’impostazione classica postula una linea
evolutiva che va dal narcisismo primario all’amore oggettuale per
rifluire eventualmente sul narcisismo secondario a causa del rifiuto da
parte degli oggetti.
Kohut presuppone che i bisogni narcisistici permangono durante il
corso della vita seguendo uno sviluppo parallelo a quello dell’amore
oggettuale.
Quando i nuclei frammentati del sé acquistano coesione nel narcisismo
primario possono muoversi verso:
• una perfezione attribuita al sé grandioso 2
1. una porta dall’autoerotismo, attraverso il narcisismo, all’amore
oggettuale
•una perfezione attribuita all’imago parentale idealizzata (immagine della
madre-padre idealizzata, che favorisce il transfert idealizzato).
2. una porta dall’autoerotismo, attraverso il narcisismo, a forme più alte
e modificate di narcisismo.
Inoltre Kohut sostiene che esiste una libido oggettuale (amore verso gli
oggetti) e uno narcisistica (amore verso di sé). Pertanto ribadisce la
necessità di utilizzare 2 linee evolutive, sono separate e indipendenti e
traccia l’ipotesi di un DOPPIO BINARIO (oggettuale e narcisistico).
FONDAMENTALE RUOLO DELLA MADRE CHE RICHIAMA WINNICOT.
Il processo di formazione delle strutture è lento e passa attraverso due
stati contemporanei:
L’imago parentale idealizzata è lo stato in cui la psiche salva una parte
della perduta esperienza attribuendo ad un oggetto che si chiama Se
Arcaico (RICHIAMO AGLI ARCHETIPI DI JUNG). La felicità del bambino
risiede nell’oggetto IDEALIZZATO, si sente vuoto quando è separato da
esso. Il bambino idealizza l’oggetto parentale (i genitori) quando questi
entrano in empatia con lui è questo processo lo chiama
“interiorizzazione trasmutante”: questo processo lascia delle impronte,
che favoriscono l’interiorizzazione che li stabilisce insieme al Super Io,
questo fa scaturire la libido narcisistica idealizzante, che continua per
tutta la vita, considerato come un carburante.
Quando il Super Io non si è sufficientemente consolidato, l’individuo
continua a cercare conferme e appoggi esterni e questo dura nella fase
edipica e della prima latenza. Questa ricerca di conferme è importante
per la formazione della personalità adulta. Se questa ricerca non si
risolve creando oggetti edipici, si avranno interferenze negative nella
strutturazione dell’apparato psichico e si manifesteranno sintomi di
psicopatologia.
Il compito essenziale dell’oggetto-sé genitoriale (che è stato idealizzato)
è quello di prestare al bambino momentaneamente una struttura di cui il
suo sé non dispone ancora e di riprendersela gradualmente per favorire
lo sviluppo ed il consolidamento del sé. Se ciò non accade, si determina
un danno permanente della personalità, una fissazione che può essere
superata solo attraverso il trattamento psicanalitico. 3
Il Sé grandioso è il complemento dello stadio dell’imago parentale
idealizzata. Questo stadio non viene osservato direttamente e quindi per
raccogliere i dati e tutto un lavoro del terapeuta che raccoglie i dati
ricostruendo attraverso i fenomeni di transfert.
Lo sviluppo del sé grandioso può seguire due strade:
si manifesta esibizionismo e grandiosità, positivo perché porta
• l’individuo a raggiungere le sue ambizioni, fondato su un rapporto
costruttivo con la madre. (POSITIVA)
se il rapporto con la madre è disturbato si produce un
• iperinvestimento degli stadi primitivi del sé corporeo e si possono
manifestare repliche deformate di fase evolutive normali.
(NEGATIVA). Il soggetto deve essere capace di attuare forme
selettive e si chiama REAZIONE SELETTIVA.
Se la risposta del genitore è sufficientemente sensibile e
sintonizzata, il bambino impara ad accettare i propri limiti
realistici, rinuncia alle fantasie grandiose e sostituisce le esigenze
esibizionistiche con mete e scopi sintonici all’Io. Ne consegue una
trasformazione importante del sé grandioso, che porta autostima,
graduale diminuzione del senso di potere necessarie alla salute
mentale. Condizione necessarie per lo sviluppo equilibrato del Se
grandioso sono: l’empatia genitoriale e l’inevitabili fallimenti
empatici delle figure genitoriali.
LA REVISIONE DEL COMPLESSO EDIPICO
2 A differenza della psicanalisi freudiana (complesso edipico nella fase
fallica), Kohut ritiene che le esperienze edipiche del bambino
normale comprendono una componete di profonda gioia, perché
alimentata dalla consapevolezza di partecipazione con l’oggetto
idealizzato. I genitori ottimali sarebbero persone che nonostante la
competizione generano gioia. La revisione di Kohut sottolinea più
che aspetti patogeni, un potenziale di crescita.
