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LE IMMAGINI DELLA MENTE

Sono state introdotte espressamente x contrastare il modo classico di rappresentare

la conoscenza all’int del paradigma che vede l’uomo come un sistema x

l’elaborazione di info + il modello tradizionale non prevedeva ≠ nel modo di

rappresentare dati di qualità linguistica, olfattiva).

Shepard E il 1° a contrastare questo approccio proposizionale della conoscenza (sempre gli stessi

simboli x rappresentare mentalmente info provenienti da canali ≠); nel 70 inizia a

diffondere l’idea che gli esseri umani sono capaci di formare immagini mentali di ogg e

confrontarle ruotando mentalmente le immagini simili

Paivio Dimostra che le immagini sono in grado di facilitare le prestazioni della memoria

presentando concreti vantaggi rispetto a una rappresentazione solo proposizionale di ricordi

(le parole immagazzinate con doppio registro – verbale/immagine – sono meglio

memorizzabili rispetto a quelle solo verbalmente)

Kosslyn Dà alle immagini mentali piena dignità tecnica x rappresentare la conoscenza non

riconducibile a nessuna altra modalità: non sono letteralmente fig. nella testa ma

rappresentazioni mentali che permettono l’esperienza di vedere qualcosa anche in assenza

dei corrispondenti stimoli visivi. L’origine delle IM è essenzialmente percettiva ma non sono

legate alla presenza effettiva di un correlato ext

Pylyshyn Oppositore delle IM e sostenitore della tesi proposizionale x cui la rappresentazione

corrispondente a un’immagine corrisponde + a una descrizione verbale

L’elemento decisivo dell’affermarsi delle IM come modo indipendente di elaborare

le info è stato il provare che gli ogg visualizzati mentalmente conservano le

proprietà degli ogg reali; è possibile simulare ciò che avverrebbe in una situazione

reale; immaginando ciò che accadrebbe in realtà la persona può risparmiare risorse

fisiche/cognitive senza bisogno di un’esperienza diretta- l’IM è una metafora che

non vuole implicare che ci siano letteralmente fotogrammi adisposizione di un

osservatore situato nella nostra testa: l’info che gli esseri umani utilizzano è

strutturata in modo tale da dare l’impressione soggettiva che ci sia un effettivo

stimolo visivo davanti agli occhi.

C.1 UN FANTASMA NEL CERVELLO

La produzione di IM è un fenomeno che quasi tutti incontriamo ripetutamente ogni

giorno: intervengono in tutto un repertorio di attività mentali (soluzioni problemi,

memorizzazione, sogni a occhi aperti). Le IM non sono come fotografie

intracraniche, gli ogg rappresentati possono essere 3D e non sono fissi, si possono

ispezionare a distanza o dall’int.

Storia dello studio scientifico delle IM: interesse principale di quasi tutti gli studiosi

è stato sapere come funzionano pensiero e memoria (che forma assumono i pensieri

quando sono manipolati e immagazzinati in mente); deve avvenire una traduzione

fra percezione/pensiero. La > dei filosofi supponeva che le rappresentazioni

mentali degli ogg fossero immagini o significati verbali; gli ogg possono essere

immagazzinati come IM o come descrizione verbale. Molti filosofi hanno trovato

suggestiva l’idea che i concetti fossero verbali, xò il difetto delle parole è che non

sono innate, bisogna impararle; gli uomini devono imparare i significati dei suoni

attribuiti dalla cultura. Non si spiega come fanno gli uomini a immagazzinare il

significato delle prime parole, deve essere qualcos’altro registrato inizialmente nella

memoria da poter usare x apprendere il significato delle prime parole: entrano in

gioco le IM che scaturiscono dalla percezione e non richiedono un abbinamento

arbitrario alle cose che rappresentano.

Berkeley

18° sec evidenzia xò come sia difficile usare un’immagine x

immagazzinare il concetto di una classe di ogg (ne immaginiamo 1 particolare,

Wundt

invece la classe include caratteri generali). (1879): compito della psicologia

è identificare le sensazioni elementari che costituiscono l’esperienza, ma adotta il

Watson

metodo dell’introspezione. Tra gli oppositori , x cui la produzione di IM è

una finzione, sono una forma di pensiero subvocale con cui il sogg traduce in

parole le esperienze passate, non c’è+ modo di verificare oggettivamente.

Chomsky : il linguaggio è il prodotto di un’abilità creativa generato in obbedienza a

un sistema di regole (il bambino apprende le regole che governano una lingua).

C.3 HOMUNCULUS ADDIO

Anni 40-50 la questione delle IM prende una nuova forma: interesse x come

funzionano le operazioni della mente. Con la moderna tecnologia e sviluppo

dell’elaboratore digitale si offre un nuovo modo di formulare le domande sugli

eventi psichici. Il calcolatore somma, moltiplica e manipola simboli.

Neumann progetta il 1° calcolatore moderno; ha dato spunto x capire come possano

esistere eventi mentali nel cervello; a liv fisico si può descrivere il suo

funzionamento in termini di elettronica, a liv funzionale lo si può descrivere nel

termini dell’uso che fa di lettere, cifre. Lo stesso x il cervello umano: lo si può

descrivere sul piano fisico in termini di processi elettrochimici, ma a liv funzionale

si può illustrare come immagazzina e elabora info.

