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APPUNTI: IL PLASTICO UN’OPERA DI ARCHITETTURA?
Un plastico è un’opera di architettura? Che tipo di domanda si tratta? Si tratta di una domanda
ontologica.
Il plastico non è un’opera di architettura perché è un semplificazione rispetto agli edifici costruiti che
sono oggetti materiali (token). Ma perché gli oggetti costruiti sono opere di architettura?
I progetti di architettura diventano opere architettoniche in quanto queste consistono in un type. Se
queste consistono in un type ideale (idea con tutti i suoi dettagli) ne discende che tutte le opere non
realizzate sono opere architettoniche e quindi dei type.
Un formicaio può essere un’opera architettonica?
Potrebbe esserlo (ad esempio Elena che è intervenuta nella discussione in quel momento) i quanto
è il luogo in cui le formiche vivono. Non è necessario incontrarci su una visione specista,
antropocentrica.
Se il criterio per essere opera architettonica deve essere vissuta allora ci può stare come
ragionamento.
Forse una proprietà necessaria è che per essere un’ opera architettonica deve essere vissuta.
Secondo alcuni l’essere opera è legato al fatto estetico.
Diagrammi di Wen
Secondo lo schema 1 non è necessario che tutte le opere architettoniche siano opere d’arte.
L’oggetto può essere opera architettonica senza essere opera d’arte. Quindi per essere opera
architettonica non è una proprietà necessaria essere opera d’arte come invece è se si guarda lo
schema 2.
1) entrare entro l’architettura è un carattere necessario perché possa determinare l’opera
architettonica. Problema: chi deve entrarci dentro e quali sono le potenzialità: quando ci si deve
entrare, quanto deve essere complicato entrarci etc.
Ci sono due opzioni di risposta affermativa alla domanda iniziale (il plastico è un’opera
d’architettonica?)
- Il plastico è la stessa opera architettonica uguale all’edificio che verrà costruito
- Il plastico è la stessa opera architettonica diversa all’edificio che verrà costruito
2) Risposta a certe condizioni ad esempio il riparo dalle intemperie etc.
È solo una questione di dimensioni? C’è un problema di luce, di aerazione o è solo un problema di
dimensione?
Se venisse inventato il raggio riduttore anche la casa di Barbie diventerebbe un’opera architettonica?
Atomo X Atomo = Plastico x Opera architettonica (oggetto fatto apposta per una mano che è, però
uguale al plastico) cosiddetta in quanto l’architettura suppone che sia così. Secondo noi questa è
un’opera architettonica?
Secondo alcuni (discussione in classe) tutto il progetto è finalizzato alla costruzione del plastico in
quanto sappiamo che non sarà realizzato. (Visione secondo cui il plastico è considerato opera d’arte)
L’architettura inglese che fa scelte progettuali e come tappa finale del suo lavoro produce un plastico,
usando cartoncino e compensato, asserisce che si tratti di un’opera architettonica.
Perché secondo alcuni non si tratta di un’opera architettonica?
È È
dovuto al fatto che non ci si possa entrare dentro con tutto il corpo? perché usa materiali
È
reperibili? per un fattore di dimensione? Secondo alcuni non sono influenti i materiali, ma la
vivibilità. Essa può essere sia interna che esterna.
Allora alcuni possono sostenere e sostengono che anche la scultura può avere questa valenza.
Ma se l’architettura sostenesse che si tratti di un’opera che dà più importanza all’esterno che
all’interno come difendiamo la tesi?
Quando un’architettura diventa opera, c’è un numero di cm, un numero di dimensione a partire dalla
quale si può parlare di opera architettonica?
APPUNTI: GLI ANDROID
Gli android sognano pecore elettriche?
Il personaggio di Blade Runner è una persona?
Quando l’interprete (Roy) di Blade Runner inizia ad essere una persona (se lo è)? quando smette di
esserlo? Ci sono delle affinità tra le diverse domande rispetto a quelle poste nelle lezioni precedenti
ad esempio se il plastico sia o meno un’opera d’architettura, tutto ciò che riguarda l’essenza?
L’interprete Roy è una persona?
Ci stiamo chiedendo se una cosa che non sembra essere un prototipo che merita un titolo, ma allo
stesso tempo sembra che meriti un titolo: siamo in una situazione di confine.
L’insieme dei plastici cade dentro l’insieme delle opere architettoniche.
L’insieme degli interpreti cade dentro l’insieme delle persone.
Plastico e replicante sembra che abbiano delle caratteristiche poco marcate che possono farli
rientrare all’interno dell’insieme e in qualche modo possono essere difesi.
In Blade Runner non parliamo di cloni perché questo non può avvenire tra le persone, ma i
personaggi non sono persone biologiche cioè che non fanno parte della categoria umana.
Anche il plastico potrebbe essere visto come una entità maltrattata da noi che, magari potrebbe
avere un titolo che in realtà noi non gli attribuiamo.
Potrebbe essere giusto lottare per i diritti del replicante Roy e altrettanto per il plastico.
Opere architettoniche sono sia quelle piccole che quelle grandi e se dessimo un titolo ai plastici
(rilasciamo il titolo di opera) ci sarebbe un progetto (type- idea di progetto) e un plastico e un edificio
(rispettivamente token piccolo e token grande).
I due token non sono uguali e quindi sono due opere architettoniche diverse.
La capacità attuale di espletare la funzione non è una caratteristica essenziale.
