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L'utilizzo dei paradigmi sperimentali ha permesso di individuare le potenzialità e i limiti dei processi percettivi dei

bambini e anche di individuare alcuni processi che fanno parte dell'architettura innata dell'attività cognitiva che si

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mantengono stabili nel corso del tempo e mediano l'apprendimento in ogni fase dello sviluppo. Già il

comportamentismo aveva individuato l'apprendimento associativo come processo innato e costante. Nel cognitivismo

l'apprendimento associativo è considerato il risultato di processi cognitivi di acquisizione e rappresentazione delle

conoscenza; consente al bambino di predire relazioni di tipo associativo tra stimoli che si presentano con regolarità

nell'ambiente. Esistono però altri tipi di apprendimento impliciti non associativi.

- Apprendimento delle regolarità statistiche = Statistical Learning: consente di individuare e rappresentare le

regolarità presente all'interno di una sequenza temporale sulla base delle probabilità con la quale un elemento di

una sequenza segue un altro. È lo strumento attraverso il quale il sistema cognitivo estrae regolarità dall'ambiente

attraverso l'apprendimento delle relazioni statistiche tra elementi in sequenza; queste relazione permettono di

associare in modo probabilistico due elementi in successione. Vd. acquisizione del linguaggio ed estrazione di parole

nel flusso del parlato; in seguito si è dimostrata questa capacità anche con diversi stimoli in diverse modalità

sensoriali. È un meccanismo di apprendimento dominio generale, efficace sia con stimoli uditivi che visivi, presente

in età molto precoci.

- Apprendimento di regole = Rule Learning: consente di individuare delle regole astratte a partire da regolarità

spaziali/temporali tra gli elementi di una sequenza e di generalizzare queste regole a sequenze nuove creando così

leggi generali a partire da regolarità particolari. Vd. exp della sequenza dei cani; iperregolazione della forme verbali.

- Categorizzazione percettiva: capacità di cogliere caratteristiche simili in stimoli percettivamente diversi. È un

processo innato e continuo; nello sviluppo vi è un arricchimento graduale e piuttosto veloce, in cui cambia la natura

dell'informazione alla quale il processo può essere applicato. Si possono distinguere vari livelli:

I) alla nascita i bambini sanno applicare questo meccanismo per caratteristiche percettive singole e macroscopiche

(chiuso vs. aperto; angolo ottuso vs. acuto);

II) a 4 mesi lo sa fare con oggetti semplici (figure geometriche);

III) a 7 con oggetti complessi e sanno cogliere la correlazione tra caratteristiche (vd. exp. degli animali immaginari);

IV) a 10-12 mesi il processo di categorizzazione viene applicato a eventi complessi, cioè i bambini colgono la

relazione causale tra eventi.

La cognizione infantile nei diversi domini della conoscenza.

a) La conoscenza dell'oggetto: le competenze percettive dei primi 6 mesi di vita sono tali da permettere al bambino di

percepire e rappresentare gli oggetti del mondo fisico come dotati di proprietà intrinseche e permanenti, ossia

comprendono che l'oggetto continua a esistere anche quando è nascosto e mantiene le sue proprietà fisiche e

spaziali. Per Piaget questa capacità si sviluppa nei primi anni di vita e la considera uno dei marcatori all'origine della

capacità di farsi rappresentazioni mentali. Indaga questo ambito attraverso compiti di esplorazione manuale e trova

l'errore di perseverazione (errore A non B: il bambino non cerca l'oggetto nel nuovo nascondiglio). Dopo Piaget, le

ricerche hanno usato principalmente il paradigma dell'abituazione e della violazione dell'aspettativa. Questi studi

indicano che il bambino è in grado precocemente di rappresentare mentalmente gli oggetti dotati delle loro capacità

fisiche e di generare aspettative in base a queste.

- Percezione dell'oggetto occluso: fin dalla nascita il sistema cognitivo è in grado di compiere in modo automatico il

completamento amodale, cioè un oggetto viene percepito come unitario anche quando non è completamente

visibile per via di un occlusore; e completamento modale, cioè percepiscono contorni illusori. I bambini da 7 mesi

sono in grado di percepire che le due porzioni di barra con davanti un occlusore sono un oggetto unitario e

preferiscono la figura di Kanitza alle altre, proprio come gli adulti. Questa capacità è presente anche prima se ci sono

condizioni percettive particolari: alla nascita lo sanno fare se c'è movimento stroboscopico e l'occlusore è piccolo; a

2 mesi con movimento continuo; a 4 mesi con movimento e occlusore grande. Quindi, la capacità di percepire

l'oggetto occluso è presente fin dalla nascita ma non è rilevabile a causa dell'immaturo sistema visivo del neonato.

Gli esperimenti con eye-tracker hanno dimostrato che questa abilità emerge solo quando i bambini hanno imparato

a esplorare la parte di spazio rilevante ed escludere il resto. Queste capacità costituiscono il prerequisito necessario

perché il bambino possa rappresentare oggetti come dotati di proprietà intrinseche e immutabili.

