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PIACENZA CASHMERE che ha introdotto lo sfruttamento delle
nanotecnologie per produrre tessuti come lana e seta. Il modello di queste
imprese, si sta espandendo in tutta Italia, l’eccellenza dei prodotti che
vengono prodotti sono possibili grazie ai processi produttivi che si basano
su macchinari sempre più all’avanguardia. Ciò che sicuramente non deve
mancare è la relazione tra impresa e ricerca: per “ricerca” s’intende la
voglia di individuare sempre nuove modalità d’intervento e
d’investimento, per rendere sempre il prodotto quanto più di successo
possibile per l’utenza. Oggi non esistono più separazione tra le diverse
professionalità che lavorano all’interno di una fabbrica, tutti sono chiamati
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a cooperare ma soprattutto ad interagire con gli stessi clienti. Le aziende,
( tra collaboratori)
però, non lavorano solo per creare relazione all’interno
di esse ma soprattutto all’esterno, con i clienti e con gli stessi fornitori
andando a costruire una vera e propria rete di conoscenza. Questo porta
alla creazione di un network collaborativo che si sviluppa grazie agli input
che riceve dall’esterno e si migliora sempre in base a questo. Un altro
elemento che ha contribuito all’espansione delle imprese è rappresentato
dalla “flessibilità” che si traduce nella capacità degli impianti di gestire
incarichi di lavoro sempre diversi. Molte aziende, avendo ben inteso che
era necessario un cambio di rotta, hanno pensato a dei sistemi informatici
con i quali i clienti possono tenersi in contatto e controllare l’andamento
del proprio ordine. Un ultimo elemento da considerare che ha contribuito
al successo delle aziende nonostante la crisi è stato il lean production:ossia
minimizzare gli sprechi fino ad evitarli del tutto. Ancora una volta, quindi,
ritorna l’attenzione all’ambiente che viene considerato uno dei fattori
di un’azienda. Non tutte queste,ahimè, hanno
essenziali per il successo
mantenuto i sistemi di produzione nel nostro PAESE. Tante hanno scelto
di trasferire all’estero i costi per la realizzazione dei prodotti, guadagnano
sicuramente ma facendo perdere tanto al nostro settore industriale. La DE
LONGHI mantiene addirittura tre impianti in Cina per la produzione di
condizionatori d’aria; invece la GESSI ha scelto di mantenere tutta
l’azienda per intero in Italia. Tuttavia c’è una nuova tendenza negli ultimi
tempi:quella di riportare gli impianti di produzione nel nostro Paese, per
vari motivi tra cui: valorizzazione del made in Italy ma anche per evitare
ritardi nelle consegne. Soprattutto la tempestività con la quale consegnare
il prodotto al cliente è da sottolineare quale elemento essenziale che quindi
ha portato le aziende a cambiare. Sono soprattutto i compratori ad aver
portato le aziende di nuovo a produrre in Italia, in quanto interessati
fortemente alla qualità dei nostri prodotti che ci rende famosi in tutto il
mondo.
Innovazione & internalizzazione a 360 gradi ( capitolo 4)
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Le aziende che si definiscono quali leader del settore, hanno compreso
l’importanza di mantenere saldo il legame tra “innovazione” ed
“internalizzazione”, così come hanno confermato gli studi PROMETEIA
confrontando un campione di varie aziende che nel periodo 2010/2012
hanno accresciuto i livelli di produttivià grazie ad un innalzamento del
grado di internalizzazione. BAULI comunque sottolinea che
internazionalizzare non è facile perché richiede energie ed investimenti.
Ma individuare anche prodotti nuovi che si sposino con i mercati locali.
Una delle imprese che si è imposta sui mercati internazionali,è stata senza
dubbio la BARILLA: si è diffusa in Brasile, Russia, Londra e a Dubai.
BOMBASSEI, l’internalizzazione ha permesso alle
Secondo Alberto
aziende di prosperare e di resistere agli effetti della crisi. Di certo, chi
sceglie un percorso di questo tipo deve essere aperto anche all’innovazione
L’impresa veneta
e agli scambi che possono venire dagli altri mercati.
CAREL, in particolare, ha capito l’importanza rappresentata dalla Cina in
questo senso. La continuità con i mercati cinesi si manifesta:
-a livello produttivo: i macchinari utilizzati sono gli stessi di quelli italiani;
l’obiettivo è quello di fondere le caratteristiche di
-a livello culturale:
entrambe le culture;
-riguardo le risorse umane:la sicurezza del personale resta sempre un
elemento centrale.
Il processo di internalizzazione è avvenuto anche per altre aziende quali,
ad esempio, la MAPEI che è il produttore mondiale di adesivi e prodotti
per l’edilizia si è espansa fino ad arrivare circa 17 laboratori sparsi tra Stati
Uniti, Germania, Cina ecc.
Governance solida:l’alleanza tra imprenditori & team manageriali (
capitolo 5)
L’innovazione entra nelle aziende sempre per merito degli imprenditori
che sempre per primi fiutano la trasformazione dei mercati e del business.