Opera architettonica non significa opera d’arte, ma prodotto dell’attività dell’architettura riconosciuta
come entità che fa parte del mondo dell’architettura.
Dobbiamo decidere, avere delle ragioni per cui considerare le opere di architettura come per d’arte
e per fa ciò ci sono essenzialmente 3 sistemi che abbiamo visto in precedenza.
Artwork=opera d’arte= oggetto che entra nel campo arte
Sembra che in pittura l’oggetto raffigurato entri automaticamente nel campo arte nonostante abbia
un valore artistico basso.
Con l’architettura le cose non stanno così in quanto la realizzazione di una casa non entra
automaticamente a far parte del campo dell’arte.
Molte opere architettoniche non sono Artworks. Non è necessario che tutte le opere di architettura
siano opere d’arte.
APPUNTI: IL TEMPIO GIAPPONESE
Il tempio giapponese sorge su un lotto o sull’altro adiacente?
Due sono i lotti coinvolti, l’uno accanto all’altro, dopo circa 20 anni su un lotto viene ultimata la
costruzione di un tempio ed in seguito vien buttato giù e costruito nell’altro lotto adiacente.
Il tempio secondo i giapponesi esiste da secoli, si pensa che la costruzione sia avvenuta tra il VI e
X secolo.
Un occidentale quando visita quel luogo, secondo Lopes etc., percepisce di essere in luogo sacro e
che si tratti di un luogo costruito tanti anni fa (ad esempio 16 anni fa).
Il tempio (presente nel lotto 2) viene raso al suolo volontariamente pian piano, ogni 20 anni ed
accanto ad esso (lotto 1) vien costruito pian piano, ogni 20 anni, un nuovo tempio.
Dire se un oggetto persiste o meno dipende dall’ontologia che si prende in considerazione.
Possiamo dire che secondo l’ontologia occidentale l’opera architettonica consiste in un oggetto
materiale: il TOKEN.
In questo senso l’edificio ha 16 anni.
Noi non vogliamo sapere perché accade, ma come dobbiamo interpretarlo metafisicamente,
filosoficamente.
Una possibilità sarebbe dire che nel caso del tempio c’è un TYPE e ci sono dei TOKEN.
Il TYPE è l’idea a cui i TOKEN rispondono, il TYPE ha 1400 anni ed il TOKEN altri (es. 16 anni).
I TOKEN non sono eccezione di un TYPE che prescrive delle caratteristiche specifiche.
In questo caso qui (nel tempio) non c’è un progetto originario a cui i TOKEN devono obbedire; ci
sono delle indicazioni varie.
Abbiamo detto:
come interpretiamo, cioè diciamo che ha 16 anni: visione diversa dalla mentalità giapponese.
Ci siamo armati sulla questione TYPE/TOKEN e per risolverla dobbiamo aggiungere l’ontologia
dell’architettura giapponese che è completamente diversa dalla mentalità occidentale.
Esiste un filone di architetti giapponesi, i Metabolist, che determinano a priori il periodo di vita e
morte dell’edificio; la costruzione nasce e muore, ha un ciclo di vita (ad es. Tokyo Ito).
Non abbiamo ancora detto nulla riguardo l’ontologia dell’opera architettonica.
Secondo Lopes noi quando identifichiamo l’ontologia la definiamo con gli oggetti, mentre i
giapponesi lavorano con la categoria degli EVENTI.
Che differenza c’è da un oggetto ed un evento?
Alcuni filosofi sostengono che vi sia una minima differenza, altri una grande differenza.
Un oggetto è concepito come “qui ed ora”, non occupante un certo periodo di tempo; gli eventi invece
occupano un certo tempo e per esistere c’è bisogno degli oggetti, ne hanno bisogno per esistere
(come dei parassiti).
La cosa interessante degli eventi è che due persone possono partecipare ad un evento pur vivendo
parti diverse dell’evento.
Ad esempio in una festa vanno Andrea e Marco, Andrea va dalle 2 alle 5 mentre Marco arriva,
rimane poco e consegna il regalo al festeggiato. Entrambi sono stati alla stessa festa, ma non si
sono visti, non si sono sfiorati.
Secondo Toyo Ito le architetture sono EVENTI. Ad esempio lui sosteneva che l’edificio Nomad
Restaurant dovesse durate per tre anni.
Se una persona va a visitare l’edificio partecipa ad una fase temporale: ad es. 3 ore in 3 anni. Si
tratta di un evento architettonico che dura 3 anni e la persona ne ha fatto esperienza per 3 ore.
Passare da oggetto ad evento significa cambiare categoria ontologica insieme a tutto ciò che di
naturale ed innaturale le categorie ontologiche si portano dietro.
Da questo punto di vista il Nomad Restaurant è un EVENTO.
L’ontologia architettonica si fonda sull’EVENTO e non sull’OGGETTO come è per l’ontologia
occidentale.
Gli stessi elementi percettivi visti come un oggetto sono diversi dal vederli in un evento e anche la
stessa concezione di luce e ombra.
Lopes esplora alcune possibilità:
Considerare Ise Jingu come MOMENT ISTANCES in cui le istances non sono oggetti ma eventi.
Ise potrebbe essere un’entità complessa fatta di tanti eventi, un insieme di eventi confinanti l’uno
con l’altro e giustapposti (un evento di 20 anni + uno di 20 anni + uno d