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PLASTICITA’ CEREBRALE E APPRENDIMENTO DELLA LETTURA
Competenze studiate meglio, gli autori di riferimento sono Cohen e Dhenne.
Per il bimbo la lettura è complicata perché non è una funzione epigenetiche che
emergono in condizioni di sviluppo normale, come il parlare o il camminare, quali
funzioni spontanee. La lettura invece è una convenzione culturale, dai Sumeri ad
oggi. I concetti matematici, come la numerosità, sono più spontanei per i bambini
come per alcune specie animali. C’è una genetica predisposta. La lettura invece è un
apprendimento culturale. Nella nostra cultura non si arriva all’acquisizione completa
fino alla fine della terza media, quindi almeno 8 anni per una lettura fluente. Anche
quando no c’è abbastanza esercizio si possono perdere per cui vi è un analfabetismo
di ritorno, perché non si sono create le reti. 25
Teoria di D.: la plasticità legata agli apprendimenti culturali sia una forma di
riciclaggio neurale, ovvero:
invasione parziale o totale da parte di un nuovo oggetto culturale, di territori
• corticali inizialmente dedicati a una funzione diversa;
è riconversione, trasforma una funzione che aveva utilità nel passato in una
• funzione più utile nel contesto culturale presente14…
le nuove invenzioni culturali sono possibili solo fino a che s adattano
• all’architettura del cervello e rientrano neo suo orizzonte di plasticità
i nuovi oggetti culturali devono trovare una nicchia ecologica, cioè circuiti con
• ruoli iniziali prossimi ma abbastanza plastici da modificarsi per il nuovo uso.
Anni di apprendimento:
- imparare associazione tra suono e forma Fonema/grafema), (simboli);
- le invarianze: dimensione, posizione, forma (significati);
- l’attenzione ai dettagli pertinenti (cane=CANE, cane diverso da cune) che fanno la
differenza o meno (suoni)
Una rete complessa:
- tempero occipitale
- giro angolare
- frontale ventrale (bassa)
La corteccia visiva riconosce linee e ….21 nello spazio.
Il nostro cervello impara che quell’info è verbale e va nell’emisfero sinistro, non è
più bilaterale immediatamente dopo aver incontrato lo stimolo. Si deve poi integrare
con le conoscenze semantiche, nel lobo temporale inferiore dove il sistema del
linguaggio pesca le parole e loro significato. La rete in questione non c’è finché non
si impara a leggere, si deve costruire:
• la rete dalla semplice linea arriva a ricomporre la parola: al talamo e alla corteccia
visiva primaria, quello che riesce a discriminare sono linee;
• l’info poi va alle cortecce secondarie e si combinano delle linee;
• l’info arriva ad altra corteccia (B4) che inizia a riconosce la forma delle lettere,
ovvero le stesse cellule si attivano sempre anche se la stessa lettera è scritta
diversa. Ci sono due 27…
• le stesse cellule si distinguono in B8
• cellule si attivano quando due lettere sono presentate vicine o non troppo lontane
(lettere che si presentano frequentemente associate e le cellule le riconoscono
come un tutt’uno);
• area occipiti temporale dove c’è l’area visual word f. (vwfa), nodo principale nel
riconoscimento della parola, quelle parole per noi note (mamma ad esempio,
mentre grattacielo la riconoscerà dopo perché meno frequente l’esposizione);
Il bambino non impara mai a leggere le intere parole. Vi era una tecnica che
suggeriva l’insegnamento delle parole per intero ma questo non permette di imparare
a leggere ma di riconoscere il disegno, il simbolo della determinata parola. La
imparano invece dalla fonetica, lettera per lettera, per creare reti solide per un
apprendimento duraturo.
Il bambino impara 33…. e nel momento in cui specializza l’emisfero sx va a
specializzare il dx nel riconoscimento dei volti (partecipano entrambi gli emisferi);
26
poi specializza determinate aree; pi deve costruire 53…con le reti del linguaggio che
hanno la componente semantica. Per questo sviluppa dei tratti (fasci di fibre), come il
fascicolo arcuato che durante il processo di lettura più sviluppato nell’emisfero sx di
chi sa leggere.
La plasticità è riconversione: le reti che imparano a riconoscere le parole, prima cosa
facevano? D studi si è concluso che avevano il compito di riconoscere alcuni aspetti
particolari degli oggetti, ovvero le parti invarianti, parti della forma che permettono
di riconoscerla in qualsiasi orientamento, inclinazione e dimensione essa sia nello
spazio. Questi invarianti sono protolettere, forme geometriche molto simili alle
lettere. Queste protolettere ci sono in tutti gli alfabeti per cui l’idea è che sarebbero
ciò che il cervello riconosce prima ancora di imparare a leggere che poi ricconerte
solo per quelle forme geometriche che corrispondono alle lettere. C’è dunque un
riciclaggio.
Perché ci sia un apprendimento culturale serve:
- elasticità del sistema visivo, esistenza di qualcosa di non ancora specializzato;
- tempo ovvero esercizio nel tempo
- si perde pero qualcosa nella riconversione: qualcosa di prima non lo fanno più.
