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L’ORIENTAMENTO SESSUALE.

Non vi sono evidenze che l’orientamento sessuale sia correlato a effetti attivatori degli ormoni negli

adulti. La somministrazione di androgeni o estrogeni ad adulti, o la rimozione delle gonadi non ha

effetti sull’orientamento sessuale. Una possibile alternativa è che forse i cervelli omosessuali ed

eterosessuali sono diversi a causa di effetti organizzativi. Pertanto, sembra che in alcuni animali

l’ampiezza di nuclei ipotalamici possa essere correlata con le preferenze sessuali. Negli esseri

umani NIIA-3 è circa 2 volte più grande negli uomini rispetto alle donne, una differenza che

potrebbe essere correlata al comportamento sessuale dimorfico. Alcuni studi sul NIIA suggeriscono

che vi sono differenze tra il cervello omosessuale e quello eterosessuale (non sempre concordanti

gli studi) che possono essere correlate all’orientamento sessuale. Simon LeVay rilevò che nel NIIA-

3 di uomini omosessuali è la metà rispetto agli etero. In poche parole, il NIIA-3 degli uomini

omosessuali ha dimensioni simili a quello della donna.

Altre ricerche hanno trovato che la commessura anteriore e il nucleo soprachiasmatico sono più

grandi negli omosessuali che in quelli eterosessuali. Uno studio riportava che il nucleo della stria

terminale è più grande negli uomini che nelle donne e che i transessuali maschio-femmina

presentano un nucleo di dimensioni simile a quello delle donne.

I MECCANISMI CEREBRALI DELLE EMOZIONI. CAPITOLO 18.

Le neuroscienze affettive si occupano dello studio delle basi delle emozioni e dell’umore.

LE VECCHIE TEORIE SULLE EMOZIONI.

Che cosa definisce i sentimenti?

Si tratta di segnali sensoriali provenienti dal nostro corpo, di modelli diffusi di attività nella nostra

corteccia o di qualcos’altro?

Darwin e Freud, presero in considerazione il ruolo del cervello nell’espressione delle emozioni.

Queste ricerche iniziali si basavano sullo studio dell’espressione emotiva di uomini e animali.

LA TEORIA DI JAMES-LANGE.

Questa teoria suggeriva che noi sperimentiamo un’emozione in risposta a cambiamenti fisiologici

del nostro corpo.

LA TEORIA DI CANNON-BARD.

Essa ipotizzava che l’esperienza emotiva potesse verificarsi indipendentemente dall’espressione

emotiva. Una delle argomentazioni rivolte da Cannon contro la teoria di James Lange era che si

potesse fare esperienza delle emozioni anche se era possibile non avvertire i cambiamenti

fisiologici. A sostegno della sua critica, egli presentò casi di animali studiati dopo la resezione del

midollo spinale. Un simile intervento chirurgico eliminava le sensazioni del corpo sotto il livello

della lesione, ma non sembrava sopprimere le emozioni. La nuova teoria di Cannon era imperniata

sull’idea che il talamo svolgesse un ruolo speciale nelle sensazioni emotive. Secondo questa teoria,

le afferenze sensoriali vengono ricevute dalla corteccia cerebrale che a turno, attiva certi

cambiamenti nel corpo. Questo circuito neuronale di stimolo-risposta è privo di emozioni.

L’emozioni vengono prodotte quando i segnali raggiungono il talamo, sia direttamente dai

recettori sensoriali, sia discendendo da afferenze corticali.

Contrariamente alla posizione di Cannon è stato dimostrato che paura e collera possono essere

associate a risposte fisiologiche distinguibili anche se entrambe attivano la divisione simpatica del

SNA.

La ricerca ha anche dimostrato che, in qualche modo, noi possiamo essere consapevoli della

funzione autonoma del corpo (es: è stato dimostrato che le persone sono in grado di giudicare il

ritmo del proprio battito cardiaco e in questi casi si osserva un aumento di attività in alcune aree

cerebrali. Inoltre, l’emozione a volte è influenzata da un danno al midollo spinale. Si trovò una

correlazione tra l’estesa perdita di sensibilità e la registrazione di un decremento nelle esperienze

emotive.

IMPLICAZIONI DELLE EMOZIONI INCONSCE.

Alcuni studi suggeriscono che gli input sensoriali potrebbero avere effetti emozionali sul cervello

senza che vi sia consapevolezza dello stimolo. Diversi esperimenti dimostrano in primo luogo che,

se viene presentata brevemente una facci adirata seguita dalla presentazione tachistoscopica di una

faccia inespressiva, i soggetti riferiscono di vedere solo quella espressione. La faccia adirata sembra

essere percettivamente mascherata e la faccia inespressiva costituisce lo stimolo che maschera. I

soggetti rispondono a un’espressione adirata in riferimento a facce-stimolo avversive, sebbene essi

non fossero percettivamente consapevoli di vedere le facce. Il concetto di emozione inconscia si

basa su questa osservazione.

IL SISTEMA LIMBICO.

Intorno al 1930, alcuni studiosi hanno intuito che questo è ciò che ora conosciamo come sistema

limbico.

IL LOBO LIMBICO DI BROCA

In uno studio del 1878 del neurologo Paul Broca, veniva rilevato che nella superficie mediale del

cervello esiste un gruppo di aree corticali distintivamente diverse dalla corteccia circostante. Broca

denominò questo insieme di aree corticali lobo limbico poiché formavano un anello intorno al

tronco encefalico.

Il lobo limbico è costituito dalla corteccia intorno al corpo calloso, soprattutto dal giro cingolato,

dalla corteccia presente sulla superficie mediale del lobo temporale e dall’ippocampo. In un

secondo tempo il termine limbico, e anche le strutture del lobo limbico di Broca, furono messi in

stretta correlazione con le emozioni.

