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COSTRUTTI PSICOLOGICI

lo studio di un costrutto psicologico richiede innanzitutto una definizione teorica e una successiva definizione

operativa.

se la definizione teorica consente di collegare il costrutto alla teoria di riferimento, la definizione operativa

consente di collegarlo alle variabili attraverso le quali misurarlo.

un costrutto è un concetto astratto che indica un complesso organizzato della vita psichica non osservabile

direttamente.

per poter misurare il costrutto occorre fornire una definizione operativa del costrutto stesso.

non sempre la definizione operativa e i costrutti stessi di una ricerca sono chiaramente definiti.

il processo presuppone di partire da domande di ricerca e capire bene quali siano i costrutti che vengono

analizzati in tali domande. il termine costrutto è un termine ombrello sotto cui possono essere raggruppati

un'infinità di concetti psicologici e possono essere studiati in una ricerca. permette ai ricercatori e studiosi di

comprendersi. le teorie sono costruite e scritte utilizzando dei costrutti teorici che sono concetti psicologici; tali

costrutti teorici hanno all'interno di ogni teoria sia essa esplicita o implicita nella mente del ricercatore, una

definizione precisa.

quando l'individuazione dell'oggetto di indagine è avvenuta attraverso un percorso causale, il ricercatore ha

sempre in mente una qualche definizione del costrutto.

effettuare una profonda analisi della letteratura per raggiungere e definire contestualmente la domanda di

ricerca.

occorre individuare una definizione operativa del costrutto. Un costrutto infatti non viene osservato

direttamente nella realtà ma è possibile studiarlo attraverso l'individuazione di aspetti osservabili e misurabili.

questi aspetti possono essere comportamenti delle persone, le loro descrizioni del loro mondo interno,

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neurone. un costrutto psicologico è qualcosa di insito nelle persone, nelle relazioni che però si può misurare

solo quando diventa osservabile. da un lato quindi si deve passare dalla teoria ai costrutti attraverso le

definizioni teoriche dall'altro dai costrutti a variabili attraverso la definizione operativa, che ci permettono di

scegliere le variabili da utilizzare per poter osservare il costrutto. una volta individuate le variabili comincio un

secondo processo fondamentale che è quello della misurazione delle variabili stesse.

dai costrutti alle variabili il operativizzazione

operazionalizzare il costrutto significa individuare gli indicatori osservabili che lo possono misurare.

gli indicatori possono essere sia riflessivi che formativi.

una volta individuato il costrutto e la definizione dello stesso comincia il processo di traduzione del costrutto in

comportamenti e atteggiamenti osservabili nella realtà. tale processo che riguarda la definizione operativa del

costrutto è detto operazionalizzazione del costrutto. egli è fondamentale perché senza di esso non è possibile

passare dai concetti teorici alle variabili che costituiscono gli aspetti osservabili attraverso cui mettere alla

prova le teorie e le ipotesi dei ricercatori.

il termine operazionalizzazione afferma che i concetti scientifici devono essere oggettivi allo stesso modo dei

dati scientifici. il significato di concetto è dato dall'insieme delle operazioni e dei processi mediante i quali esso

è applicato alla realtà. si tratta di formulare i concetti teorici attraverso delle operazioni di misurazione.

per misurare i tali costrutti occorre selezionare una serie di indicatori osservabili (variabili). tali indicatori

possono essere i due tipi indicatorie riflessivi o indicatori formativi. gli indicatori riflettono il costrutto sono cioè

manifestazioni osservabili del costrutto stesso. l'indicatore formativo è quando l'indicatore osservabile

definisce il costrutto stesso.

strumenti della psicologia

gli strumenti che vengono utilizzati per misurare gli indicatori e variabili sono di tipo diverso, esistono

strumenti che forniscono come risultato dei numeri e strumenti che forniscono materiale verbale o visivo. a

seconda del tipo di strumento si ottengono informazioni diverse. si possono misurare i costrutti in modo

quantitativo o qualitativo. deciso quali sono gli indicatori osservabili che possono operazionalizzare il costrutto

latente occorre decidere come misurarli quindi quali strumenti utilizzare per osservare tali indicatori detti

variabili. la scelta degli strumenti di misura è strettamente legata al tipo di indicatore scelto.

esistono diversi tipi di strumenti che vengono solitamente usati in psicologia, ogni strumento si dice qualcosa

di diverso. possiamo decidere di chiedere alla persona attraverso un'intervista di raccontarci qualcosa di sé

oppure possiamo fornire noi alla persona un elenco di aggettivi positivi o negativi e chiederle di scegliere quelli

che meglio descrivono le sue caratteristiche personali oppure possiamo osservare la persona nelle sue

interazioni quotidiane per cogliere come si descrive agli altri. nel primo caso raccoglieremo informazioni

relative a come le persone si descrivono a uno sconosciuto e avremo il problema di interpretare correttamente

l'uso che il soggetto fa dei diversi aggettivi utilizzati nel contesto dell'intervista, nel secondo caso raccoglieremo

informazioni rispetto le preferenze individuali di aggettivi in una lista definita a priori e avremo il problema di

non poter sapere se il soggetto avrebbe scelto altri aggettivi, nel terzo casto avremo una descrizione spontanea

del soggetto a persone che lui incontra nella vita quotidiana ma avremo problema di conoscere l'impatto che

tala relazioni hanno sulla sua descrizione. il processo di misurazione viene affrontato in diversi modi a seconda

dello strumento utilizzato.

scala di misura

le scale di misura sono modi diversi per tradurre in numeri le caratteristiche che vengono osservate.

