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La sensazione e la eprcezion sono i processi psicologici che consentono a tutti gli
organismi di entrare in contatto. Sono tasselli fondamentali del processo di
comunicazione. Pagina 16 di 26
La sensazione – stimolazione a livello corticale di uno stimolo; non è condizionata
• da fattori cognitivi umani
Percezione —modi in cui l’informazione viene acquisita dal contesto attraverso gli
• organi di senso e viene trasformato in esperienze di oggetti, eventi, suoni, gusti.
Segue la sensazione ed è caratterizzata da costanza visiva, ovvero si
considerano gli oggetti sempre della stessa misura, coloro, forma (mondo
organizzato nella mente).
Gli esponenti della Gestalt studiarono la percezione visiva arrivando a dire che il
processo ha inizio con la percezione dell’insieme per passare successivamente alla
percezione delle singole parti. I Gestalisti elaborarono leggi specifiche per
descrivere l’organizzazione percettiva: legge di pregnanza, di vicinanza, di
somiglianza, di chiusura, di continuità, del destino comune, dell’esperienza
passata. Inoltre studiarono l’organizzazione figura-sfondo: elementi simili (figure)
contrastano con elementi dissimili (sfondo). Infine la legge della profondità è
importante, dipende dalla retina, si forma un modello complesso di variazioni di
intensità bidimensionale, tuttavia si percepiscono il mondo e gli oggetti
tridimensionalmente.
- Indici monoculari e binoculari di profondità (percepire il volume degli oggetti)
- monoculari - interposizione: oggetto vicino si sovrappone a quello lontano;
- monoculari - parallasse di movimento: se si è in movimento, gli oggetti vicini si
muovono di più
- monoculari altri - prospettiva lineare, opacità e mancanza di contrasto, texture
e gradiente tessutale e shading.
- binoculari - accomodazione: la curvatura di uno dei cristallini dell’occhio
cambia in base alla distanza dell’oggetto
- binoculari - convergenza: con oggetti vicini l’occhio ruota maggiormente
- binoculari - stereoscopia – guardando un oggetto, si ha una differenza tra la
percezione dell’occhio sinistro e destro
1.2 Il codice visivo
Esistono sia la comunicazione verbale che quella non verbale e a ciascuna si può
associare una componente vocale e non. Il codice visivo e uditivo possono essere
usati singolarmente o insieme, a seconda del contesto. Il canale visivo è quello
utilizzato per inviare e ricevere una comunicazione visiva: un messaggio scritto, un
gesto, un messaggio tramite immagini. A seconda del contenuto, della funzione e
del canale è necessario scegliere il codice più appropriato. Il codice visivo fa
cogliere gli stimoli non verbali e riesce a descrivere immediatamente i rapporti
spaziali fra diversi elementi (piantina chiesa). Secondo Antinucci, ci sono due parti
dell’apparato cognitivo umano: quella simbolico-ricostruttiva (analizza le parole
scritte, è lento) e percettivo motoria (analizza la comunicazione visiva, immediata).
Alcuni autori parlano di universalità del codice visivo, ovvero l’immediatezza di
comprensione dei messaggi visivi (es. uso di interfacce grafiche).
Per una comunicazione efficace non basta scegliere il canale giusto, bisogna
considerare anche la tecnologia e il contesto. Ciascuna comunicazione modella le
sue caratteristiche sulla base di relazioni fra diversi fattori quali la sua funzione, il
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contesto, il canale, i mezzi. Le differenze culturali e altri fattori rendono il codice
visivo un elemento di linguaggio non universalmente compreso.
Esiste un certo grado di condivisione universale del codice visivo dove i segni
mantengono una certa somiglianza; due non c’è stretta relazione tra significato e
segno, il significato viene costruito socialmente.
1.3 La rappresentazione delle conoscenze
La memoria e la conoscenza si intrecciano negli studi. Nella memoria, le definizioni
più note sono registro sensoriale, memoria a breve termine, memoria a lungo
termine. Tulving differenziò la memoria semantica (insieme di rappresentazioni
mentali a lungo termine) dalla memoria episodica (eventi con precise indicazioni)
La conoscenza semantica umana è organizzata per due modelli:
1) sistemi semantici indipendenti – modello del doppio codice di Paivio, la
memoria semantica è incanalata in due sistemi, verbale (stimoli linguistici) e
non verbale (non linguistici). Informazioni diverse vengono elaborate da
sistemi diversi.
2) Sistema semantico unico – tutte le informazioni vengono rappresentate allo
stesso modo, come una rete di nodi dove ogni nodo è un concetto e i
collegamenti tra essi sono le relazioni tra concetti. Sistema semantico unico
e amodale - i concetti sono rappresentati come nodi di una rete, sono le
unita della memoria semantica le cui informazioni sono codificate secondo
un “codice” amodale.
2. La funzione didattica della comunicazione visiva
2.1 Le immagini nei libri di testo
La comunicazione visiva è usata in ambito scolastico, dalla chiesa per istruire i
poveri, dagli scienziati per illustrare le scoperte, dai medici per rappresentare il
corpo umano. Comerio nella sua Didactica Magna si sofferma sull’importanza
didattica di libri di figure per i bambini. Diderot, D’Alembert e Condillac nella
redazione della Encyclopedie crearono le pagine con la descrizione e la
rappresentazione delle attività umane. Ad inizio 900, la funzione didattica delle
immagini diventa una scienza, ripresa poi negli anni ’70. Basta pensare in epoca
fascista che ci fu il tentativo di rinnovo dei libri scolastici, poi la creazione di un testo
unico di stato. Ancora oggi si studiano i loro utilizzi con cinema, fumetto, tv e
giornale.
