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#ANAMACHITRIA
Campagna “io non sono un candelabro”.
10 aprile
La Società civile in Egitto. Un caso di studio tra pratica e retorica.
Indagine sull’applicazione di alcuni concetti su un caso di studio reale: come la società civile si è
sviluppata in Egitto. Quali sono stati i paradigmi di analisi che hanno permesso uno sviluppo di una
certa società civile nel corso degli anni.
Esiste una certa retorica, dominante negli ambienti dello sviluppo internazionale, che intravede
nelle associazioni della società civile, “meno burocratizzate, più flessibili, più efficienti in termini di
costi e capaci di raggiungere la popolazione povera e svantaggiata” un catalizzatore di sviluppo
sociale e politico. In altri termini un agente democratizzatore.
Il fenomeno dell’associazionismo e dello sviluppo della società civile in Egitto non è un fenomeno
recente, si è trasformato nel corso degli anni per divenire elemento cardine di come il regime
egiziano (a partire da Sadat per poi solidificarsi sotto il controllo di Mubarak e poi dopo 2011 con
al-Sisi) sia stato utilizzato dal regime per raggiungere determinati obiettivi politici perdendo le
caratteristiche che le organizzazioni della società civile dovrebbero avere colma distanza stato-
cittadini e stato-mercato; sviluppo idea di parola, di associazione, ecc. in qualche modo viene
snaturato nel corso degli anni e in particolare sotto Mubarak.
La lunga storia dell’associazionismo egiziano
Associazionismo egiziano è uno degli ambiti che in ME è più longevo, forse insieme a quello
libanese. 24
Politiche, Istituzioni e Culture del Medio Oriente – R. Di Peri aa 2017/2018
Esisteva già nella seconda metà del XIX sec. prima che fosse vitata la prima legge del 1945 n.40
sulle associazioni e prima della creazione del Ministero degli Affari sociali costituito nel 1939.
A inizio ‘900 si contavano in Egitto già 65 associazioni, di cui una islamica e una copta.
Ad oggi, secondo il Ministero della Solidarietà Sociale, le associazioni (anche di categoria, ONG, di
base, sindacati) registrate raggiungono la cifra di 47.000 (fra attive e inattive è comunque un
numero considerevole Egitto paese più grande del ME, ma effettivamente è un numero
ragguardevole).
Le fasi dello sviluppo della società civile in Egitto
1. ALBA della società civile 1821-1881 Muhammad Ali Pascia riforme in senso
modernizzatore non solo l’amministrazione viene riformata, ma porta avanti anche
politica di riforma del sistema agrario sviluppo economico sempre più diffuso in Egitto,
ma anche emersione di una classe borghese che sarà molto attiva in questo periodo nella
creazione di associazioni.
2. Fase coloniale 1882-1922 le associazioni hanno aspirazioni nazionalistiche e mirano a
scardinare presenza britannica. Ribellione contro colonialismo velato e protettorato
egiziano. 1875 inaugurato Canale di Suez molte associazioni nascono anche x gestire
proventi della costruzione del Canale.
In parte queste associazioni vedono partecipazione diretta di imprenditori egiziani, in parte
presenza di attori esterni ancora oggi caratteristiche di molte associazioni egiziane.
Nascono anche associazioni di stampo islamico, nascono nell’ombra per poi divenire
rilevanti in diversi settori della società egiziana.
3. Fase liberale 1922-1952 1922 indipendenza formale dell’Egitto. Nascono partiti (molto
spesso i partiti sono considerati parte della società civile) politici che avranno rilevanza
particolare come il Wafd che avrà ruolo preminente nel mettere in discussione il potere del
re (con indipendenza Egitto diventa Repubblica Monarchica). Dopo primo momento in cui il
Wafd incarna spirito liberale, poi avrà problemi interni seri rispetto a gestione e
organizzazione del partito.
4. Fase nasseriana 1952-1970 grande concentrazione del potere con Nasser. Egli fa ideale
socialista, cerca caratterizzazione autonoma di esso. Apre al pan-arabismo, ma allo stesso
piramide con chi l’ha aiutato nel colpo di stato (militari). Nasce lo Stato corporativista. C’è
generale diminuzione delle libertà civili contraddizione al mondo associativo.
5. Fase neoliberista 1970-oggi proliferazione controllata legislazione restrittiva.
Oggi il settore associativo in Egitto è molto coraggioso. Ci sono giornalisti che mettono a
repentaglio la loro vita libertà di espressione e di associazione.
[video: intervista a Lina Atallah capo redattore di “Mada Masr”. Testata giornalistica online di
opposizione che viene spesso sospesa problema di chi gestisce la testata, ma anche problema di
oscuramento testata.]
Egyptian Movement for Change Kifaya associazione che nasce in un contesto autoritario,
coalizione di forze diverse, emerge in mancanza di forze politiche di opposizione. È la prima a
mobilitarsi in maniera capillare verso la fine del regime di Moubarak. Oggi? Ha avuto peso minore
nelle proteste del 2011. Oggi è un po’ scomparsa dal panorama.
