Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 15
Riassunto esame Maltrattamento e abuso nell'infanzia, prof. Longobardi, libri consigliati Psicologia del bambino maltrattato di Di Blasio e Bambini abusati di Malacrea e Lorenzini Pag. 1 Riassunto esame Maltrattamento e abuso nell'infanzia, prof. Longobardi, libri consigliati Psicologia del bambino maltrattato di Di Blasio e Bambini abusati di Malacrea e Lorenzini Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Maltrattamento e abuso nell'infanzia, prof. Longobardi, libri consigliati Psicologia del bambino maltrattato di Di Blasio e Bambini abusati di Malacrea e Lorenzini Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Maltrattamento e abuso nell'infanzia, prof. Longobardi, libri consigliati Psicologia del bambino maltrattato di Di Blasio e Bambini abusati di Malacrea e Lorenzini Pag. 11
1 su 15
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

BAMBINI ABUSATI - MALACREA E LORENZINI

CAPITOLO 1 - Definizione e caratteristiche

chi abusa (vissuti di carenza nelle relazioni primarie) vuole mettere in atto

comportamenti di potere/dominio piuttosto che di piacere, per questo non

usa la forza, ma sfrutta il ruolo predominante nel legame: cercano

conquistare fiducia, lo confondono facendogli pensare che la vittima ama

ciò che fa (più spesso presentato come gioco che uso costrizione):

relazione emprise ovvero di dominanza psicologica.

fenomeno sommerso. Aumenta possibilità di avere disturbo personalità.

Disfunzioni emotive:

1. difficoltà addormentamento, fobie, paure, comportamenti regressivi,

difficoltà a scuola;

2. ansia: sentimenti di allarme generalizzati (associazione condizionata a

stimoli neutrali) quindi ipervigilanza, problemi psicosomatici;

3. depressione con credenze negative su di sé, impotenza, senso di colpa;

4. altera capacità relazionale con un attaccamento ansioso o insicuro.

Tuttavia, attaccamento insicuro e abuso non sono correlati.

5. correlazione con sintomi DPTS: paura, impotenza, rivivere trauma, evitare

stimoli associati a evento, elevato arousal, depressione cronica, senso

colpa, vergogna, isolamento, incubi, attacchi panico ecc. Può emergere

in ogni momento dopo l’esperienza traumatica;

6. disfunzioni sessuali, sfera sessuale impotenza//promiscuità, problemi

alimentari, disturbi sonno (incubi, insonnia cronica);

Disfunzioni comportamentali: la vittima può impegnarsi in alcune attività

che anestetizzano i sentimenti dolorosi impedendo presa di

consapevolezza.

1. comportamenti antisociali

2. uso sostanze psicoattiva pain-killer

3. automutilazione

4. comportamenti sessuali compulsivi

5. binging and puring (bulimia in particolare)

6. suicidio

I bambini affrontano angoscia con dissociazione, che riduce tensione, o

comportamenti sessualizzati compulsiva//evitamento: per scaricare tensione,

anestesia con eccitazione, aggredire gli altri come un se stesso nel passato.

Disturbi relazioni interpersonali:

- non riesce a fidarsi. Ambivalenza tra desiderio dei legami e paura di essere

traditi, reagire eccessivamente a un rifiuto che può portare all’isolamento.

Relazioni d’amore sporadiche.

- se da una parte possono isolarsi dal’’altra possono accettare un certo

livello di aggressività nelle relazioni (rischio nuova vittimizzazione) o

idealizzare eccessivamente le persone, essendone dipendenti.

- disfunzione sessuale // sesso come unico modo di iniziare le relazioni (per

avere vicinanza e cure), da potere // prostituzione // ripetizione abuso (M)

- manipolazione: comportamento considerato necessario per sopravvivere

- comportamento aggressivo (isolamento porta incremento). Bimbi più piccoli

sono autolesivi però, negli adolescenti coesistono i due tipi di aggressività.

