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PENTASCOPIO
Basato sulla teoria nota come big five, descrive in forma esplicita è formalizzata in principali tratti
costitutivi dell’identità di marca. L’applicazione del modello permette di operare confronti tra
differenti brand. I fattori sui quali si fonda sono:
1. Energia. Indice sintetico del dinamismo della forza del brenta attribuita dal consumatore
2. Stabilità emotiva. La stima di quanto il consumatore percepisce comportamento affettivo del
brand come “fermo e prevedibile”
3. Responsabilità. Quanto e in che modo il brand e giudicato dal consumatore in grado di
raggiungere o mantenere nel tempo i propri obiettivi.
4. Amicalità. Il fattore più ampio impatto emotivo. a seconda del punteggio emergono due
tipologie: una di natura “compensativa” e una più autenticamente “collaborativa”
5. Apertura mentale. Indica quanto il brand è “sensibile” e “attivo” nelle dimensioni estetiche e
speculative, quanto per il consumatore la marca è orientata verso tutto ciò che è immateriale
ed espressivo, ovvero originale e diverso.
Dal punto di vista operativo il pentascopio si presenta nella classica forma del questionario auto
compì l’abile. A consumatore vengono poste 30 domande e i risultati variano da un ranger 0-100. 29
Le psicografie sono degli stili di vita.
In termini pratici, gli stili di vita sono misurati attraverso la formazione di item che generalmente
descrivono:
• Attività
• Interessi
• opinioni
La tecnica psicografica più nota è la VALS (value and life styles) . Secondo questa teoria il
comportamento delle persone risulta da bisogni che sono ordinati gerarchicamente (piramide di
Maslow). Pertanto alcuni individui saranno orientati al soddisfacimento di bisogni di sicurezza, altri
di tipo sociale.
I consumatori poi possono essere divisi in due gruppi :
Outer directed : eterodiretti, per loro è importante il giudizio degli altri.
Inner directed : autodiretti, spesso innovativi e contro la tradizione.
Si distingue infine un terzo gruppo di consumatoriche si colloca in cima alla piramide
motivazionale, alle prese con bisogni di auto realizzazione e definiti “integrati”
La teoria del VALS 2 individua due dimensioni psicologiche :
Self Orientation : 1) perseguire la coerenza coi propri principi ; 2) migliorare il proprio status ; 3)
ottenere stimolazioni e sfide.
La brand equity si determina attraverso le valutazioni diverse variabili:
1) notorietà della marca
2) fedeltà alla marca
3) qualità percepita della marca
4) immagine di marca
se la strategia di Marte riguarda il lancio di una categoria di prodotti nuovi, si parla di line
extension.
Quando la strategia coinvolge il lancio di nuove categorie di prodotti utilizzando una barca già nota
si tratta di brand extension.
Fra le molte azioni strategiche perseguibili ricordano molto le attività di licencing e co-branding.
Risorse personali : indicano le motivazioni, l’intelligenza, l’interesse al consumo che variano da
individuo ad individuo. Cap 6
che cosa sono gli atteggiamenti?
Trasversalmente alle definizioni più accreditate, si possono evidenziare le seguenti caratteristiche di
base: 30
1. Gli atteggiamenti sono relativamente permanente nel tempo trasversali alle situazione
2. Implicano sempre un certo grado di astrazione e risultano essere generalizzabili a più
situazioni, oggetti, condizioni
3. Hanno sempre una rilevanza sociale nel senso che influiscono sulla percezione della persona
in relazione agli altri, sulle preferenze e sui comportamenti verso gli altri oggetti, persone…
L’atteggiamento che quindi dovrebbe esprimere la posizione del consumatore nei confronti di un
prodotto, di una categoria di prodotti o di una situazione di consumo in modo relativamente
durevole.
I vari approcci alla definizione degli atteggiamenti corrispondono a diverse metodologie di
misurazione:
• Modello a una componente. L’atteggiamento consiste in un sentimento fu una valutazione
verso un determinato oggetto, persona o evento. In termini di misurazione questo concetto è
stato tradotto attraverso l’uso di scale attitudinali volte a descrivere “il grado di valutazione
positiva o negativa associata a un dato oggetto psicologico”
• Il modello due componenti. Suggerisce che l’atteggiamento consista fondamentalmente in
una condizione mentale che influenza il comportamento e che ha, di conseguenza,1 effetto
generalizzato al persistente sui giudizi valutativi. L’atteggiamento consiste dei beni in un
qualcosa di osservabile all’esterno, se non attraverso le sue conseguenze a livello di
valutazione dei comportamenti.
• Il Modello tre componenti concepisce l’atteggiamento come costituito da:
1. Una componente cognitiva che si riferisce alla convinzione, e alla relativa
probabilità, che una data affermazione sia vera o falsa.
2. Una componente affettiva che implica sentimenti positivi o negativi
3. Una componente conativa che esprime la tendenza comportarsi un certo modo nei
confronti dell’oggetto dell’atteggiamento.
Il MODELLO TRIPARTITO DELL’ATTEGGIAMENTO, sebbene abbia contribuito dare il via
allo studio delle numerosi componenti dell’atteggiamento anche il limite di considerare come data
la relazione tra atteggiamento e comportamento.
Ai fini del marketing è importante comprendere quale sia la funzione che svolge l’atteggiamento
verso un dato prodotto. A partire da questa funzione si possono comprendere le principali barriere
all’acquisto o viceversa individuare gli attributi più significativi del prodotto.
