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EMOZIONE E CERVELLO:
Il cervello attiva e regola gli aspetti fisiologici dell’emozione.
Attualmente si identificano il sistema limbico e i lobi frontali
come il substrato neurologico dell’emozione. Le zone dei lobi
frontali svolgono funzioni diverse rispetto alle emozioni: quello
sinistro emozioni positive
svolge un ruolo importante per le ;
mentre il lobo frontale destro svolge lo stesso per alcune
emozioni negative .
I sentimenti sono indispensabili nei processi decisionali della mente
razionale perché quando la persona si trova dinanzi ad una
circostanza d’emergenza, di pericolo, le prime azioni che vengono
messe in atto sono quelle causate dall’amigdala, la quale è
collegata attraverso fibre e percorsi più brevi agli apparati uditivo e
visivo. L’amigdala è infatti la sede dove sono racchiuse le
emozioni.
EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI INTELLIGENZA UMANA:
Nel corso degli ultimi cinquant’anni il concetto di intelligenza è stato
studiato prevalentemente nella sua dimensione dell’apprendimento.
Maslow ha orientato i suoi studi verso la scoperta e la
classificazione dei bisogni dell’uomo che possono influenzare o
meno la capacità di apprendimento/intelligenza, il compimento
dell’autorealizzazione personale che rappresenta il gradino più alto
della soddisfazione e più in generale la salute globale.
Bisogni di sicurezza: stabilità, dipendenza, protezione ecc.; per
gestire ed organizzare con serenità il proprio comportamento
l’uomo deve tendere a soddisfare questi bisogni.
Bisogni di appartenenza: affetto, amore; necessità per l’uomo
di instaurare rapporti interpersonali ed amicizie.
Bisogni di stima: il desiderio di rispetto e reputazione da parte
degli altri.
Bisogni di autostima: il sentirsi adeguati e gratificati nel mondo
generando coraggio e fiducia in se stessi e nelle proprie
capacità.
Secondo Maslow, il soddisfacimento di questi quattro gruppi di
bisogni non è sufficiente all’individuo per sentirsi appagato, ma è
necessario l’utilizzo pieno del proprio potenziale personale che
avviene solo attraverso l’impulso che porta all’autorealizzazione e
l’autoaccrescimento.
elaborò la teoria delle intelligenze multiple
Gardner che si oppose
alla concezione ortodossa di una sola intelligenza nata intorno agli
anni 20. Secondo Gardner è più giusto pensare che gli individui
possiedono un certo numero di facoltà relativamente indipendenti
piuttosto che una certa quantità di potenza intellettuale che possa
essere incanalata in una sola direzione.
Intelligenza linguistica:
1. gli aspetti cruciali dell’intelligenza
linguistica si possono notare negli sforzi dei poeti che lottano per
trovare le parole giuste per un verso o una strofa. Per quanto
riguarda lo sviluppo delle abilità linguistiche si può osservare come
esse si trovino già nel balbettio del bambino durante i primi mesi di
vita. Intelligenza musicale:
2. i giovani dotti di intelligenza musicale
sono attratti dal mondo delle note, cercano di produrre piacevoli
combinazioni da soli, oppure continuano a chiedere di poter suonare
uno strumento.
Intelligenza logico-matematica:
3. si esprime in principio in modo
esplicito nella manipolazione di oggetti; il bambino si trova
realmente a manipolare caramelle o biglie, successivamente queste
operazioni si eseguono mentalmente nella propria testa, vengono
interiorizzate. Ciò che caratterizza l’individuo dotato di intelligenza
logico-matematica è l’’amore per le astrazioni, l’esplorazione di
difficili problemi; il matematico deve essere assolutamente rigoroso
e perennemente scettico poiché nessun fatto può essere accettato
a meno che non sia stato dimostrato in modo rigoroso.
Intelligenza spaziale:
4. essa permette al soggetto di avere una
buona capacità di percepire il mondo visivo con precisione, di
eseguire trasformazioni e modifiche delle proprie percezioni iniziali,
capire il modo in cui gli oggetti si orientano nello spazio, la capacità
di apprezzare le relazioni visivo spaziali e di riuscire a ricreare
aspetti della propria percezione visiva, persino in assenza di stimoli
fisici rilevanti.
Intelligenza corporeo- cinestesica:
5. è la capacità di usare il
proprio corpo in modi molto differenziati e abili, per fini espressivi
oltre che concreti.
Intelligenza intrapersonale:
6. riguarda la capacità di
comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto
sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale.
Intelligenza interpersonale:
7. riguarda la capacità di
comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti,
di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali
e personali vantaggiosi.
Intelligenza emotiva:
8. il rapporto tra le emozioni e l’intelligenza
è stato spesso trascurato e solo in questi ultimi anni è emerso un
modello scientifico di intelligenza emotiva che condiziona il modo di
pensare, di relazionarsi e di muoversi nell’ambiente.
