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SOCIALI E DELLE RELATIVE TRANSIZIONI. IL COMPORTAMENTO TRASGRESSIVO è INDICE DI
UN PASSAGGIO.
La trasgressività può essere messa in relazione alle caratteristiche dello sviluppo morale dell’adolescente. In
adolescenza infatti si assiste a un passaggio da una concezione morale più rigida (super-io), alla concezione
dell’ideale dell’io in cui il soggetto rivede e si riappropria dei sistemi di valori che muovono il suo
comportamento. Anche Kohlberg sostiene che prima dell’adolescenza i bambini non abbiano una moralità
matura, essa è guidata da atteggiamenti di obbedienza, evitamento della punizione e da bisogni strumentali;
segue un fase convenzionale in cui l’accento è posto sul rispetto delle regole sociali e dell’autorità; poi c’è
uno stadio post-convenzionale in cui vi è mutuo rispetto, convenzionalità e concezione differenziata
dell’etica. ATTENZIONE SOPRATTUTTO SU DIVIETI E COME BAMBINI/ADOLESCENTI VI
RISPONDONO.
Altri autori propongono un modello per stadi che però pone l’attenzione sul RAGIONAMENTO
PROSOCIALE: stadio edonistico seguito nella preadolescenza da ricerca di approvazione degli altri con lo
sviluppo di capacità empatiche; in adolescenza poi c’è soprattutto un riferimento alle norme interiorizzate e
lo sviluppo di una maggiore considerazione dei diritti altrui.
Questi vari modelli di sviluppo della morale, oggi vengono messi in discussione perché è difficile dimostrare
che diversi tipi di moralità o prosocialità si susseguono in livelli gerarchici progressivi, la moralità è stata
intesa in modo troppo globale e non in funzione dei diversi ruoli affettivi. A seconda dell’ambito che si
osserva una persona può essere più o meno “evoluta” rispetto ad altri ambiti! Le differenze di genere inoltre
sono piuttosto importanti: le femmine hanno un maggiore orientamento alla relazione piuttosto che al diritto,
mentre i maschi tendono a ragionare in modo più impersonale. Inoltre non sempre le differenze degli stadi e
quelle di genere evidenti e che in buona parte dipendono dal contenuto del dilemma morale. Si è inoltre
dimostrato che molto spesso le differenze nei comportamenti trasgressivi dipende dai meccanismi di
DISIMPIEGO MORALE che vengono usati (Bandura). (meccanismi che ci permettono di giustificare con
forme distorte di ragionamento le nostre azioni negative, sono come una sorte di doppia morale). Sono:
- giustificazione morale: si fa appello a scopi morali
- etichettamento eufemistico: gli eufemismi permettono di ingentilire le offese dando loro uno status di
rispettabilità (picchiare quelli fastidiosi è un modo per dargli una lezione)
- confronto vantaggioso: confronto la mia azione con una più grave
- dislocazione della responsabilità: rinvio della responsabilità propria ad altri (ero costretto, lui mi
provocava)
- distorsione conseguenze: svalutazione gravità danno
- deumanizzazione della vittima
- attribuzione di colpa alla vittima
i valori e le scelte morali sono più orientati dagli ideali di ruolo che dal livello di sviluppo cognitivo e può
essere utile considerare le scelte etiche come funzione di un complesso rapporto tra ideali morali,
convenzioni sociali e atteggiamenti interpersonali, che sono tutti e tre sistemi separati. L’analisi dello
sviluppo morale deve tenere presente tutti questi fattori.
Lo sviluppo dei comportamenti trasgressivi e antisociali: la trasgressione è una caratteristica così diffusa
anei comportamenti adolescenziali da essere condivisa dalla maggior parte della popolazione, non è
infrequente che un adolescente commetta un piccolo furto, danneggi oggetti pubblici o faccia uso di sostanze
illegali, ma i comportamenti trasgressivi e antisociali si differenziano per gravità. In generale sono in parte
espressione di un tendenza/fase specifica alla trasgressività, ma anche manifestazione di veri e propri disturbi
evolutivi o psicopatologici che esprimono si esprimono attraverso il comportamento. Tipicamente le
trasgressioni sono: furto, danneggiamento di oggetti, consumo di sostanze; avvengono in un clima concitato
ed eccitante, in coppia o piccoli gruppi; i maschi sono solitamente più coinvolti (12-13 anni vandalismo e
aggressioni, 14-15 anni furto e trasgressioni hanno a che fare con uso e spaccio sostanze).
Continuità e discontinuità tra trasgressività e devianza sono frutto di diversi fattori che variano a seconda dei
comportamenti esaminati e dei significati implicito o meno che vengono loro attribuiti in una certa cultura:
un giovane per esempio non valuta come legalmente perseguibile fumarsi le canne ma la società invece si.
La presenza di un singolo comportamento non è sufficiente a indicare tendenze antisociali/delinquenziali in
un adolescente, gli adolescenti antisociali manifestano infatti comportamenti trasgressivi più frequenti e più
gravi, il loro comportamento trasgressivo è indice di una forte difficoltà d’inserimento sociale e di sviluppo
dell’identità adulta. Ci sono diversi modi con cui si può sviluppare un comportamento antisociale:
- ci sono ragazzi che già in età prescolare manifestano difficoltà di adesione alle regole, problemi di
comportamento e iperattività. Da adolescenti spesso sviluppano comportamenti violenti.
