Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La media fanciullezza
Cap. 9
Lo sviluppo cognitivo
La media fanciullezza abbraccia un periodo compreso tra i 6 e gli 11 anni che corrispondono agli anni di frequentazione delle scuole elementari. La scuola offre ai bambini l'occasione non solo di uscire dall'ambito ristretto della famiglia ma anche di apprendere in modo sempre più sistematico, in attività guidate da adulti, abilità e conoscenze considerate basilari nella società in cui vivono. Tutto questo ha un impatto enorme sullo sviluppo cognitivo e sociale.
La media fanciullezza corrisponde al 3° stadio nella teoria di Piaget, quello delle operazioni concrete. In questo stadio il pensiero è reversibile, può compiere vari tipi di operazioni (seriazione, classificazioni additive e moltiplicative), le nozioni di conservazione vengono comprese, l'egocentrismo intellettuale è in via di progressivo superamento.
Secondo Piaget in questo stadio emergono due vasti insiemi
dioperazioni mentali:- Operazioni logico-aritmetiche: ovvero quelle di seriazione e classificazioni riguardanti somiglianze e differenze tra oggetti distinti, indipendentemente dalle loro vicinanze spazio-temporali
- Operazioni spazio-temporali: riguardano i rapporti di spazio e tempo (interno a, esterno a, dentro, fuori, vicino, lontano, prima, dopo) si tratta di una differenza di contenuto più che di forma. C'è addizione di relazioni temporali o spaziali quando si ordinano degli eventi in una successione. C'è moltiplicazione quando vengono messe in relazione due di queste serie.
Anche le classificazioni hanno delle corrispondenti operazioni spazio-temporali. Come le operazioni di partizione su un'unica totalità, come un oggetto o un evento. Come una classe generale può essere composta e ricomposta in una gerarchia di classi incluse le une nelle altre.
Piaget e Inhelder hanno ideato vari compiti, tra cui ricopiare una serie di modelli. Per
riprodurre una forma non basta per percepirla, occorre anche riuscire ad analizzarla per riconoscerne le proprietà salienti. I bambini al di sotto dei 2 anni e mezzo eseguono solo scarabocchi e non cercano nemmeno di riprodurre il modello che dovrebbero copiare. Questi tentativi iniziano tra i 2 anni e mezzo e i 4 anni: i bambini iniziano a tener conto anche del modello. Queste proprietà sono studiate da una branca della geometria, la topologia. I rapporti topologici sono quelli che vengono rappresentati per primi nel corso dello sviluppo. Dai 4 ai 6-7 anni i bambini iniziano a tenere conto anche di aspetti più specifici delle figure, come la presenza di lati o angoli, il loro numero e la loro dimensione. Per connettere tra loro dei segmenti di retta, in modo da riprodurre correttamente le proprietà Euclidee di una figura, bisogna tener conto della loro inclinazione, dei punti di congiunzione, delle distanze tra essi, del fatto che alcuni sono tra loro paralleli. Si trattadi tempo. Ad esempio, se un bambino ha svolto un'attività per un lungo periodo di tempo, potrebbe percepire quella durata come breve, mentre se ha svolto un'attività per un breve periodo di tempo, potrebbe percepire quella durata come lunga. Piaget sostiene che solo intorno ai 7-8 anni i bambini iniziano a sviluppare una comprensione più accurata del concetto di tempo, basata su una percezione più oggettiva delle durate e sulla capacità di comprendere l'ordine di successione degli eventi in modo più preciso. In conclusione, secondo Piaget, lo sviluppo della nozione di tempo nei bambini avviene gradualmente, passando da una comprensione basata sulla percezione dell'ordine di successione degli eventi e sulla valutazione soggettiva delle durate, a una comprensione più precisa e oggettiva del concetto di tempo.Intervallo di tempo o sull'impressione del proprio sforzo. È per evitare gli errori derivanti da una valutazione soggettiva che gli esseri umani si basano su indici esterni di durata le operazioni attraverso cui avviene la misurazione del tempo sono delle sensazioni moltiplicative e i bambini riescono a compierle solo nello stadio delle operazioni concrete. Oltre a capire che le differenze di età tra le persone restano invariate nel corso della vita durante lo stadio delle operazioni concrete i bambini comprendono che molti aspetti quantitativi sia i singoli oggetti, come la massa, il peso, il volume, la lunghezza, l'area, sia di insiemi di oggetti non cambiano anche se questi subiscono delle vistose trasformazioni. I compiti proposti da Piaget presentano tutti una struttura simile: ci sono 2 oggetti o configurazioni, di cui i bambini ammettono l'iniziale uguaglianza quantitativa. Uno dei due oggetti viene poi modificato e la domanda sulla quantità viene ripetuta.
