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D.O.C.

Nei manuali diagnostici più accreditati e recenti, il (Disturbo

Ossessivo Compulsivo) viene classificato fra i Disturbi d’ansia e

individuato come una Diversione secondaria (ovvero come un processo

che sposta l’attenzione dal problema principale ad un finto bersaglio, in

modo da mantenere un buon livello di controllo e riduzione dell’ansia).

L’orientamento attuale è quello di considerarlo come un’entità nosografica

autonoma, con un ben definito nucleo psicopatologico, un decorso, una

sintomatologia emotivo-cognitiva e con dei correlati biologici specifici. Il

ossessivo

disturbo è poiché il soggetto è preda di pensieri particolari che

compulsivo

non riesce ad evitare ed è perché il soggetto si trova a dover

effettuare degli atti ripetitivi-riparativi, una sorta di rituale che invece di

ridurre l’ansia finisce per indurne altra. Il D.O.C. si presenta in varie forme

ma principalmente è caratterizzato dall’anancasmo (dal greco

‘’costrizione’’), dalla sensazione di dover fare per forza le cose in un dato

modo: ad esempio, controllare spesso se il gas o la serratura della porta

sono chiusi, se i libri sullo scaffale sono allineati in modo giusto e lavarsi

svariate volte le mani dopo aver toccato qualcosa; comportamenti che se

il soggetto non pone sente di non poter ridurre l’ansia e andare avanti

facendo altro. La letteratura psicodinamica recente concorda nel

considerare il D.O.C. come una sindrome che per l’individuo dovrebbe

avere una funzione protettiva dai conflitti e dalle disgregazioni della

personalità ma che invece presenta dei costi più o meno alti in quanto

comporta una restrizione della libera espressione del sé. L’indagine

molto diffuso

epidemiologica considera questo disturbo : le ossessioni

80-88%

cosiddette normali sono presenti nelle persone per circa l’ . La

2,5%

prevalenza del D.O.C. nell’arco della vita sarebbe del ; dati che lo

disturbi psichiatrici più diffusi

collocano al quarto posto dei negli Stati

Uniti. Il D.O.C. può convivere anche con altre patologie: depressione,

DSM IV TR

fobia sociale, attacchi di panico e altre fobie. Per il

(Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), nel nevrotico, il

sintomi egodistonici

disturbo è caratterizzato da (conflittuali per

l’individuo), con marcata sofferenza, senso di colpa, spreco di tempo e

interferenza con le attività quotidiane. Altri frequenti sintomi possono

essere le superstizioni, l’ipocondria, il pensiero magico e bassa autostima.

A.I.D.O.C.

Secondo l’ (Associazione Italiana Disturbi Ossessivo Compulsivi)

si possono configurare 7 tipologie di D.O.C.:

Disturbi da contaminazione

 Disturbi da controllo

 Ossessioni pur

 Compulsioni mentali

 Superstizioni eccessive

 Accumulo e accaparramento

 Ordine e simmetria

D.A.G.

Il (Disturbo d’Ansia Generalizzato) invece è caratterizzato da

ansia, insicurezza e preoccupazione eccessiva in relazione a degli

eventi o attività, per la maggior parte del tempo e durante un periodo di

almeno 6 mesi. I sintomi del D.A.G. sono spesso associati a quelli del

Principessa A

D.O.C., come nel caso della ‘’ ’’ (capitolo 7). Dal punto di

vista neurofisiologico, il disturbo sembra essere legato all’alterata 11

OMS

funzione del sistema noradrenalinico. Secondo l’ (Organizzazione

5%

Mondiale della Sanità), questo disturbo colpisce circa il della

popolazione mondiale. La letteratura recente descrive i soggetti affetti

da D.A.G come per oltre metà della loro giornata impegnati a

preoccuparsi di eventi che potrebbero accadere loro, influenzando così

anche il livello di concentrazione delle attività lavorative e/o scolastiche.

piano terapeutico

Sul , è consigliabile abbinare ad una terapia

farmaceutica anche una terapia psicologica; infatti la terapia

farmaceutica, abbassando il livello d’ansia, permette un buon intervento

psicologico.

approccio metacognitivo

Circa l’ in campo clinico-diagnostico e

psicoterapeutico, si è visto che ogni individuo ha un diverso livello di

attitudine metacognitiva. Per il D.O.C., la ricerca sulla struttura

cognitiva di ossessioni e compulsioni ha permesso di identificare un set di

domini cognitivi che possono modulare sia la vulnerabilità dell’individuo

sia la prognosi di trattamento. Il maggior esponente di questo settore è

Wells che propose un modello di intervento chiamato funzione

autoregolatoria. Secondo Wells, la sofferenza psicologica sarebbe

associata a dei comportamenti troppo incentrati sul sé, caratterizzati

dall’elaborazione on-line di convinzioni negative sul proprio valore; ciò

spingerebbe l’individuo ad utilizzare dei tipi di fronteggiamento mentale-

comportamentale che interferirebbero significativamente con lo sviluppo

di conoscenze e condotte più adattive. L’attività autoregolatoria,

impedirebbe quindi di compiere quegli aggiustamenti cognitivi necessari

per tornare ad un funzionamento normale.

