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METODO III
Sentimenti di rispetto
insegnante studente
Comunicazione nei due sensi
Soluzione accettabile
per entrambi
In questo diagramma i due cerchi, rappresentanti lo studente e l’insegnante, sono di uguale grandezza
perché non c’è differenza di potere. Nessuno è al di sopra dell’altro e ciascuno comunica ciò che prova, ciò
che pensa (le proprie esigenze, i propri sentimenti).
Proprio perché entrambi hanno potere, il potere diviene invisibile e irrilevante, l’insegnante si rifiuta di
ricorrere al potere e lo studente in risposta non ha bisogno di esercitare un potere uguale o contrario, nel
metodo III il potere non ha ragione di esistere, le necessità di entrambe le parti vengono rispettate affinché
sorga un sentimento di reciproco rispetto.
I requisiti fondamentali per il metodo III
Per poter applicare il metodo III è necessario che gli insegnanti abbiano già acquisito una certa esperienza
con l’ascolto attivo, poiché solo con questa tecnica possono incoraggiare gli studenti a parlare delle proprie
esigenze.
Gli insegnanti devono anche saper comunicare le proprie esigenze utilizzando messaggi in prima persona.
E’ inoltre utile che l’insegnante comunichi l’intenzione di utilizzare questo metodo alternativo, spiegando in
cosa consiste, questo è ciò che dovrebbe essere comunicato agli studenti:
“Non ho intenzione di esercitare il mio potere su di voi, ma non ho neanche intenzione di lasciare che siate
voi ad esercitare il vostro potere su di me. Voglio rispettare le vostre esigenze ma voglio allo stesso tempo
che anche voi rispettiate le mie. Proviamo un metodo che potrà aiutarci a trovare una soluzione che possa
rispettare le esigenze di entrambi. La soluzione che adotteremo ci permetterà di vincere entrambi e di
ottenere quello che vogliamo.”
Il metodo III un processo in 6 fasi
Il metodo III è l’unica applicazione del processo di risoluzione in 6 fasi proposto dal pedagogo Dewey, un
metodo scientifico che un individuo applica per affrontare i problemi della vita, nel metodo III tale
applicazione del metodo scientifico riguarda la risoluzione del problema dei conflitti tra individui o gruppi.
Esso prevede 6 fasi successive e distinte:
1. Individuare il problema
2. Proporre le possibili soluzioni
3. Valutare le varie soluzioni
4. Individuare la soluzione migliore
5. Stabilire in che modo attuare la soluzione prescelta
6. Accertarsi che la soluzione prescelta abbia effettivamente risolto il problema
Prima fase: individuare il problema
La prima fase è piuttosto critica. Suggerimenti per determinare il problema o individuare il conflitto:
- Prima di avviare il processo è necessario che gli studenti capiscano che il metodo III non è un trucco
per raggirarli, quindi è opportuno dare spiegazioni accurate relative al metodo IIII.
- Coinvolgere nel processo soltanto gli studenti che hanno effettivamente a che fare con il conflitto
- Gli studenti devono partecipare al metodo III spontaneamente, non si possono forzare a
comportarsi democraticamente.
- Assicurarsi che ci sia abbastanza tempo per completare almeno una fase del processo, anche se
sarebbe meglio completarlo tutto in una sola seduta, laddove non è possibile si può interrompere
alla fine di ciascuna fase e riprenderlo successivamente
- L’insegnante deve esprimere chiaramente le proprie esigenze e i propri stati d’animo in prima
persona
- L’insegnante non deve drammatizzare sui propri sentimenti, i messaggi in prima persona devono
essere precisi e mirati
- L’insegnante deve esprimere il problema, le sue esigenze, non la soluzione che desidera, quindi non
esprimendo ciò che si vuole (voglio silenzio), ma affermare stati d’animo o difficoltà (ho mal di
testa, non mi piace ripetere le spiegazioni, non riesco ad ascoltare questo gruppo con cui sto
lavorando).
- L’insegnante deve utilizzare l’ascolto attivo per aiutare gli studenti ad esprimere le proprie
esigenze, non si deve passare alla fase 2 finché tutte le esigenze non siano state espresse. (qualora
fossero molte, si possono trascrivere sulla lavagna)
- L’insegnante deve evitare di utilizzare il metodo III per un conflitto precedentemente risolto con il
metodo I, in questo caso è meglio discutere apertamente dell’intera questione dei regolamenti
interni della classe annullando le decisioni prese in precedenza con il metodo I senza la
partecipazione degli studenti
- Non si deve introdurre il metodo III per la prima volta sollevando problemi che infastidiscono solo
l’insegnante, sarebbe meglio che esordisse con frasi tipo:”che problemi abbiamo?” “Cosa si può
cambiare per lavorare meglio?”
Seconda fase: proporre le possibili soluzioni
Dopo aver accuratamente individuato il problema, sia gli insegnanti che gli studenti possono proporre
delle soluzioni:
- Non si deve fare alcuna valutazione delle soluzioni proposte, altrimenti si limita la spontaneità
- L’insegnante deve sollecitare la partecipazione utilizzando espressioni facilitanti (Quali possono
essere le possibili soluzioni?), deve accettare tutte le idee anche le più bizzarre.