- Permanenza dell'oggetto: nei primi 6 mesi di vita i bambini sono guidati nella loro percezione del mondo da

numerose aspettative circa le leggi che vincolano il comportamento degli oggetti fisici. Vd. exp del coniglio: il fatto

che i bambini guardino di più l'evento impossibile, che viola le proprietà fisiche dell'oggetto, significa che si

aspettano che l'oggetto continui ad esistere, hanno una rappresentazione mentale del coniglio in memoria con le

sue caratteristiche e generano aspettative (Vs. Piaget).

b) La cognizione numerica: per Piaget i bambini non hanno nessun senso del numero fino al periodo operatorio

concreto (6/7 anni), quando compare la capacità di conservazione e il principio logico della reversibilità. Le ricerche

successive dimostrano, al contrario, che il senso del numero è innato e presente anche in alcune specie animali; da qui

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si innescano delle precoci abilità numeriche, il cui sviluppo è continuo. Attraverso il paradigma dell'abituazione visiva e

della violazione dell'aspettativa si è dimostrato che i bambini nei primi mesi di vita sanno eseguire diversi compiti:

- Discriminazione numerica su base di valori cardinali di un insieme di oggetti: nel primo anno sanno rappresentare il

valore numerico comune a diverse configurazioni visive percettivamente. In particolare, a 6 mesi per i rapporti 1:2; a

9 mesi per i rapporti 2:3.

- Generare rappresentazioni astratte delle quantità numeriche: a 3 giorni riconoscono la corrispondenza numerica tra

un insieme di numeri e suoni, ma solo se hanno un rapporto 1:3.

- Apprezzare le relazioni ordinali tra quantità numeriche: a 7 mesi sanno discriminare l'inversione di ordinalità (da

crescente a decrescente e viceversa) in delle sequenze di quantità.

- Manipolare le rappresentazioni numeriche per svolgere semplici operazioni di addizione e sottrazione: a 5 mesi

riescono a compiere la semplice operazione 1+1 e si mostrano sorpresi quando si viola questa regola; a 9 mesi per le

operazioni 5+5 e 10-5.

Nei bambini come negli adulti il senso del numero si fonda su un duplice sistema di rappresentazione delle quantità:

sulla stima, per i numeri grandi, e sul subitizing, per i numeri piccoli. Il formato rappresentazionale nei bambini non è

ancora del tutto maturo e ha dei limiti: ad esempio sanno discriminare due grandezze numeriche solo se il rapporto è

grande (neonati solo rapporto 1:3, a 6 mesi 1:2, a 9 2:3).

c) La cognizione sociale: capacità di cogliere le caratteristiche specifiche degli esseri sociali, cioè di distinguere l'animato

dall'innanimato. Numerose ricerche hanno dimostrato la presenza di una specializzazione funzionale e neurale per

l'elaborazione degli stimoli sociali, in particolare per il volto e per il movimento biologico.

- Preferenza per i volti: i bambini hanno una preferenza spontanea per il volto e per stimoli che raffigurano, anche in

maniera semplificata, un volto, rilevata già a 9 minuti dalla nascita. È interpretata come la manifestazione

dell'esistenza di un meccanismo innato sensibile al volto; questo meccanismo indurrebbe il bambino a spostare in

modo automatico l'attenzione verso configurazioni visive che hanno la struttura del volto e costituirebbe uno dei

fondamenti su cui si innesca la sviluppo sociale. Questa precoce sensibilità può incanalare le capacità di

apprendimento del bambino dando luogo nel giro di pochi giorni a una risposta preferenziale per alcuni volti rispetto

ad altri, tipicamente la madre. I neonati sono in grado di codificare e rappresentare le caratteristiche che definiscono

l'identità di un volto e riconoscerla anche quando è girato.

- Movimento biologico: capacità di individuare i conspecifici differenziandoli dagli oggetti, oltre che dal volto, anche

dalle caratteristiche del movimento. I bambini di 5 mesi riconoscono e preferiscono la sagoma di un uomo dalla

configurazione dinamica di luci; è stata dimostrata, inoltre, la preferenza a 2 mesi della sagoma di una gallina.

Questa capacità è stata trovata anche in alcuni animali (es. pulcini); è una forma di preadattamento all'ambiente

sociale in quanto garantirebbe un elevato livello di esposizione a informazioni rilevanti riguardo ai conspecifici.

Cognitivismo: cognizione infantile più complessa e simile all'adulto di quanto credeva Piaget.

 architettura della mente dominio-specifica: mente come un insieme di elaboratori cognitivi

specializzati dal punto di vista funzionale.

 sviluppo come processo continuo e operazioni di base presenti fin dalla nascita.

Nascita dell'innatsimo.

CAP 6: L'approccio innatista-modulare

Gli assunti teorici del cognitivismo e la scoperta delle competenze mostrate dai bambini nei primi mesi di vita, hanno

indotto molti ricercatori ad abbracciare una visione della cognizione e dello sviluppo fortemente predeterminati, cioè

vincolati da predisposizione i sistemi di conoscenze innate e dominio-specifiche. Un modello dell'organizzazione della

mente generale che ha portato all'estremo la concezione dominio-specifica della mente è quello della mente

modulare di Fodor. Nell'ambito più stretto dello sviluppo, il modello innatista più estremo è l'innatismo

rappresentazionale di Elisabeth Spelke.

Fodor e la tesi della modularità della mente.

Fodor ha suggerito l'esistenza di un forte legame tra tesi innatista e la caratteristica della mente come dominio-

specifica, descrivendo l'architettura della mente umana come vincolata da un'architettura innata, rigida e immutabile,

altamente dominio-specifica. L'a

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Publisher
A.A. 2015-2016
35 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Vers.13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo cognitivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Macchi Cassia Viola.