Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
COMPITI DI SVILUPPO
A. In riferimento alla coppia
1. Ridefinire la relazione coniugale: la nascita del figlio riduce lo spazio di coppia e l’attenzione per il partner,
questo fa crescere tensione, conflitti e ansie naturali all’acquisizione del ruolo genitoriale. Tale nascita è anche
una risorsa: a livello individuale è un rito di passaggio che sancisce l’età adulta, a livello di coppia segna un
progetto comune che rafforza il legame. Le coppie che hanno più successo sono quelle che si dividono
equamente la cura del figlio. Ad essere più insoddisfatte sono le donne che hanno meno tempo a loro
disposizione.
2. Stabilire confini tra sottosistema coniugale e genitoriale: bisogna creare confini chiari tra relazione coniugale
e genitoriale, perché entrambe vengano curate e trovino spazio, ciò comporta un beneficio anche per i figli che
crescono in un clima positivo. I partner non capaci possono riprodurre fenomeni di triangolazione in cui il
figlio è coinvolto nei conflitti della coppia.
Il triangolo perverso: secondo la terapia strategica di Haley, la dinamica familiare si fonda su relazioni di potere
consolidate nel tempo e bisogna favorire l’esercizio di un potere che vada a beneficio di tutti i membri, se no si incorre
nei sintomi (modalità per imporre il proprio potere). Nelle famiglie sintomatiche può comparire il triangolo perverso: un
membro di una generazione forma una coalizione segreta (processo di azione congiunta) con una persona di un’altra
generazione contro un proprio pari; si tratta di una coalizione intergenerazionale che non viene mai resa esplicita, è
negata o dissimulata, ma tradita a livello metacomunicativo. L’esempio è del genitore che coalizzandosi col figlio
svaluta l’autorità dell’altro genitore. Si instaurano così conflitti di realtà a cui il triangolato può sfuggire solo assumendo
comportamenti folli (anoressia, tossicodipendenza) per non prendere posizione.
3. Acquisire il ruolo di genitore: per Erikson, la generatività contraddistingue l’età adulta e riguarda il prendersi
cura; la madre offre affetto/contenimento, il padre introduce alle regole ed è importante che i genitori siano
equilibrati per non cadere nell’iperprotettività/autoritarismo. I genitori devono realizzare un modello educativo
integrato influenzato dalle caratteristiche del figlio; essere genitori implica una ridefinizione della propria
identità e una verifica della relazione con i propri genitori. Mary Main, ha sottolineato come il tipo di
attaccamento avuto con i propri genitori va a costruire un MOI capace di influenzare il modo di essere
genitore. Essere genitore porta anche a rielaborare la propria storia: avere uno sguardo positivo sulla propria
storia, anche se segnata di mancanze, porta alla riconoscenza, mentre se non la si accetta, porta a pretese
idealizzate verso il figlio. Come Tisseron sostiene, per non invischiare i figli nelle proprie dinamiche occorre
che i genitori elaborino il lutto per sé, per i propri genitori e figli.
4. Contrattare uno stile genitoriale comune: è importante che il comportamento di due genitori sia coerente tra
loro per essere educativo. 3 stili: autoritario (senza discuterle impongono regole e punizioni; figli crescono
insicuri e incapaci di scegliere da soli perché non hanno avuto la possibilità di sperimentare e sbagliare; le
regole non sono interiorizzate e si asseconda passivamente la volontà degli adulti/oppone con pregiudizio),
permissivo (lasciano fare ai figli ciò che vogliono e se vi sono regole non sono chiare e coerenti; figli crescono
insicuri perché senza riferimenti, possono incontrare vari fallimenti nel mondo esterno perché non sono stati
educati al senso del proprio limite), autorevole (disposti ad adattare regole a seconda delle situazioni; figli
crescono più autonomi, buon livello stima di sé e competenza sociale). Il bimbo partecipa direttamente alla
definizione della relazione con i propri genitori, grazie al ruolo attivo dell’attaccamento, temperamento.
B. In riferimento alla famiglia d’origine
1. Realizzare una maggiore reciprocità tra neogenitori e nonni: nascita avvicina genitori e nonni nella
condivisione del ruolo di genitore (vicinanza, reciprocità, sostegno).
2. Distinguere ruolo dei genitori e dei nonni: si devono ridefinire con chiarezza i propri confini per non tornare
ad essere dipendenti dai propri genitori. I nonni devono sostenere i loro figli nel ruolo genitoriale senza
sostituirli a loro.
3. Riconoscere il reciproco ruolo di genitore e di nonno: la posizione più valida per i nonni è il sostegno a
distanza; molto delicato è quando la neomamma chiede aiuto alla madre per il bimbo: ciò può portate ad
un’alleanza tra madre-figlia contro il marito, o far sì che la figlia delega completamente il figlio alla madre.
C. In riferimento alla comunità sociale
1. Ridefinire i rapporti di amicizia e di lavoro: la nascita di un figlio comporta un periodo di restrizione della rete
sociale della coppia (a scuola sarà il contrario), ma allo stesso tempo parenti, amici, medici, operatori sanitari
rappresentano un importante supporto sociale. Nelle coppie in cui entrambi i coniugi sono occupati full-time è
molto elevato questo tipo di supporto. Nelle coppie monoreddito, con la giovane moglie a casa, viene spesso
chiesto aiuto ai parenti, ma ciò comporta un isolamento della giovane coppia. Le coppie in cui la moglie lavora
part-time, conta su una rete intensa di relazioni amicali; in tutti e 3 i casi dipende dalla donna la comunità
sociale su cui ci si poggia.
