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La prospettiva dell'attaccamento e della mentalizzazione

La ricerca sull'attaccamento, partita dai lavori di Bowlby e sviluppatasi nei decenni successivi con i contributi legati ai nomidi Main e di Ainsworth, ha avuto un considerevole impatto sulla ricerca nel campo dei DP. Gli approfondimenti sulnarcisismo sono più recenti e vanno nella direzione di una correlazione tra pattern di attaccamento ansioso nel narcisismovulnerabile ed evitante sul versante grandioso: il tema distanziante ben si accorda con il funzionamento grandiosodistaccato e i suoi stati mentali idealizzanti o svalutanti, mentre lo stile ansioso si confà ai temi vulnerabili e invischiati. Èstato osservato infatti che i narcisisti vulnerabili sarebbero narcisisti meno abili nel liberarsi proiettivamente dellavergogna e ne rimarrebbero più "ostaggio" rispetto ai grandiosi, per i quali la proiezione delle parti più deboli svolge inparte una funzione protettiva.

stabilizzante. Sul legame tra narcisismo e attaccamento ha fornito e sta fornendo diversi contributi il modello della mentalizzazione sviluppatosi grazie soprattutto ai lavori di Fonagy a partire dagli anni 90; la mentalizzazione può essere definita come la capacità di capire e riflettere sugli stati mentali altrui e propri. Secondo questa prospettiva, la qualità del rispecchiamento empatico parentale (la capacità di "marcare affettivamente" gli stati emotivi dell'infante) è fondamentale per lo sviluppo della regolazione degli affetti e, in caso di una funzione carente, si crea una discontinuità nel Sé, dove alcune parti non vengono integrate e restano a costituire un Sé alieno (Fonagy, 2001), che è poi gestito attraverso proiezioni e identificazioni proiettive e in tal modo dà il via a processi non dissimili da alcuni di quelli delineati in precedenza rispetto alla scissione. Importante differenza è,

però, che sono ancora unavolta vergogna e impotenza a essere gli affetti dominanti e nonl'aggressività vista in Kernberg, e la genesi di queste parti risiede inuna insufficiente dimensione genitoriale. In generale, questi temisono alla base della visione di Fonagy dell'area dei DP (come perkernberg lo è la scissione e per Kohut l'oggetto-Sè) e costituisconouna diversa idea di Sè patologico. Tab 3.10.Impossibilità di processare la vergogna: "gli atteggiamenti di grandiosità, arroganza, disprezzo e svalutazione emergonocome strategie necessarie per evitare il sentimento di vergognadifficilmente sopportabile, il quale rimane non mentalizzato al finedi assicurare lo sviluppo di un Sè integrato". Il modello legato allamentalizzazione ipotizza che nell'adulto, nel contesto di relazioniintense, si riattivino modalità primitive e che le situazioni ditensione in contesti di attaccamento attuali

possano provocare il ricorso ad antichi processi semplificati e distorti. Tab 3.11. Il modello stesso elenca strategie tipiche con cui il soggetto cerca di far fronte al fallimento della mentalizzazione: nel caso del narcisismo, sembrano l'ipermentalizzazione (non lontana dall'intellettualizzazione, ma cronica e pervasiva) e il "farfinta" (pseudomentalizzazione, che presenta somiglianze con alcuni temi del falso Sé), che, insieme alla proiezione, divengono i modi prevalenti di gestione delle emozioni negative. 3.8 LE DIFESE NARCISISTICHE Un tema pare essersi consolidato trasversalmente agli svariati e complessi punti di vista riportati ed è quello delle difese; naturalmente, restano le differenze sul "da che cosa" ci si protegge, ma sembra esserci un accordo sull'esistenza di movimenti tipici che caratterizzano il funzionamento narcisistico. La loro rilevanza sembra indubbia sia nelle prospettive più tradizionali sia rispetto ai temi.dell'attaccamento e della sicurezza: cruciale è il loro uso per regolare l'autostima, vuoi attraverso scissione e proiezione di parti deboli, vuoi con onnipotenza e svalutazione. Sono strategie per evitare ansia, umiliazione, frammentazione, invidia, dipendenza/vicinanza, che confluiscono verso una grandiosità/isolamento difensivi; rispondono alla necessità del soggetto di proteggersi da potenziali fonti di "attacco": la percezione di una discrepanza tra sé e gli altri, la sensazione di un bisogno o di inefficacia, l'invidia... Queste stesse difese possono essere viste come parte di strategie di distorsione dell'immagine, ma meno intense rispetto a quelle scissionali tipiche dei borderline, come riportato nella Defensive Mechanism Rating Scale (DMRS): in questa scala sono definite come appartenenti a un livello specifico (difese narcisistiche o di distorsione minore dell'immagine) e si tratta del IV livello di una scala che ne

