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LA TEORIA IPODERMICA
nello studio dei processi persuasivi e di comunicazione diversi studiosi hanno cercato di racchiudere
in una sorta di modellistica gli agenti o i fattori chiave impliciti nella comunicazione persuasiva.
Già nel primo dopoguerra l’attenzione ai processi di analisi della propaganda e dei meccanismi di
influenzamento aveva portato allo sviluppo o di modelli sugli effetti della comunicazione di massa,
detta anche “bullet “teoria
come quello descritto dalla teoria ipodermica, theory” o del proiettile
magico”. Partiva dall'assunto che, essendo uniforme il repertorio delle risposte comportamentali
dell'uomo, i messaggi potevano essere recepiti nello stesso modo da tutte le persone che
costituivano l'audience, e che le risposte ai messaggi erano immediate e dirette.
“ciascun
Secondo questa teoria individuo è un atomo isolato che reagisce da solo agli ordini e alle
suggestioni dei mezzi di comunicazione di massa monopolizzati”. Questa fiducia generale sul
potere dei mass media derivava dai risultati della propaganda bellica in atto durante la grande
guerra. La bullett theory ha avuto un ampio successo, soprattutto nella sua applicazione a fenomeni
comunicativi specifici quali le campagne elettorali o, appunto, la pubblicità.
LA TEORIA DEGLI EFFETTI LIMITATI E LA TEORIA DELL'AGENDA SETTING
Due storiche teorie sulla persuasione. 119
Secondo la teoria degli effetti limitati, l'interesse ad acquisire informazione, così come
l'esposizione, la percezione e la memorizzazione di un messaggio, avvengono secondo procedimenti
“…i
selettivi per i quali componenti dell'audience tendono a esporsi all'informazione congeniale
alle loro attitudini e a evitare i messaggi che invece sono difformi”. In questo caso le campagne di
persuasione hanno successo soprattutto con gli individui che sono già sensibilizzati ai temi proposti.
Per questo motivo può succedere che il risultato principale di una campagna di prevenzione sia
quello di rinforzo di determinati atteggiamenti e comportamenti, piuttosto che di un loro
cambiamento.
Il modo in cui i fruitori della comunicazione definiscono le questioni più importanti, i problemi più
urgenti e quindi le decisioni più impellenti da prendere e le rappresentazioni sociali più utili per
prenderle, sarebbe il risultato di un processo che si origina nell'enfasi e nelle priorità che i mezzi di
comunicazione concedono a una notizia.
I media, nella prospettiva dell'agenda setting, indicano quali sono le informazioni e le notizie a cui
occorre prestare più attenzione e qual'é la loro importanza relativa in un dato momento. In questo
caso i media non dicono come i soggetti devono pensare, ma a cosa devono pensare.
Le modalità utilizzate per rendere la notizia più pregnante e incidere sulla rappresentazione che
l'ascoltatore si fa di una particolare tematica o fenomeno sono tante: la ripetizione frequente della
notizia, la continuità temporale di presentazione, l'importanza della testata e degli specifici
comunicatori che ne danno notizia.
Questo fenomeno persuasivo è strettamente collegato al meccanismo euristico della disponibilità,
secondo il quale dovendo stimare la numerosità di una categoria, o la probabilità di accadimento di
un particolare fenomeno o evento, il giudizio delle persone sarà influenzato dalle informazioni più
disponibili o facilmente reperibili in memoria. Nel caso dell'agenda setting, alcune informazioni
sono più reperibili poiché presentate con maggiore frequenza o pregnanza, rendendo queste
informazioni più immediate e disponibili.
Uno dei maggiori limiti della teoria dell'agenda setting, è proprio quello di non considerare le
componenti semantiche proprie del messaggio e le preesistenti strutture conoscitive dell'individuo
ascoltatore. Secondo tale teoria, i media non ci direbbero cosa pensare di un determinato
argomento, ma ci suggerirebbero tuttavia quali argomenti introdurre nella nostra agenda.
Successivamente, si è anche compreso come i mass media possano, se non dirci “cosa” pensare di
un tema, se non altro “come” pensarlo.
LA TEORIA DELLA COLTIVAZIONE
A differenza della teoria dell’agenda setting quella che fa riferimento alla coltivazione non solo
prevede che i media ci dicano quali sono le cose su cui decidere e a cui pensare, ma anche e
soprattutto in che modo dobbiamo pensare ad esse. Secondo la teoria della coltivazione i mass
media hanno un ruolo di socializzazione in grado di plasmare le percezioni, gli atteggiamenti, i
valori, le decisioni e i comportamenti. Lo studio dell'esposizione selettiva delle differenze
individuali nelle risposte ai media dimostra che le persone soggette all'influenza dei mass media
hanno una visione uniforme, condivisa e unica del mondo a causa della presentazione uniforme,
unica e condivisa della realtà comunicata. All'interno di questo modello il termine mainstreaming fa
riferimento al processo attraverso il quale la visione televisiva conduce ad una omogeneizzazione
nelle concezioni del mondo. Le modalità per prendere le decisioni sarebbero quindi fortemente
influenzate dalle rappresentazioni dei fenomeni e delle cose che sono state presentate attraverso il
canale televisivo.
