Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 25
Riassunto esame Psicologia delle comunicazioni, prof. Moderato, libro consigliato Interazioni umane. Manuale introduttivo alla psicologia Pag. 1 Riassunto esame Psicologia delle comunicazioni, prof. Moderato, libro consigliato Interazioni umane. Manuale introduttivo alla psicologia Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia delle comunicazioni, prof. Moderato, libro consigliato Interazioni umane. Manuale introduttivo alla psicologia Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia delle comunicazioni, prof. Moderato, libro consigliato Interazioni umane. Manuale introduttivo alla psicologia Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia delle comunicazioni, prof. Moderato, libro consigliato Interazioni umane. Manuale introduttivo alla psicologia Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia delle comunicazioni, prof. Moderato, libro consigliato Interazioni umane. Manuale introduttivo alla psicologia Pag. 21
1 su 25
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

In base invece alla del ricordo, si possono distinguere:

iconica:

Memoria dopo essere entrati in contatto con lo stimolo i nostri sensi continuano,

­ per un brevissimo tempo, a rappresentarlo, anche quando non è più attivo.

a breve termine:

Memoria capacità di ricordare le informazioni per pochi secondi dopo

­ averle acquisite (20/30 secondi massimi). Più le informazioni vengono ripetute, più aumenta

la possibilità di ricordarle (fenomeno del rehearshal).

a lungo termine:

Memoria non ha limiti quantitativi né di tempo. Tuttavia si osserva un

­ decadimento naturale della memoria nel corso del tempo (curva dell’oblio), e vi sono due

diverse teorie a proposito:

Teoria della traccia = la memoria decade autonomamente

 Teoria dell’interferenza = il ricordo è inibito da eventi successivi.

 contenuto

In base al si distinguono:

procedurale:

Memoria riguarda le operazioni motorie o i modi di fare le cose. Al suo

­ interno si distinguono due tipi di abilità:

discrete

Abilità = movimenti singoli e puntuali, più facili da dimenticare

 continue

Abilità = serie di movimenti più complessi che si fissano di più nella memoria.

 implicita:

Memoria riferita agli stati della coscienza

­ esplicita:

Memoria riferita a eventi che vengono autonomamente e consapevolmente

­ recuperati, perciò ricollegata alla →

autobiografica/episodica:

Memoria riferita a eventi personali che sono avvenuti in un

­ preciso spazio­tempo; sono influenzati dall’emotività.

semantica:

Memoria riferita a concetti e significati

­ Metamemoria: capacità di ragionare sulla propria memoria

­ lavoro:

Memoria di capacità di ricordare/dimenticare in breve tempo le informazioni

­ utili/inutili a svolgere un compito (per esempio il barista che si ricorda le ordinazioni finché

non le ha eseguite)

prospettica: Meacham e Leiman

Memoria individuata da nel 1975, è il ricordo di qualcosa

­ da svolgersi nel futuro (ricordarsi di ricordarsi di fare qualcosa). Il periodo che intercorre tra

intervallo

il “ricordarsi di ricordarsi” e il momento in cui l’azione è da svolgersi si chiama

di ritenzione. Dal momento che il “ricordarsi di ricordarsi” deve riemergere al momento

opportuno nel futuro, questo tipo di memoria è strettamente collegata alla memoria

retrospettiva. dell’emozione

Negli anni ’70 si ha lo sviluppo di teorie che includono anche i fattori e della

cognizione. Vengono individuati due principi:

Congruenza dell’umore

• = un ricordo viene più o meno fissato in base alla sua congruenza

con lo stato emotivo del momento. Ciò che è “fuori dalla norma” viene fissato più

facilmente.

Dipendenza dallo stato

• (MDM, Mood­dependent memory) = un ricordo viene recuperato

più facilmente se si prova di nuovo lo stesso stato emotivo.

Interazioni verbali e comunicazione.

6.

Il potere del linguaggio risiede nella sua capacità di influenzare il comportamento degli altri. Ha

funzione adattiva

una ed è indispensabile per la trasmissione della cultura di un gruppo, tramite

leggi, prescrizioni, massime. Il comportamento verbale nasce la lo sviluppo di una correlazione tra

natura sociale,

segno – referente – vocalizzazione (parola pronunciata) ed ha essenzialmente una in

quanto ha come scopo la mediazione con altre persone. Per quanto riguarda lo studio del linguaggio,

ci sono due differenti approcci:

Strutturalista = tutti gli uomini hanno la competenza linguistica, perciò la struttura

­ linguistica è universale e inoltre vi è una corrispondenza tra l’organizzazione linguistica e

quella cerebrale.

Funzionalista = la lingua dipende dal contesto sociale e dall’interazione con l’ambiente.

­

A prescindere dall’approccio scelto, è difficile parlare del linguaggio a causa della sua natura (non

si sa bene cosa sia, si tende a reificarlo per facilitarne la spiegazione), della sua vaghezza e

ambiguità; tuttavia ci sono 2 caratteristiche principali su cui tutti concordano:

• Ha come funzione la comunicazione

• È basato sull’uso di una simbologia arbitraria, che è un carattere distintivo dell’uomo.

Ma il linguaggio è una capacità (strutturalisti) o un comportamento (funzionalisti)?

Catania,

Secondo il linguaggio è un comportamento verbale contraddistinto da tre proprietà:

Controllo istituzionale = il linguaggio modifica il comportamento altrui

­ Classi equivalenti = esiste una simmetria tra lo stimolo verbale e quello non­verbale

­ Processi autoclitici = capacità di chi parla di discriminare il proprio comportamento.

