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Estratto del documento

1) EFFETTO LUNGHEZZA IN DE E NORMOLETTORI:

Un modo di analizzare e qualificare il profilo di difficoltà è andare a vedere quali sono le dimensioni a

cui il dislessico evolutivo è sensibile rispetto al tipo di materiale che legge.

normolettori (NL): l’effetto lunghezza sulla velocità di lettura cala drasticamente nel passaggio dalla

1a e 2a.

Indice di passaggio alla lettura lessicale?

Dislessici: Il profilo RTs mostra un ritardo di due anni. (gli errori sempre di più dei controlli). Non c’è

indicazione di una lettura lessicale... 116

LA LENTEZZA DEI DE SUGGERISCE IL PREDOMINIO DELLA LETTURA FONOLOGICA, ACCURATA

IN ORTOGRAFIE TRASPARENTI MA DISPENDIOSA… (DISLESSIA SUPERFICIALE):

Si potrebbe immaginare che nel bambino italiano dislessico ci sia una fatica nella costruzione di questa

procedura.

parole; parole irregolari; non parole.

 effetti: regolarità

 errori di regolarizzazione:

- glicerina /licerina/

yacht

 passero – macchina

 lettura silente di omofoni non omografi. Il l’ago è fatto di acqua.

ORTOGRAFIA TRASPARENTE: ELEVATA CORRISPONDENZA GRAFEMA – FONEMA (G – F):

Noi siamo davanti a un’ortografia trasparente (alta corrispondenza grafema – fonema) con alcune

eccezioni.

Nella maggior parte dei casi esiste una corrispondenza g-f uno-a-uno, indipendentemente dal

contesto: regole non contestuali

P: /p/ [palazzo]

Ci sono casi (c, g, gl, sc) in cui la pronuncia di una consonante dipende dal contesto “ortografico”:

 regole contestuali;

G: /J/ [gelato]

/g/[gatto]

Perché aspettarsi un vantaggio a leggere una parola nuova o poco conosciuta

scomponendola in radice e suffisso?

Morfemi: unità di analisi ed elaborazioni più grandi rispetto alle singole lettere

 La lettura ad alta voce può essere più veloce e più accurata perchè si basa su un numero inferiore di

unità che si trovano già “pre - confenzionate” nel lessico, coinvolgendo un numero minore di passi di

elaborazione

La lettura così può: impiegare meno tempoessere meno soggetta ad errori

 117

2) EFFETTO FREQUENZA E CONTESTO ORTOGRAFICO IN DE E NORMOLETTORI:

Cosa succede se facciamo leggere delle parole a bambini dislessici italiani o normolettori di pari età con

consonanti sensibili al contesto ortografico o meno. Si registra il tempo di lettura in un gruppo di

dislessici e normolettori di parole ad alta frequenza (casa, cane, ecc…) e parole a bassa frequenza.

Le barre scure si riferiscono a stimoli che includono una consonante che richiede l’applicazione del

contesto ortografico.

Le barre chiare invece si riferiscono a stimoli che non sono sensibili alle regole contestuali.

Dal grafico osserviamo che:

- i dislessici sono più lenti dei normolettori.

- Anche i bambini dislessici hanno un effetto frequenza: per quanto più lenti leggono più velocemente le

parole ad alta frequenza.

- I bambini dislessici sono inoltre sensibili, più veloci, nella lettura di parole che non richiedono

un’elaborazione del contesto ortografico.

Questo tipo di profilo ci dice che i dislessici sono sicuramente più lenti nei normolettori ma sono

sensibili alle stesse dimensioni della lingua dell’ortografia. La parola ad alta frequenza si legge più

velocemente perchè è nel lessico.

Se il lettore dislessico è sensibile all’effetto frequenza e al contesto ortografico, significa che non legge

tutto con la via sublessicale. Il dislessico evolutivo, anche quando si confronta con una lingua ad

ortografia trasparente non legge solo per via sublessicale.

LETTURA LESSICALE IN DE? 118

Altro dato: i dislessici italiani leggono davvero per via lessicale? Un modo semplice è andare a verificare

la lettura di parole – non parole.

Grafico:

- dislessici e controlli non differiscono nella denominazione delle figure (quindi i due gruppi sono

bilanciati per velocità di accesso lessicale e articolazione della parola).

- Confrontando i due profili dei normolettori, osserviamo l’effetto della superiorità della parola: la lettura

esperta è un processo talmente automatico che è più veloce leggere la parola gatto che denominare la

figura gatto. I dislessici invece non hanno questo effetto.

- Nella lettura di non parole emerge la maggiore sensibilità all’effetto lunghezza. Forse il problema

dell’effetto della lunghezza ha a che fare con lo scanning visivo dello stimolo lungo

Lettura di P (HF e LF) più veloce di NP (anche in liste miste!)

 Effetto lessicalità riflette un buon accesso al lessico ortografico

 L’effetto frequenza emerge in DE ad escludere un deficit lessicale

 Ma...l’effetto lunghezza (anche in Decisione Lessicale) specifico in DE (visuo-attentional decifit?)

LA MORFOLOGIA PUÒ AIUTARE LA LETTURA?

La nostra lingua, oltre ad essere una lingua ad ortografia trasparente, ha anche una morfologia molto

ricca.

La morfologia riguarda la costruzione delle parole. Le parole derivate possono essere composte o

alterate. 119

PERCHÉ ASPETTARSI UN VANTAGGIO A LEGGERE UNA PAROLA NUOVA O POCO CONOSCIUTA

SCOMPONENDOLA IN RADICE E SUFFISSO?