2.3 La cinematografia scientifica
Anche la cinematografia scientifica (nata nel 1910) veniva usata come sussidio
educativo. Il cinema documentario poteva aderire verso la realtà oppure avere la
sua funzione cognitiva. Lo sguardo diretto verso la realtà per descriverla e per
spiegala senza mediazioni letterarie ha favorito lo sviluppo di un’idea del
documentario come cinema con proprie caratteristiche, soprattutto educative. Si è
sviluppato anche il cinema documentario, quello applicato al campo scientifico.
Il primo a introdurre l’immagine dinamica fu Muybridge, con le tavole di
cromofotografie che si susseguivano. Con la cinepresa si sono aperta nuove
prospettive alla documentazione scientifica, Comandon cercava di applicarla al
microscopio. Il film Neuropatologia di Camillo Negro della UNITO presentava una
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serie di casi clinici per educare i suoi studenti. Anche la registrazione di eventi
naturali ci porta ad una migliore comprensione di essi, quindi non solo educativo
ma anche osservazione della realtà.
2.3 Interattività e materiali didattici
A partire dalla stampa, radio, televisione, computer, Internet, qualsiasi medium
usato è stato valutato con ricerche sperimentali che ne hanno evidenziato pregi e
difetti, soprattuto nel campo educativo. Molto rilevante è l’interattività, il grado di
coinvolgimento.
Nei materiali didattici è molto utile avere unire esercizi pratici con letture, libri di
testo e metodi multimediali, in questo modo rimangono più in testa allo studente. I
primi strumenti creati erano le Learning machines di Skinner, lo studente doveva
scrivere le risposte che una macchina meccanica gli presentava prima di procedere
con la lettura dei nuovi contenuti scritti. Anche la Computer Assisted Learning da un
coinvolgimento attivo dello studente.
L’ipermedia è un abbinamento di una modalità multisensoriale di apprendimento,
che collega i contenuti da apprendere con l’esperienza concreta e personale, e una
modalità di esplorazione attiva del materiale. Multimedia invece integra tutti i codici
comunicativi diversi in un unico mezzo, allo scopo di arricchire le tipologie di
presentazione dei contenuti. Viene sottolineata l’importanza dei videogiochi e delle
presentazioni multimediali nell’apprendimento.
Capitolo 8 - Comunicazione e fumetti
Il fumetto ha poco più di 100 anni, nasce con la striscia di Yellow Kid di Outcault nel
1896 sul New York World. Anche in Italia il fumetto nasce come mezzo autonomo di
espressione attorno agli anni ’20-’30, con Jumbo e Intrepido, anche se erano già
presenti degli esempi di proto-fumetto. La prima avventura di Topolino fu pubblicata
nel 1930. Per la sua immediata popolarità, anche nelle fasce meno colte, è stata
sempre considerata fra le manifestazioni artistiche minori dato che risultava più
facile guardare delle immagini piuttosto che imparare a leggere. Solo negli anni ’60
e ’70 il fumetto è diventato Fumetto con importanti riconoscimenti. È necessario
però riconoscere che all’estero la posizione nei confronti del fumetto è sempre stata
critica, considerata “cheap, disposable kiddie fare”. Negli anni ’60 però, con il
Flower Power che promuoveva colori, profumi, e sostanza eccitanti insieme alla
pace, i fumetti venivano usati come comunicazione della controcultura
Underground.
1. Psicologia e fumetti: una storia controversa
Nel 1953 Wertham pubblica un testo sui danni psicologici provocati dai fumetti sui
bambini, sostenendo che le immagini fomentassero pigrizia e inerzia per la lettura,
diventando una minaccia all’alfabetizzazione. Erano anche stimolo per la violenza e
trasmetteva valori immorali. Nasce quindi un codice che bandisce le scene di
violenza, di sesso e alcune parole, e il cattivo alla fine va sempre punito. In Europa
ma anche Sud America o Giappone a volte la storia di un fumetto si legava ai tratti
psicologici dell’autore. Pagina 19 di 26
Eisner sottolinea l’analogia tra la lettura di un’illustrazione e di un testo. La lettura è
un evento complesso che decodifica un simbolo, integra e organizza
un’informazione. Per McCloud, la specificità del fumetto è nell’interdipendenza tra
immagine e testo per comunicare informazioni e suscitare reazioni emotive ed
estetiche. Un fattore importante è la sequenzialità nei fumetti, ma non tutti ce
l’hanno. Non tutti sono sequenziali ma alcuni possono adottare tecniche di
“montaggio della storia”. Nonostante le difficoltà di definire il fumetto va considerato
comunque una letteratura a tutti gli effetti, perché le immagini e i testi non impiegati
al pari di un linguaggio. Quando parliamo di linguaggio abbiamo due versanti:
quello di chi parla e di chi ascolta. In questo caso, autore e lettore. L’autore adotta
delle tecniche per costruire la pagina e parlare al lettore, che emette un
comportamento, legge, guidato dai segni, e senta la parola dell’autore nel