­ l’aspetto interazionale,

Questa teoria predilige cioè il comportamento verbale non è tale se manca

la mediazione sociale. Al contrario, gli psicolinguisti sostengono che il comportamento verbale non

sempre ha intenzione comunicativa, e individuano 3 caratteristiche della comunicazione non

verbale:

Sistema di segnali condivisi

­ Codificatore del messaggio

­ Decodificatore del messaggio

­

Per quanto riguarda la nascita del linguaggio, ci sono diverse teorie:

Il linguaggio è nato tramite l’imitazione dei suoni naturali. A questa affermazione si obietta

­ in vari modi: come fa il linguaggio a essere così complesso? E perché i primati non parlano?

Forse i primati sono in grado di parlare in potenza, ma non hanno mai sviluppato il

linguaggio perché l’evoluzione non lo ha mai richiesto.

Il linguaggio non c’entra nulla con l’evoluzione: le strutture linguistiche sono geneticamente

­ Chomsky,

determinate nel cervello. Secondo il linguaggio si è formato all’aumentare delle

dimensioni del cervello.

Il linguaggio è nato con l’aumentare della capacità dell’uomo di fare gesti manuali

­ complessi o usare attrezzi, perché “libera” le mani dalla loro funzione comunicativa,

lasciandole libere di dedicarsi a altre operazioni.

Secondo i paleontologi, il linguaggio si è sviluppato grazie allo sviluppo dell’apparato

­ vocale. Qui però si entra in un paradosso: perché l’apparato vocale si è sviluppato, se non

Bickerton,

per dare voce al linguaggio? Quale dei due viene prima? Secondo l’uomo 1,5

milioni di anni fa parlava un proto­linguaggio; poi circa 40000 anni, a seguito di una

mutazione del cervello, si è sviluppato il linguaggio odierno.

Deacon

Secondo il linguaggio e il cervello si sono co­evoluti, influenzandosi a vicenda. In

­ seguito la selezione naturale ha favorito chi poteva comunicare in modo più complesso.

Jaynes,

Secondo lo psicologo Julian lo sviluppo del linguaggio ha portato all’emergere della

­ coscienza, permettendo cioè di discriminare gli stati interni e mettendo fine alle

“allucinazioni verbali”.

In ogni caso, lo sviluppo del linguaggio comporta uno sviluppo su tre livelli:

Sviluppo biologico della facoltà di parlare, a livello genetico = selezione filogenetica.

1) Sviluppo della struttura socio­culturale, a livello di comportamento = selezione ontogenetica

2) Trasmissione del comportamento verbale = selezione culturale

3)

Secondo Place, il linguaggio nasce grazie allo sviluppo di tre capacità:

Capacità di usare bastoni e pietre come armi

­ Capacità di imitare i comportamenti altrui

­ Capacità di comunicare con i gesti quello che si desidera.

­

Lo sviluppo di queste capacità ha permesso la specializzazione di alcune aree cerebrali; la capacità

di indicare gli oggetti in senso referenziale e la possibilità di sostituire simboli al referente ha

costituito un vantaggio evolutivo. N.B. In tutto questo è essenziale la contingenza sociale.

Lo sviluppo del linguaggio nel bambino

Analisi funzionale:

Il bambino è sin da subito inserito in un contesto sociale. Per cui il linguaggio si sviluppa seguendo

le seguenti fasi:

Il comportamento del bambino è continuamente rinforzato attraverso i rinforzi. Il bambino

1) comincia a distinguere tra segnali interessanti (cioè utili per ottenere qualcosa) e quelli privi

di significato. Con i primi vocalizzi tenta di conformarsi al comportamento vocale dei

genitori. Fisicamente si sviluppa la testa.

Fase di lallazione, in cui vengono prodotte le prima sillabe.

2) Fase del gesto simbolico, in cui le parole e i gesti vengono usati per riferirsi al proprio

3) ambiente.

Stadio olofrastico, in cui le parole emesse dal bambino devono essere interpretate e corrette

4) dal genitore in modo da favorirne la verbalizzazione.

Stadio telegrafico, in cui grazie a processi di estinzione e di rinforzo si sviluppa un

5) linguaggio più complesso e articolato. ↓

Fondamentale è l’interazione del bambino con il proprio ambiente.

Analisi strutturale:

→ innatisti

Gli di ispirazione chomskiana sostengono che l’ambiente non offra abbastanza stimoli per

lo sviluppo di una cosa complessa come il linguaggio. Lo sviluppo del linguaggio non può

cognitivismo

dipendere solo dall’interazione con l’ambiente. Perciò si inserisce il concetto di = la

mente umana è un insieme di strutture predefinite, tramite cui si percepisce il mondo esterno; è la

mente che causa il comportamento e il linguaggio è qualcosa che l’uomo padroneggia. Perciò le

strutture linguistiche sono già presenti nel bambino, che impara ad attivarle crescendo:

Ascolto di un suono in una data situazione

1) Ipotesi su quel suono

2) Verifica dell’ipotesi

3) Conferma/smentita dell’ipotesi

4)

L’ambiente interviene solo nel momento in cui rafforza/estingue i comportamenti verbali del

bambino, che diventano sempre più complessi. L’aumentare della complessità è possibile grazie alla

produttività del linguaggio, cioè alla sua capacità di formare combinazioni nuove in base ad

apprendimenti precedenti. Lo scopo della linguistica dovrebbe quindi essere, secondo Chomsky,

individuare i processi mentali che stanno alla base dei fenomeni linguistici (il linguaggio

internalizzato), e non perciò il linguaggio esternalizzato, quello che cataloga le regolarità sotto

forma di grammatica.

Gli psicolinguisti invece studiano la componente della mente relativa al linguaggio. Hanno quindi

elaborato:

Grammatica universale (GU) = teoria basata sul Language Acquisition Device (LAD),

­ secondo cui il linguaggio non viene “acquisito”, ma “a

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
25 pagine
24 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Suzy90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Moderato Paolo.