HP: i morfemi costituiscono delle unità intermedie (tra grafema e parola) che facilitano la lettura nei

lettori non esperti (precoce o DE).

Parole Derivate vs Semplici

- BELL-EZZA vs. TEST-ARDO

- AUT-ISTA vs. CAST-AGNA

Pseudoparole

- DONN-ISTA (costruita con morfemi esistenti) vs. “DENN-OSTO” (denn non è una radice esistente e

osto non è un suffisso esistente)

- GUERR-OSO vs. “STROD-ASA” [radice + suffisso derivazionale HF]

Morfemi = porzioni di unità di elaborazione con cui si costruiscono le parole.

Ipotesi: le parole morfologicamente complesse possono in qualche modo essere più facili da leggere di

una parola nuova perché si riconoscono sub – unità che già si conoscono e sono più familiari.

Materiale da far leggere ai lettori:

Grafici sx (come leggono le pseudoparole): chi

sa leggere bene non è particolarmente

influenzato da questa costruzione della

parola, ma il lettore inesperto, così come il

dislessico, ha un vantaggio se la parola è

costruita con morfemi esistenti.

Grafici dx (come leggono le parole vere):

adulti leggono più velocemente dei lettori

giovani ma non sono influenzati dalla

morfologia.

I dislessici e i bambini più giovani invece

riconoscono il cluster, la subunità e sono

avvantaggiati (es. gira – sole).

Grafico: in italiano esistono parole derivate che possono essere di due tipi:

a) composte

b) alterate: parole che sono modificate dal prefisso suffisso.

La morfologia può aiutare la lettura?

SI!

 120

La morfologia aiuta sempre la lettura di NP, sia i NL che i DE, ma solo questi ultimi la utilizzano anche

per la lettura di parole dato che in questi soggetti l’analisi globale è meno efficiente..

La lettura morfologica può essere una strategia compensatoria, che guida alla comprensione.

DISTURBI DELLA SCRITTURA:

Disturbi specifici

- Disturbo dell’espressione scritta

- Disortografia

- Disgrafia

Disortografia o disturbo di produzione del testo associato a dislessia

DALLA SCRITTURA DI PAROLE ALL’ESPRESSIONE:

MODELLO EVOLUTIVO (UTA FRITH, 1985): Studio fatto su bambini disortografici e

dislessici italiani: è stato fatto un

confronto fra bambini di terza e quinta

elementare con un compito di dettatura.

Vediamo la percentuale di risposte

corrette per i diversi cluster di stimoli.

In terza elementare c’è una caduta

maggiore in bambini dislessici in compiti

di scrittura e le difficoltà riguardano sia

gli stimoli contestuali che gli

unpredictable. In quinta elementare

rimane una difficoltà per le parole

ambigue.

L’APPRENDIMENTO DELLA LETTURA SI AVVALE DI INPUT

CROSS – MODALI PER DISCRIMINARE LETTERE “A SPECCHIO”: Nei bambini di terza elementare c’è

una differenza prestazionale tra

scrittura di non parole e parole

irregolari.

Evoluzione di diversi errori che possono

Al centro del lobo parietale ci sono

essere fatti durante prove di scrittura

risorse deputate all’elaborazione

cognitiva (core system). Non funziona

da solo perché abbiamo bisogno delle

risorse visuo – attentive.

Questo centro core system deve

mettersi in comunicazione con tutte le

121 altre risorse per permetterci di

imparare a contare.

PROCESSI CENTRALI e PROCESSI PERIFERICI:

Capacità di scrittura si realizza con processi centrali e periferici.

DEFICIT DEL BUFFER GRAFEMICO:

DISTURBI DELLA SCRITTURA IN ETÀ EVOLUTIVA:

DISGRAFIA: alterazione delle abilità “esecutivo – motorie” della scrittura. Segno grafico incerto,

inadeguato nella forma e/o nelle dimensioni.

DISORTOGRAFIA: Disturbo specifico nel processo di trascrizione fonema-grafema. Gli errori

riguardano la parola, i.e., la selezione delle lettere e della punteggiatura.

122

esistono diversi strumenti diagnostici a disposizione.

DOPPIA VIA:

DISORTOGRAFIA:

disortografia superficiale: procedura lessicale KO parole ad ortografia potenzialmente ambigua per

 

le quali la corretta ortografia richiede recupero della rappresentazione ortografica della parola

- omofoni non omografi: lago vs l’ago

- ambiguità ortografiche: [kw] = cu, qu, cqu cuoco, quota, acqua

disortografia fonologica: procedura sublessicale non parole (corrispondenza G – F) in cui è

 

controllata la presenza di cluster consonantici, doppie e continuità dei foni (p.e. fricative [f], liquide [l] e

nasali [n] continui Vs. occlusive [d] e affricate [z])

VALUTAZIONE DELLE ABILITÀ DI SCRITTURA: STRUMENTI DIAGNOSTICI:

Esistono diversi strumenti diagnostici a disposizione.

DDO: 123

EVOLUZIONE QUALITATIVA NELLO ST:

Accuratezza nella scrittura aumenta in modo significativo nel corso della scuola.

BVSCO – 2: BATTERIA PER LA VALUTAZIONE DELLA SCRITTURA E DELLA COMPETENZA

ORTIGRAFICA NELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO:

Prove di dettato

– Brano

– Frasi con parole omofone

Prove di scrittura spontanea

– Narrazione

– Descrizione

Prove di velocità (scrivere il nome dei numeri partendo da uno)

PATTERN EVOLUTIVI NELLA DISORTOGRAFIA:

Le difficoltà di scrittura evolvono con l’età nel corso della

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
149 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ali7877 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Girelli Luisa.