condisturbo narcisistico e che sembrano riconosciuti dai diversi autori; mentre nella tabella 3.13 viene riportata una sintesipiù specifica degli autori e dei temi particolarmente significativi.

Gabbard (2018) cerca di inserire le molteplici variabili in un quadro complessivo che comprenda molte delle ipotesidelineate, unendo anche tematiche “relazionali”, frequenti nelle interazioni cliniche e nelle relazioni affettive.

Tab 3.144. ORIENTAMENTI ATTUALI NELLA CONCETTUALIZZAZIONE DEL NARCISISMO PATOLOGICOUNA DIFFICILE DEFINIZIONE

Il narcisismo ha risentito per molto tempo della mancanza di una definizione che potesse essere considerata completa,esaustiva e univoca. Tra i diversi elementi che hanno contribuito a ostacolare tale possibilità, vi sono l'esistenza diprofonde divergenze tra modelli fenotipici e modelli tassonomici, quindi tra osservazioni cliniche e concettualizzazionepsichiatrica del disturbo narcisistico di personalità (NPD), e

L'eterogeneità delle definizioni utilizzate. Se, da un lato, il DSM (concettualizzazione psichiatrica) descriveva le manifestazioni comportamentali grandiose e arroganti del narcisismo tralasciando completamente le manifestazioni vulnerabili, dall'altro nella pratica clinica erano queste ultime le più frequentemente osservabili nei pazienti che accedevano ai servizi di cura e, soprattutto ma non solo, alla pratica psicoterapeutica. Ogni clinico sa che la prevalente presenza di temi grandiosi e arroganti fa di un trattamento una vicenda molto diversa dalla presentazione di temi ipersensibili (seppur interrotti a volte da spunti grandiosi); a ciò si può aggiungere il tema della contiguità con l'antisocialità dei temi arroganti, ma non per forza di quelli ipersensibili. In linea generale, i pazienti con NPD sembrano comunque spinti a richiedere aiuto soprattutto quando si trovano in uno stato di vulnerabilità narcisistica e, in

Questo senso, l'accentuata divergenza tra ciò che i clinici potevano osservare e le possibilità diagnostiche effettive ha avuto conseguenze importanti che hanno fortemente influenzato il destino di questa patologia:

