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CONCETTO DI PROBLEMA:

-Elemento importante nella pedagogia è il concetto di problema.

La miglior prevenzione consiste nell’affrontare positivamente le

situazioni difficili fin dove si sia effettivamente in grado di reggerle

senza danni, e nell’evitare quelle per le quali non si è

ragionevolmente certi di essere attrezzati in maniera adeguata.

Nel tentativo di risolvere i problemi posti entra in gioco in modo

essenziale la creatività umana: la scienza e le arti, la tecnica e la

filosofia, l’arte medica e quella pedagogica sono tutte pensabili

come esercizi di creatività umana nel tentativo di risolvere problemi

posti dall’uomo che però devono anch’essi seguire delle regole ben

determinate: ad esempio facendo riferimento ad asserzioni e ipotesi

ideate, è importante inserirle in contesti di pensiero più ampi

(teorie, branche, discipline) senza i quali non hanno alcun

significato.

Per il pedagogista, quindi, la metodologia è una parte essenziale

della sua cultura e del suo esercizio professionale.

CAPITOLO 4

ESERCIZIO PROFESSIONALE PEDAGOGICO-CLINICO:

-Per l’esercizio professionale pedagogico si può impiegare

l’aggettivo clinico, poiché pone l’attenzione per il singolo caso con

tutte le sue particolarità, cioè per quel soggetto sociale che si

chiama persona. Il termine clinè in greco, indicava la lettiga nella

quale il medico si accostava al malato.

-La mediazione tra il caso particolare e il caso generale richiede il

contributo umano o meglio comporta di necessità il fattore

antropologico.

-Il colloquio clinico in pedagogia, nella sua duplice valenza di risorsa

diagnostica e di forma educativa, si inserisce in una molteplicità di

servizi di ambito scolastico, giuridico, sanitario, sociale, aziendale,

della famiglia e della coppia, della selezione e gestione delle risorse

umane, della formazione motoria e sportiva ecc..; ci troviamo nel

contesto della pedagogia clinica, ovvero, pedagogia esercitata

professionalmente nelle situazioni. Essa poggia su principi di:

Individualità:

• la irripetibile diversità e singolarità di persone,

servizi e situazioni.

Empiricità:

• come approccio ravvicinato ai fenomeni.

Ecologia:

• considerare persone e fenomeni, nella loro interezza.

La pedagogia clinica attiva una complessa funzione di analisi e

diagnostica pedagogica;

interpretazione che si definisce

quest’ultima agisce su due piani:

a. nella valutazione dell’andamento evolutivo, o valutazione

funzionale, di persone, coppie, famiglie, gruppi, ed è una diagnosi

funzionale;

b. nella valutazione dell’andamento di servizi educativi ed è una

diagnosi educativa.

La diagnosi in pedagogia tende ad accedere alla globale dimensione

della situazione o dell’individuo, più che a segmenti del

comportamento, orientandosi alla sua totalità, con un approccio che

si può definire ecologico. Sono strumenti diagnostici di pertinenza

anche pedagogici, i seguenti:

1. Osservazione clinica;

2. Storia del caso;

3. Colloquio clinico;

4. Questionario-intervista;

5. Esami funzionali;

6. Scale di livello;

7. Psicometria;

8. Tavole di sviluppo;

9. Profilo dinamico funzionale.

Mappa degli indicatori e dei descrittori di clinicità del colloquio:

Intenzionalità: condizione di consapevolezza e di saldo

 orientamento nella conduzione della relazione colloquiale

Individualità: consapevole dedizione alla specificità delle

 situazioni e alla singolarità delle persone

Empiricità: vicinanza fisica tra gli interlocutori, immediatezza e

 autenticità.

Intuitività: attivazione della funzione intuitiva

 nell’interpretazione della situazione e delle comunicazioni

verbali.

Ecologia: approccio alla totalità della situazione,

 considerazione dell’intera personalità.

Professionalità: prestazione elevatamente consapevole ed

 efficace, sulla scorta di competenze scientifiche e di

competenze funzionali, quindi possesso della specifica

tecnologia.

Reciprocità: reciproca comunicazione verbale e non di processi

 di interpretazione dello stato psichico mentale

dell’interlocutore.

Situazionalità: costante aderenza alla condizione soggettuali

 del setting, alle caratteristiche degli interlocutori e della

situazione.

Un tratto fondamentale di questa pratica è la reciprocità intesa sia

come intenzionalità presente in entrambe le parti colloquianti, sia

come adesione motivazionale alla situazione che determina una

convergenza di intenti. Tra gli interlocutori si pone dunque una

intensa interazione verbale.

D’altra parte, la forte interazione non compromette la diversità

qualitativa delle posizioni, tra il conduttore e il soggetto in colloquio.

In questo tipo di interazione si identificano due tipi di funzioni:

in funzione diagnostica

• il colloquio clinico è una forma

specializzata di interazione verbale finalizzata all’osservazione e

allo studio del comportamento umano;

in funzione educativa

• il colloquio costituisce una

ineliminabile formazione di relazione di aiuto poiché la relazione

colloquiale ristretta gode di una forte valenza propositiva; essa

attiva situazioni di interazione profonda.