IL SE’
3 Nell’opera la “Guarigione del Se”, egli dedica grande attenzione al
Se. E fornisce 2 accezioni del termine Se: 4
il sé come componente dell’apparato mentale
1. il sé come centro dell’universo psicologico dell’individuo
2.
Il se non si sviluppa in un momento preciso, egli sottolinea che ha
grande importanza la risposta empatica dell’ambiente.
La migliore definizione del Sé in Kohut è quando egli parla del Sé
nucleare (all’inizio della vita) che si stabilisce nel corso del primo
sviluppo psichico per via di inclusioni, interiorizzazioni ed esclusioni.
Per egli, il Se presenta anche una bipolarità:
un polo che è come un arco di tensione nucleare che tende a
1. realizzare le potenzialità intrinseche;
l’altro, porta a risolvere gli ideali personali della persona.
2.
Ambizioni e ideali (2 POLI DEL SE), equivalgono alle 2 possibilità che
il bambino incontra nel processo di consolidamento del proprio Se.
Tenendo sempre presente l’importanza dell’empatia con l’oggetto
parentale (figure parentali) se questa manca può provocare aspetti di
narcisismo e altre forme di psicopatologie.
5. LA PSICOPATOLOGIA
Kohut affronta i temi relativi alla psicopatologia: perversione,
depressione, disturbi schizoidi. Nell’opera “Narcisismo e Analisi del
Se”, prima si occupa degli aspetti patogeni mentali e poi invece
abbandona questo campo di indagine e si rivolge ai disturbi del Se.
Successivamente ritiene che alcuni individui hanno una vulnerabilità
innata (trauma genetico), predisposti ad ammalarsi a disturbi psichici
e altri che hanno un apparente invulnerabilità.
Che in entrambi i casi tutto è collegato all’ambiente del oggetto Se
(genitori). I disturbi del se di rilevanza patologica derivano dal
duplice fallimento (madre/padre) dell’oggetto se.
I disturbi patologici si manifestano con l’angoscia, che non è come
nella nevrosi, la paura dell’evirazione, ma è la paura di un’intrusione
nell’Io delle strutture narcisistiche (depersonalizzazione, scissione
tra soma/corpo e psiche).
La sintomatologia si presenta come: di umore depresso, mancanza di
entusiasmo e di iniziativa nel campo del lavoro disagio per il proprio
5
stato fisico e mentale, tendenze perverse. La sintomatologia tende a
colpire molti livelli:
la sfera sessuale (fantasie perverse o non interesse per il
• sesso);
la sfera sociale (incapacità di stabilire rapporti significativi);
• i tratti di personalità manifesti (mancanza di empatia, di
• umorismo, di senso delle proporzioni, ecc.);
la sfera psicosomatica (preoccupazioni ipocondriache).
•
Il trattamento vuole portare il settore centrale della personalità a
riconoscere la presenza di mete narcisistiche e perverse consce e
preconsce.
6. LA TEORIA KOHUTIANA DELLA TERAPIA
Della terapia se ne occupa nell’opera “La cura psicanalitica”, la sua
teoria è diversa dalla psicanalisi classica, perché occorre
un’esplorazione della dimensione dinamica e genetica della struttura
del se, mediante l’indagine del transfert dell’oggetto se (terapeuta). Per
riportare alla luce le relazioni se-oggetto se, che hanno determinato i
conflitti. L’autore sottolinea che non c’è un unico percorso analitico
verso la guarigione, ma vari percorsi, e lui dice che bisogna trovare il
percorso univoco per il paziente, ma SU MISURA DEL PAZIENTE. Chi si
occupa della psicologia del Se, deve avere una visione duttile e
flessibile del processo terapeutico. Questo processo consiste nella
trasformazione dell’inconscio in conscio, neppure nel controllo delle
pulsioni, ma nel raggiungimento della capacità di rasserenassi da se,
attraverso al figura invisibile del terapeuta.
7. CONCLUSIONI
Con la metafora dell’Uomo Tragico, corrispettivo dell’uomo Colpevole di
Freud Kohut, che tende ad una costante ricerca di equilibrio tra le
pulsioni che lo governano, e le cui azioni sono volte alla ricerca del
piacere, Kohut disegna i contorni di un Uomo, frutto delle esperienze
relazionali dell’ambiente in cui si è sviluppato il suo Sé nucleare.
Una parte della sofferenza psichica va vista come assenza o inadeguata
costituzione di strutture mentali connesse a prim