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stevens ha proposto quattro diverse scale di misura nominale, ordinale, a intervalli equivalenti a rapporti

equivalenti.

dopo aver individuato il costrutto e le sue definizioni operative occorre decidere come misurare tali indicatori

non solo perché occorre scegliere un certo strumento di misura ma anche soprattutto perché se si decide di

utilizzare una misura quantitativa occorre riflettere su quali informazioni ci forniscono i numeri che

utilizzeremo. per l'assicurazione occorre decidere come stabilire la corrispondenza tra una certa quantità di

costrutto presente in una certa persona è il numero che assegneremo a una persona per indicare tale qualità.

se invece vogliamo misurare una qualità occorre decidere prima quale scala di misura utilizzare. una volta

decisa la scala di misura occorre decidere quale sia lo strumento più adatto per misurarle e assegnare alle

persone dei numeri che indichino non solo l'ordine di peso ma anche la quantità.

per selezionare le procedure statistiche adatte ad analizzare i risultati di uno studio di ricerca è importante

tenere a mente le 4 scale di Stevens. la scala di misura utilizzata determina infatti anche come analizzare i dati.

Sevens sostiene che il sistema numerico è semplicemente un modello che noi usiamo per comodità nostra. la

misurazione è un modo per selezionare una specifica caratteristica della persona e per decidere come

osservarla quali aspetti di una caratteristica occorre mettere sotto la nostra lente di ingrandimento. la scelta

della scala di misura da un lato ci facilita perché le caratteristiche del sistema numerico ci permettono di fare

alcune operazioni matematiche dall'altro si limita perché non possiamo sapere tutto di tale caratteristica.

l'assegnazione di numeri è un’operazione in un certo senso riduzionistica della complessità psicologica.

Teorie sulla misurazione

esistono diverse teorie sulla misurazione la più utilizzata è la teoria classica dell'errore. secondo la teoria

classica dell'errore il punteggio osservato è dato dal punteggio vero più l'errore. ci sono due tipi di errore

l'errore sistematico e l'errore causale.

la scelta dello strumento di misura è fondamentale e si basa non solo su quali aspetti vogliamo misurare del

nostro costrutto ma anche su quale teoria della misurazione abbiamo. lo scaling consiste nella definizione o

costruzione di una teoria per misurare la caratteristica psicologica in esame e l'attribuzione a ogni soggetto di

un numero che indica il grado in cui ciascun soggetto possiede la proprietà che si sta rilevando.

in psicometria esistono due principali teorie sulla misurazione: la teoria classica dell'errore e la teoria dei tratti

latenti. tali teorie sono usate dei ricercatori come guida per la costruzione dei test o degli strumenti self report

psicologici e per la loro interpretazione. essi stabiliscono la corrispondenza empirica tra gli item di una scala e il

costrutto psicologico che si ipotizza essi misurino la teoria dei tratti latenti solo dopo poco viene utilizzata

concretamente per la costruzione e la valutazione dei test psicologici. la teoria classica dell'errore o teoria

classica del test la domanda centrale della teoria è il punteggio (il numero) assegnato a un individuo

relativamente a una certa caratteristica rappresenta perfettamente la quantità di tale caratteristiche in un

certo soggetto? secondo la teoria classica dell'errore il punteggio X riportato dal soggetto è dato dalla somma

di V+E. secondo tale teoria c'è sempre un errore che determina la differenza tra il punteggio vero è quello

ottenuto al test.

due sono i tipi di errori che concorrono a determinare la quantità di errore globale nella misurazione. l'errore

sistematico è sempre lo stesso per tutte le possibili misurazioni e influenzerà allo stesso modo tutti i punteggi

osservati, ha lo stesso effetto su tutte le misurazioni che effettuiamo e produce delle misure poco accurate,

influenza accuratezza della misura.

se lo strumento è costruito bene l'errore sistematico sarà pari a zero altrimenti avremo scostamento costante

del punteggio osservato da quello vero. 13

l'errore causale varia in ogni misurazione, avremo quindi misurazioni che sottostimeranno e altre che lo

sovrastimeranno. ripetendo la misurazione un numero elevato di volte gli errori si compenseranno. l'errore

causale tende a 0. il punteggio di un test di un individuo in un test ripetuto un numero infinito di volte non sarà

sempre uguale ma varierà attorno un valore centrale che è considerato il punteggio vero. la distribuzione di tali

punteggi osservati assume la forma di una campana chiamata distribuzione normale o curva gaussiana e la sua

media corrisponde al punteggio vero. essendo la popolazione di punteggio osservati distribuita secondo una

curva gaussiana la media di tali punteggi costituisce il punteggio vero, e la deviazione standard è la variazione

che abbiamo

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Publisher
A.A. 2017-2018
73 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicaborsi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca psicologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Sacco Katiuscia.