Effetti livello cognitivo: sottostimato il valore personale e sovrastimata

l’avversità del mondo: da un lato senso di colpa, bassa autostima,

attribuzioni distorte (vengo violentato perché me lo merito, è colpa mia) -

stigmatizzazione, tradimento e impotenza modificano mondo vittima;

dall’altro lato c’è ipervigilanza. L’abuso non è un evento sotto controllo e lo

diventa anche la vita «impotenza appresa», ciò porta a forte vulnerabilità e

ulteriori vittimizzazione. In più vi sono 3 componenti dissociative molto

coinvolte nell’abuso per difendersi dal dolore: estraneazione (separazione

cognitiva dell’individuo dall’ambiente nel momento trauma), distacco/paralisi

(diminuisce intensità sensazioni negative associate a pensieri, ricordi o

eventi che stanno accadendo), auto-osservazione (esperienza di vedere se

stessi dal di fuori) > amnesia.

Fattori di gravità: appena abuso inizia gli effetti sono a breve termine: il

bimbo pur esperendo un grado molto alto di sofferenza, riesce a tenere una

certa distanza dall’abusante. 2° la vittima sotto costrizione accetta la sua

situazione come la sola possibile, non si riconosce più come vittima, ma

come sporca, malvagia, responsabile. 3° irruzione angoscia con

meccanismi evitamento/intrusione ricordo/sessualizzazione traumatica.

Modalità per far fronte all’accaduto (coping): fattori di protezione sono

abuso meno grave, relazione supportiva con genitore non abusante,

valutazione meno negativa abuso, uso di una strategia attiva di coping.

- strategia coping evitante: benefici a breve termine, causa problemi dopo,

perché esclude processi cognitivi necessari per risoluzione trauma a lungo

termine. A volte usata quando si ha supporto! Forse per credenza che non

parlandone sia più facile dimenticare.

- coping interiorizzato: rassegnazione, autorimprovero, isolamento >

persone che ricevono reazione molto negativa da parte delle persone loro

vicino, e porta senso di colpa ancora più forte.

- coping arrabbiato: atteggiamento accusatorio verso gli altri e scoppi

rabbia

- coping attivo/sociale: non è associato a nessun beneficio

necessariamente.

Possibilità di rivelare e ricordare: parlare dell’evento diminuisce

angoscia, aumenta supporto e diminuisce sintomi fisici (anche se disturbi

aumentano subito dopo la rivelazione per poi decrescere, e neanche

continuare a parlare poi dell’abuso fa bene). Ciò permette che la loro

personalità non venga deformata, riduce nuove esperienze di

vittimizzazione. Violenza grave e protratta e fatta da familiare meno

probabile sia rivelata. Molto importante è la reazione di chi accoglie la

rivelazione, sopratutto della madre!

Per chi ha sofferto di amnesia recuperare i ricordi è molto doloroso, avviene

spesso con sintomi intrusivi. Spesso utilizzato EMDR per permettere

integrazione informazione, poiché il ricordo è rimasto congelato nella sua

forma ansiogena come è stato vissuto. Aiutare a verbalizzare, sbloccare il

ricordo e rivelare significa ri-incanalare energie psichiche.

Protezione:

- contesto familiare: importante supporto; anche madre va considerata

vittima del trauma del figlio: una grande angoscia può esser correlata al

suo stesso abuso in infanzia, al supporto ricevuto da ambiente e strategie

coping che usa: se reagisce positivamente ha una grande influenza

mentale sul bimbo. Importantissimo come coglie la rivelazione! Spesso

reagisce negativamente per impensabilità abuso! Più relazione stretta con

partner più negazione. Anche se però vi è un buon rapporto madre-figlio

tutto dipende dalle minacce abusante, che può mantenere il silenzio

mettendo in dubbio davanti al figlio, la capacità della madre di fornirgli

aiuto: vittima sente di dover proteggere madre dalla verità.