♥ Le relazioni nella famiglia con bambini:
1. relazione padre, madre e figli: compito del genitore è accompagnare il figlio nella crescita in un periodo di
profonde e intense trasformazioni, di diventare consapevole delle proprie capacità e qualità, di socializzare e
progressivamente individuarsi e diventare autonomo. La madre ha gran parte della responsabilità di cura ed
educazione, ma anche i mariti sono ben disposti (città, buona istruzione: più esposti alla riflessione sui ruoli
sessuali). Mentre le madri si occupano di problemi di scuola e attività nel tempo libero, i padri prediligono lo
stare insieme giocando, uscendo, hobby. Per i padri assenti, importantissimi per il figlio sono gli amici per
acquisire competenze relazionali. Padri “negativi”: minor uso condotte altruistiche, più evitanti e aggressivi dei
coetanei.
2. relazione coppia genitoriale e quella dei figli: una buona stabilità coppia sostiene la competenza dei figli
nelle relazioni sociali.
3. relazione tra fratelli:
- per Minuchin, la relazione tra fratelli è il primo laboratorio sociale in cui i figli imparano uno dall’altro, a
negoziare, cooperare, competere; inoltre i fratelli hanno un ruolo compensatorio se il bimbo non ha rapporti
soddisfacenti con i pari.
- Per Bank e Kahn, anche l’ordine di nascita è importante: un solo soggetto può occupare un certo spazio in un
determinato periodo. Il primo figlio acquisisce un diritto di prelazione su una determinata posizione funzionale.
Anche i genitori influenzano le posizioni funzionali dei figli: potrà influire positivamente (buono, intelligente
ecc), o potrà essere rinforzata una cosa negativa (stupido ecc). Nella famiglie sane questo ruoli sono flessibili,
nelle disfunzionali restano ruoli stabili. Inoltre l’intensità del legame tra fratelli, dipende da quante esperienze
comuni hanno vissuto; ciò può creare un profondo legame affettivo e di lealtà che può compensare anche
l’assenza di un’esperienza genitoriale significativa.
- Bryant, sostiene che i fratelli maggiori tendono ad assumere il ruolo di accadimento dei più piccoli (parental
child, figlio genitoriale o adultizzato), sviluppando una responsabilità, competenza ed autonomia maggiori di
quelle della loro età. Ciò è frequente nella famiglie numerose, con un solo genitore o in cui entrambi lavorano.
Il genitore deve però controllare quello che fa il figlio, se no diventa disfunzionale quando questa delega di
autorità non è esplicita o quando la situazione si stabilizza oltre il tempo necessario (ciò impedisce al bimbo di
crescere con i suoi coetanei). Può avvenire anche quando il figlio percepisce il genitore fragile e per
proteggerlo si assume la responsabilità dei suoi stessi genitori.
Adler, significati della posizione di nascita rispetto ai fratelli: sintomo bimbo può essere modo per chiedere aiuto a
stimoli frustranti/iperprotettivi. A seconda della sua posizione di nascita rispetto ai fratelli acquista un particolare stile di
vita. - primogenito: viene detronizzato dal fratello, ciò provoca il desiderio di riprendere il suo posto, opponendosi ai
genitori o facendo di tutto per attirare la loro attenzione. Questo sentimento di rivalsa sarà più radicato quanto
più è stato viziato nella fase precedente.
- secondogenito: parte svantaggiato, non ha potuto sperimentare cosa si provi ad essere l’unico centro di
interesse dei propri genitori. Cerca sempre di superare il figlio maggiore, se vincerà, il primogenito entrerà
ancora più in crisi.
- il più piccolo: avanza più rapidamente nella speranza di raggiungere i fratelli. Compie imprese maggiori in
settori non di pertinenza degli altri. E viziato da tutti e non può sperimentare adeguatamente il senso di
autonomia, si adatta e per questo è il più debole nei confronti della difficoltà della vita.
- figlio unico: più isolato anche dai suoi compagni e incapace di cooperare. Rischia di maturare troppo
precocemente assumendo atteggiamenti adulti. E’ portato a credere che tutti si occuperanno di lui incontrando
così numerose delusioni.
♥ La socializzazione del bambino:
1. la famiglia come primo mondo sociale: Bowlby, evidenzia come il bimbo sia biologicamente predisposto ad
interagire con l’ambiente sociale. Inoltre secondo la teoria dello scaffolding, il bimbo dialogando con l’adulto,
impara a regolare i propri comportamenti grazie ai feedback che riceve dal genitore nell’interazione. La
famiglia è quindi il primo contesto dove il bimbo sviluppa le competenze sociali, cioè conosce ed interiorizza
le principali rappresentazioni che guidano i processi di interazione con il mondo (socializzazione primaria).
Ciò è fondamentale per avere un’efficace socializzazione secondaria.
2. Il mondo della scuola: scuola dell’infanzia e scuola primaria servono per l’evoluzione della competenza
sociale, sono un ponte tra famiglia e società, danno senso di protezione ma maggiore indipendenza. La scuola
proietta nel mondo del dovere e della responsabilità. Importante è che famig