  1. Un non corretto utilizzo dei criteri diagnostici;
  2. L'inadeguatezza del sistema diagnostico stesso;
  3. La sottostima dei tassi di prevalenza del disturbo stesso (i tassi di prevalenza del NPD secondo il DSM risultavano bassi e trascurabili in quasi tutti gli studi condotti, sia nella popolazione generale, sia in popolazioni cliniche);
  4. La variabilità dei tassi di prevalenza del NPD e del narcisismo patologico sembrava essere fortemente influenzata dal tipo di setting clinico di riferimento, nonché dall'orientamento teorico (i clinici in setting privato con orientamento psicodinamico riportavano un maggior tasso di prevalenza di NPD nei loro pazienti, suggerendo che la considerazione della componente vulnerabile all'interno dello
lo studio del narcisismo è stato limitato alla sua manifestazione più evidente e superficiale, tralasciando aspetti più profondi e complessi. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse per una comprensione più approfondita del narcisismo, che ha portato alla creazione di nuovi strumenti di valutazione e alla ricerca di nuovi approcci teorici. Ad esempio, sono stati sviluppati strumenti come il Narcissistic Personality Inventory-16 (NPI-16, Ames et al., 2006) e il Pathological Narcissism Inventory (PNI, Pincus et al., 2009), che cercano di cogliere non solo i tratti grandiosi, ma anche quelli vulnerabili del narcisismo. Inoltre, sono emerse nuove prospettive teoriche che cercano di comprendere il narcisismo in modo più ampio e complesso. Ad esempio, la teoria delle relazioni oggettuali ha evidenziato l'importanza delle prime esperienze di attaccamento nella formazione del narcisismo, mentre la teoria dell'autoregolazione ha sottolineato il ruolo dei processi di regolazione emotiva nel mantenimento del narcisismo. In conclusione, sebbene la concezione riduzionista del narcisismo abbia limitato la nostra comprensione del fenomeno, negli ultimi anni si è assistito a un progresso significativo nella ricerca e nella comprensione del narcisismo, grazie all'utilizzo di nuovi strumenti di valutazione e all'adozione di nuove prospettive teoriche.La manifestazione vulnerabile della patologia narcisistica ha ricevuto scarsa attenzione da parte dei ricercatori, con conseguenze ulteriori sulla possibilità di trovare un terreno comune nella comprensione della patologia narcisistica tra psichiatria e psicologia clinica. Cain, Pincus e Ansell (2008) hanno effettuato una revisione della letteratura clinica sul narcisismo, mettendo in luce l'eccezionale proliferazione di termini utilizzati dai diversi autori per riferirsi a quelli che attualmente vengono riconosciuti come i due principali temi disfunzionali della patologia: la grandiosità e la vulnerabilità narcisistica. Tale complessità e confusione non era esclusivamente formale (legata ai soli termini utilizzati) ma anche concettuale: venivano declinati in modo peculiare e unico, rendendo piuttosto difficile la comparazione tra modelli. Akhtar (1989) distingueva il narcisismo overt dal narcisismo covert sulla base di alcuni elementi chiave del.cesso eccessivo di successo, potere e bellezza. Mostra una tendenza a cercare l'ammirazione e l'approvazione degli altri, spesso attraverso comportamenti arroganti e manipolativi. Le relazioni interpersonali per il narcisista overt sono spesso superficiali e basate sull'utilizzo degli altri per ottenere gratificazione personale. L'adattamento sociale del narcisista overt può essere problematico, poiché tende a cercare costantemente l'attenzione e il riconoscimento degli altri, senza preoccuparsi delle esigenze o dei sentimenti altrui. Questo può portare a conflitti e tensioni nelle relazioni. I valori morali del narcisista overt possono essere distorti, poiché tende a mettere i propri bisogni e desideri al di sopra di quelli degli altri. Può essere incline a comportamenti egoistici e manipolativi, senza preoccuparsi delle conseguenze per gli altri. Lo stile cognitivo del narcisista overt è spesso caratterizzato da un pensiero rigido e polarizzato. Tende a vedere se stesso come superiore agli altri e a giudicare le persone in base al loro valore percepito. Può essere difficile per lui accettare critiche o opinioni diverse dalle proprie. Le relazioni intime per il narcisista overt possono essere problematiche, poiché tende a cercare partner che lo ammirino e lo adorino. Può essere difficile per lui sviluppare una connessione autentica e reciproca con gli altri, poiché tende a mettere i propri bisogni al di sopra di quelli del partner. La sessualità del narcisista overt può essere caratterizzata da una ricerca di gratificazione personale e di conferma del proprio valore. Può essere incline a comportamenti sessuali egoistici e a cercare partner che soddisfino i suoi desideri senza preoccuparsi delle esigenze dell'altro. In conclusione, il narcisista overt è un individuo con un senso di sé grandioso, che cerca costantemente l'ammirazione e l'approvazione degli altri. Le sue relazioni interpersonali sono spesso superficiali e basate sull'utilizzo degli altri per ottenere gratificazione personale. Il suo adattamento sociale può essere problematico, poiché tende a mettere i propri bisogni al di sopra di quelli degli altri. I suoi valori morali possono essere distorti e il suo stile cognitivo può essere rigido e polarizzato. Le sue relazioni intime possono essere problematiche e la sua sessualità può essere caratterizzata da una ricerca di gratificazione personale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
28 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ireneluparini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Madeddu Fabio.