- sociale: aiuto terapeutico sia al bimbo che ai genitori; testimoniare in

tribunale porta a maggiore benessere - tuttavia non bisogna ripetere

l’esperienza più volte;

CAPITOLO 2 - La valutazione clinica

Negazione: psicologica (verità inconscia e inaccessibile), sociale (finalizzata

a evitare conseguenze abuso). L’abusante può negare di avere un problema

e contemporaneamente non smettere di agire: vi è una scissione del

funzionamento mentale in cui la negazione permette di funzionare a 2 livelli

contradditori: vita pressoché normale in apparente adattamento + atto

perverso per tenere a bada la sua angoscia di morte. È come se quando si

trova in un funzionamento dimenticasse l’altro. Molti abusanti si presentano

infatti come senza colpa: possono negare gli eventi, minimizzarli nella loro

frequenza, gravità, carattere coercitivo, proiettando all’esterno la decisione di

vittimizzare. Più difficile è sciogliere la negazione da impatto cioè la

coscienza di aver recato danno al bimbo vedendolo come complice

attraverso distorsione lettura dei suoi comportamenti (mancanza di empatia).

- prospettiva storica: agire con prontezza per riparare il trauma. Schemi

valutativi hanno l’intervista come centrale. Nessuno indaga la psicologia

dell’abusante o informazioni del genitore non abusante, storia della coppia.

- prospettiva empirico-scientifica: mimare rapporti sessuali può essere

considerato specifico dei bimbi abusati. I disegni non sono prove fattuali.

Gli indicatori hanno il compito di risvegliare la preoccupazione. Di solito

avviene questo: visita medica, analisi dichiarazioni bimbo, info da uso

strumenti come anatomical doll, disegni, gioco, valutazione comportamenti

sessualizzati, elementi ricavati dai test.

- prospettiva forense: tempi celeri se si vuole evitare di aggravare la

situazione; anamnesi su bimbo e ambito familiare; usare tatto ed evitare

ulteriore stress bambino; aiutare adulto supportivo facendolo partecipare a

primi incontri con valutatore (anamnesi bimbo e genitori, domande aperte,

domande specifiche non suggestive + aiuto test proiettivi, disegno, gioco

ecc). Differenza tra valutazione clinica e forense:

1. esperto giudiziario non avrà un rapporto di riservatezza o segreto

professionale con il minore e chi lo affianca.

2. livello certezza necessario: minimo in ambito clinico per una

segnalazione, in sede penale sono richieste prove oltre ogni ragionevole

dubbio.

3. obbligo perito di considerare tutte fonti di informazione (precedenti penali,

documenti scolastici o lavorativi).

CAPITOLO 3 - Indicatori e segni fisici

Ipotesi di abuso presa in esame con presenza lesioni area ano-genitale, altri

segni rilevabili. Segni specifici: gravidanza, presenza spermatozoi, malattie

sessualmente trasmissibili (rarissimi). L’assenza di lesioni non può portare

all’esclusione dell’abuso che molte volte non lasciano segni fisici. La visita va

effettuata da medici specializzati. L’esame viene effettuato solo dopo aver

raccolto dati anamnestici.

CAPITOLO 4 - Indicatori e segni psicologici

non esistono indicatori specifici (né sintomo, né comportamento), anche se

gli indicatori più condivisi!

Indicatori aspecifici: internalizzati (angoscia, depressione, somatizzazione),

esternalizzati (aggressività, delinquenza, iperattività); sintomi da angoscia,

reazioni dissociative, depressione, disturbi comportamento sessuale.

Indicatore (quasi) specifici:

1. comportamenti sessualizzati (più condiviso): comportamento erotizzato,

eccessivo interesse per il sesso, esibisce atto sessuale, masturbazione

compulsiva, ripetizione abuso su altri bimbi --> se sono assenti non vuol

dire che il bimbo non sia stato abusato! Chiedere di leccare/essere

leccato, vittimizzare i bimbi -> sono esito di un apprendimento!

2. manifestazioni PTSD: trauma e abuso non sono sinonimi, ma chi è

abusato può manifestare (non sempre!) sintomi

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
15 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mad_Cupcake di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Maltrattamento e abuso nell'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Longobardi Claudio.