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Riflessioni

Quello che si può osservare oggi sul museo, agli inizi degli anni novanta, viene dalla grande diffusione che questa istituzione ha avuto nel porsi al centro dell'interesse di un pubblico di massa; la sua natura specialissima ha contribuito in maniera determinante a fare a farne uno strumento particolarmente consono all'assetto e alle istanze del mondo moderno. Uno dei suoi vantaggi è quello di esprimenrsi per immagini e quindi può illudere di un veloce quanto facile apprendimento: per il grande pubblico il museo è l'unico depositario di un'immagine condensata di un luogo altrimenti difficile da cogliere nella sua interezza. Proprio questa aprirazione o illusione di totalità che il museo ha espresso e perseguito è di per sè un motivo di attrazzione e di centralità dell'istituzione: esso aspira a riunire nozioni complesse e nodi problematici, mariducendoli in modo tale da essere compresi più

Efficacemente da un grande pubblico. Dal dopoguerra ad oggi il museo è stato oggetto di una serie di istanze moltoprecise; l'affermazione del termine stesso "museologia" si appoggia a un generalerinnovamento delle problematiche intorno al museo. Per la prima volta nella storia diquesta istituzione, si crea un organismo istituzionale, l'Icom (International Council ofMuseums), filiazione dell'Unesco, che dal 1948 inizia i suoi lavori di coordinamento tra imusei di tutto il mondo. È in questo contesto che si afferma il termine "museology",che viene a sostituire gradalmente l'antico "museographia", codificato nel 1727 daNeikel. Il trattato di Neikel affronta problemi di ordine generale e il termine"museographia" è usato per sottolineare l'aspetto descrittivo di una riflessione intornoal museo: ne vengono infatti analizzate le forme con attenzione ai contenuti eall'ambiente, dando chiare definizioni.

delle tipologie di oggetti collezionati, distinti in Naturalia e Artificialia. Si esamina la struttura delle raccolte e si compila un inventario di quelle esistenti e delle loro caratteristiche, città per città, di tutta Europa. Quello che appare in primo piano è il museo nei suoi elementi costitutivi e nel suo contenuto. Ci si sofferma di tanto in tanto a chiarire l'appartenenza della collezione di cui si parla (ecclesiastica, privata, di sovrani o principi). Quella neickeliana è veramente una museographia, cioè un viaggio intorno ai musei del tempo. Ma il termine nell'uso moderno è profondamente cambiato. Infatti nel momento in cui Neickel scrive nessuna preoccupazione d'uso è entrata dentro il museo: la collezione semiprivata è aperta a un flusso limitato di visitatori qualificati. Oggi la presenza di un pubblico all'interno del museo è un fatto abituale, mentre è fenomeno recente quello di.un'osservazione attenta dell'effetto che produce la presenza dei visitatori all'interno delle sale. Si va verso un'estetizzazione del pubblico del museo. 2 - Quarant'anni di museologia. La vocazione per il pubblico è l'aspetto che emerge con più chiarezza e più denso di conseguenze del museo moderno. Se può dire che la museologia di questi ultimi quarant'anni è la risposta a un nuovo rapporto del museo col pubblico e con la società, e si forma proprio in seguito alle nuove funzioni alle quali il museo si trova ad dover rispondere. L'antica museografia è stata affiancata alla museologia, che affronta ruoli impensabili per la vecchia disciplina: questa non si basava su problemi di destinazione e funzionamento del museo, questioni maturate con l'apertura di questo ad un pubblico indistinto. La museologia è la diretta germinazione del museo post illuminista: è proprio dalil risultato di un processo di studio e analisi del museo, delle sue caratteristiche e delle sue funzioni. È un campo di ricerca che si occupa di comprendere e interpretare il significato e l'importanza del museo nella società contemporanea. La museologia si occupa di diversi aspetti legati al museo, come la sua storia, la sua organizzazione, la sua gestione e la sua relazione con il pubblico. Studia inoltre le diverse tipologie di musei, come i musei di arte, di storia, di scienza, di archeologia, di antropologia, ecc. È importante sottolineare che la museologia non è una disciplina statica, ma in continua evoluzione. Le riflessioni e gli studi sulla museologia sono in costante sviluppo, poiché il concetto di museo e le sue funzioni si modificano nel tempo, in risposta ai cambiamenti sociali, culturali e politici. In conclusione, la museologia è una disciplina complessa e contraddittoria, che si occupa di studiare e comprendere il museo nella sua totalità. È un campo di ricerca che richiede una costante attenzione e aggiornamento, poiché il museo è un fenomeno in continua trasformazione.considarta come un contenitore capace di dare organicità alle riflessioni e alla presa di coscienza del museo di sé. Occuparsi di museologia significa prendere atto della capillare penetrazione della realtà e dell'immagine del museo nel mondo contemporaneo, con i fenomeni di intensa attività e progettualità museale che hanno caratterizzato l'Europa e gli Stati Uniti a partire dalla seconda guerra mondiale. La museologia deve avere da una parte un forte legame col presente e con il ruolo che il museo ha assunto nel mondo contemporaneo, dall'altra deve recuperare, nella definizione storica, i tratti salienti di un percorso che deve andare a costituire l'ossatura di un insieme di teorie, di norme, di esperienze. Si può immaginare un percorso intorno alla museologia dotandosi di uno strumento come una carta geografica su cui si è ben lontani dall'avere una configurazione definitiva, ma di cui si deve essere preparati a.ridisegnare di tanto in tanto i confini. Russoli, primo museologo italiano moderno (uno dei primi direttori di museo in Italia ad aderire alle iniziative dell'Icom), animatore dei progetti museali milanesi come il restauro e la riapertura del Museo Poldi Pezzoli, in "I musei nella società", 1981, afferma che alla base di un progetto museologico di cambiamento deve esserci un'analisi storica più o meno cosciente: la museologia ha come fondamento la storia del museo. Questo è uno dei primi punti da segnare sulla nostra mappa di orientamento. "Il museo non può essere unico e uguale ovunque, secondo generali principi standardizzati, ma, nel rispetto di regole tecniche riconosciute le migliori dallo studio scientifico dei problemi di conservazione degli oggetti, deve assumere di volta in volta il carattere che il suo patrimonio e la sua storia esigono. Il riconoscimento della diversità, della complessità del fenomeno è un altro dei

