Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L’industria chimica nasce principalmente per fornire alle altre i prodotti essenziali per le loro attività.
Inizialmente, intorno al 1880, gli Stati Uniti subiscono la supremazia tedesca in una parte importante del
settore. Solo con la Prima Guerra Mondiale il governo statunitense riuscirà ad ottenere il controllo
requisendo i brevetti di produzione tedesca.
Un altro settore che si rivela fondamentale per lo sviluppo industriale americano è quello dell’automobile.
La complessità crescente del mondo dell’industria richiede un numero sempre maggiore di dirigenti con
compiti di pianificazione e sorveglianza del processo produttivo. Questa esigenza si traduce nella necessità
di un nuovo tipo d’istruzione che sappia coniugare la scienza e i suoi metodi con la tecnica e le sue
applicazioni. Verso la metà dell’Ottocento il diffondersi del pensiero positivista porta alla nascita di un
nuovo tipo di istruzione tecnica, strettamente legata ai problemi concreti della società e alla conseguente
applicazione delle scoperte scientifiche al mondo dell’industria. Negli anni ’80 viene fondato il MIT. La
formazione di istituti professionali permette alle aziende di disporre di una forza-lavoro intellettuale in
grado di applicare le conoscenze acquisite al mondo produttivo.
Il controllo e l’acquisto dei brevetti, l’assunzione e l’addestramento di personale tecnico e la diffusione di
una ricerca e di uno sviluppo industriale sistematici sono dunque i mezzi che permettono lo sviluppo
industriale su basi scientifiche.
La crescita dei mercati.
Il passaggio alla produzione di massa è determinato anche dalla rapida e vasta espansione dei mercati. È lo
sviluppo del commercio del cotone a rappresentare il primo passo dell’imponente processo di espansione
delle attività economiche statunitensi e del conseguente sviluppo delle imprese. L’espansione del
commercio del cotone determina la specializzazione del mercato e del settore finanziario.
A partire dal 1840 le trasformazioni del mondo produttivo, il miglioramento delle vie di comunicazione e
l’aumento della popolazione, mandano in crisi i commercianti tradizionali, privilegiando quelli in grado di
vendere prodotti anche al di fuori della propria zona di appartenenza a prezzi inferiori. Cominciano a
diffondersi nuove forme di vendita al dettaglio quali grandi magazzini, catene, vendite per corrispondenza e
l’aumento del volume delle transazioni determina la necessità di una produzione sempre più rapida e
standardizzata. Si assiste anche a una forte crescita del commercio con l’estero e degli scambi
internazionali. Tutto ciò stimola lo sviluppo di tecniche di produzione di massa che mettono la fabbrica
nella condizione di produrre in modo costante, standardizzato e per grandi partite. Tramite assorbimenti,
fusioni e acquisizioni si assiste alla nascita di grossi colossi industriali.
Intorno al 1870 il mercato degli Stati Uniti e dei paesi europei industrializzati attraversa un periodo di crisi
di ristagno economico. La diversa risposta che Stati Uniti ed Europa danno a questa temporanea crisi,
differenzierà il diverso tipo di sviluppo industriale che verrà perseguito. Inizialmente la reazione è simile: le
imprese stabiliscono tra loro degli accordi per controllare il mercato, creando federazioni (holdings), allo
scopo di limitare la concorrenza tra produttori. Ma negli Stati Uniti i piccoli imprenditori ingaggiano una
battaglia contro i big business. In questo modo il livello di concorrenza rimane alto, diventando un forte
stimolo verso la crescita e l’innovazione del mercato. In Europa, al contrario, gli accordi tra le aziende non
vengono sottoposti a restrizione da parte dei governi.
Gli immigrati.
Un altro fenomeno fondamentale per lo sviluppo dell’industria moderna è la notevole disponibilità di
manodopera a basso costo presente negli Stati Uniti. La nazione subisce inizialmente una prima e
significativa ondata di immigrazioni nel periodo delle colonizzazioni. Si tratta però di popolazioni
caratterizzate da gruppi europei istruiti. Il fenomeno migratorio della seconda metà dell’Ottocento è invece
caratterizzato dall’ingresso di perseguitati politici e religiosi e soprattutto poveri. Abbastanza giovani e poco
scolarizzati, questi diventano manodopera a basso costo per le nascenti industrie. La maggior parte degli
immigrati si inserisce nel settore industriale, dove contribuisce al passaggio alla produzione di massa e alla
sua diffusione. Gli americani avevano dalla loro parte un’enorme disponibilità di manodopera,
accompagnata dal culto di una rappresentazione di sé stessi e della loro avventura come self made man.
Infine, la grande disponibilità di materie prime, i vasti territori e una forte propensione all’innovazione e
alla sperimentazione hanno determinato le prime condizioni di un vantaggio competitivo che si è
progressivamente allargato nel tempo, consentendo il grande sviluppo industriale ed economico degli anni
successivi.
La situazione politico-sociale.
