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LA POLITICA ECONOMICA
La politica economica è quella parte della scienza economica che studia una comunità, riguardo
all’individuazione dei fini, al modo di perseguire tali fini, e all’esito dell’eventuale intervento.
La comunità è un insieme di individui, ciascuno con propri obiettivi, eventualmente in conflitto.
I tre obiettivi della politica economica sono:
1. Il perseguimento dell’efficienza micro-economica, ovvero la correzione dei cosiddetti fallimenti del
mercato.
2. Stabilizzazione macro-economica, ovvero stabilizzazione attraverso la politica monetaria e la
politica fiscale quindi uso della moneta e del bilancio pubblico per stabilizzare l’economia.
3. Redistribuzione della ricchezza e del reddito.
I soggetti della politica economica sono due:
1. I privati
2. Le autorità di politica economica (policy maker) che si distinguono tra politici e burocrati.
I FONDAMENTI DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE
L’economia del benessere (welfare-economics) è la branca della scienza economica che si occupa di fornire
criteri per valutare socialmente allocazione alternative.
L’economia del benessere può dirsi composta da diverse linee di ricerca:
1. la vecchia economia del benessere;
2. la nuova economia del benessere;
3. la teoria delle votazioni;
4. la public choice.
La vecchia economia del benessere
La paternità dell’economia del benessere è attribuita a Pigou che nel 1920 pubblicò un’opera intitolata
Welfare Economics.
La funzione di benessere sociale è la funzione che stabilisce il benessere sociale e che dipende dall’utilità
degli individui che compongono la società.
Si può ricavare una mappa di curve, ciascuna associata a un dato livello di benessere sociale. Queste linee di
livello vengono chiamata curve di iso-benessere. In un grafico in cui misuriamo i livelli di utilità dei due
individui, una curva di iso-benessere è la curva che contiene tutte le combinazioni di utilità dei due individui
a cui è associato il medesimo benessere sociale.
Secondo il criterio paretiano di benessere sociale, un’allocazione sociale A è da giudicare preferibile ad
un’allocazione B se, e soltanto se, tutti gli individui stanno almeno altrettanto bene in A rispetto a B e
almeno un individuo sta strettamente meglio nell’allocazione A. in altre parole, affinché A sia socialmente
preferibile a B, secondo il criterio paretiano, nessun individuo deve preferire B ad A e almeno un individuo
deve preferire A a B.
Nel 1951, Arrow e Debreu riuscirono a dimostrare una proporzione che Pareto aveva teorizzato già a fine
‘800. Questo assunto è noto come Primo Teorema fondamentale del benessere sociale:
ogni allocazione economico generale di perfetta concorrenza è un ottimo paretiano.
L’ottimo paretiano è una situazione in cui non si può migliorare il benessere di un agente senza peggiorare
il benessere di almeno un altro agente. Il primo teorema prevede il rispetto di alcune ipotesi essenziali alla
base dell’economia walrasiana:
1. concorrenza perfetta: ogni consumatore e ogni produttore è price taker, cioè non ha potere di
mercato.
2. disponibilità di tecnologia nota (ovvero una mappa di isoquanti che rimane costante, stessa forma e
stessa posizione delle curve); 1
3. disponibilità di fattori produttivi nota: conosciamo la dimensione della Scatola di Edgeworth
(quantità di K e quantità di L), chi possiede i fattori produttivi e in che misura (ovvero la dotazione
di fattori produttivi di ciascun individuo);
4. forma e dimensione delle curve di indifferenza;
5. Non vi sono esternalità;
6. C’è informazione perfetta;
7. I diritti di proprietà sono definiti;
8. Tutti i beni sono oggetto di scambio sul mercato e devono avere un prezzo.
Allora, in presenza di queste condizioni, ci troviamo in un equilibrio walrasiano: ottimo paretiano. Se viene
a meno una delle condizioni, ad esempio fallimento del mercato allora non vale il primo teorema
fondamentale e l’allocazione in concorrenza perfetta non è pareto-efficiente.
Il compito del economista walrasiano/burocrate/pianificatore è quello di creare le condizioni più simili
possibili a quelle della concorrenza perfetta.
Non sarà possibile ricopiare le caratteristiche della concorrenza perfetta ma il pianificatore farà il possibile
per ridurre le condizioni che creano inefficienza eliminazione delle differenze tra realtà e teoria.
Esempio: Partendo da una mappa di isoquanti:
dove X = f(K,L) e Y = g(K,L).
Supponiamo di essere in un’economia dove: - si producono solo 2 beni x e y;
- le quantità di K e L siano date.
Scatola di Edgeworth dei produttori:
Xn è la quantità massima che possiamo ottenere del bene di X se tutte le fabbriche utilizzano tutti i fattori
produttivi per produrre il bene X, in questo caso il bene Y non viene prodotto.
Al contrario, Ym è la quantità massima che possiamo ottenere del bene di Y se tutte le fabbriche producono
Y, in questo caso il bene X non viene prodotto.
Quindi il quadrato del grafico X è uguale al quadrato del grafico Y.
Ora disegniamo un terzo grafico che risulta dalla combinazione dei primi due, ma dovete sovrapporre il
grafico Y girato a 180° sopra il grafico X.
( Isoquanti di X
) Isoquanti di Y
Questa si chiama Scatola di Edgeworth.