I bambini in età prescolare giustificano le loro risposte di non conservazione alla prova di conservazione della sostanza indicando le evidenti differenze percettive tra i due oggetti. Verso i 6-7 anni compaiono delle risposte di transizione: i bambini riconoscono la conservazione quando le trasformazioni sono di piccola entità mentre non le riconoscono quando cambiano di molto. A 7-8 anni i bambini affermano che le quantità sono uguali, questo grazie alle operazioni logiche e infralogiche formatesi durante il periodo operatorio concreto. I bambini dello stadio operatorio concreto riescono così a comprendere come cambia l'oggetto durante la trasformazione. In assenza di queste operazioni, i bambini dello stadio preoperatorio possono solo limitarsi a confrontare lo stato iniziale con quello finale. Le seriazioni moltiplicative e le operazioni di partizione secondo Piaget sono alla base della comprensione non solo della conservazione della sostanza, ma anche di
tutte le altre nozioni di quantità da lui investigate. La spiegazione che Piaget da di questo sfasamento è che sebbene le operazioni mentali siano di portata generale, non per questo i bambini quando le acquisiscono riescono a utilizzarle in tutti i compiti con la stessa facilità. Si assiste a dei décalages cioè degli sfasamenti, nel periodo in cui certe operazioni, se pur disponibili, vengono applicate a contenuti diversi.
Anche il pensiero operatorio concreto presenta alcuni limiti. I bambini vennero sottoposti a prove solo orali, i bambini di età compresa tra 7 e 11 anni danno molte risposte errate. Essi compiono gli stessi errori on cui cadono i bambini più piccoli nelle prove di seriazione o di inclusione. Sembra dunque che i bambini in età scolare siano in grado di utilizzare le operazioni mentali solo quando hanno di fronte dei materiali concreti. Quando questo materiale non c'è i bambini devono basarsi solo su enunciazioni.
verbali per risolvere un problema, essiricadono in forme di pensiero più primitive. Un altro limite è la difficoltà di ragionare su semplici ipotesi, cioè su delle enunciazioni che vengono fatte come premesse da cui ricevere delle conclusioni, senza che esse debbano corrispondere per forza alla realtà o alle nostre convinzioni.
Importanza della memoria di lavoro
Per memoria di lavoro si intende l'elaborazione delle informazioni e la conservazione dei loro prodotti intermedi. La memoria di lavoro comporta delle componenti in più e coinvolge strutture corticali diverse rispetto alla memoria a breve termine. La sua capacità è inferiore: da 2 a 5 unità tra la prima fanciullezza e l'età adulta. La capacità della memoria di lavoro delimita la complessità delle operazioni che possiamo eseguire e quindi si riflette in tutto quello che facciamo in modo non automatico. È la scarsa capacità della
utilizzare prove specifiche che richiedono l'uso di tali strategie. Ad esempio, una prova comune è quella di chiedere ai bambini di ricordare una lista di parole o di immagini. Se i bambini utilizzano strategie mnemoniche, potrebbero raggruppare le parole o le immagini in categorie o creare storie per aiutarsi a ricordare. Al contrario, se i bambini non utilizzano strategie mnemoniche, potrebbero ricordare le parole o le immagini in modo casuale o in ordine di presentazione. Inoltre, l'uso di strategie mnemoniche può essere influenzato da vari fattori, come l'età, lo sviluppo cognitivo e l'esperienza. Ad esempio, i bambini più grandi tendono ad utilizzare strategie mnemoniche più avanzate rispetto ai bambini più piccoli. Inoltre, i bambini con una maggiore esperienza in determinati compiti o argomenti potrebbero utilizzare strategie mnemoniche più efficaci. In conclusione, la memoria di lavoro dei bambini più piccoli può limitare la loro capacità di risolvere problemi complessi che richiedono l'attivazione di diversi dati o operazioni contemporaneamente. Tuttavia, con la maturazione del sistema nervoso centrale e l'esperienza, i bambini migliorano le loro prestazioni nelle prove di memoria immediata. Inoltre, l'uso di strategie mnemoniche può aiutare i bambini a memorizzare e recuperare informazioni in modo più efficace.coinvolgerli in compiti o situazioni giocose in cui ad un certo punto si chiede loro di ricordare qualcosa. Questo metodo non può essere usato per bambini sotto ai 2 anni. L'esperimentatore racconta una storia muovendo un pupazzo sotto a diversi bicchieri poi esce, nel gruppo sperimentale dice che dovranno ricordarsi dove ha messo il pupazzo, in quello di controllo non dicono nulla. I bambini del gruppo sperimentale cercavano in vari modi di tener ben distinta dalle altre tazzine quella con il pupazzo, puntandoci il dito oppure continuando a fissarla. L'uso di strategie mnemoniche può essere anche identificato in bambini più piccoli di 2 anni ma in modo differente. Tra le strategie di immagazzinamento di informazioni la più comune è la reiterazione (ripetizione sistematica) ma anche l'organizzazione e l'elaborazione. Studi successivi hanno dimostrato che è a 7 anni che i bambini cominciano a usare spontaneamente la reiterazione, e hanno anche
mostrato che questa strategia assume forme sempre più complesse al procedere dell'età. Flavell ritiene che nello sviluppo delle strategie mnemoniche i bambini passano attraverso 3 livelli: 1. Strategia non disponibile 2. Carenza di produzione (i bambini possiedono la strategia o l'operazione di cui essa è composta, ma non la usano spontaneamente) 3. Uso maturo della strategia L'idea che non basti possedere una strategia, ma occorre anche saperne essere consapevoli e sapere in quali circostanze usarla, ha dato origine a un filone di studi sulla conoscenza che i bambini hanno sul funzionamento della memoria (metamemoria). Gli autori che hanno introdotto le espressioni meta-memoria, meta-cognizione e altri termini di questo genere le hanno usate con 2 significati distinti seppur interconnessi. Uno si riferisce a un particolare tipo di attività mentale, l'altro si riferisce a c