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LIVELLI DI FELICE TRISTE ARRABBIATO SPAVENTATO CONFUSO FORTE DEBOLE

INTENSITA’ Euforico Disperato Furioso Terrorizzato Sgomento Potente Impotente

Raggiante Depresso Fuori di sé Sconvolto Sconcertato Poderoso Oppresso

ALTO Pazzo di Distrutto Inviperito Angosciato Esterrefatto Vigoroso Svuotato

gioia

Allegro Addolorato Adirato Intimorito Intontito Energico Insicuro

MEDIO Su di giri Amareggiato Irritato Insicuro Disorientato Capace Vulnerabile

In forma Desolato Aggressivo Ansioso Allibito Determinato Indeciso

Lieto Giù di Scocciato Timoroso Perplesso Sicuro Incerto

morale

BASSO Soddisfatto Scoraggiato Seccato A disagio Dubbioso Ottimista Labile

Pago Avvilito Indispettito Teso Imbarazzato Solido Apatico

- Rispondere al significato: rispondere al sentimento e al contenuto delle espressioni usate

dall’helpee non è sufficiente. La nostra risposta deve essere arricchita combinando insieme

sentimento e contenuto. Possiamo dire che il contenuto viene espresso per dare significato al

sentimento, il contenuto dà un significato intellettuale alle esperienze, il sentimento dà loro un

significato emozionale. Rispondere al significato, sottolinea l’importanza di formulare risposte

intercambiabili di grado superiore, risposte che riescono a cogliere sia il sentimento che il

contenuto espresso dall’helpee.

- Cogliere sentimento e contenuto;

- Rispondere in modo intercambiabile: attraverso la formula “sei… (sentimento)

perché… (contenuto)” si riesce a cogliere sia sentimento che contenuto, ma

soprattutto si riesce a cogliere il significato che quest’esperienza ha per

l’helpee. “Sei triste perché lei è andata via”.

A volte l’helpee esprime nello stesso tempo più di un contenuto, e più di un

sentimento, è importante che l’helper sia attento a tutti i contenuti e a tutti i

sentimenti di maggiore rilevanza.

Possiamo misurare l’accuratezza delle nostre risposte partendo dal feedback che riceviamo dall’helpee. Se,

dopo la nostra risposta, l’helpee continua ad esplorare, significa che siamo stati accurati nella

comprensione e nella comunicazione di ciò che ha espresso.

Possiamo misurare l’effetto delle nostre risposte:

Alta capacità di risposta Risposta accurata e intercambiabile al significato (sentimento e contenuto)

Media capacità di risposta Risposta accurata e intercambiabile al sentimento

Bassa capacità di risposta Risposta accurata e intercambiabile al contenuto

LIVELLI DI AIUTO

5.0

4.5

4.0

3.5

3.0 Risponde al significato

2.5 Risponde al sentimento

2.0 Risponde al contenuto

1.5 Presta attenzione alla persona

1.0 Non attento

Personalizzare – Facilitare la comprensione

Personalizzare è la dimensione critica di ogni cambiamento o progresso umano. È un processo

fondamentale perché sottolinea l’importanza di interiorizzare la responsabilità che le persone hanno

rispetto alla soluzione dei problemi. Richiede di superare il livello della base intercambiabile per andare al

di là di quanto già espresso dall’helpee. Quando aggiungiamo qualcosa con delicatezza, alle espressioni

dell’helpee, facilitiamo la sua comprensione di dove si trova, e questo è un presupposto indispensabile per

comprendere poi dove desidera o dove dovrebbe essere.

- Base intercambiabile: dopo aver dato una serie di risposte che racchiudono fedelmente il

sentimento e il significato espresso dall’helpee, l’helper ha stabilito una base intercambiabile di

comunicazione. Può essere conveniente porre alcune domande per colmare dei buchi, ma

queste dovranno essere inserite in mezzo a due risposte intercambiabili. Nel corso della

costruzione di una base intercambiabile di comunicazione, lo stesso helpee ci informa,

attraverso il suo comportamento, della sua disponibilità a passare ai livelli successivi di aiuto,

mantenendo un comportamento di autoesplorazione e rispondendo con accuratezza alle sue

stesse impressioni.

- Personalizzare il significato: è il primo passo per condurre l’helpee a comprendere dove si

trova in rapporto a dove desidera o dovrebbe essere. L’helper personalizza il significato quando

riferisce il significato delle sue esperienze dirette all’helpee, ponendo l’attenzione sul perché

tali esperienze sono così significative per lui., per fare ciò si deve rispondere alla domanda:

“Quali conseguenze ha questa situazione sull’helpee?”. Per personalizzare il significato è

opportuno:

- Individuare i temi ricorrenti: le risposte personalizzate devo essere formulate tenendo

sempre presente lo schema di riferimento dell’helpee, basandosi quindi sulle esperienze

che l’helpee ha del mondo. Questo è possibile cercando di individuare quelle che sono le

tematiche ricorrenti nelle espressioni dell’helpee, che rivelano ciò che l’helpee dice a se

stesso. “Ti senti … perché… “

- Interiorizzare le esperienze: le tematiche ricorrenti possono poi essere personalizzate

interiorizzando le esperienze dell’helpee. Spesso l’helpee parla di terze persone sulle

quali non è possibile agire direttamente, concentrandosi sugli altri, esso pone le sue

esperienze al di fuori di sé. Concentrandosi su di sé invece può interiorizzare le

esperienze. La formula è la seguente: “Ti senti … perché tu… “

- Personalizzare le implicazioni: l’elemento chiave, nel personalizzare il significato, è il

fatto di considerare quali sono le implicazioni personali per l’helpee da ciò che sta

riferendo. Considerare, quindi le conseguenze che le esperienze vissute dall’helpee

hanno su se stesso. “Che impatto hanno avuto queste esperienze sull’helpee?” “Ti senti

… perché tu …”

- Personalizzare i sentimenti rispetto al significato: man mano che il colloquio procede

l’helper avrà modo di notare che i sentimenti dell’helpee cambiano.