Durante e dopo la Guerra d’Indipendenza lo sforzo delle classi dirigenti americane è teso all’elaborazione di
una sistema di governo che realizzi il passaggio dalle originarie comunità, a stati indipendenti con un
proprio sistema giuridico e proprie istituzioni. Tra il 1776 e il 1780 tutti gli stati adottano una nuova
Costituzione. Il 12 giugno 1776 il Congresso nomina un comitato composto da tredici membri, affidandogli
l’incarico di elaborare un progetto per la futura Costituzione. La Costituzione federale viene approvata il 17
settembre del 1787. La caratteristica più importante è la divisione della sovranità tra i due livelli di governo,
quello dello stato e quello federale. Nel 1891 il primo Congresso adotta dieci emendamenti costituzionali,
noti come la Dichiarazione dei diritti, che sanciscono la divisione tra lo stato e la religione. Dopo la vittoria
nelle elezioni presidenziali da parte di Lincoln (1861), undici stati del sud proclamano la secessione e
formano una Confederazione indipendente, mentre gli altri rimangono fedeli all’Unione. La guerra si
conclude nel 1865 con la resa dell’esercito confederato. La fine del conflitto conduce alla ricostituzione
dell’Unione e all’abolizione della schiavitù su tutto il territorio americano.
Dopo il 1880 iniziano a essere approvate le prime leggi che vietano i trusts, le grandi concentrazioni di
potere economico che perseguono logiche monopolistiche e oligopoliste limitando lo sviluppo della
concorrenza.
I sindacati.
I primi passi verso la formazione di un movimento sindacale forte si registrano solo dopo il 1860, quando le
associazioni sindacali locali si riuniscono per dar vita a organizzazioni nazionali. Nel 1869 viene costituito il
Noble Order of the Knights of Labor. I Cavalieri del Lavoro aspirano a unire la massa della popolazione
americana su una base comune di resistenza ai monopoli. L’ordine è implicato in una drammatica vicenda
di terrorismo che porterà alla dissoluzione del movimento.
I sindacati nazionali di mestiere sono i maggiori protagonisti della storia americana. L’organismo più
importante è l’American Federation of Labor, che vanterà nel 1913 due milioni di iscritti. La nuova
organizzazione è definibile come una confederazione di sindacati, ciascuno dei quali conserva un’ampia
autonomia. Alla metà degli anni ’80 si rivendica la giornata lavorativa di 8 ore.
I lavoratori bianchi non accettano alcuna forma di associazione con la manodopera di colore e il
frazionamento etnico della forza lavoro immigrata rende estremamente complesso il formarsi di una
coscienza unitaria e omogenea.
Il modello dello Scientific Management.
Il lavoro.
La comprensione del modello di Taylor richiede di esaminare contestualmente più aspetti:
▪ Una dimensione sociale o macroeconomica:
▫ In quale contesto storico si colloca;
▫ Come si configura il lavoro;
▫ Quale valore viene ad assumere nelle società del tempo;
▫ Sotto quali condizioni si modifica il rapporto tra l’impresa e il nuovo lavoratore salariato;
▫ Quale valore assume il rapporto di scambio economico;
▪ Un livello organizzativo:
▫ Rapporto tra le tecnologie;
▫ I metodi di lavoro e gli uomini che operano in un contesto di rapida evoluzione.
Il modello di Taylor può venire inteso come enucleazione del rapporto tra varie componenti che
contribuiscono alla sua definizione.
Il salario.
L’economia scozzese, con Adam Smith, coglie anticipatamente le grandi potenzialità della divisione sociale
del lavoro, che si svilupperà pienamente con i processi di industrializzazione. È questa una concezione
dell’economia che ha caratterizzato gli ultimi due secoli e che ha profondamente influenzato Taylor e il suo
tempo.
Con l’Ottocento si passa da un lavoro occasionale e stagionale a un lavoro stabile, che coincide con il
processo di “proletarizzazione” dei produttori. Chi in precedenza disponeva direttamente della proprietà
dei mezzi di produzione e di scambio, deve progressivamente rivolgersi al mercato per offrire alle imprese
la propria forza lavoro. La stabilità occupazionale diventa sempre più necessaria e assume crescente
importanza la modalità di remunerazione stabile del lavoro.
Per meglio capire la centralità della costruzione del modello di Taylor è fondamentale comprendere anche
la concezione economica. Importante è la concezione di Adam Smith a proposito del significato economico
del lavoro: per lui, nella complessità della società le azioni dei singoli individui interagiscono tra loro e la
divisione del lavoro è la condizione per favorire la cooperazione sociale. La combinazione di interesse
privato, proprietà privata e concorrenza tra i venditori nei mercati, guida i produttori verso il benessere
della società. L’aumento della produttività genera anche una riduzione dei prezzi. Il circolo virtuoso che si
innesta tra produzione e consumi è la necessaria premessa per la produzione di massa.
Secondo Smith la causa principale del progresso nelle capacità produttive risiede nella divisione del lavoro.
Egli individua tre diverse circostanze alla base del grande aumento della quantità di produzione:
1. Aumento di destrezza di ogni operaio.
2. Il risparmio del tempo solitamente perso per passare da una mansione all’altra.
3. Invenzione di macchine che facilitano e abbreviano il lavoro e permettono a un solo uomo di fare il
lavoro di molti.
Il salario diventa fondamentale: deve essere almeno sufficiente a mantenerlo.
Per i primi economisti il valore della domanda e dell’offerta era determinato soltanto dal processo
demografico. Questa teoria rimandava a una sostanziale staticità dei sistemi di produzione.