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Politiche, Istituzioni e Culture del Medio Oriente – R. Di Peri aa 2017/2018
I freni allo sviluppo del settore associativo in Egitto
I principali freni sono:
1. La struttura semi-corporativa del sistema politico egiziano
2. La struttura economica semi-rentieristica da cui lo stato dipende
3. Una regolamentazione restrittiva del settore associativo
Corporativismo: uno stato corporativo è quando lo stato viene definito come insieme di gruppi
corporativi, esso ha funzione di contrattazione fra i vari gruppi.
Il corporativismo
È una teoria e un sistema politico-economico in cui scambi e rapporti sono regolati da legami
sociali, culturali, familiari e di interesse.
Si fonda sui seguenti aspetti:
Collaborazione fra classi antagoniste per perseguire la disciplina dei rapporti di
lavoro o politiche socio-economiche condivise
Ridefinizione in senso non individualistico della rappresentanza al fine della
compartecipazione al policy making dei gruppi professionali organizzati
Autonomia normativa e organizzativa di questi ultimi
1.La struttura semi-corporativa dello stato
L’autoritarismo egiziano si è basato su un tipo di corporativismo flessibile e al contempo incoerente
che prevede una grande differenziazione del mondo dell’associazionismo (anche se tramite
proliferazione controllata), ma dall’altro lato ha fatto si che il gruppo dirigente permettesse margine
di manovra di questi gruppi in un sistema in cui le relazioni fra gruppo al potere e cittadini erano
bloccate.
Si verifica una situazione per la quale il gruppo al potere politico ed economico lascia spazio di
manovra ai gruppi corporativi, ma controllandone l’operato.
La natura del rapporto tra stato e società
Ciò ha portato ad una trasformazione della natura del rapporto tra stato e società per cui i confini tra
essi sono sfocati, poco chiari e lo stato in alcuni casi è sceso a compromessi con questi gruppi
strategici, ma poi questi gruppi sono diventati parte dello stato.
Ciò è avvenuto con passaggi chiave che hanno a che fare con lo sviluppo economico egiziano.
Nel1952 Nasser prende il potere, nel 1970 muore e gli succede Sadat.
Anni ’70 politica economica di Sadat precursore del neoliberismo in Egitto.
Legge n.43 nel 1974 apre la strada in Egitto alla politica dell’intifah (dell’apertura) che verrà
adottata da molti paesi della regione (Tunisia, Marocco, Siria, ecc.) politica di apertura agli
investimenti stranieri e alle privatizzazioni con intromissione sempre più pressante della presenza
privata all’interno di questi paesi.
La politica delle privatizzazioni che in Egitto inizia con la legge n.43.
1981 assassinio di Sadat si apre era Mubarak. Due fasi:
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1. 1981-1990 crescita esponenziale debito egiziano, problemi strutturali (crescita debito
pubblico) che porteranno a intervento dei donors internazionali che affronteranno prime
politiche neoliberiste effettive con promozione di aggiustamento strutturale che
finanzieranno debito pubblico egiziano e concorreranno a sostenere sviluppo della società e
di infrastrutture utili allo stato. Questa prima fase vedrà la presenza massiccia della BM e
FMI.
2. 1990-2011 accanto a un ritiro dello stato sempre maggiore da alcune funzioni primarie,
privatizzazioni massicce, privatizzazione settore industriale (molto florido in Egitto).
Apicalizzazione del potere su base clanica e familiare (controllo pervasivo membri della
società civile e società tutta).
Le ricadute sulla società civile di un sistema corporativista flessibile
1. Lo stato può sostenere e/o controllare la società civile anche per lunghi periodo cercando di
portare la società civile a quel limite che potrebbe innescare movimenti di protesta massicci
2. Sostiene la coercizione riducendone i costi e promuove un senso condiviso di debolezza e di
disorganizzazione tra diversi gruppi rendendo la comunicazione fra loro molto difficoltosa.
Questo fa sì che gruppi si sentano più gratificati …..
3. …
4. Il regime egiziano ha attivato strategie di cooptazione che hanno ulteriormente impedito lo
sviluppo formale di gruppi politici che avrebbero potuto portare con successo alla
modificazione del sistema
5. Il successo di una buona parte delle associazioni dipende dall’abilità dei membri di aggirare
gli impedimenti attraverso accorgimenti informali, ma anche tramite incorporazione di
ufficiali statali (civil servant).
Rentiarismo: ci sono proventi che arrivano da fonti e costituiscono una riserva che viene ottenuta
senza produzione. Es. petrolio.
L’Egitto può essere definito rentieristico perché è di passaggio fra Oceano Indiano e Mar
Mediterraneo, posizione geostrategica. Rendita geopolitica, legata alla propria posizione geografica.
Inoltre, per il turismo che rappresenta una forte rendita per l’Egitto, per le rimesse. Inoltre, vanta
anche di grosso finanziamento da USA quasi a fondo perduto da molti anni, forse dal momento in
cui c’è stata firma di pace con Israele.
2.La politica economica rentieristica dello stato egiziano
La struttura rentieristica dello stato ha contribuito ad indebolire la società civile.
1. Uno stato che trae i suoi proventi dalla rendita non ha bisogno di rendere conto delle sue
azioni alla società. Lo stato assicura un tipo di clientelismo che sostiene l’esclusione politica
e neutralizza la prospettiva di lotta per i diritti in seno alla società civile.
2. Uno stato rentier non favorisce l’emergere, i