- Ci sono ragazzi non particolarmente violenti che iniziano a manifestare comportamenti antisociali
nella tarda infanzia/prima adolescenza; spesso commettono trasgressioni meno gravi e
prevalentemente in gruppo.
- Uno di sostanze. Inizia solitamente a metà adolescenza e non vi sono altre violazioni sistematiche
delle regole.
Il percorso di sviluppo antisociale dall’infanzia all’adolescenza è abbastanza standardizza: problemi di
attenzioneàcomportamenti aggressivi e/o ritirati + umore depressoàuso di sostanze in adolescenza,
comportamento sessuale precoceà comp. antisociale e delinquenza. È importante l’età di insorgenza di
questi comportamenti. In generale adolescenti con frequenti comportamenti antisociali tendono ad essere
bambini iperattivi, con problemi di apprendimento, oppositivi, difficoltà ad andare d’accordo coi compagni,
tendono ad avere problemi di umore con tendenza a sentirsi abbattuti; da adolescenti tendono ad essere
impulsivi e a cercare esperienza eccitanti e se questi comportamenti persistono anche nella tarda
adolescenza/prima giovinezza tendono a diventare alcolismo, irritabilità al lavoro, difficoltà di relazione con
famiglia e amici, tendono a fare debiti, giocano d’azzardo e spesso usano la violenza come risposta alle
difficoltà/frustrazioni della vita anche se non persistono i comportamenti delinquenziali.
Pittsburgh Youth Study: studio sull’antisocialità minorile che si prefigge l’obiettivo di esaminare i fattori che
concorrono all’insorgere di delinquenza, uso di sostanze, comportamento sessuale precoce o problemi
mentali. Quello che si è osservato è che su tutto il campione, il 44% mostra assenza di delinquenza, tra i 7 e i
10 anni questa percentuale accelera ma verso i 12 anni 1 ragazzo su 2 mostra qualche comp. delinquenziale
di diversa gravità e 1 su 10 grave. Tra i 13 e i 14 anni il 64% ha commesso un furto, il 35% violenza, il 26%
atti di vandalismo, il 38% frode, e il 48% più di un comportamento trasgressivo. La correlazione tra la
gravità della delinquenza e la varietà dei comportamenti delinquenziali è maggiore nel campione dei più
grandi. Solitamente si inizia con una piccola delinquenza seguita da precoce consumo di birra/vino e poi
comportamenti sessuali precoci; delinquenza moderatamente grave e poi uso di tabacco fino a una
delinquenza grave e all’uso di droghe.
Tra i fattori che favoriscono l’insorgere di questi comportamenti abbiamo: mancanza di senso di colpa,
problemi di iperattività, impulsività, deficit d’attenzione, ritardo scolastico, basso rendimento scolastico; a
livello familiare influiscono uno scarso controllo, poca comunicazione tra i genitori e figli, uno delle
punizioni fisiche, uso di droghe da parte dei genitori, problemi di ansia e depressione; aspetti
socioeconomici: famiglia seguita da assistenza sociale, basso livello socioeconomico, casa piccola, padre
disoccupato madre con basso livello scolastico; variabili demografiche: famiglia divisa, etnia, madre
giovane; residenza in un quartiere a rischio.
Delinquenza: in generale il comportamento delinquenziale è piuttosto stigmatizzato dalla società. La
risposta che un adolescente riceve davanti al suo comportamento può costituire un fattore di rischio o di
protezione a causa dell’effetto etichettamento e di definizione della sua identità. Sono soprattutto i mass
media che fomentano la distorsione negativa di questi comportamenti creando allarme sociale a volte più di
quanto non sia necessario: molto pensano che negli ultimi anni la delinquenza minorile sia aumentata
moltissimo, in realtà dagli anni ’80 si sta assistendo a una diminuzione. In generale l’antisocialità minorile è
soprattutto appropriativa. A livello europeo negli ultimi decenni sono aumentati soprattutto le violenza contro
la persona ma non gli omicidi che sono invece più legati ai paesi che permettono possesso di armi. Gli
adolescenti comunque preferiscono il suicidio. Le differenze di genere si stanno assottigliando anche se i
reati rimangono maggiormente maschili, quando una ragazza commette un reato, se non è a causa di un
legame sentimentale con un ragazzo delinquente, solitamente ha problemi psicopatologici gravi e commette
reati più gravi. L’età principale in cui gli adolescenti commettono reati si sta alzando forse anche perché la
soglia della scuola dell’obbligo si è alzata: si è osservato che in generale il maggior numero di reati viene
commesso da coloro che stanno vivendo la transizione tra fine della scuola dell’obbligo e mondo del lavoro,
periodo in cui si hanno forti incertezze sul proprio futuro, identità e dove c’è un minore controllo sociale.
Solitamente i reati vengono commessi in gruppo ma non è che si tratti necessariamente di una gang unita
dall’intento di arrecare danno; il gruppo crea deresponsabilizzazione del singolo e moltiplica la tendenza
antisociale. L’Italia è in una posizione privilegiata rispetto a tanti altri paesi tra cui gli USA, il tasso di
delinquenza minorile è piuttosto basso. Gli adolescenti che commettono reati hanno uno stile di vita
irresponsabile (abbandono scolastico, difficoltà a trovare e mantenere un lavoro) aggressività, reattività,
problemi sociali, emotivi e comportamentali nella vita adulta con anche un disadattamento sociale. Ci sono
poi