Capitolo 6 – Il counseling non clinico per le personalità

in età evolutiva

attività di consulenza attività

L’ in ambito educativo-psicologico, o

di helping , può svilupparsi come attività di caring o attività di

caring

curing. Nel primo caso ( ) parliamo di counseling non clinico e

pratiche di orientamento

facciamo riferimento a quell’insieme di alla

(social

vita e di sostegno alla persona, a gruppi e a sistemi organizzativi

caring), finalizzato alla soluzione di uno specifico problema e

helpee

contemporaneamente all’emancipazione dell’ (colui che richiede

l’aiuto) da una situazione problematica che gli impedisce il pieno controllo

della sua vita. Tale tipologia di counseling è aperta a tutte quelle figure

professionali (insegnanti, sacerdoti, psicologi junior e consulenti del

lavoro) che pur non essendo degli specialisti, si ritrovano a lavorare non

con dei soggetti patologici, ma comunque a rischio psicologico. Nel

curing

secondo caso ( ) parliamo di counseling clinico (riservato a

medici, psicologi senior e psicoterapeuti abilitati), più vicino alla

psicoterapia poiché vi è una diagnosi e tratta patologie ma che a

‘’punta sul chiarimento dei problemi non tanto a

differenza di quest’ultima

livello emotivo quanto a livello aggiuntivo’’. successo della

Il

consulenza dipenderà dalla qualità della comunicazione e dalla 12

capacità del counselor di assumere uno stile non direttivo che

favorisca l’assunzione delle responsabilità da parte dell’helpee, ma

helper

dipenderà anche dalla capacità dell’ (colui che aiuta) di motivare il

soggetto alla piena collaborazione, in quanto, come faceva notare Adler, il

consulente può solo segnalare gli errori, ma deve essere l’helpee

a dar vita alla verità e lo farà soltanto se si fida cecamente del

consulente.

Nel setting clinico come in quello non clinico, è compito dell’helper

processo di incoraggiamento

attivare un capace di sostenere e

riprogettare lo stile di vita del paziente. L’incoraggiamento è uno degli

elementi più caratterizzanti dell’helper di formazione adleriana, il

quale offre solidarietà e compartecipazione emotiva all’helpee. E ciò vale

sia quando si lavora nell’ambito del counseling individuale sia nell’ambito

Il processo di incoraggiamento

di setting di gruppo. mira anche ad

incrementare nel soggetto l’interesse sociale e la capacità di

fornire il proprio contributo alla comunità. Il concetto adleriano di

incoraggiamento si articola sul piano individuale e su quello sociale. Il

counseling di scuola adleriana si caratterizza per l’ottimismo terapeutico e

Psicologia Positiva

educativo; esso trova importanti affinità con la di

Seligman (capitolo 3).

Il counseling su base adleriana opera su una prospettiva

si sviluppa su due vie

emancipante che : quella diretta all’esplorazione

dello stile di vita dell’helpee e l’altra diretta a risolvere i problemi e

a eliminare i fattori ambientali di stress. Del resto la Psicologia

Individuale di Adler si focalizza ‘’sulla relazione dell’individuo con i

M.Q.A.C.

problemi del mondo’’. In questa prospettiva, il (Modello

Quadrifasico Adleriano di Counseling) può costituire uno schema

procedurale, in grado di guidare con ordine e razionalità il counselor sia

nei setting individuali che in quelli di gruppo, e sia nei setting clinici che in

quelli non clinici. Il M.Q.A.C. si articola in quattro fasi procedurali:

Simmetria Empatica

1) (SE)

Incoraggiamento Esplorativo

2) (IE)

Riorientamento Motivazionale

3) (RM)

Iniziativa Trasformativa

4) (IT)

CI.RA.SO

E tre funzioni operative (definite ) connesse con la

capacità del counselor di:

CIrcoscrivere il problema

 RAccogliere più dati possibili

 SOstenere e incoraggiare in modo adleriano il

 cambiamento.

Simmetria Empatica

Nella prima fase di , il counselor pone le

premesse per la buona riuscita dell’azione di helping e struttura un setting

caratterizzato dall’ascolto accogliente.

Incoraggiamento Esplorativo

Nella seconda fase l’ permette al

counselor di promuovere esplorazioni più approfondite e mirate degli

aspetti emotivi e cognitivi.

Riorientamento Motivazionale

Nella terza fase di l’helper aiuta

l’helpee a vedersi per come è, ad accettare i suoi pregi e i suoi difetti, a 13

vedere le cose in un’altra prospettiva e avviare un processo di

empowerment che consenta di aprirsi a nuove possibilità.

Iniziativa Trasformativa

Nella quarta fase di vi è l’elaborazione da

parte dell’helpee di un piano di cambiamento che coinvolga sia i pensieri

che le condotte e a cui fa seguito una prima valutazione degli esiti della

procedura di helping. capita spesso di imbattersi nella

Nell’attività di counseling

difficoltà genitoriale , nel disorientamento di padri e madri (ma anche

incapaci di essere

più spesso di insegnanti) di offrire regole e limiti, e

autorevoli ma allo stesso tempo anche accoglienti il

. Di frequente

counselor è chiamato a svolgere un ruolo formativo e di

contenimento , attraverso azioni di sostegno alla famiglia per

aiutarla a fronteggiare le situazioni di stress derivanti dal

comportamento problemati

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
21 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinazito98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della personalità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Varriale Cosimo.