Generalizzazione per simmetria: percepire un oggetto in una maniera o altra non ci fa
differenza (gioco della Gioconda orientata dall’altro lato). Non c’è differenza
nell’orientamento spaziale e il bambino tende a fare il disegno specularmente. Perde
di fatto con l’acquisizione della lettura. Perché impara che alcune forme messe in
orientamento o altro sono forme diverse (le lettere cambiano se si cambia
l’orientamento). I bambini spesso orientano le lettere dall’altra parte, e questo
significa semplicemente che lo devono ancora imparare. Nell’immagine conserviamo
la generalizzazione della simmetria.
Da sapere:
• la lateralizzazione della lettura è progressiva anche con tempi diversi;
• nei prematuri ad altro rischio (sotto 28 settimane), durante i compito di lettura di
parole reali e non , confrontando le reti nervose con non prematuri durante
l’adolescenza, si attivate più reti.
MECCANISMI DELL’APPRENDIMENTO E DELLA MEMORIA
Apprendimento: processo acquisizione tracce amnestiche.
Memoria: mantenimento tracce amnestiche e richiamo al bisogno.
Fasi apprendimento: -
le info posso arrivare al cervello da molte fonti e
queste devono avere la nostra attenzione,
prerequisito fondamentale
-
codifica, ovvero capacità di comprensione e
analisi della traccia, cambiamento nella struttura o
funzionalità della cellula o della sinapsi, alterazione
della funzionalità della rete nervosa;
-
magazzino memo a breve termine, dove le tracce
sono conservate fedelmente per periodo limitato di
tempo e di quantità. 27
Attenzione all’interferenza, a come e quando compare: fare tanto
contemporaneamente non è un vantaggio. L’oblio permette di pulire da queste
interferenze.
- passaggio successivo alla memo a breve termine è il consolidamento, ovvero
processi biologici per i quali una traccia si è fissata stabilmente nelle reti nervose.
- apprendimento hebbiano 1.22….processo di consolidamento porta ad un
immagazzinamento a lungo termine, ove le tracce rimangono per un periodo molto
lungo, anche per sempre. Nel lungo termine si mantiene le info più importanti
spesso in ordine diverso, come fosse più intelligenze perché c’è più elaborazione,
mentre la memo a breve è più fedele ma meno complesso.
Classificazione della memoria, attraverso studi su pazienti. Lo studio fatto su H.M.:
adolescente con crisi epilettiche gravi dove perdeva conoscenza, ovvero un
“cortocircuito” del SN, le reti sparano all’impazzata e questa alterazione si diffonde
negli emisferi cerebrali. Viene fatto un intervento….1.30…Dopo l’intervento non
ricorda più nulla a partire da due anni prima dell’intervento e non riesce ad
apprendere nulla di nuovo (la morte del padre viene continuamente ripetuta). Si inizia
a studiare la sua memo breve termine e lungo termine. Il suo span è identico a
chiunque quindi memo a breve termine inalterata, ma memo semantica ed episodica
completamente compromesse. Memo di lavoro conservata: è la porzione della memo
breve che ci permette di tenere le info quel tempo necessario per elaborarle.
Memo dichiarative: memo verbali, esplicite, di cui di solito si è consapevoli, due
• tipi di memo 1. biografica-episodica, ha a che fare con gli episodi quindi ha una
connotazione temporale, 2. semantica-enciclopedica, conoscenza che abbiamo che
è staccata dal tempo, codificata come traccia;
Memo non dichiarative, per cui si è capaci di fare cose ma in modo implicito, non
• verbale (es. guidare, suonare, nuotare, scrivere, andare in bici). Sono le memo
procedurali, costituite da sequenze motorie. H.M. era bravissimo in questo. Vi sono
poi:-priming, facilitazione per cui si riconoscono più velocemente le immagini viste
in precedenza, anche simili o frammentate, oppure una lista di parole non complete.
Accade perché alla prima esposizione si attivano reti percettive per il
riconoscimento, e nel rivederla le reti essendo già state attivate, l’attivazione sarà
minore. E’ una forma di riconoscimento, a breve e lungo termine; -
condizionamenti: sono risposte non verbali perché automatiche. Condizionamento
classico è la risposta associata… 1.55 condizionamento stimolo-risposta.
Condizionamento operante, (Skinner), basato su premio-punizione. Fino all’età
del pensiero operatorio concreto è difficile che i bambini imparino con la meta-
cognizione, perché imparano essenzialmente da: imitazione e condizionamento.
Tutti gli apprendimenti non dichiarativi sono molto stabili perché: 1. sono molto
potenti, specialmente laddove non arriva la meta cognizione (vedi nei disabili).
Richiedono moltissima ripetizione; 2. …boh non aha detto 28
15 dicembre venerdì Tipi di memoria
I MECCANISMI BIOLOGICI DELLA
MEMORIA
I processi biologici dell’apprendimento sono:
1. l’abituazione: studiata da Kandel (alla ricerca
della memoria), il primo a studiare i meccanismi
su un mollusco marino (ci mette molti anni per
individuare il giusto mollusco), per il suo sistema
semplificato. La californica a contato con
qualcosa, chiude il mantello; K. la stimola,
notando che la risposta si riduce con la
ripetizione dello stimolo, come se l’animale
imparasse che quello stimolo è innocuo. Questo porta al concetto
dell’abituazione. Nota una liberazione di serotonina durante la stimolazione.
Modula la rispos