punti fermi della mappa dell'amuseologia. Questo significa che il museo prende atto dal suo esistere in un certo modo, con un profondo sforzo di autoriflessione, e lascia spazio alle progettualità, ma solo là dove ci siano la volontà e la possibilità di inventare il nuovo. La museologia si pone quindi al centro di un processo conoscitivo e di una spinta progettuale.

3- Museografia. Un museo che si identifica gradualmente, sempre di più, nei suoi rapporti con il pubblico e si interroga sul modo di portare il suo messaggio al visitatore, non può che costituirsi un apparato di metodo legato al suo funzionamento. Nascono infatti problemi di uso e di conservazione e la necessità di dotarsi di un apparato estremamente complesso nel sistema di esposizione, nella leggibilità dei suoi contenuti, nel funzionamento generale, nei problemmi di sicurezza e di conservazione materiale degli oggetti. Tutto questo si è adagiato

nella museografia. La museografia, infatti, si occupa di organizzare e presentare i beni culturali all'interno del museo, utilizzando diverse tecniche e strumenti. La museologia, d'altra parte, si basa sulla storia delle collezioni e si occupa di studiare e analizzare il museo come istituzione e come luogo di conservazione e diffusione della cultura. Tuttavia, museologia e museografia sono strettamente legate e si influenzano reciprocamente. Entrambe sono discipline conoscitive che si occupano del museo, ma con approcci diversi. È importante sottolineare che, nonostante la loro interdipendenza, museologia e museografia rischiano di separarsi. Questo rischio si accentua oggi, quando le pratiche museografiche sono sempre più complesse e richiedono una solida base teorica. Analizzando l'evoluzione della museologia negli ultimi decenni, possiamo notare che il concetto di bene culturale, che ha origine nel museo, è stato sviluppato e perfezionato attraverso la museografia. La museografia, infatti, si occupa di tradurre concetti teorici in pratiche concrete, organizzando gli spazi espositivi, progettando l'allestimento e utilizzando strumenti di comunicazione visiva. In conclusione, museologia e museografia sono due discipline strettamente connesse che si occupano del museo, ma con approcci diversi. La loro interazione è fondamentale per garantire un'adeguata conservazione e diffusione della cultura all'interno del museo.soprattutto da chi veniva dal mondo del museo, si è imposto come tema dominante. È un concetto vastissimo di pericolosa inafferrabilità, approdato ufficialmente in Italia a partire dal 1973 con l'istituzione del Ministero dei Beni Culturali. Il concetto di bene culturale esteso, diffuso fuori e dentro il museo, ha percorso una sua strada particolare, ponendo in secondo piano la riflessione sul museo. Vi è quindi un corto circuito fra bene culturale e istituzione museale, non tanto perché si esprime una politica del bene culturale come elemento di conoscenza e di valorizzazione capillare, quanto perché si realizza proprio nel museo una sintesi tra bene culturale e bene economico, dando così forma a strutture che tengono conto di nuove istanze che si sono trasmesse dall'assetto economico e sociale che circonda il museo. I grandi musei (Gugheneim) possono essere ottimi investimenti solo in termini di cifre, piuttosto che di qualità diinformazione. Il peso dell'economia e del mercato nelle scelte culturali, le sponsorizzazioni, modi e pratiche di impostazione statunitense sono rimbalzati violentemente in Europa in questi ultimi dieci anni. Il museo non è più il protagonista, ma subisce un gioco di interessi e di appetiti più grandi. Si può dire che anche in questo momento continua ad essere lo specchio di una situazione, in particolare dell'affievolirsi delle ideologie che ne avevano accentuato il compito sociale: sono portati ad emergere in primo piano semplicemente dei meccanismi economici che appaiono come la nuova ideologia. Il modello americano che origina il fenomeno nei suoi aspetti più generali è certamente molto diverso da quello europeo: la tradizione dei musei storici è molto meno rilevante negli Stati Uniti, mentre molta parte del lavoro fatto è stato portato verso l'arte contemporanea. Inoltre sono una tradizione americana il ruolome l'arte e la cultura, da parte delle istituzioni e della società in generale. Questo atteggiamento ha portato a una mancanza di finanziamenti e risorse per i musei, limitando la loro capacità di preservare e promuovere il patrimonio culturale. Inoltre, la mancanza di una visione strategica a lungo termine e di una gestione professionale ha contribuito alla perdita e alla dispersione delle opere d'arte. Molti musei italiani si trovano in uno stato di degrado e non sono in grado di offrire una visita di qualità ai visitatori. È fondamentale che le istituzioni e la società in generale riconoscano l'importanza dei musei come custodi della storia e della cultura di un paese. È necessario investire nella formazione e nella professionalizzazione dei direttori di museo, nonché nella conservazione e nella valorizzazione delle collezioni. Solo attraverso un impegno concreto e una maggiore consapevolezza sarà possibile invertire questa tendenza e garantire un futuro migliore per i musei italiani.
Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ER.REST di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Museologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Varallo Franca.