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Anna Freud si concentra sulla sistematizzazione dei meccanismi di difesa che già il
padre aveva accennato.
Nel ’65 esplica i criteri rilevanti per la valutazione dei meccanismi di difesa:
1) La difesa è funzionale se è all’età —> Propone una successione evolutiva
adatta
dell’emergere delle difese;
2) Le difese devono essere in funzione delle situazioni;
flessibili
3) Devono avere e manca la generalizzazione delle difese;
intensità moderata
4) Devono essere ovvero devono poter essere disattivate;
reversibili,
5) Devono essere nel controllo dell’angoscia e nel mantenere uno stato di
efficaci
nel funzionamento strutturale;
equilibrio
6) con le acquisizioni dell’Io;
Interferiscono poco
Anna Freud riprende le difese già esposte dal padre:
• Tornare ad una fase di sviluppo sessuale precedente; —
Regressione:
>(prima dell’Io)
• trasformare un elemento nel suo esatto
Trasformazione nel contrario:
contrario (sono arrabbiata con mio padre, mi comporto da tenera); —
>(prima dell’Io)
• Rimuovere un evento traumatico perchè inaccettabile; —>(Io
Rimozione:
differenziato dall’Es)
• Emergono in un secondo momento; —>(Io
Introiezione-proiezione:
differenziato dall’Es)
• Deviazione degli impulsi sessuali o aggressivi verso attività
Sublimazione:
socialmente accettabili; —>(Successivo a crearsi del Super-Io)
• Atteggiamento opposto ad un sentimento represso; —
Formazione reattiva:
>(Successivo a crearsi del Super-Io)
Quindi in sintesi Anna Freud dice che alcune difese esistono fin dalla nascita e
riguardano gli impulsi (regressione e trasformazione nel contrario), altre difese
riguardano la differenziazione tra Io ed Es (rimozione), altre riguardano la
differenziazione Io-oggetto (proiezione introiezione), altre ancora l’esistenza del super-
Io (sublimazione).
MA aggiunge altri meccanismi di difesa, in primo luogo ne aggiunge due che non
hanno a che fare con la difesa contro l’angoscia ma contro elementi della realtà esterna:
• Il soggetto assume ruolo e caratteristiche di
Identificazione con l’aggressore:
un altro che vede come aggressore, imitando la sua aggressione, così trasformandosi
da minacciato a minacciante, tramuta così la paura in sicurezza;
• Ci si arrende ai propri impulsi in favore di desideri ed impulsi altrui, si
Altruismo:
vive attraverso un’altra persona;
Aggiunge anche due meccanismi di difesa che sono tipici dell’adolescenza:
• Rifiuto generalizzato di qualsiasi desiderio pulsionale;
Ascetismo:
• Mentre nella fase di latenza l’interesse del bambino è
Intellettualizzazione:
rivolto interamente al reale e concreto, all’inizio dell’adolescenza riemerge la libido
sessuale, perciò una difesa tipica dell’adolescente è la trasformazione degli interessi
che divengono sempre più astratti.
Sostiene, quindi, che esistano meccanismi di difesa primitivi e meccanismi di difesa
evoluti (nevrotici).
Meccanismi di difesa primitivi:
• Idealizzazione: affronta conflitti attribuendo qualità esageratamente positive a se
stesso o agli altri;
• Scissione: la persona affronta conflitti considerando se stesso e gli altri come
completamente buoni o cattivi;
Proiezione: attribuire all’altro i propri impulsi, pensieri, intenzioni es., l’ossessivo
• diffidente, attribuzione di colpe agli altri (razzismo);
Meccanismi di difesa evoluti:
• Rimozione: affrontano conflitti tramite il non essere in grado di ricordare o il non
essere consapevole di desideri, sentimenti, pensieri e esperienze disturbanti;
• Spostamento: affrontano conflitti indirizzando su un oggetto di solito meno
minaccioso un sentimento o una risposta primitivamente indirizzati a un altro
oggetto. Esempi: le fobie;
Formazione reattiva: pensieri, affetti intollerabili trasformati nell’opposto (rabbia
• Inglese —> Quando gli inglesi sono arrabbiati sorridono);
Come anche per Sigmund, Anna Freud sostiene che il funzionamento mentale è basato
su pulsioni innate che devono essere addomesticate dall’Io per consentire un
inserimento nella società civile.
Gli psicologi dell’Io hanno poi dato un nome alla funzione Alfa di Bion, che è Io
dato che l’Io si sviluppa col tempo differenziandosi dall’Es, all’inizio le sue
ausiliario:
funzioni devono essere svolte da oggetti primati (figure genitoriali), perciò i genitori non
sono solo utilizzati per lo sviluppo del Super-Io con l’identificazione, ma inizialmente
svolgono anche la funzione di Io ausiliario (per esempio svolge l’esame di realtà per il
bambino). Successivamente, tali funzioni svolte dal genitore, vengono introiettare, o il
bambino vi si identifica, acquisendole.