Il colloquio clinico in pedagogia mantiene una funzione preventiva e

di carattere più generale nella tendenza a migliorare la

comunicazione tra gli individui mediante due fondamentali obiettivi:

-evitare le barriere della comunicazione;

-rendere più efficace la comunicazione.

Facendo riferimento alle funzioni che in ambito pedagogico il

colloquio clinico può assolvere, si può creare una classificazione in

vocazioni o scopi:

1. colloquio per la diagnosi: anamnestico, biografico,

metacognizione e autoanalisi, di bilancio personale, di bilancio

professionale, di selezione professionale, diagnostico.

2. colloquio per l’orientamento: scolastico, professionale,

sportivo.

3. colloquio per la relazione di aiuto: di metacognizione e

autoregolazione, di bilancio personale, di bilancio professionale,

educativo-terapeutico, di preparazione al matrimonio, di

preparazione all’affido/adozione, di mediazione interpersonale, di

accoglienza nei servizi.

4. colloquio per lo scambio esperenziale: come

conversazione sull’orientamento esistenziale, sulla soddisfazione

professionale, sul bilancio personale.

5. colloquio per la ricerca sociale: colloquio-intervista per

l’analisi sociologica, politica, per la ricerca di mercato, per la

valutazione di servizi.

Altro tipo di classificazione è quella data da quattro criteri distintivi,

ovvero: lo scopo, le procedure privilegiate, gli ambiti di esercizio e

le strategie adottabili.

lo scopo:

1. i colloqui clinici sono raggruppati in riferimento alla

finalità perseguita;

procedure privilegiate:

2. le i colloqui clinici, visti nella loro

dimensione processuale, si possono differenziare da un lato per la

tendenza a privilegiare una struttura, più o meno rigida, dall’altro

per la conduzione e per il numero di persone che coinvolge; il

colloquio può essere infatti strutturato, ovvero prevedere una

struttura protocollare che delimiti nei minimi particolari i passaggi

fondamentali della conduzione.

gli ambiti di esercizio:

3. i colloqui possono distinguersi in

relazione al dominio di esercizio; l’ampia categoria comprende i

colloqui condotti con bambini, con adolescenti, con adulti, con

anziani o con la coppia;

le strategie adottabili:

4. possono essere identificate e precisate

forme colloquiali in riferimento alla strategia adottata.

È importante che l’educatore eviti di lasciarsi imprigionare da uno

schema interpretativo pre-formulato, più pertinente sembra invece

che utilizzi metodi e approcci diversi per ogni individuo.

L’assunzione di opzioni strategiche può delineare uno stile di

colloquio.

Il processo del colloquio possiede uno stile procedurale, e si può

suddividere in tal modo:

Primo colloquio

1. : forma pre-colloquiale decisiva per l’avvio del

colloquio, il mantenimento della relazione e l’apertura del contratto

di aiuto.

Elaborazione della strategia d’azione professionale

2. :

progettazione delle tipologie di colloquio pertinenti al caso, delle

modalità di conduzione, della frequenza ecc.

Attivazione del colloquio

3. : predisposizione delle condizioni

ambientali e conduzione del colloquio.

Restituzione:

4. al termine di ogni colloquio, il conduttore

fornisce un resoconto all’interlocutore di quanto avvenuto.

Valutazione dell’andamento e degli esiti del colloquio

5. : al

termine del colloquio, e del ciclo di colloqui, va condotta un’azione

di analisi e riflessione critica sugli aspetti procedurali, sulle reazioni

dell’interlocutore, sui contenuti, sulla propria interlocuzione.

Esistono diverse forme strategiche:

L’ascolto attivo

• : il terapeuta ascolta sollecitando il soggetto

con segnalazioni e inviti, mostrando interesse, empatia

accettazione.

Il messaggio-io

• : l’educatore porta su di sé i problemi,

rendendosi coinvolto nella situazione, ponendosi come co-

protagonista all’interlocutore.

La sublimazione

• : la tendenza ad attenuare il peso di un

vissuto e stato personale di una persona orientando le sue pulsioni

critiche verso direzioni accettabili, fino a rimuoverlo, e in qualche

caso, a risolverlo.

La vigilanza critica:

• atteggiamento del conduttore del

colloquio che consiste nel controllare la propria emotività e nel

mantenersi critico.

Le richieste mirate

• : evitare l’impatto immediato con gli

aspetti più critici, partendo dapprima da incitamenti e domande

generici, allo scopo di far adattare l’interlocutore, quindi di orientare

progressivamente il colloquio verso i punti focali.

La chiarezza

• : stile comunicativo del conduttore che tende ad

adottare la prima persona e un registro linguistico pertinente alla

situazione soggettiva.

La funzione facilitante

• : l’eliminazione delle barriere della

comunicazione, tenendo attiva la fluidità del dialogo.

La riformulazione

• : azione ricorrente di ripresa e ripetizione

verbale delle domande e delle risposte fornite, costituendo un

rinforzo della situazione colloquiale.

CAPITOLO 5

È l’idea che abbiamo della vita stessa e del nostro progetto

esistenziale che rende concreto il nostro diritto a star b

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
18 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chicca0308 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia della salute e della prevenzione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università della Sicilia Centrale "KORE" di Enna o del prof Lo Piccolo Alessandra.