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4. LA CAPACITA’ DI RICERCARE
L’identità umana si distingue anche per la capacità di ricercare. Essere capaci di
ricercare significa entrare in relazione con il mondo per scoprirne le parti e modificarne
le relazioni. La ricerca conosce la realtà del mondo scomponendola e ricomponendola
con un duplice scopo: quello di adattare l'uomo al mondo nella nel quale vive e quello
di produrre gli strumenti per modificare e riorientare il processo stesso di
adattamento. Attraverso la ricerca della conoscenza, c'è in gioco una trasformazione
“qualitativa” della realtà delle cose.
In virtù di questa capacità, l'uomo va alla ricerca di qualcosa. Ricerca il “come” delle
cose del mondo per un loro utilizzo. Va alla ricerca di qualcosa in quanto è capace di
porsi il problema del “perché” di quel qualcosa: l'uomo è capace di ricercare i “perché”
che spiegano la successione del “come”; e va alla ricerca dei perché delle cose per il
miglior utilizzo.
Proprio in quanto capace di ricercare, l'uomo crea esperienza nei termini di una
continua e incessante interazione dell'individuo con l'ambiente fisico e sociale. E’
un'interazione nella quale l'individuo accetta la predeterminazione della realtà in cui si
trova ad agire e mette in questione la stessa realtà, la supera ponendo alla realtà le
proprie condizioni.
Creando esperienza, la capacità di ricercare dà all'uomo la possibilità di sottrarsi alla
stretta presa di ciò che accade nella realtà e di agire al suo interno in qualità di fattore
dinamico di ricostruzione.
Questa operazione è possibile perché la capacità di ricercare è capacità che si attua:
➢ sia come ANALISI. Continuo esercizio di attenzione impegnato a fermare i dettagli
che costituiscono e specificano la realtà, scomporli per poterne cogliere le relazioni
e interrogarsi sui possibili come e sui diversi perché della realtà analizzata.
Attraverso la capacità di sintesi la ricerca opera una ricomposizione unitaria che
ripensa la realtà, ricollocandola all'interno dello spazio di esperienza con posizioni
diverse che ne aumentano le funzioni.
➢ sia come SINTESI. La sintesi a cui porta la capacità di ricercare è un'esperienza di
revisione vissuta ed è da vivere come rapporto intelligente e creativo tra l'uomo e
l'ambiente sia fisico sia sociale. Si tratta di una capacità di sintesi che ha
caratteristiche particolari: la sua particolarità è operare in ragione di una
connessione intrinseca e naturale tra conoscere e agire, connessione per la quale
esiste un unico spazio di “contraddizione” che è spazio di un’intelligenza creativa
operativa.
La ricerca trova pieno senso nel trattamento di queste informazioni, quale reale e
concreto riordino delle stesse. Solo a questa condizione, la ricerca porta a una
conoscenza che può tradursi in concrete azioni di progresso.
Attraverso la capacità di ricercare, l'uomo esercita la sua capacità di innovare: in tale
trasformazione, che procede per tentativi e per errori, l'uomo è fortemente interessata
perché coinvolto nei possibili risvolti delle innovazioni apportate.
L'ordine con il quale trasformare il mondo è indicazione della riflessione implicita nella
stessa capacità di ricercare intesa come espressione della più generale capacità di
pensare.
5. LA NECESSITA’ DI RIFLETTERE
La necessità di riflettere è il risvolto della capacità di ricercare. Questa necessità
prende corpo in relazione alle esigenze che emergono dall'esperienza reale e concreta:
le possibilità che ogni esperienza porta con sé non sono tutte uguali ed è
indispensabile soffermarsi su di esse per orientare il corso del cambiamento.
L'attività della riflessione è definita da un pensiero che si sofferma. L'uomo supera
l'immediatezza di ciò che accade, ne valuta il complesso intreccio degli antecedenti e
delle conseguenze, ne mette infine in ordine gli elementi. L'azione di riflessione opera
in un continuo processo di selezione. Nel superare l'immediatezza dell'esperienza, il
pensiero riflessivo ne fa emergere la problematicità e compie una scelta marcata che
decide il procedere dell’esperienza stessa.
L'esito di questo soffermarsi non può e né deve portare scelte definite. La riflessione
ha il compito di alimentare questa capacità soffermandosi sulle scelte fatte, in un
continuo processo di ripensamento. L’esperienza va continuamente ripensata proprio
perché vive di cambiamento e, per questa ragione, è fatta anche di instabilità,
precarietà, casualità.
Il pensiero riflessivo ha un'attitudine operativa che non può essere pensiero
imparziale; è un pensare che è “fare” coinvolto e impegnato nella trasformazione
dell'esperienza reale. La riflessione è l'ulteriore fattore dinamico di cambiamento che
caratterizza l'identità dell'uomo.