- Trascrivere o registrare ogni possibile soluzione
- L’insegnante non deve chiedere allo studente di giustificare o documentare le sue idee
- L’insegnante deve incoraggiare ciascuno studente a esprimere la sua idea
Terza fase: valutare le varie soluzioni
- Il processo di valutazione va avviato utilizzando la tecnica delle espressioni facilitanti (Quali
soluzioni vi piacciono? Avete preferenze?)
- Cancellare le soluzioni che ricevono valutazioni negative anche da una sola persona
- L’insegnante non deve esitare ad affermare le sue opinioni e preferenze al riguardo, utilizzando
sempre messaggi in prima persona
- In questa fase di documentazione e analisi l’insegnante deve incoraggiare gli studenti a difendere le
proprie proposte e dare il tempo ad ognuno di dire la sua
Quarta fase: individuare la soluzione migliore
In alcuni casi, in seguito alle prime tre fasi, la soluzione migliore può emergere da sola, e si può saltare
la fase 4, se invece rimangano molte soluzioni valide:
- Non si deve fare una votazione, essa produce sempre vincenti e perdenti e i perdenti non saranno
motivati ad attuare la soluzione decisa; si può invece attuare una pseudo votazione con dei
movimenti stabiliti per comprendere l’orientamento generale anche su quelle soluzioni che
suscitano indecisione
- Verificare le soluzioni proposte invitando gli studenti ad immaginarne le conseguenze
- Bisogna cercare di ottenere sempre il maggior consenso, per capire quando il consenso è generale
si possono utilizzare sempre espressioni facilitanti (Mi sembra tutti siamo d’accordo sul numero 3.
C’è qualcuno che non è d’accordo?)
- Scrivere le soluzioni concordate, alcuni insegnanti chiedono anche di firmare le dichiarazioni come
se fosse un contratto, laddove si scorge esitazione nel firmare da parte di uno studente, si può
individuare una celata mancanza di consenso.
Quinta fase: stabilire in che modo attuare la soluzione prescelta
E’ importante definire e mettere per iscritto le decisioni prese, chi se ne assume l’impegno, cosa deve
fare e quando.
Sesta fase: accertarsi che la soluzione prescelta abbia effettivamente risolto il problema
Questa fase serve a controllare l’efficacia del metodo, si possono utilizzare domande come:”Il problema
è effettivamente risolto?” “Siamo soddisfatti di ciò che abbiamo deciso?”
Il criterio più ovvio per controllare l’efficacia delle soluzioni trovate è la scomparsa del conflitto.
- Bisogna controllare le opinioni degli studenti sugli incarichi assunti nell’entusiasmo della risoluzione
del problema che possono rivelarsi poi molto più complessi da applicare rispetto a ciò che si era
pensato all’inizio
- Se una soluzione fallisce bisogna annullarla e trovarne un’altra senza andare incontro alla
frustrazione
CAP. 9 Ulteriori funzioni e applicazioni del Metodo III nella scuola
L’obiettivo principale dell’applicazione del metodo III consiste nell’educare le persone a risolvere i conflitti
in maniera costruttiva, in modo che ciascuno possa soddisfare le proprie esigenze e sviluppare pienamente
le proprie capacità.
Le funzioni del metodo III si possono applicare in vari tipi di rapporti:
- Nei conflitti relativi all’area di insegnamento – apprendimento: i conflitti non derivano solo dal
comportamento del negativo dello studente, anzi nella maggior parte dei casi derivano dal
rapporto insegnante – studente instaurato nell’area di insegnamento – apprendimento, poiché
questa è l’area in cui gli insegnanti sono più portati ad assumere un atteggiamento autoritario,
considerando gli obiettivi come una prerogativa, piuttosto che un rapporto di aperta collaborazione
con gli studenti. Adottando il metodo III lo studente è portato a cambiare atteggiamento e ad
essere maggiormente collaborativo;
- Nei conflitti tra studenti, che hanno degli effetti terribili sulla classe in termini di distrazione
dell’intero gruppo. In questo caso l’insegnante ha la funzione di facilitatore dell’applicazione del
metodo III, offrendo dei modelli migliori per i rapporti interpersonali degli studenti.
- Per stabilire regole e norme di comportamento in classe: le regole sono fondamentali per dare la
certezza agli studenti dei comportamenti che si possono ritenere accettabili e di quelli inaccettabili,
nelle maggior parte dei casi però queste regole sono state stabilite dagli adulti.
I conflitti tra insegnanti e studenti si verificano principalmente con queste 3 condizioni:
quando non ci sono regole o norme di comportamento chiare
quando tali regole non sono dichiarate apertamente e quindi difficili da capire o interpretare
quando le regole sono state imposte dall’autorità degli adulti senza la partecipazione degli studenti
Stabilire regole e norme di comportamento tramite assemblee di classe
Quando le regole sono stabilite esclusivamente dall’insegnante, gli studenti tendono ad infrangere tali
regole. Per ovviare a questa situazione frustrante, con l’applicazione del metodo III si possono coinvolgere
sia studenti che insegnanti per la definizione delle regole attraverso le Assemblee di classe per stabilire le
regole.
In primo luogo non si corrono rischi di definizione di regole assurde, poiché le decisioni devono essere
prese all’unanimità e l’insegnante è un membro del gruppo. È bene far capire agli studenti che questa
assemblea serve a stabilire delle regole per la classe che possano soddisfare tutti.
Si fa un elenco delle situazioni o attivit&agra