- Personalizzare i problemi: rappresenta il passo più critico tra quelli che portano all’azione. È dai

nostri problemi che derivano i nostri obiettivi. L’helper personalizza i problemi quando aiuta

l’helpee a comprendere quali sono le cose che non riesce a fare e che sono alla base della sua

difficile esperienza, e gli chiede di assumersi in prima persona la responsabilità della sua vita e

di guardare al ruolo di se stesso come causa dei suoi problemi. È necessario rispondere alla

domanda personalizzante: “Cosa c’è nell’helpee che contribuisce ai suoi problemi?”

- Concettualizzare i deficit: l’helper si pone la seguente domanda: “Quale mancanza è

alla base del problema? Formula: “Ti senti … perché ti è mancata …”

- Interiorizzare i deficit: ora bisogna responsabilizzare l’helpee rispetto al ruolo che ha nei

suoi deficit: “Ti senti … perché tu non riesci a… “

- Concretizzare i deficit: riuscendo ad esprimere ciò di cui la persona ha bisogno o difetta,

senza astrazioni. Nel concretizzare il deficit si risponde alla domanda: “Come possiamo

osservare o misurare il deficit?” la formula rimane sempre: “Ti senti … perché non riesci

a…”

- Personalizzare i sentimenti rispetto al deficit: sottolinea l’importanza di rispondere a

come l’helpee si sente con se stesso, dopo aver compreso il suo ruolo diretto rispetto al

deficit. Quando l’helpee interiorizza un deficit spesso cambia il suo vissuto e i

sentimenti che prova nei propri confronti. Ad esempio, sentimenti di dolore, fastidio,

debolezza o vulnerabilità potrebbero trasformarsi in sentimenti di delusione e sfiducia

in se stessi, poiché l’helpee non sa ancora quali siano le risposte per riuscire a gestire le

sue situazioni di vita.

- Il confronto rispetto al deficit: è possibile accelerare la personalizzazione dei problemi

attraverso la tecnica del confronto. I confronti possono assumere forme diverse. E’

possibile mettere l’helpee a confronto con comportamenti che sono in contrasto con

quanto egli afferma verbalmente, a volte emergono delle contraddizioni tra come

l’helpee dice di sentirsi e come in effetti appare; possono esserci del discrepanze tra

come l’helpee è in realtà e come vorrebbe essere; oppure possono esserci delle

contraddizioni tra l’insight e l’azione. Nel fare tali confronti, è meglio non esplicitarli in

maniera esasperata, utilizzando la formula seguente: “Da una parte tu dici (ti senti o ti

comporti) …, mentre dall’altra dici…”

Il confronto può essere efficace, ma non è indispensabile, in ogni caso nelle mani di un

helper efficace, può essere un utile strumento per riattivare un’ulteriore esplorazione e

comprensione.

- Personalizzare gli obiettivi: se abbiamo personalizzato efficacemente il problema, sarà più

facile personalizzare gli obiettivi, questa operazione richiede di mettere a fuoco dove l’helpee

desidera arrivare in rapporto a dove si trova. Il modo più semplice per fare ciò è individuare i

comportamenti che sono all’opposto del problema, poiché l’obiettivo è il rovescio del

problema. Personalizzare gli obiettivi richiede:

- Concettualizzare le risorse: per mettere a fuoco le risorse desiderate possiamo ribaltare

il problema rispondendo a questa domanda: “Cosa può contribuire a risolvere il

problema?” Il comportamento da raggiungere è l’opposto del comportamento-

problema. E’ possibile usare la formula: “Ti senti … perché vorresti … ma non ci riesci”

- Interiorizzare le risorse: a volte è molto difficile per l’helpee riuscire a interiorizzare le

risorse desiderate, capiscono perfettamente dal punto di vista razionale cosa andrebbe

fatto, ma è incapace di sentire se stesso in sintonia con queste risorse. In questa

situazione può essere necessario riciclare l’esplorazione e la comprensione per

attingere alle potenzialità dell’helpee, affinché impari a sviluppare queste risorse,

attraverso un’ampia base di risposte intercambiabili che esplorino la capacità di

interiorizzare queste potenziali risorse.

- Concretizzare le risorse: quando concretizziamo le risorse facciamo in modo che gli

obiettivi diventino realizzabili, individuando quindi le risorse specifiche per raggiungere

gli obiettivi.

- Personalizzare i sentimenti (rispetto alle risorse): in genere come ai problemi di solito si

accompagnano sentimenti negativi, i sentimenti positivi di solito si accompagnano

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Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
32 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FUTHURA di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e della formazione in una prospettiva europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Pallini Susanna.