Proprio in quanto pensare che sceglie e agisce, la riflessione si svolge come pensiero
critico che ricerca e revisione, compromettendosi nel cambiamento. In questa capacità
critica, la riflessione trova la condizione della sua insostituibile portata innovativa,
particolarmente significativa per le possibilità di cambiamento e di trasformazione che
apre perché non esauribile nè riconducibile al bisogno, al desiderio. L’esposizione del
pensiero riflessivo non può avere la modalità dell'opinione, ne può esprimersi come
preferenza.
L’esposizione con cui il pensiero riflessivo si fa reale ed efficace fattore dinamico di
cambiamento deve avere la modalità del giudizio .La riflessione implica prima di tutto
padronanza, conoscenza puntuale e dettagliata della realtà sulla quale si intende
intervenire; implica poi sensibilità per le possibili relazioni di significato a cui la realtà
potrebbe aprirsi; implica decisione a favore di una particolare direzione del
cambiamento e assunzione di responsabilità per la decisione presa.
Il pensare riflessivo immette la capacità di ricercare in un’ottica prospettica, attenta al
presente e al futuro; un’ottica che ha in sè un implicito etico.
3. LA CAPACITA’ DI SENTIRE
L'uomo è capace di conoscere se stesso, gli altri e il mondo nonché di costruire una
relazione con se stesso, gli altri e il mondo che lo circonda attraverso il sentimento. Il
sentimento è quella particolare facoltà del conoscere che è in grado di far emerge
tanto l'”intero” quanto l'”unicità” della realtà presente nelle singole situazioni. Da
questa capacità dipende la possibilità di cogliere nel cambiamento una possibile trama
di senso.
Il sentimento è esperienza conoscitiva dell’intero della realtà: un'esperienza che prova
la partecipazione a una trama unitaria più profonda; un'esperienza che scopre la realtà
riconoscendone la capacità di rimandare a un valore, dandone un segno e una
testimonianza. Il sentimento è quella forma di conoscenza capace di cogliere la
possibile trama che lega ogni cosa in unico e unitario senso della vita.
Si tratta anche di un’autentica esperienza conoscitiva dell’unicità della realtà: solo il
sentimento è capace di cogliere quella verità che permette a ogni singola realtà di
distinguersi dalla uniformità delle costanti comuni e di esprimersi quale irripetibile
versione del reale. Solo il sentimento consente di riconoscere nella realtà una
dimensione non interamente riconducibile e risolvibile in un oggetto di scomposizione,
di ricomposizione e di riproduzione.
L'uomo può e deve considerare la realtà sia per “ciò che è” sia per “ciò che vale” a
prescindere dalle condizioni che la esprimono. Il valore deve essere sentito.
Non riconosce il sentimento quale facoltà di conoscenza significa:
➢ Perdere una dimensione strutturale e portante dell’esistenza al mondo.
➢ Alterare e impoverire le immagini dell'identità che ciascun uomo ha il compito di
definire.
➢ Limitare la portata dell’azione umana sulle possibilità di trasformazione del corso
del cambiamento.
Il sentimento è una conoscenza immediata che, senza passare per la scomposizione e
la ricostruzione della dimostrazione, permettere l’incontro della parte con il tutto.
L’esperienza sentimentale ha il valore della prova vissuta che ri-vela , rende manifesto
e nello stesso tempo nasconde, la presenza dei confini e di relazioni ulteriori della
realtà.
Il sentimento è l'unica conoscenza che prova l'inesauribilità dell'uomo, in quanto
presenza che non si esaurisce in una presenza naturale, fisica e materiale. E’
conoscenza che prova la possibilità di una concezione del mondo capace di confini più
ampi di quelli naturali, fisici e materiali.
7. LA NECESSITA’ DI PRENDERSI CURA
La necessità del prendersi cura è la necessità implicita alla capacità di comprendere
attraverso il sentimento e comporta il darne seguito. L’attenzione della cura è rivolta
alla portata di senso che i singoli gesti, le singole situazioni, le singole relazioni hanno
o possono avere nel trasformare il corso quotidiano del cambiamento.
L'azione di cura è sempre azione di direzione. Gli interventi di cura sono tenuti insieme
da un’unica e unitaria direzione di senso.
L’azione di cura è azione di testimonianza che, nel confermare la direzione presa, è
inesauribile occasione di incontro e di scoperta. Gli interventi di cura sono generativi:
la loro causalità è affidata a un'esemplarità la cui forza generativa interpella e
richiama.
L’azione di cura è, nello stesso tempo, un’azione di ricerca. La capacità di sentire e di
comprendere la possibilità di senso dell'intero corso esistenziale è tradotta dalla cura
in una ricerca di ben-essere.
In questa prospettiva, l’azione di cura può dare seguito alla comprensione
sentimentale, lavorando su due versanti.
➢ Primo versante . L'azione di cura lavora alla costruzione di relazioni che,
intrecciando legami rivolti a vivere e sentire il profondo dell'esistenza, alimentino
una concreta e piena partecipazione secondo il modo specificament