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Conseguenze negative delle asimmetrie informative e possibili soluzioni

Per evitare le conseguenze negative delle asimmetrie informative possono essere escogitati vari accorgimenti: contratti dove il pagamento sia legato al controllo della qualità del bene; prestazione di garanzie; certificazioni di qualità da parte di associazioni professionali; ma la soluzione migliore è quella dell'intervento pubblico: che vanno dalla regolamentazione e creazione di aziende. Tuttavia queste istituzioni di tipo privatistico riescono sistematicamente a superare l'incompletezza dei mercati derivante da asimmetrie informative. La soluzione è quella dell'intervento pubblico sotto forme diverse, che vanno dalla regolamentazione alla creazione di aziende pubbliche.

Secondo il primo teorema del benessere l'equilibrio di concorrenza assicura una situazione di ottimo paretiano. Allora si può pensare che piccoli scostamenti dalla concorrenza perfetta non allontanino di molto dall'ottimo paretiano. Ma il teorema del

“secondo ottimo” afferma il contrario,che non è vero che una situazione nella quale un numero maggiore di condizioni di ottimo , ma nontutte, sono soddisfatte è necessariamente superiore a una situazione in cui un numero di esse sianosoddisfatte. Ove almeno una delle condizioni necessarie per l’ottimo paretiano non può esseresoddisfatta si ha un risultato inferiore e quindi si può raggiungere un ottimo che è di secondo ordinecioè il “secondo ottimo”.Nel caso vi sia un ineliminabile allontanamento dalla concorrenza perfetta in un settore saràimpossibile conseguire una posizione di primo ottimo. (è ineliminabile tranne che con un possibileintervento statale).L’allontanamento da una condizione necessaria per l’efficienza richiede l’allontanamento da tutte lealtre condizioni necessarie per l’efficienza in un senso non precisabile in generale, in quanto sononumerosi e complessi i

Rapporti di complementarità e sostituibilità fra i vari beni. I teoremi del benessere mancano di robustezza.
La distribuzione del reddito e l'equità. L'equità si può distinguere secondo il criterio delle capacità (uguaglianza dei punti di partenza, appoggiata dalla dottrina liberale) e criterio del bisogno (uguaglianza dei risultati; appoggiata dalla dottrina socialista). La distribuzione del reddito è un indicatore dell'equità secondo gli aspetti economici. È possibile che situazioni efficienti nel senso di Pareto siano caratterizzate da distribuzioni di reddito non eque. La ridistribuzione può disturbare l'efficienza e quindi l'equità può essere raggiunta soltanto a scapito dell'efficienza (trade-off tra efficienza ed equità). L'azione pubblica di ridistribuzione può essere attuata specialmente attraverso: la spesa pubblica, trasferimenti alle famiglie.

e/o alle imprese; la tassazione, progressività delle imposte; politica dei prezzi.

I bisogni meritori

I bisogni meritori sono i bisogni che si vogliono tutelare e i beni dei quali si vuole salvaguardare il consumo indipendentemente dalle preferenze individuali. Essi discendono dall'approccio paternalista, tale approccio mira a sostituire alle scelte che vengono effettuate dal singolo individuo quelle fatte da un soggetto esterno (es. lo Stato).

Uno degli strumenti principali del paternalismo è individuabile nella regolamentazione nei campi:

  • antinfortunistico (uso dei caschi e cinture di sicurezza);
  • sanitario (divieto di consumare stupefacenti o alcolici);
  • istituzione (l'obbligo di frequentare la scuola fino al sedicesimo anno di età).

Il paternalismo può giustificarsi sulla base di due considerazioni:

  1. le persone sono in possesso di informazioni asimmetriche imperfette;
  2. il loro processo decisionale non rispetta gli usuali canoni della razionalità.

Razionalità. Altri concetti di efficienza e l'analisi di Shumbeter

Efficienza X indica la capacità dell'organizzazione aziendale di adottare un comportamento tale da rendere SMST uguale al rapporto fra i prezzi dei fattori. In presenza di inefficienza X un dato ammontare di fattori produce una quantità inferiore al massimo possibile, in altre parole il costo medio di una data quantità è superiore a quello minimo.

L'efficienza dinamica è costituita sulla capacità di abbassare nel tempo il costo di produzione, oppure di accrescerne la produttività degli inputs. È strettamente legata all'introduzione di innovazioni di processo o di prodotto.

Shumbeter affermava che l'attività innovativa è massima proprio nei regimi di mercato monopolistici. Il monopolio garantisce l'appropriabilità da parte del monopolista dei benefici dell'innovazione, ma tende a rallentare la

velocità con cui le innovazioni si diffondono (inefficienze concorrenziali nei quali l'impresa che si accinge ad innovare sarebbe immediatamente imitata da altre e non godrebbe di extra profitti). Una simile prospettiva sarebbe assente nei regimi di monopolio, in cui questi assicurerebbero la fonte di finanziamento necessaria per intraprendere l'attività innovativa. Si può affermare che i regimi non concorrenziali sono paretianamente inefficienti, ma possono risultare efficienti nel senso che potrebbero minimizzare il costo unitario di produzione in condizioni di rendimenti crescenti di scala; oppure essi potrebbero in talune circostanze stimolare l'attività innovativa e, quindi, l'efficienza dinamica. La disoccupazione Le conseguenze economiche e sociali della disoccupazione possono essere temperate sul piano personale da interventi pubblici di ridistribuzione del reddito che consentano il pagamento di indennità di disoccupazione o.

“l’integrazione dei guadagni”. In Italia esiste la Cassa integrazione guadagni per integrare il salario dei lavoratori che vengono occupati a orario ridotto per effetto di una flessione di domanda.