Una delle principali critiche che viene mossa questa teoria riguarda la natura con relazionale dei
risultati su cui fare affidamento. Non avendo informazioni precise sulla direzionalità della relazione,
dalle visioni alle percezioni, non riesce a dimostrare che il gruppo che guarda maggiormente la
televisione è stato influenzato necessariamente dai contenuti di questa. La relazione potrebbe essere
perfettamente inversa. Gli individui potrebbero avere una visione comune poiché ha selezionati fin
dall’inizio secondo un grado di condivisione di opinioni e di atteggiamenti che non sono più
120
determinati dall’esposizione, ma che influenzano la scelta di essere soggetti all’esposizione di
alcune immagini o programmi. dal titolo esperimenti sulla comunicazione di massa sull’efficacia
Eppure già nel 1949, in un testo
persuasiva della propaganda filmica statunitense, un gruppo formato da autorevoli ricercatori aveva
riportato i risultati di una serie di ricerche attraverso le quali si è dimostrato che gli effetti persuasivi
e di propaganda ottenuti con i film o le trasmissioni radio erano decisamente limitati. Tali risultati
lasciavano intendere l’esistenza di una forma di posizione selettiva, secondo la quale vi è una
relazione positiva tra le opinioni che la gente possiede e ciò che legge o scegliere di ascoltare.
In questo percorso di sviluppo e di proposizione dei modelli di comunicazione persuasiva possiamo
individuare una delle prime mappe descrittive che mira a stabilire criteri ai quali un determinato
messaggio deve conformarsi per aspirare all'efficacia della comunicazione persuasiva. Tali criteri
sono:
Il primo criterio, la credibilità, che va distinta dalla verità, riassume le caratteristiche della
validità e dell'attendibilità del contenuto del messaggio
Il secondo criterio, la coerenza sottolinea l'importanza dell'organizzazione logica degli
elementi che vengono portati a sostegno di una determinata argomentazione
Il criterio della consistenza indica il valore e l'importanza della continuità temporale della
comunicazione persuasiva, la non contraddittorietà e la costanza della proposta del
Diverse ricerche hanno dimostrato che l’esposizione anche incidentale è in
persuasore.
grado di modificare il modo di percepire gli stimoli e degli oggetti. La semplice esposizione
a uno stimolo facilita il suo riconoscimento successivamente. La mera esposizione
contribuisce a rendere più familiare, e quindi più accettabile, messaggio.
Infine, il quarto e ultimo criterio relativo alla congruenza fa riferimento a tutto ciò che nel
linguaggio comune viene definito come capacità di trovarsi nel luogo giusto, al momento
giusto, con le parole giuste.
LA TEORIA DEI RUOLI E IL RUOLO ATTIVO DELLO SPETTATORE
Con riferimento alla teoria dei ruoli, per essere persuasivi bisogna produrre un messaggio che
corrisponda il più possibile con quanto gli altri si immaginano di noi e attendono da noi, con quanto
è contenuto, a livello di aspettative, nella situazione sociale in cui la comunicazione viene
interpretativo ricalca perfettamente la visione dell’ideale dell’uomo
esercitata. Questo modello
come soggetto razionale e coerente. Secondo questa visione gli individui possono essere persuasi
dal grado di coerenza e di logicità che un discorso razionale impone.
l’attenzione si è spostata in modo graduale dal messaggio al destinatario, al peso
Successivamente,
delle differenze individuali e al potente ruolo delle variabili cognitive e sociali nella determinazione
del comportamento. Non a caso è rilevabile un interessante passaggio dal teorie come quella sugli
“uses
effetti limitati ad altre più articolate complesse, come quella degli and gratifications”, che
vedono il passaggio a un pubblico “attivo”, così come abbiamo detto prima.
In fondo il senso e il significato che diamo alle cose guidano, a volte inaspettatamente, il nostro
modo di percepire la realtà.
Questo processo sedimentato rappresenta una vera e propria guida capace di influenzare il modo di
percepire la realtà esterna, il modo attraverso cui costruiamo categorie dotate di senso, anche se
questo processo di guida non può essere inteso come sinonimo di processo necessariamente
razionale, calcolato e deduttivo.
Lo specifico di questi sistemi interiorizzati è il loro divenire automatici guidando il nostro modo di
all’ambiente e guidando a volte le nostre scelte senza che se ne abbia la
adattamento
“consapevolezza”.
LO STUDIO DEI SINGOLI ELEMENTI PERSUASIVI
La fase classica della ricerca aveva indagato fattori che rendono efficace la persuasione
concentrandosi sulle caratteristiche della fonte, del messaggio e del ricevente. Si tratta di aspetti che
121
sono stati attentamente studiati dalla scuola di Yale, che ha sviluppato un modello di studio della
persuasione analizzando l'influenza che le caratteristiche dell'emittente, del messaggio e del
ricevente avevano nel mediare gli effetti delle comunicazioni mass-mediali.
In particolari condizione la fonte può avere un grande impatto sulla probabilità che il messaggio
venga recepito. Essa può essere efficace nell'attirare l'attenzione (attrattività),così come nel
rendere credibile il contenuto del messaggio (credibilità della fonte).
L'attrattività inte