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CAP. 5: METACOGNIZIONE E METODO DI STUDIO:
Che cosa si intende per metacognizione?
La metacognizione sono le conoscenze dell’individuo rispetto ai propri processi cognitivi e al loro funzionamento, nonché le sue
attività esecutive che presiedono il monitoraggio e l’autoregolazione dei processi cognitivi. E’ la riflessione sui processi mentali, è
pensare sul pensiero e costituisce una delle abilità mentali superiori. La metacognizione implica 2 aspetti:
1. la conoscenza metacognitiva cioè l’insieme delle conoscenze che un soggetto possiede circa il funzionamento della propria
mente e i fattori che influiscono
2. i processi metacognitivi di controllo cioè la comprensione della consegna, la previsione dei risultati, le strategie, il
monitoraggio e la generalizzazione.
L’importanza della metacognizione per l’apprendimento
Nel corso dello sviluppo si osserva una crescita parallela nelle conoscenze e nel controllo metacognitivi. La metacognizione e la
prestazione hanno una stretta relazione di natura causale biunivoca, in quanto la prima influenza la seconda ma la prestazione e
l’esperienza arricchiscono la conoscenza metacognitiva. L’insegnamento a riflettere non solo produce una migliore prestazione
ma migliora anche attitudine e motivazione.
Si può insegnare la metacognizione facendo attenzione alla riflessione, alla consapevolezza e al monitoraggio dei compiti, alla
modalità di esecuzione e di modellamento delle strategie.
→ Un ruolo importante nello sviluppo della metacognizione va quindi al soggetto e alla sua capacità di riflettere, prendere
consapevolezza delle proprie azioni e imparare a valutare le proprie strategie e attività.
→ NEI BES: Tendenza ad agire in modo impulsivo, poco attenti ai procedimenti messi in atto per risolvere un problema, scarso
ragionamento su strategie alternative, tendenza ad evitare di revisionare i risultati alla fine del processo.
L’atteggiamento metacognitivo
L’insegnante ha il compito di far sviluppare l’atteggiamento metacognitivo che Cornoldi definisce come la generale propensione
del soggetto a riflettere sulla natura della propria attività cognitiva, a riconoscerla, la possibilità di utilizzarla ed estenderla.
L’insieme delle conoscenze metacognitive è legato all’atteggiamento emotivo e ha conseguenze sul comportamento
dell’individuo. L’atteggiamento metacognitivo è strettamente correlato alle prestazioni e può essere sviluppato interiorizzando
modelli coerenti e consapevoli di relazioni interindividuali o di gruppo: è quindi necessario che ci sia un superamento del
modello autoritario dell’insegnante , basato sulla prestazione dell’adulto, e si assuma un modello DEMOCRATICO-COOPERATIVO
basato sulla condivisione della proposta educativa e sulla comunicazione interattiva. L’insegnante non è più unico detentore del
sapere ma è un regista, mediatore, facilitatore che non giudica ma garantisce il rispetto delle diversità e delle idee
Le caratteristiche di una didattica metacognitiva
L’insegnamento metacognitivo efficace presenta tre caratteristiche: ESPLICITAZIONE, AUTOMATIZZAZIONE E INTERAZIONE.
La didattica metacognitiva richiede che i processi di apprendimento sottostanti all’esecuzione di un compito siano resi espliciti
da parte dell’insegnante con delucidazioni approfondite. L’insegnamento metacognitivo non può essere confinato in un numero
limitato di lezioni ma è un atteggiamento costante nel corso dell’anno come un addestramento continuo e motivante all’uso di
strategie. Un secondo aspetto è l’esigenza di automatizzare le strategie, attraverso esercitazioni estensive e prolungate
Un terzo aspetto riguarda la caratteristica interattiva dell’insegnamento strategico che si manifesta nella discussione e nello
scambio costante di esperienze tra insegnanti e alunni e tra alunni per promuovere l’insegnamento reciproco e cooperativo.
I quattro livelli della didattica metacognitiva: L’insegnante che opera in maniera metacognitiva interviene su 4 livelli diversi:
1): conoscenze sul funzionamento cognitivo in generale: Spiegazione su come funzionano i processi cognitivi quali attenzione,
memoria, percezione, etc. In particolare: Qual è la funzionalità “tipica” e quali sono i fattori che influiscono sul processo? Es. in
quali situazioni si riesce a stare più attenti? Quali sono i limiti del processo? Es. quante informazioni può contenere la
memoria?
Come si può influenzare attivamente, cioè con strategie, il processo? Es. come si aiuta la memoria ad essere più efficace?
2): autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo: Rendersi conto dei propri punti di forza e debolezza a livello
cognitivo, attraverso introspezione e autoanalisi, ma anche scambio con altri. Rendersi conto di quali sono i fattori che, nel caso
del particolare studente, influenzano i propri processi cognitivi. Es. rendersi conto che si è particolarmente vulnerabili alla
presenza di rumori nella stanza, o che leggere più volte un testo senza ripeterlo non favorisce la mia memorizzazione
3): Uso di strategie di autoregolazione cognitiva: Autoregolare un proprio processo cognitivo implica:
a. Fissare un obiettivo di funzionalità ottimale, da perseguire Es. voglio memorizzare una lista di 15 nomi, e voglio farlo in pochi
minuti
b. Darsi delle istruzioni e aiuti per svolgere le operazioni tipiche del processo. Es. so che devo memorizzare “nella memoria a
lungo termine”, più capiente. Tra le strategie che conosco c’è quella dell’associare i nomi a conoscenze pregresse. Quindi decido
per la strategia di associare i nomi della lista a persone che già conosco, partendo da ex compagni di classe.
c. Osservare il funzionamento del processo Es. provo a valutare se questa strategia mi aiuta con i primi 5 nomi, poi i primi 10, e
via così
d. Valutare i risultati prodotti in relazione agli obiettivi Es. ho memorizzato i 15 nomi con questa strategia, se non ha funzionato
torno alla fase 1 e 2.
e. Valutare come positivo o negativo il processo così come è stato utilizzato, e pensare ad alternative se non si sono raggiunti gli
obiettivi
→ A volte lo studente usa buone strategie, ma non lo fa in modo deliberato e consapevole!
→ Per usarle in modo flessibile è importante che diventino consapevoli.
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4): Mediazioni cognitivo-motivazionali-emotive: Consapevolezza dell’interazione tra processi cognitivi, emotivi e motivazionali →
approccio sociocostruttivista
Lettura e metacognizione Comprendere quello che si legge è fondamentale ai fini dell’apprendimento quindi una difficoltà
limitata all’ambito della lettura diventa nel corso dell’iter scolastico una difficoltà di apprendimento generalizzata.
La comprensione è il primo e necessario atto di conoscenza. Il punto di partenza per la comprensione è che lo scopo della lettura
è capire quello che si sta leggendo. I lettori più giovani e quelli con più difficoltà non sono sempre consci di leggere per
comprendere il significato del testo e per integrare le nuove informazioni con quelle che già possiedono ma per loro la lettura è
un atto passivo di traduzione di simboli (grafemi) in suoni (fonemi). Il lettore maturo, invece, deve essere in possesso di una
serie di conoscenze metacognitive:
1. Gli scopi della lettura: è il requisito di base per attivare una lettura significativa
2. Le strategie per poter comprendere bene il testo: la lettura analitica, la scorsa rapida, la rilettura, la lettura selettiva).
3. Le caratteristiche dei diversi tipi di testo: conoscenze generali sui diversi tipi di testo in modo da individuare il genere
letterario, utilizzare indizi come titolo, sottotitoli, sottolineature per arrivare a formulare un giudizio sulla complessità del brano.
Per raggiungere una lettura significativa non è necessario solo avere le conoscenze ma deve utilizzarle in modo opportuno e per
fare questo è necessario il controllo della lettura e la scelta delle strategie più idonee e quindi l’attività di programmazione e
verifica costante della comprensione.
Imparare a studiare La psicologia distingue tra apprendimento incidentale e apprendimento intenzionale. L’apprendimento
incidentale lo si ha quando si è esposti a determinate esperienze il cui scopo primario non è quello di generare un
apprendimento ma ci si ritrova ad avere imparato cose nuove mentre l’apprendimento intenzionale è quando ci si impegna a
imparare cose nuove che non si conoscono.
L’apprendimento incidentale è automotivante ma non è sufficiente perchè dipende da fattori casuali e non in grado di produrre
conoscenze puntuali e altamente organizzate mentre l’apprendimento intenzionale produce dei risultati più rapidi e solidi. La
scuola è quindi costretta a impegnare gli studenti in sforzi di apprendimento intenzionale più o meno intensi in parte con
l’attività svolta in classe e in parte con lo studio individuale a casa.
Le indagini su come insegnare un metodo di studio si possono raggruppare in 4 categorie:
1) Strategie di elaborazione dell’informazione: es. elaborazione profonda vs superficiale
2) Mnemotecniche: ricerche hanno esaminato l’effetto di tecniche mnemoniche che possono essere bagaglio naturale
dell’individuo o vengono apprese e utilizzate in specifici contesti
3) Strategie utilizzate tipicamente nell’attività scolastica: es. preparazione relazione scritta, prendere appunti, esposizione orale,
ascolto della lezione
4) Metodi strutturati di studio: riguardano soprattutto la lettura e la memorizzazion. Es. metodo PQ4R che prevede Preview,
Questions, Read, Reflect, Recite e Review
Sono presenti però tre limiti attribuibili a tutti i metodi di studio:
1. la scarsa propensione dei ragazzi a usare un metodo di studio che pure hanno appreso: anche studenti molto motivati
tendono a abbandonare queste tecniche e perdono le conoscenze acquisite durante il corso
2. il peso aggiuntivo che talvolta comporta il far riferimento a un metodo di studio: metodi troppo complicati o strutturati
possono diventare controproducenti se il ragazzo non ha abbastanza pratica
3. il pericolo dell’eccessiva rigidita’ che un metodo organizzato necessariamente comporta: un metodo di studio non è
abbastanza flessibile per adattarsi ai contesti specifici e ai materiali proposti
Metacognizione e metodo di studio L’uso della metacognizione nell’ambito del metodo di studio permette di:
-Favorire l’autoconsapevolezza del ragazzo sulle sue difficoltà (es. attentive) e punti di forza (es. buona memoria)
-Selezionare solo le informazioni realmente importanti, ad es. nell’attività di lettura
-Imparare a valutare in modo accurato le proprie abilità e p