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O. KERNBERG
1. LA POSIZIONE TEORICA
Otto Kernberg, studia la personalità bordelline (scivolare sulla volgarità,
disturbi della personalità) e ci ha fornito diagnosi e terapie per la cura di
pazienti bordelline.
POSIZIONE TEORICA: “Psicologia dell’Io-relazioni oggettuali”, riprende
la Mahler e tratti delle teorie della Klein. La sua posizione è unica.
Secondo Kernberg le pulsioni hanno origine da una matrice
indifferenziata, tuttavia mantiene la divisione strutturale del modello
tripartito (ES, IO e SUPER IO); e il Se viene considerato all’interno
dell’Io; gli affetti giocano un ruolo fondamentale nello strutturarsi della
vita psichica. Gli effetti permettono la costruzione di strutture
psicologiche che però possono essere considerate biologiche, perché
esprimono bisogni fondamentali e si manifestano in modo autonomo fin
dalla nascita e immediatamente si costituiscono in strutture di memoria
in relazione con l’oggetto.
All’inizio della vita, non c’è distinzione tra sé e oggetto, tra bambino e
madre, (riprende la Klein), esistono solo due stati affettivi diversi, stati
di soddisfazione e stati spiacevoli. In base a ciò distingue gli oggetti
buoni e cattivi.
Inizialmente nei primi mesi il bambino non riesce a differenziare la
rappresentazione del Se e dell’oggetto, nella relazione diadica si
strutturano le rappresentazioni del se e dell’oggetto (separa la madre).
Ogni rappresentazione è legata al contesto effettivo.
Grazie al ruolo della madre il bambino riesce a scindere, gli aspetti
dell’esperienza reale e questa scissione la chiama DIFENSIVA. Da
bambino è normale, ma da adulto se non si supera questa fase diventa
patologica, perché non avviene uno scambio con il caregiver (accumulo
delle affettività).
Le esperienze piacevoli catalizzano i movimenti pulsionali libidici, quelli
sgradevoli i modelli pulsionali aggressivi. I derivati pulsionali libidici e
aggressivi vengono investiti nelle relazioni con gli oggetti fin dall’inizio
della fase simbiotica.
Per Kernberg anche l’aggressività risulta un aspetto fondamentale nello
strutturarsi ed organizzarsi della vita psichica. 1
2. IL CONCETTO DI ORGANIZZAZIONE DI PERSONALITA’ BORDELINE
Kernberg ha coniato il termine organizzazione di personalità borderline:
il termine significa “caso al limite”, tipico di pazienti cronici, nè
nevrotici nè psicotici; che manifestano un’organizzazione patologica
specifica e sono:
tipiche costellazioni sintomatiche: (sintomi che hanno la stessa
1. collocazione)
tipica costellazione di meccanismi di difesa dell’Io
2. tipica patologia di relazioni oggettuali interiorizzate
3. particolari tratti genetico-dinamici
4.
2.1 La sindrome borderline: analisi descrittiva
I pazienti borderline presentano sintomi che potrebbero sembrare di
tipo nevrotico, ma nessun sintomo di quelli da lui rilevati è
patognomico, (non si vede dall’aspetto esteriore che sono malati), la
presenza di alcuni di essi associati tra loro possono indurre ad una
personalità borderline.
• Angoscia cronica, diffusa e vincolante
• Nevrosi polisintomatica: o fobie multiple restrittive (inibizioni sociali e
tendenze paranoidi) o sintomi ossessivo-coatti o sintomi di conversione
multipli o reazioni dissociative (fughe ed amnesie) o ipocondrie
• Tendenze sessuali perverse polimorfe: carente la capacità di
instaurare relazioni oggettuali costanti
• Le strutture classiche della personalità psicotica: o personalità
paranoide o personalità schizoide o personalità ipomaniacale e
ciclotimica
• Nevrosi impulsiva e tossicomania.
La sindrome borderline: analisi strutturale
2.2
Dal un punto di vista psicanalitico, l’analisi strutturale (psicanalisi ES,
IO e SUPER IO), assume diversi significati:
Se partiamo dall’Io come struttura complessiva che integra sotto
strutture (ES), si analizzano i derivati delle relazioni oggettuali. 2
Facendo quest’analisi i pazienti sono incapaci di manifestazioni,
manifestano una debolezza intrinseca, spostano il pensiero verso il
pensiero primario.
Nella somministrazione di test reattivi diminuiscono le capacità di
verbalizzazione.
Attivano meccanismi di difesa specifica, incentrati sulla rimozione e la
scissione. È opportuno che vengano attivati per gestire l’angoscia.
Manifestano i pazienti per effetto della scissione, introiezione
completamente separate e così non manifestano, preoccupazione,
colpa.
L’Io non è capace di riconoscere la propria aggressività e riconoscere
colpa verso l’oggetto odiato. Viene ostacolata la strutturazione del
Super Io (non c’è controllo morale).
Il paziente borderline non è in grado di valutare realisticamente l’altro e
il suo atteggiamento oscilla tra ipervalutazione o ipersvalutazione.
Ha scarsa capacità empatica e scarso interesse verso gli altri, con
relazioni superficiali o dipendenti.
Nel trasfert si manifesta la relazione oggettuale primitive dell’Es, che
consolidano l’Es e il Super Io diventa una carica effettiva caotica.
La sindrome borderline: comprensione psicodinamica
2.3
Kernberg ha spiegato con la psicodinamica, l’eziologia (origine) e la
patogenesi (origine della malattia) della patologia del disturbo di
personalità bordelline.
Riprendere lo schema evolutivo della Mahler e afferma che i pazienti
bordelline superano la fase simbiotica, ma si fissano alla fase di
separazione-individuazione: sono capaci di distinguere il Sé
dall’oggetto, ma non sopportano periodi di solitudine e temono di
essere abbandonati dalle figure significative.
È come se rivivessero una crisi infantile.
Secondo Kernberg il motivo della fissazione alla fase di riavvicinamento
è da rintracciarsi in un disturbo della disponibilità emozionale della
madre che può essere dovuto o a problematiche materne o a una
costituzionale aggressività del bambino o ad entrambe. 3