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NOM NOM
Quando abbiamo uno squilibrio sul mercato della moneta, l’aggiustamento è verticale attraverso i.
Se siamo in A abbiamo un eccesso di offerta di moneta.
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Per essere in r dovrebbe essere Y , invece in A abbiamo solo y quindi c’è una domanda troppo bassa ed un
eccesso di offerta di moneta. Quindi, la gente vende moneta ed acquista titoli.
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Quindi, l’aggiustamento è in verticale si passa da A ad E . 3
In B, la gente vende titoli e compra moneta per avere un aggiustamento verso E .
Ultimo punto: Ipotizzare che non ci siano variazioni di prezzo non vuol dire che tutte le economie viaggino
sullo stesso livello di prezzi: quindi avremo diverse LM in base al livello di prezzi.
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P è un livello di prezzi più alto di P .
Il sistema IS-LM
È possibile considerare simultaneamente l’equilibrio sul mercato dei beni (curva IS) e l’equilibrio sul
mercato della moneta (curva LM). Questi due mercati sono entrambi in equilibrio in corrispondenza del
punto di intersezione tra la curva IS e la curva LM.
r è il tasso di interesse reale per la IS ed il tasso di interesse nominale per la LM.
Se i prezzi sono stabili, allora può andare bene.
Ma se i prezzi non sono stabili, non è accettabile considerarlo reale per la IS e nominale per la LM.
Il tasso di interesse reale sul mercato dei beni cambia di giorno in giorno. Il tasso di interesse monetario
sulla moneta cambia ogni minuto.
LM e IS non sono curve di domanda e di offerta (nonostante lo sembrino) ma sono curve di punti di
equilibrio.
r* è il tasso di interesse d’equilibrio.
Y* è il reddito d’equilibrio.
Aggiustamento da A verso l’equilibrio:
Da A ci troveremo in E perché il meccanismo non si ferma fino a quando non siamo in equilibrio.
In A abbiamo uno squilibrio sia sul mercato dei beni (eccesso di offerta di beni) sia sul mercato monetario
(eccesso di offerta di moneta).
L’eccesso di offerta di moneta spinge la gente a comprare titoli: ↓r.
L’eccesso di offerta di bene ………………..
R ↓ = I ↑; Y↑; l ↑ (la domanda di moneta)
Se ↑l = rallentamento nella discesa di r.
Notiamo che c’è una doppia spinta su l: i. direttamente perché ↓r; ii. Indirettamente perché ↑y.
Da A a B (equilibrio sul mercato dei beni ma squilibrio sul mercato della moneta) -i.
Da A ci troveremo in E perché il meccanismo non si ferma fino a quando non siamo in equilibrio.
Politica fiscale espansiva
Partiamo da una soluzione di equilibrio E e si verifica un aumento della domanda degli investimenti
(↑investimenti esogeni), allora IS si sposta verso destra.
Sposto verso destra la IS = ↑Y e ↑i.
In dettaglio: la politica fiscale espansiva è ↑Domanda = ↑ Produzione =
↑Y.
L’aumento di Y ha ripercussioni sul mercato della moneta: ↑Y = ↑Dm e
Sm costante = eccesso di domanda di moneta = ↑i.
Contro-effetto sul mercato dei beni: ↑i = ↓I = ↓Y.
Politica monetaria espansiva Sposto verso destra la LM = ↑Y e ↓i.
In dettaglio: la politica monetaria espansiva = ↑Sm
Gli operatori vogliono liberarsi della moneta e domandano più titoli
finanziari = l’eccesso di domanda di titoli finanziari = ↓i.
↓i ha ripercussioni sul mercato dei beni: ↓i = ↑Dbeni = ↑ Produzione =
↑Y e ↑C (per effetto del moltiplicatore keynesiano).
Cosa sul mercato dei beni e della moneta in seguito ad un ↑del livello dei prezzi?
Keynes non ne parla.
Sul mercato della moneta, un aumento dei prezzi equivale ad una contrazione della quantità reale di
moneta offerta (M/P) e quindi ad uno spostamento verso sinistra della curva LM.
Sul mercato dei beni, un aumento dei prezzi comporta effetti sul consumo e sulle esportazioni nette, in
entrambi in casi di segno restrittivo: queste contrazioni delle componenti della domanda comportano uno
spostamento verso sinistra della Curva IS.
In complesso, il reddito di equilibrio diminuisce.
Conclusioni sul grafico IS-LM: Il punto di intersezione è la combinazione tra tassi di interesse e reddito che
soddisfa contemporaneamente l’equilibrio di mercato dei beni e quello sul mercato della moneta. (Il tasso
d’interesse non è specificato se sia quello reale o quello nominale, ma non cambia perché i prezzi sono
costanti: Il modello IS-LM è un modello a prezzi fissi).
In condizioni di squilibrio si manifestano due meccanismi di aggiustamento:
1. Se c’è squilibrio sul mercato della moneta tasso di interesse è la variabile che si muove per tornare
all’equilibrio;
2. Se c’è squilibrio sul mercato dei beni esistono due canali di aggiustamento:
2a. attraverso il tasso di interesse (se si modifica gli investimenti che modellano la domanda aggregata
attivato solo se il mercato della moneta è in squilibrio);
2b. attraverso l’output (che segue la domanda aggregata) quando c’è eccesso cresce; quando c’è
eccesso di offerta o carenza di domanda l’output si riduce).
I prezzi non contano e questa è un’ipotesi molto forte.
La IS-LM individua la domanda aggregata di equilibrio: l’accento è sulla domanda e questo è logicamente
comprensibile se pensiamo che l’offerta si adegui alla domanda.