Linee evolutive:
Lo sviluppo procede in modo continuo con progressioni e regressioni e implica
interazioni tra le varie linee evolutive (ovvero le funzioni) che descrivono:
• Rapporti tra Es, Io e Super-Io;
• Vari livelli di sviluppo;
• La reazione alle influenze ambientali;
• Determinate sequenze normative;
Esempi di linee evolutive:
• Dalla dipendenza delle cure materne al raggiungimento dell’autonomia in età
adulta;
• Dall’egocentrismo alla socievolezza con i pari;
• Dall’allattamento all’alimentazione;
• Dal corpo, al giocattolo, al lavoro;
• Dall’assenza del controllo sfinterico, al controllo sfinterico;
Lo squilibrio tra le diverse linee evolutive non è di per sè patologico, infatti una
disarmonia limitata non fa che preparare il terreno alle differenze che esistono tra gli
individui sin da una fase precoce.
Psicologi dell’Io:
Kris, Hartmann e Loewenstein.
Hartmann rifiuta l’idea di istinto di morte e sostiene che lo sviluppo psicosessuale debba essere
inferito attraverso osservazione diretta e bisogna eliminare gli assunti contraddetti da dati
comportamentali.
L’ampliamento delle fonti di informazione per integrare le teorie psicoanalitiche non si
verifica, però, solo nella direzione della psicologia evolutiva. E’ già forte il rischio che la
psicoanalisi venga a essere assorbita da parte della psicologia accademica, non in quanto
modello paradigmatico ma in quanto fonte di ispirazione e serbatoio di idee dal quale
attingere. Il risultato di questa reazione porta, tra l’altro, al programma di sviluppare la
psicoanalisi come psicologia generale.
Il percorso degli scritti di Hartmann si sviluppa su piano principalmente teorico, sia per
esigenze di sistematizzazione che per il fatto che lo sviluppo della teoria garantisce la solidità
della psicoanalisi.
Mentre Freud descriveva la normalità come una controparte alla patologia, Hartmann
considera la normalità l’oggetto di indagine di per sè.
Sviluppo dell’Io:
Il maggior interesse per la coscienza e la normalità portano a una svolta teorica importante
nello sviluppo della teoria dello sviluppo dell’Io.
Mentre per Freud l’Io si sviluppa dall’Es e trae energia da esso, per Hartmann l’Io e l’Es si
sviluppano parallelamente dallo stesso serbatoio di energia, perciò per l’autore l’Io si sviluppa
in modo indipendente dall’Es. Ciò lo basa sul fatto che mentre per gli animali il principio di
piacere è necessario alla conservazione della specie, per l’uomo il principio di piacere è una
guida poco sicura per l’autoconservazione quindi non può precedere il principio di realtà.
Se non sono le pulsioni e i conflitti a sviluppare l’Io, allora quest’ultimo e la libido si sviluppano
in parte su processi maturazionali.
Quella parte dell’Io che possiede autonomia primaria rispetto a conflitti e pulsioni è detta da
Hartmann e definita come quell’insieme di funzioni che
sfera dell’Io libera da conflitti
in qualunque momento agiscono al di fuori dei conflitti psichici.
La libertà dai conflitti però non è definitiva ed immodificabile, è infatti possibile che la sfera
dell’Io libera da conflitti possa essere successivamente coinvolta in aree conflittuali e viceversa,
ovvero che le funzioni dell’Io che hanno origine conflittuale possano liberarsi dai conflitti e
acquisire un’autonomia secondaria o cambiamento di funzione.
Può a volte accadere che l’autonomia ottenuta dall’Io vada perduta, ma in circostanze
normali ciò non avviene.Il funzionamento indisturbato dell’Io dipende in parte da quanto le
attività dell’Io sono al riparo dalla regressione e dall’investimento di cariche pulsionali.
Hartmann designa quindi i livelli di indipendenza dell’Io con l’espressione gradi di
autonomia secondaria.
In Freud solo l’energia sessuale può essere reindirizzata dalla sua meta naturale al servizio
dell’Io, Hartmann invece sostiene che non solo quella libidica ma anche quella aggressiva può
subire questo processo, introducendo così il termine Questo termine
neutralizzazione.
indica la trasformazione dell’energia da forma pulsionale a forma non pulsionale. Perciò l’Io
è in grado di avere una riserva di energia per perseguire i propri fini e per sviluppare le proprie
funzioni.
La circostanza per cui l’autonomia ottenuta dall’Io non sia ottenuta necessariamente
definitivamente si spiega con l’esistenza di processi inversi alla neutralizzazione, che riportano
l’energia a tendenze pulsionali, questi processi prendono il nome di sessualizzazione e
aggressivizzazione.
Con questa nuova teorizzazione, Hartmann cambia anche le relazioni tra Io ed Es. L’Io può
quindi ammettere le tendenze pulsionali dell’Es e aiutarne la soddisfazione attraverso la
propria energia oppure può tentare di impedire la realizzazione dei fini pulsionali tramite un
investimento energetico detto oppure può perseguire dei fini
contro-investimento, non
difensivi.
Differenziazione tra Io e Sè:
Uno degli apporti teorici più vistosi esposto da Hartmann è la distinzione terminologica di Io
e Sè. Hartmann non teorizza con il Sè una diversa struttura o istanza psichica , si limita ad
identificare il Sè con “la propria persona” mentre l’Io come una “sottostruttura della
personalità”. Il Sè, quindi, svolge la stessa funzione che svolgeva il termine Io in Freud prima
della definitiva teorizzazione del modello strutturale.
L’utilità si vede soprattutto nella teoria del narcisismo, in