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DELL'OLIMPO
Esiodo racconta che dall'unione di Gaia e Urano nacquero i Titani e l'ultimo titano fu Kronos, il più
terribile di tutti i fgli. Urano, mosso dall'odio verso i suoi fgli, non appena essi nascevano, li
nascondeva nei baratri bui della terra e non gli permetteva di venire alla luce. Kronos ebbe il
coraggio di ribellarsi e alleatosi con la madre Gaia, evirò il padre Urano e liberò i fratelli. Kronos si
unì a Rea e diede alla luce Zeus, dando inizio all'era degli Dei dell'Olimpo. L'età di Kronos è
descritta come un'epoca di abbondanza, simile alla visione biblica dell'Eden. Ma il racconto di
Esiodo non fnisce qui, infatti, viene narrato che Gaia e Urano avevano predetto a Kronos che
sarebbe stato spodestato da uno dei suoi fgli, Zeus e per timore che ciò accadesse, il titano,
quando questi nascevano, li divorava. Aggirato con un inganno, quando Zeus venne alla luce,
Kronos inghiottì una pietra anziché il fglio, che venne nascosto nei pressi di Creta. Quando Zeus
divenne adulto, riuscì ad ingannare nuovamente il padre e liberò i suoi fratelli, assumendo il
potere dell'Olimpo.
Separando Cielo (Urano) e Terra (Gaia), Kronos rende possibile la sua presenza, sotto forma di
alternarsi delle stagioni o dell'alternarsi della notte con il giorno. Se Terra e Cielo fossero rimasti
uniti, il tempo non avrebbe potuto avere occasione di dare prova della propria presenza, ma
sarebbe rimasto nascosto e imprigionato. L'atto di Kronos, crea le condizioni della possibilità di
esistere ma il “prezzo da pagare” per chi è vivo non ammette deroghe nemmeno per Kronos che
non può arrestare il susseguirsi delle generazioni, nemmeno divorando i propri fgli, ma è
destinato a soccombere.
Kronos si fa portatore nel racconto mitico, di quei caratteri che compongono la temporalità:
terribile e vorace, emblema dell'irreversibilità.
Aion (energia vitale → tempo della durata e dell'energia): all'interno dell'interpretazione
• ciclica del tempo greco, accanto alla fgura di Kronos, appare anche il termine Aion, il cui
signifcato, in epoca medievale diventerà quello di eternità. Accanto all'idea di tempo
cronologico (Kronos) che, irreversibile consuma, compare anche un'immagine de tempo come
espressione della vita e delle potenzialità (Aion).
Aion rappresenta l'energia vitale, la forza e la prosperità proprie di ogni creatura. Inizialmente,
questo termine descriveva il tempo in termini di durata limitata: terminata la vita, si esaurisce
anche l'Aion di ogni creatura. Con Platone, il termine assume il signifcato contrario: Aion
rappresenta il tempo illimitato, infnito e si avvicina all'idea di eternità.
Nell'iconografa classica, Aion è rappresento come un maschio giovane dalla testa leonina con gli
attributi sessuali ben in vista, una simbologia che ne sottolinea l'energia e la forza creatrice. Il
corpo del giovane è avviluppato da un serpente, richiamando l'uroboro e la concezione ciclica
della temporalità tipica del mondo greco.
Kairos (tempo opportuno): Kairos rappresenta il tempo giusto per agire, punto in cui Kronos e
• Aion si incontrano. Nell'iconografa greca, Kairos è spesso rappresentato come un giovane nudo
con le ali ai piedi che in mano tiene un rasoio e una bilancia, elemento che avvicina Kairos all'idea
del saper cogliere in modo opportuno le circostanze. Un altro simbolo particolare con cui viene
rappresentato il giovane è il ciuffo di capelli posto sulle tempie, che sta a indicare la necessità da
parte degli uomini, di saper cogliere al volo le opportunità, ma solo quando esse si avvicinano,
poiché nel momento stesso in cui passano, il cranio raso del giovane non consente di poter
essere afferrato in modo tardivo. (rappresenta il concetto del Carpe Diem).
Kairos non è solo il momento propizio per agire ma rappresenta anche la capacità e il compito
dell'uomo di disporsi nel modo migliore nei confronti dello scorrere del tempo: in questa
prospettiva, Kairos assume il ruolo di un invito a rendere opportuno il tempo.
Le parole che descrivono il tempo nel mondo greco sono essenzialmente 3:
✔ Kronos, ovvero il tempo cronologico, che scorre, simbolo dell'invecchiamento;
✔ Aion, inteso come energia vitale
✔ Kairos che rappresenta il tempo opportuno
Le lingue latine invece, utilizzano una sola parola che defnisce si il tempo cronologico che quello
atmosferico. Questa parola è Tempus. L'unicità della parola nelle lingue latine è un tratto caratteristico,
infatti, la parola deriva dall'unione di due verbi: tendere e tagliare. La parola tempo richiama entrambi i
signifcati della relazione uomo tempo: continuità e discontinuità. La parola tempo nel linguaggio
comune si richiama a quella che i greci chiamavano Kairos.
Ci sono due diversi modi di interpretare la temporalità:
concezione ciclica del tempo
• concezione lineare del tempo
•
Concezione ciclica
Le concezioni cicliche del tempo muovono dall'osservazione delle regolarità naturali e descrivono il
tempo e l'esistenza soggettiva come un infnito ripetersi di manifestazioni sempre identiche.