L’indennità di disoccupazione costituisce un costo economico per la società nel suo complesso. Questo costo si aggiunge ai costi non economici della disoccupazione che sono ricondotti alla frustrazione, emarginazione, aumento della criminalità etc… l’esistenza di tutti questi costi può spiegare l’impegno a perseguire la piena occupazione assunto nel dopoguerra sotto l’influsso delle soluzioni delle teorie Keynesiane. Questo impegno è condizionato perché riguarda solo la disoccupazione involontaria in quanto quella frizionale è normale in presenza di imperfezioni nel mercato. L’occupazione assume la natura di “precipizio”:

Inoltre la posizione di piena occupazione è condizionata perché gli effetti della pressione

della domanda si fa sentire sull'offerta, che in pieno impiego è inelastica; la presenza di disoccupati capaci di far concorrenza ai lavoratori occupati riduce il timore di licenziamento, ma aumenta le richieste di aumenti salariali. L'inflazione è di norma un aumento del livello generale dei prezzi e pertanto la perdita di valore della moneta. I tipi di inflazione sono numerosi, distinti: 1. Dalle cause immediate, inflazione da domanda, da offerta, da profitti, finanziaria, creditizia e importata; 2. Dal ritmo di aumento dei prezzi, inflazione strisciante, moderata, galoppante, iperinflazione. L'inflazione da aumento dei prezzi è attribuibile ad eccessi di domanda rispetto all'offerta. L'inflazione da offerta si ha per effetto di shock che portano a ridurre l'offerta (calamità, guerra, ecc.).da costi si ha quando aumenti nei costi di salario, materie prime, ecc.. vengono trasferiti sui prezzi finali. L'inflazione è connessa con l'aumento del margine di profitto (si ha con forme di mercato diverse dalla concorrenza perfetta). L'inflazione finanziaria deriva dalla crescita della spesa pubblica finanziaria in deficit (senza un pari aumento delle entrate fiscali) in condizione di prossimità al pieno impiego. L'inflazione creditizia deriva da eccessiva creazione di credito da parte del sistema bancario. L'inflazione deriva dall'incremento di domanda estera e quindi dall'importata dell'esportazione. Quanto alla misura con la quale l'inflazione si manifesta si ha: - strisciante (2-3% annui); - moderata (minore di 10% annui); - galoppante (tassi annui di 2 o 3 cifre); - iperinflazione (tasso annuo di almeno 300%). La misurazione avviene utilizzando i vari indici di prezzo disponibili: deflatore implicito del

PIL odi suoi componenti, prezzi all'ingrosso, prezzi alla produzione, prezzi al consumo.

L'inflazione può modificare la distribuzione del reddito (ad esempio, un aumento dell'inflazione può generare una riduzione del valore reale dei redditi, se questi sono fissati in termini nominali); l'inflazione può causare variazioni dei prezzi relativi e quindi distorsione; se le diverse fasce di imposta non tengono conto dell'inflazione, quest'ultima può provocare distorsioni poiché le persone passano da una fascia alla successiva semplicemente per effetto dei prezzi (fiscal drag).

L'inflazione genera incertezza e questo ha effetti negativi sull'attività economica.

La riduzione dell'inflazione è un obiettivo di politica economica per 2 motivi:

  1. Indebolimento dei conflitti sociali ad essa legati;
  2. Timore che si inneschi un fenomeno incontrollabile di iperinflazione.

Inflazione nella teoria economica:

l'insufficiente capacità riequilibratrice del mercato del lavoro e della disoccupazione. Secondo i classici, i monetaristi e i nuovi macroeconomisti classici, un'economia capitalista possiede un ordine naturale che ricorda la mano invisibile (ogni offerta crea la propria domanda): le variazioni dei prezzi assicurano stabilità e capacità di riequilibrio a livello di pieno impiego. La politica fiscale e monetaria sono del tutto inefficienti, se non dannose, per gli effetti inflattivi che possono provocare. Per queste scuole non vi è mai sostituibilità (trade-off) fra occupazione e stabilità monetaria e il tentativo di forzare un aumento dell'occupazione porta comunque ad un aumento dell'inflazione. Keynes critica la capacità riequilibratrice offerta dal sistema dei prezzi, in particolare dal saggio di interesse e dal salario reale, e suggerisce l'intervento pubblico, in primis il ricorso alla politica della spesa pubblica, come soluzione dei problemi di disoccupazione e instabilità economica.'offerta di lavoro è fondamentale per ridurre i problemi di disoccupazione. Tuttavia, è altrettanto importante affrontare le cause strutturali che contribuiscono a questa situazione. Una delle principali cause è la mancanza di competenze e qualifiche adeguate da parte dei lavoratori. Pertanto, è necessario investire nell'istruzione e nella formazione professionale per garantire che le persone abbiano le competenze richieste dal mercato del lavoro. Inoltre, è importante promuovere l'imprenditorialità e creare un ambiente favorevole per le imprese, in modo da stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro. Ciò può essere fatto attraverso politiche fiscali e regolamentari adeguate, nonché attraverso l'accesso al credito per le imprese. Infine, è fondamentale promuovere la flessibilità del mercato del lavoro, in modo da facilitare l'assunzione e il licenziamento dei lavoratori. Questo può essere fatto attraverso la revisione delle norme sul lavoro e la promozione di contratti di lavoro più flessibili. In conclusione, per affrontare i problemi di disoccupazione è necessario un approccio olistico che comprenda l'aumento della domanda e dell'offerta di lavoro, l'investimento nell'istruzione e nella formazione, la promozione dell'imprenditorialità e la flessibilità del mercato del lavoro.'
Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
23 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher siyalu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Morelli Giovanna.