Le IM possono essere rese con la metafora di visualizzazioni sullo schermo di

computer; anche il pc può generare immagini su uno schermo sulla base di info che

non ha carattere figurativo (i dati contenuti in memoria sotto forma di simboli

emergono sul monitor in forma grafica); le IM non sono riproduzioni di ogg, fissate

una volta x tutte, xchè non si spiegherebbe la capacità della mente umana di

ruotare gli ogg raffigurati mentalmente in posizioni nuove, aggiungervi dettagli e

modificarli a piacere.

Problema: chi osserva lo schermo? Non necessariamente ciò che funziona come una

raffigurazione visiva deve anche essere tale. Il sistema nervoso umano è formato da

cellule specializzate (neuroni), l’info si trasmette quando una serie di neuroni si

attivano e disattivano in sequenza; ogni neurone è collegato a molti altri e un

impulso elettrochimico risale la catena fino all’area cerebrale interessata o la

discende dal cervello a ghiandola/muscolo. Ha un n. impressionante di aree e vie

specializzate: un insieme di neuroni cerebrali (o sequenze di attivazione che

interessano certi complessi di cellule) stanno in luogo di varie porzioni di un ogg e

altri neuroni collegano queste rappresentazioni in modo da darci l’info necessarie x

riconoscere un’immagine. Le cellule nervose possono funzionare come se

formassero qualcosa di simile a uno schermo televisivo senza esserlo davvero.

L’occhio che scruta le IM è paragonabile ai processi che permettono al calcolatore

d’interpretare configurazioni visive; quando immagazzina un’info grafica il

computer la traduce in una serie di punti collocando ciascuno in una casella di una

matrice originaria; l’occhio della mente consiste in un complesso di test x

verificare/interpretare l’info contenuta in una matrice.

≠ cervello/PC: il cervello elabora molte cose in varie sedi e l’info non è

immagazzinata in un solo luogo ma distribuita in vari punti del cervello; il PC non

ha alcuna esperienza soggettiva dei suoi contenuti.

A caccia delle IM

Nell’ottica della scienza cognitiva un’immagine è una rappresentazione mentale che

dà luogo all’esperienza di vedere qualcosa in assenza di stimoli ottici appropriati;

fenomeno che comporta sia una rappresentazione che un’esperienza cosciente; la

nostra attenzione è concentrata sugli ogg rappresentati, compito della scienza

cognitiva è scoprire che cosa succede nella nostra mente quando soggettivamente

abbiamo l’esperienza di eseguire ≠ operazioni sugli ogg rappresentati nelle nostre

IM, capire com’è registrata l’info nelle rappresentazioni alla base delle immagini

che, secondo la nostra esperienza soggettiva, abbiamo in mente e come sono

manipolate nel corso del pensiero.

Le IM hanno carattere di raffigurazione visuale, sono configurazioni di dati che

funzionano come se avessero proprietà spaziali. 3 spiegazioni figurali delle IM:

1. Alcuni filosofi hanno sostenuto che quando parliamo di IM non

necessariamente ci riferiamo a un’entità reale, si usa la parola immagine in

modo del tutto convenzionale xchè torna comoda nel discorso (opinione poco

plausibile xchè non corrisponde alla nostra esperienza; l’esperienza

soggettiva ci avverte che qualcosa sta succedendo nella mente)

2. Il fatto che le IM diano una impressione figurativa non garantisce affatto che

nella mente avvenga qualcosa di analogo; bisognerebbe intenderle piuttosto

come frasi (Pylyshyn); un’attività mentale di tipo linguistico può dar luogo a

impressioni soggettive ≠ a seconda che si riferisca a un’info visiva o astratta.

L’esperienza figurale delle IM è data unicamente dall’interpretazione che

diamo a un certo evento mentale (se un ricordo lo facciamo risalire a un’info

visiva lo si percepisce come raffigurazione) epifenomeno

3. Le IM sono implicate direttamente nel pensiero, sono un (un

segnale del lavoro che sta svolgendo la mente)

Dal 70 impegno x raccogliere dai a sostegno della teoria x cui lo stato psichico su

cui si fona l’IM ha carattere intrinsecamente figurativo. Parole e fig. possono

veicolare x gran parte la stessa in forma in modo ≠. La parola non ha alcuna

somiglianza col suo contenuto + il linguaggio deve essere appreso.

Rappresentazione proposizionale Rappresentazione figurativa

- I simboli non sono unità irriducibili

- È composta di simboli separati e distinti separate e distinte, si possono scomporre in

- Simboli disposti in base a un insieme di modo arbitrario

regole (grammatica) - Non esiste una grammatica delle fig.

- Non è ambigua - È concreta (forma, grandezza)

- È ambigua (≠ interpretazioni)

Caratteristiche distintive della rappresentazione figurativa:

- Può esistere solo in un mezzo che funzioni come spazio che può essere fisico

(carta) o funzionale (matrice nella memoria di un PC) = le IM devono agire

come fossero situate nello spazio

- Ogni parte di una raffigurazione corrisponde a una parte dell’ogg che

rappresenta: le distanze tra le parti di una rappresentazione figurativa

conservano le distanze relative tra le parti corrispondenti all’ogg

Come studiare le IM: filosofi e psicologi del 900 si sono affidati all’introspezione,

metodo poco utile, molte ≠ nei resoconti soggettivi. Le IM sono provate x cui non

c’è modo di sapere se tutti noi le osserviamo e interpretiamo in modo =.

Necessità di esternare l&r

Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ankh79 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'arco della vita e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Giani Gallino Tilde.