Accettiamo che definisca la domanda aggregata di equilibrio, cioè quello che si manifesta quando siamo in
equilibrio e quindi Yd ma non è detto che sia necessariamente uguale all’offerta.
Nella visione classica l’offerta proviene dal mondo dei fattori produttivi.
Curva di Offerta Aggregata
Dato che lo stock di capitale nel breve periodo è dato, la produzione dipende soltanto (e in modo positivo)
dal numero di lavoratori occupati, secondo la funzione di produzione aggregata Y = Y(N) , assunta crescente
e concava.
Il numero di lavoratori occupati, a sua volta, viene determinato sul mercato del lavoro dalla interazione tra
domanda e offerta di lavoro.
La funzione di produzione tradizionale:
Esprime il legame intercorrente tra le quantità dei singoli fattori di
produzione usati e le quantità di prodotto ottenuto.
Y = Output
L = quantità del lavoro
Supponiamo che ci sia un solo fattore produttivo (IS dipende solo dal
lavoro) e sull’asse verticale abbiamo la quantità prodotta. La relazione
tra output e quantità di input impiegati è una funzione di produzione
(ad ogni livello di input ci dice quanto output è stato prodotto). A
seconda della quantità di lavoro avremo un determinato output (no
quello domandato ma prodotto).
3. Se c’è squilibrio sul mercato dei fattori produttivi aggiustamento avviene attraverso il livello
e
effettivo dei prezzi P che dipende dal livello atteso dei prezzi P e dal livello di produzione Y.
Ipotesi: Y > Y* Ovvero y, l’offerta effettiva, sarà al più Y* ma mai maggiore di Y*.
Supponiamo che Y > Y*, siamo al di fuori del salario di equilibrio.
Supponiamo che Y < Y*, abbiamo un eccesso di domanda di lavoro: l’impresa vuole assumere ma non ci
sono lavoratori sufficienti a rispondere alla domanda.
W* = salario di equilibrio
D
Se W > W* L < L* Carenza di domanda o eccesso di offerta
S
Se W < W* L < L* Carenza di offerta o eccesso di domanda
Sia se Y < Y* sia se Y > Y*, la produzione è inferiore alla produzione d’equilibrio.
Come si ripercuote un ↑del livello generale dei prezzi sul mercato del lavoro?
↑P = Dl verso l’alto.
Quanto succede l’offerta del lavoro dipende da cosa succede al livello atteso dei prezzi, Pe.
i. Se Pe non variare al variare di P,
allora l’offerta rimane ferma e si sposta solo la domanda verso l’alto = ↑w e ↑N.
L’aumento della produzione è reso possibile dal fatto che i lavoratori scambiano un aumento
del salario nominale W per un aumento del salario reale, poiché non percepiscono che sono
aumentati i prezzi. I lavoratori aumentano il lavoro offerto pensando erroneamente che siano
aumentati i salari reali. E dall’altra, le imprese aumentano la domanda di lavoro perché
ritengono giustamente che siano diminuiti i salari reali. illusione monetaria dei lavoratori.
ii. Se Pe variano esattamente nella stessa misura in cui varia P,
allora i lavoratori non soffrono di alcuna illusione monetaria. La curva di offerta di lavoro si
sposta verso l’alto esattamente nella stessa misura in cui si sposta verso l’alto la curva di
domanda di lavoro. Di conseguenza, il nuovo punto di equilibrio giace esattamente sulla
verticale del vecchio punto di equilibrio. ↑P e ↑Pe e ↑Wnom* mentre Wreale* non varia.
iii. Se Pe variano ma in misura meno che proporzionale rispetto all’aumento dei P,
allora la curva di offerta di lavoro si sposta verso l’alto in misura più limitata rispetto alla curva
di domanda di lavoro.
Ai tre casi corrispondono tre differenti configurazioni della curva di offerta aggregata.
I neoclassici sono inclini a ritenere che i lavoratori non soffrano di illusione monetaria; di conseguenza,
ritengono che la curva di offerta aggregata sia una retta verticale (a meno di shock imprevisti e
imprevedibili, che possono determinare un’offerta positivamente inclinata).
I keynesiani ritengono invece che i lavoratori soffrano, almeno in parte, di illusione monetaria e quindi
assumono che la curva di offerta aggregata è inclinata positivamente.
ANALISI DEL MODELLO A TRE MERCATI
Abbiamo tre equilibri simultanei sul grafico sopra:
1. Equilibrio sul mercato della moneta (LM);
2. Equilibrio sul mercato dei beni (IS);
3. Il livello di domanda aggregata definito congiuntamente dall’equilibrio tra mercato di moneta e
mercato dei beni è in equilibrio con Y*, ovvero l’offerta aggregata.
Abbiamo due equilibri + uno squilibrio:
1. Equilibrio sul mercato della moneta;
2. Equilibrio sul mercato del lavoro Y = Y*
3. Squilibrio sul mercato dei beni (Y*) eccesso di domanda di beni.
Quando lo squilibrio è sul mercato dei beni, si attiva l’aggiustamento in base ai prezzi (primo canale) o sul
mercato del lavoro (secondo canale):
1. ↑prezzi = ↓offerta reale di moneta = eccesso di domanda di moneta = ↑i = ↓I = ↓domanda
aggregata. Quindi Yd si sposta verso sinistra. LM si sposta verso sinistra (le curve tratteggiate nel
grafico) a seguito dell’aumento dei prezzi.
2. ↑prezzi = ↓ salario reale = eccesso di domanda di lavoro = ↑ salari nominali (possono crescere
perché la rigidità dei salari è solo verso il basso) = output rimane costante. I salari nominali