Questa concezione non ammette una fne del tempo ma si concentra su una serie di situazioni identiche
che si ripetono continuamente.
Il tema dell'irreversibilità viene rimosso, ricorrendo a modelli mitici che di volta in volta possono essere
ritualizzati, rigenerando il legame tra l'essere umano e la natura.
Nella visione ciclica vi è la piena solidarietà dell'essere umano con il cosmo. Il punto focale delle
concezioni cicliche è la visione della realtà che viene vista come mito-centrica poiché il fondamento dello
stare al mondo è rappresentato dal ruolo centrale occupato dal mito.
Le vicende narrate dai racconti dell'origine, mostrano il corso e il dipanarsi degli avvenimenti. Ogni
azione individuale o collettiva trova signifcato in ciò che è stato descritto e mostrato nella narrazione
mitica. Ogni individuo e ogni struttura sociale mantengono una relazione costante con ciò che è stato
trasmesso e tramandato una volta per tutte. Nelle concezioni cicliche il fatto storico assume signifcato
solo in funzione di quanto è stato mostrato dal passato immobile.
Questi elementi contribuiscono a conferire alla presenza dell'essere umano nella realtà e nei confronti di
tutto ciò che esiste una spiccata sacralità: nulla nelle visioni cicliche è profano, ma ogni aspetto del reale
richiama a qualcosa che lo trascende.
Le interpretazioni cicliche della temporalità offrono un'immagine della condizione umana specifca:
ciascun soggetto, sentendosi solidale con il cosmo, si lascia guidare e indirizzare dal mito.
Ogni cosa che esiste sulla terra, senza alcuna differenza tra elementi naturali ed elementi costituiti
dall'azione umana è da considerarsi come elementi del sacro che si manifestano e ricalcano un archetipo
trascendente.
Qualsiasi azione umana rimanda a un'azione primordiale avvenuta nel tempo mitico, in cui confuiscono
temporalità cosmica e temporalità umana.
Nelle concezioni cicliche sia lo spazio che il tempo umani hanno valore, entrambi, come espressioni di un
modello trascendente, ma solo il tempo mitico è in grado di rigenerare e rinnovare gli spazi e i tempi
terrestri.
-l
'archetipo della montagna -
Per quanto riguarda le dinamiche spaziali, il costante richiamo nella descrizione dello spazio umano come
corrispondente della volta celeste e il suo rapporto con il ruolo giocato dal tempo mitico è rintracciabile
in alcuni aspetti tipici delle culture medio-orientali. In particolare, alcuni elementi morfologici della terra
hanno un valore importante perché rappresentano un continuo richiamo alla trascendenza: rievocano
con evidenza fsica la costante relazione tra cielo e terra. Se si pensa al ruolo assunto dalle montagne, le
culture medio-orientali le defniscono sacre. Il monte è sacro perchè è il punto più alto della superfcie
terrestre, simbolo di una relazione costante di vicinanza e prossimità tra cielo e terra, ma anche un
elemento che distanzia dagli abissi che nella narrazione mitica spesso rappresentano il caos, l'informe e il
disordine.
L'importanza del monte sacro è propria anche della tradizione israelitica e cristiana.
L'archetipo della montagna riconnette sia cielo e terra e rievoca anche il tempo mitico. Ogni montagna
sacra costituisce l'ombelico del cosmo.
-la ciclicità temporale nelle costruzioni umane -
Nelle costruzioni umane, l'organizzazione dello spazio si basa sull'archetipo celeste.
Ad esempio, le città babilonesi ricavavano la loro organizzazione urbanistica delle costellazioni celesti e
portavano il nome di esse. Inoltre, la stretta dipendenza dell'organizzazione dello spazio in funzione del
Tempo mitico è evidente nelle azioni di conquista e bonifca di nuovi territori o nella costruzione di una
nuova casa in cui abitare: giunti in un nuovo territorio, il primo atto di coloro i quali se ne appropriavano
era quello di richiamare la divina creazione. Le Corbusier a tal proposito affermava: l'abitazione non è un
oggetto o una macchina da abitare; è l'universo che l'uomo si costruisce imitando la Creazione divina.
Ogni costruzione, ogni inaugurazione di una nuova casa equivale in un certo senso a un nuovo inizio, a
una nuova vita.
-la rigenerazione del tempo nelle concezioni cicliche -
L'aspetto rilevante delle concezioni cicliche è legato al rapporto che intercorre tra il Tempo mitico e il
tempo umano e sociale.
Il tratto saliente è costituito dalla credenza della rigenerazione del tempo, costruita attorno al mito
dell'eterno ritorno. Questa prospettiva è il simbolo della completa solidarietà dell'esistenza umana con il
cosmo e la natura. In questa concezione, l'essere umano e le azioni che egli compie sono reali nella
misura in cui imitano o ripetono l'archetipo celeste.
Assumono così un signifcato esemplare i riti o le feste per il nuovo anno: esse riconnettono l'uomo
direttamente al Tempo mitico.
É maggiormente corretto interpretare queste manifestazioni come un vero e proprio nuovo inizio o una
nuova nascita.
La concezione ciclica della temporalità produce le cosiddette teorie del Grande Tempo, ovvero, una
serie di idee e visioni che spiegano l'evoluzione delle varie età del mondo.
Per quanto riguarda le “Teorie del Grande Tempo”, possiamo rintracciare nella visione ciclica almeno
due orientamenti particolari: un atteggiamento più arcaico che ammette la rigenerazione del Tempo
mitico all'i