Presenta alcune caratteristiche:
rapidità:
• in quanto legge una realtà emotiva in un istante,
producendo quel giudizio intuitivo, immediato che ci dice ad
esempio di chi dobbiamo diffidare;
reazione emozionale più lenta e deliberata
• : che genera
emozioni derivanti da pensieri e che vengono provocate
volutamente.
logica associativa:
• mediante la quale elementi che
simboleggiano una realtà o ne suscitano il ricordo producono le
stesse reazioni fisiologiche e mentali di quelle che l’individuo ha
nella stessa situazione reale.
reagisce al presente come se fosse il passato
• : cioè i pensieri e
le reazioni del presente assumono il tono dei pensieri e delle
reazioni del passato, per cui l’intelligenza emotiva ingabbia
l’intelligenza emozionale piegandola ai propri fini e ponendola al
proprio servizio.
CAPITOLO 6
L’emozione può essere definita un’informazione operativa del
bisogno, costituita da uno stato psichico-affettivo momentaneo,
derivante dalla reazione dell’organismo a percezioni esterne o a
rappresentazioni interne, che modificano l’equilibrio della persona.
L’evoluzione delle emozioni mostra come la loro funzione
fondamentale sia legata all’adattamento e alla sopravvivenza; le
prime emozioni a comparire sono state l’attrazione e la repulsione,
per consentire a esseri viventi di avvicinarsi a una preda, al cibo o
allontanarsi da un pericolo. emozioni primarie
Ekman ha riconosciuto come rabbia, paura,
tristezza, gioia, disgusto, sorpresa.
L’affettività è la dimensione psichica, corporea e mentale,
sviluppata prima nell’evoluzione della vita e poi nella cultura, che
comprende tutti i fenomeni che uniscono in modo interattivo lo
stato interno, la motivazione e il bisogno, con l’ambiente esterno,
fisico, sociale e culturale.
Le dimensioni dell’emozione sono:
costanza emotivo-affettiva:
• siamo sempre emotivamente ed
affettivamente attivi;
costanza motivazionale:
• non vi è emozione senza bisogno;
specificità emotiva:
• la capacità di ogni emozione di rispondere
a uno stimolo specifico;
binarietà affettiva:
• a un’emozione ne corrisponde sempre una
opposta;
coerenza emotiva:
• la relazione precede l’azione.
Ogni emozione è anche dotata di una struttura emotiva:
il tropismo o gradiente tropico:
• determinato dal coefficiente di
avvicinamento/allontanamento;
l’edonia o gradiente edonico:
• determinato dal coefficiente di
piacere/dispiacere;
la specificità:
• capacità di rispondere a un imput specifico e a
un bisogno specifico;
l’espressività facciale:
• associata ai segnali fisici della singola
emozione;
una fisiologia specifica:
• sottostante la fenomenologia emotiva.
Il fenomeno emotivo si svolge secondo un rapidissimo processo che
comprende:
input:
• o lo stimolo; tutto ciò che fa superare la soglia di
reazione dell’umore;
valutazione:
• riconoscere la struttura dell’input;
attivazione:
• la messa in atto dei vari sistemi corporei di
risposta;
output:
• o l’azione; è la vera e propria risposta all’input, scelta
dalla valutazione e resa disponibile dall’attivazione.
La scala delle emozioni può essere così espressa:
attrazione – repulsione;
piacere – dispiacere;
fiducia – paura;
filia – rabbia;
gioia – tristezza;
felicità – senso di colpa.
L’emotività umana si esprime attraverso i fondamentali stati
emotivi dell’umore, dell’emozione, della passione e
dell’atteggiamento.
Gli stati emotivi fra loro sono intimamente interconnessi e
condividono una struttura analoga, essendo tutti dotati di un
tropismo (spinta ad agire), di un’edonia (un sentire piacevole o
spiacevole) e di un’espressività.
L’umore è lo stato emotivo che maggiormente interessa la nostra
vita ed è la dimensione di base dell’affettività. L’umore è lo stato di
omeostasi emotiva, mentre l’emozione ne è la manifestazione
adottiva contingente.
L’umore è individuale, poiché è correlato ai tratti e alle condizioni
strettamente individuali, preconscio, perché non ne siamo
normalmente consapevoli se non dietro azione specifica,
permanente, perché tende a perpetuarsi nel tempo, a meno che
non intervenga un’azione modificante, e pervasivo, perché si
diffonde e compenetra del proprio tono edonico nella vita
quotidiana.
L’emozione viene invece definita l’affettività contingente, adattiva,
conscia stereotipica, invasiva e temporanea.
La passione è uno stato emotivo-affettivo che indirizza ed energizza
la psiche attraverso un’azione prolungata nel tempo; è l’affettività
creativa, che genera nuove strategie e atteggiamenti.
Nell’emozione si è invasi dallo stimolo specifico, mentre nella
passione si è pervasi dal proprio particolare modo di sentire, che fa
sì che non vi sia una passione uguale a quella di un altro.
L’obiettivo principale di un’educazione che riguarda le emozioni,
definita razionale emotiva è quello di far sì che l&