IL CIRCUITO DI PAPEZ.

Il neurologo Papez avanzò l’ipotesi che esistesse un sistema emozionale vicino alla parte mediale

del cervello e che fungesse da punto di congiunzione tra la corteccia e l’ipotalamo: il circuito di

Papez. Ciascun elemento è collegato a un altro mediante un fascio di fibre. Papez era convinto che

la corteccia fosse coinvolta nell’esperienza delle emozioni. In presenza di danno a certe aree

corticali, si constatavano a volte profondi disturbi nel comportamento emozionale, i tumori

localizzati vicino alla corteccia del cingolo sono associati a disturbi emozionali come paura,

irritabilità e depressione.

L’ipotalamo integra le attività del SNA. Nel circuito di Papez, l’ipotalamo governa l’espressione

comportamentale dell’emozione, l’ipotalamo e la neocorteccia sono disposti in modo tale da

potersi reciprocamente influenzare, e quindi da poter legare tra loro espressione ed esperienza

emotiva. La corteccia del cingolo raggiunge l’ipotalamo tramite il fornice e l’ippocampo,

l’ippocampo raggiunge la corteccia cingolata grazie al talamo anteriore. Il fatto che la

comunicazione tra la corteccia e l’ipotalamo sia bidirezionale significa che il circuito di Papez

risulta compatibile con le teorie sia di Lange che di Cannon.

Uno dei motivi per cui Papez pensava che l’ippocampo fosse implicato nell’emozione era che esso

poteva venire colpito dal virus della rabbia. Un sintomo consiste nella presenza di corpi

citoplasmatici anomali all’interno dei neuroni dell’ippocampo. Dal momento che la rabbia è

caratterizzata da risposte iperemozionali, Papez stimò che l’ippocampo fosse in relazione con una

normale esperienza emotiva. Il gruppo di strutture del circuito di Papez va spesso sotto il nome di

sistema limbico. Il termine sistema limbico fu divulgato da Paul Mclean, il quale argomentò che

l’evoluzione del sistema limbico aveva permesso agli animali di esperire ed esprimere emozioni

emancipandoli così dal comportamento stereotipato dettato dal loro tronco encefalico.

I PROBLEMI DEL CONCETTO DI SISTEMA SINGOLO PER LE EMOZIONI.

Alcuni componenti del circuito di Papez come l’ippocampo non sono più considerati importanti per

l’espressione delle emozioni. Data la diversità delle emozioni di cui facciamo esperienza ogni

giorno e le diverse forme di attività cerebrale associate a ciascuna di esse, non vi è ragione di

pensare che sia chiamato in causa solamente un sistema e non, piuttosto, più di uno. Benché il

termine sistema limbico venga ancora impiegato nella discussione, è piuttosto evidente che non vi

sia un singolo sistema emotivo distinto.

TEORIE E RAPPRESENTAZIONI NEURONALI DELLE EMOZIONI.

Le prime teorie sulle emozioni e le successive descrizioni del sistema limbico si basavano su una

combinazione di introspezione e inferenze derivate dai dati su lesioni e patologie cerebrali.

TEORIE BASILARI SULLE EMOZIONI.

Nelle teorie basilari sulle emozioni, alcune emozioni sono considerate come esperienze uniche,

innate e universali. Emozioni di base sono considerate: rabbia, disgusto, paura, gioia, tristezza e

sorpresa. Si potrebbe ipotizzare che le emozioni di base abbiano specifiche rappresentazioni o

distinti circuiti cerebrali, probabilmente simili alle rappresentazioni specifiche per le esperienze

sensoriali. Un modo per avere una prospettiva ampia sulla rappresentazione delle emozioni è quello

di confrontare le immagini della FMRI e della PET in soggetti che sperimentano diverse emozioni.

La figura sottostante mostra una rassegna delle immagini cerebrali raccolte in questo modo.

Partendo da queste immagini si possono fare diverse osservazioni:

1. Vi sono diversi “punti caldi” o aree di attivazione cerebrali associate a ciascuna emozione.

2. Ciascuna emozione è associata a un mosaico di aree piccole e grandi di attività cerebrale

inferiore.

3. Alcune regioni cerebrali attivate si associano a più di una emozione.

In accordo con l’ipotesi di circuiti diversi per le diverse emozioni, l’attività dell’amigdala è

maggiormente associata alla paura, mentre l’attività della corteccia prefrontale mediale è più

associata alla tristezza.

La regione cerebrale più attiva rappresenta unicamente un’emozione, come accade per la

corteccia prefrontale mediale e la tristezza.

In alternativa, alla base di un’emozione potrebbe esserci un pattern di attivazione, e ciascuna

regione cerebrale attiva potrebbe rappresentare un pezzo di puzzle.

TEORIE DIMENSIONALI DELLE EMOZIONI.

Si basano sull’idea che le emozioni, anche quelle di base, possono essere scomposte in elementi più

piccole combinati in modi e quantità differenti.

Esempi di dimensioni affettive sono la valenza (piacevole-non piacevole) e la forza emozionale

(emozione debole-forte).

Se immaginiamo un grafico a 2 dimensioni, ciascuna esperienza emozionale si collocherebbe in una

diversa porzione del grafico. Per ogni particolare emozione come la gioia vi sarà un intervallo

normale come la forza emozionale (arousal).

Le teorie psicologiche costruzionistiche delle emozioni.

Sono simili alle teorie dimensionali perché considerano le emozioni scomponibili in

sottocomponenti. Tuttavia, nei modelli costruzionistici le

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
175 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher helenamb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicobiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Tommasi Luca.