Il successo di un prodotto non è solo intuizione, ma soprattutto grazie alla
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coesione di metodo, persistenza, energia e tentativi. Come afferma Ippolito
CIPOLLETTA, l’innovazione riguarda la creazione di cambiamenti
sempre più incisivi nell’orientamento dei clienti ma anche all’interno delle
stesse aziende. L’intesa tra imprenditoria e management è indispensabile,
si estende spesso all’intera famiglia dell’imprenditore e questo è ciò
questa
che accade principalmente con le medie imprese. Quelle che resistono
all’interno di queste spesso c’è una figura
sono le family business:
carismatica che trascina tutto gli altri componenti della fabbrica
rappresentandone un pilastro fondamentale. In altre, invece, sono i
manager ad incarnare questa figura che con il tempo sono riusciti ad
imporsi e a farsi conoscere sul territorio per le proprie competenze. Le
responsabilità all’interno delle aziende, negli ultimi anni, stanno vedendo
le donne acquisire sempre più spazio: un esempio è Patrizia MOROSO che
negli anni ’80 si occupò dell’azienda di famiglia operante nel settore
dell’arredamento; altro caso è quello di Sonia BONFIGLIOLI, una delle
pochissime donne al mondo che guida un’impresa in un settore che è stato
per anni a pannaggio degli uomini: quello dell’automazione e della
meccanica. Le aziende di successo hanno tutte uno stesso punto in
comune:l’alleanza tra famiglia imprenditoriale e management, anche se
non accade sempre. Quando il sistema familiare riesce ad arrivare ad una
corretta concezione d’impresa, questo diventa un fattore di crescita dei
processi di riposizionamento strategico. Con la crisi si è avuta l’esigenza di
agire velocemente e le pressioni competitive hanno spinto sempre di più
verso il cambiamento: ecco perché gli imprenditori hanno dovuto
reinventare un nuovo modo di fare acquisti e di produrre. Molti di questi
hanno cambiato, allora, i propri vertici manageriali come LAVAZZA che
nel 2011 ha assunto per il ruolo di amministratore delegato, un
collaboratore di MARCHIONNE. Quando, però, non si ottengono risultati
soddisfacenti anche il comparto manageriale ne risente e non sono
infrequenti cambi di nomina repentini. Questa situazione si è verificata tra
Mario POLEGATO ( fondatore GEOX) e l’ex amministratore delegato
dell’azienda: dopo 17 anni di collaborazione, la diversità di vedute per
fronteggiare il calo del titolo in borsa, ha portato i due ad interrompere il
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proprio rapporto di collaborazione. Essere coesi sul progetto dell’impresa è
una condizione indispensabile per la crescita di questa ma anche per
concorrere a far parte del comporto del vertice: coesione che s’incrina
fiducia con l’imprenditore. Questi
anche quando viene meno il rapporto di
deve essere in grado di valorizzare la pluralità e la diversità tra le diverse
idee e punti di vista di chi opera nella sua azienda: solo così si possono
evitare divisioni deleterie per l’azienda. Una buona governante consente di
migliorare la qualità dei processi strategici. Le nuove aziende hanno
compreso la necessità di manager all’altezza che sappiamo coniugare
innovazione con diversificazione ed internalizzazione. E’ il caso di Andrea
ILLY, amministratore ILLYCAFFE’il quale è riuscito a coniugare la
tradizione dell’azienda familiare con l’innovazione dettata dalla necessità
di rinnovarsi. Ecco perché molte di queste aziende hanno investito sulla
costruzione di un team manageriale vincente: questo rappresenta la carta
vincente per essere sempre più competitivi sul mercato.
Controllo del know how strategico:intelligenza diffusa (capitolo 6)
Grazie all’aggiornamento e al rinnovamento delle competenze, le imprese
hanno migliorato il proprio livello qualitativo e quantitativo da offrire al
cliente, sviluppandosi sempre di più sul territorio. Un esempio di
allargamento dei confini è la RINO MASTROTTO GROUP, leader nella
lavorazione della pelle: tra i clienti di questa si citano VOLVO e
GENERAL MOTORS. La Mastrotto ha compreso la necessità di ampliare
il proprio interesse commerciale per ampliare i propri profitti e non
impantanarsi in un solo settore. Un elemento che concorre alla crescita di
queste aziende di successo è senz’altro la capacità di costruire in proprio,
grazie alla sinergia con le diverse professionalità che lavorano in esse,
macchinari da utilizzare per la produzione dei prodotti. Questi macchinari,
a loro volta, vengono venduti ai concorrenti. Quindi un doppio guadagno:
sia per aver innovato i sistemi di produzione e quindi per essere diventati
più competitivi, sia per rivendere il prodotto delle proprie conoscenze.
L’azienda LOCCIONI ha ben inteso questo principio e non ha mai smesso
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di alimentarsi, rinnovarsi e svilupparsi attraverso nuovi sistemi elettrici e
soprattutto attraverso il green business. Quest’azienda si definisce “open
innovation company” , ha sviluppato una rete di alleanze che l’hanno
portata ad operare con centri di ricerca nazionali ed internazionali, a creare
collaborazione con altre aziende leader, ad implementare processi di
selezione e sviluppo, ad investire sulla formazione dei collaboratori.
Quelle imprese che sono definite eccellenti, hanno saputo sfruttare i
“talenti”