KATZ suggerisce che gli atteggiamenti possono servire quattro funzioni principali:
I. Funzione utilitaristica. L’atteggiamento nei confronti di un certo oggetto si sviluppa per
poter raggiungere un certo beneficio oppure evitare un qualche effetto negativo
II. Funzione di espressione del valore. Il consumatore tenne esprimere atteggiamenti che sono
conformi all’immagine del self che intende proiettare e che ne determina l’appartenenza a
un gruppo sociale attraverso l’adesione a dati stili di vita 31
III. funzione difensiva del Self. Il consumatore può esprimere un determinato atteggiamento per
difendere una mancanza percepita a livello identitario
IV. funzione cognitiva. Una funzione che appare fondamentale nella formazione degli
atteggiamenti e quella che corrisponde al bisogno di ordine, di equilibrio di coerenza.
La funzione cognitiva dell’atteggiamento è stata evidenziata da molte teorie note con il termine di
TEORIE DELLA CONSISTENZA COGNITIVA. Tra queste la TEORIA DELLA DISSONANZA
COGNITIVA sostiene che quando ci troviamo a dover scegliere fra più opzioni tutte ugualmente
desiderabili, per poter operare una scelta e superare le condizioni di dissonanza che permane di
fronte all’incertezza di avere scelto l’opzione migliore, si tenderà a selezionare informazioni utili a
formare un atteggiamento positivo e coerente alla scelta fatta.
La necessità di perseguire una sorta di coerenza cognitiva e al centro anche della BALAMCA
THEORY, che formula l’esistenza di strutture attitudinali triadiche che tenderebbero alla
ristrutturazione cognitiva in caso di disequilibrio. Questa teoria riflette una concezione gestaltica nel
campo cognitivo. Essa presuppone l’esistenza di triadi date da due persone e un’oggetto, oppure da
tre persone, che a seconda degli atteggiamenti con cui associano gli uni agli altri possono
rappresentare strutture equilibrate divise equilibrate che tendono pertanto a un cambiamento.
Nel contesto del consumo è stato osservato che gli atteggiamenti più stabili sono quelli che
appaiono coerenti fra loro e con le scelte comportamentali. La balance theory mette pertanto in
evidenza la possibilità di intervenire su una triade di atteggiamenti presentando un’associazione a
un certo prodotto e un testimonial o un altro prodotto verso il quale esiste già un atteggiamento.
Sempre in linea con il concetto di coerenza cognitiva, la TEORIA DEL GIUDIZIO SOCIALE
sostiene che le persone raccolgono informazioni sugli oggetti di atteggiamento in base a quello che
sanno già e di cui hanno accumulato precedente esperienza. Secondo questa teoria gli atteggiamenti
iniziali identificano uno standard entro il quale vanno ad adattarsi le nuove formazioni.
I due effetti per cui lo standard soggettivo di accettabilità influisce sull’interpretazione dei messaggi
e sul loro effetto, sono noti rispettivamente come EFFETTO DI ASSIMILAZIONE ed EFFETTO
CONTRASTO. Questa teoria è stata utilizzata per spiegare l’impatto di atteggiamenti preesistenti
sull’influenza dei messaggi persuasivi.
Elaborazione dell’informazione e atteggiamenti
Secondo la TEORIA DELL’INTEGRAZIONE DELL’INFORMAZIONE, gli individui operano
come risolutore di problemi e valutatori di nuove formazioni. Il modo in cui le informazioni
vengono analizzati organizzate determina la struttura degli atteggiamenti. Gli atteggiamenti si
formano e cambiano quindi in relazione alle nuove informazioni che vengono sottoposte a
elaborazione e corrispondono a una media dei tratti positivi e negativi attribuiti a un certo oggetto.
Secondo un medesimo percorso la concezione che ha distinto le componenti cognitiva, affettiva e
comportamentale dell’atteggiamento ha normalmente ipotizzato una GERARCHIA DI
APPRENDIMENTO STANDARD che, partendo dall’elaborazione di informazioni circa l’oggetto
dell’atteggiamento, porterebbe a sviluppare una posizione connotata affettivamente e solo
successivamente ad un’intenzione comportamentale. Secondo questa gerarchia il consumatore e
elabora un atteggiamento positivo verso un certo prodotto sviluppa l’intenzione di acquistarlo dopo
aver raccolto informazioni e, quindi, aver sviluppato una preferenza anche sul piano affettivo.
Un’identica gerarchia di effetti è implicita nell’idea di comportamento di consumo pianificato. In
questo caso il consumatore elaborerebbe un’atteggiamento attraverso la valutazione delle
caratteristiche funzionali del prodotto e giungerebbe sul luogo dell’acquisto con una preferenza già
formulata o che andrà sviluppare attraverso ulteriori confronti. Tale gerarchia di effetti appare molto
plausibile nel caso dell’acquisto dello scooter o per gli acquisti che implicano un ELEVATO
CONOIVOLGIMENTO, ma non è necessariamente rintracciabili in tutti gli acquisti pianificati.
In alcune circostanze si parla di GERARCHIA A BASSO COINVOLGIMENTO. Si tratta dei casi
32
in cui l’acquisto incentivato da poche informazioni utili a stimolare curiosità nei confronti del
prodotto, ma non sufficienti a favorire la formulazione di una preferenza sul piano dell’affe