Non si può uscire da questa scatola perché le dimensioni dell’economia sono note e quindi fissate. 2
(Dire che la tecnologia è nota vuol dire che la mappa degli isoquanti è bloccata, dire che i fattori sono noti
vuol dire che la scatola è chiusa).
Se l’economia dovesse aumentare, la scatola si ingrandisce perché avremmo più K e più L.
Supponiamo di essere nella situazione A: ogni punto è attraversato da due isoquanti, un isoquanto di X e un
isoquanto di Y.
Tutti i punti in matita sono punti preferibili ad A: quindi A non è un ottimo paretiano perché nei punti in
matita produco di più (ad esempio nel punto B; anche se in realtà neanche il punto il B è un ottimo
paretiano dato che tra gli isoquanti di B trovo punti migliori).
L’ottimo paretiano si ottiene quando l’isoquanto di X è tangente all’isoquanto di Y dato che non posso
aumentare la produzione di uno dei due beni senza peggiorare/ridurre la produzione di un altro bene.
Abbiamo altri punti di ottimo nella scatola, ad esempio i punti D, E.
La curva rossa che passa per tutti i punti di tangenza degli isoquanti si chiama Curva dei Contratti.
È così chiamata perché se ci si sposta da questa curva uno dei due attori non sarebbe più disposto a firmare
il contratto, cioè ad accettare le condizioni che il contratto prevede.
- lungo la curva possiamo spostarci solo a danno di uno dei due;
- fuori dalla curva possiamo migliorare la situazione generale senza peggiorare la situazione per uno dei
due attori.
Concetto di Nucleo nella scatola di Edgeworth:
è l’insieme di allocazioni realizzabili in cui, a partire dalla situazione iniziale, i due consumatori riescono a
ottenere entrambi un miglioramento di benessere mediante lo scambio.
In una scatola di Edgeworth il nucleo dell'economia è la parte della curva dei contratti, data
dall'intersezione delle due curve di indifferenza iniziali con la curva dei contratti.
La produzione nella scatola di Edgeworth
Qualsiasi combinazione rappresentata nell’area ombreggiata è più efficiente di A.
I punti B e C rappresentano le combinazioni efficienti che giacciono di conseguenza sulla curva dei contratti
della produzione, che è:
i. il luogo geometrico delle combinazioni tecnicamente efficienti dei fattori di produzione;
ii. ognuno di questi punti è un punto di tangenza tra due isoquanti.
Secondo teorema fondamentale dell’economia del benessere
La Frontiera delle possibilità di produzione mostra le varie combinazioni dei due beni che possono essere
prodotte con una data quantità di fattori.
La frontiera è derivata dalla curva dei contratti della produzione.
Tutti i punti rappresentano combinazioni di produzione dei due beni che sono efficienti.
Curva di trasformazione o Frontiera della possibilità di produzione:
Possiamo riportare le coppie della curva dei contratti in un nuovo grafico che prende il nome di Curva di
Trasformazione oppure curva di Frontiera delle Possibilità Produttive, cioè un modo per raffigurare la curva
dei contratti nella scatola di Edgeworth. 3
Se siamo lungo la curva di trasformazione vuol dire che siamo lungo la curva dei contratti, cioè siamo in una
condizione di ottimo paretiano (quindi tutti i punti lungo la curva di trasformazione sono ottimi paretiani).
Se siamo all’interno della curva di trasformazione, allora vuol dire che state producendo al di sotto delle
capacità (o non stiamo utilizzando tutti i fattori produttivi, o li stiamo utilizzando tutti ma male).
Lo scopo dell’economia politica è quello di trovare il modo di passare da H a H2 O H1, creando le condizioni
opportune.
Se dal punto H ci spostiamo verso la frontiera della curva di trasformazione (cioè H1 o H2) vuol dire che
stiamo raggiungendo punti di produzione/equilibrio pareto efficienti.
La FPP è concava ed il saggio marginale di trasformazione (SMT) misura la pendenza della curva in ciascun
punto, ovvero indica la quantità di x a cui bisogna rinunciare per produrre una unità aggiuntiva di y.
Supponiamo di seguire la visione statica (Walrasiana) tipica dell’economia del benessere e di partire da una
condizione di equilibrio: data una frontiera delle possibilità produttive, l’economia produce nel punto E
(teniamo sempre ferme le ipotesi di produttori x e y).
Y E SMS (E) = p
Ye SMT (E) = p
Ts
xe x
Nel punto E, il saggio marginale di sostituzione e il saggio marginale di trasformazione sono uguali e sono
uguali a p. Il punto E è rintracciabile nella scatola di Edgeworth; tale punto è anche sulla curva dei contratti
in corrispondenza del quale passano 2 isoquanti, uno per l’impresa X e l’altro per l’impresa Y.
SMST = W/P
w/p rapporto tra tasso di salario reale e tasso di
E rendimento del capitale
Xe
K Ye
L
SMST = Saggio marginale di sostituzione tecnica indica in che misura un fattore produttivo può essere
sostituito con un altro, ovvero a quante unità di un fattore produttivo si dovrà rinunciare per ottenere
un'unità in più di un altro fattore produttivo, mantenendo costante la quantità di output. Tale saggio è
uguale alla pendenza dell'isoquanto.
Se sappiamo qual &eg