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CONTESTI E CONSEGUENZE
L’ultima parte di questo libro si propone di ampliare la discussione sulla negligenza nelle cure e
sull’abuso infantile, prendendo in considerazione il contesto familiare nel quale avvengono tali
esperienze e gli effetti che potrebbero avere in età adulta rispetto alla genesi dei disturbi depressivi.
Prima di tutto esamineremo l’impatto di molteplici forme di avversità nell’infanzia, per valutare se
aumentano il rischio di depressione adulta. Lo faremo valutando gli esiti dell’esperienza di più di un
tipo di abuso rispetto a una forma soltanto, e anche indagando gli effetti di altre difficoltà infantili,
come l’indigenza della famiglia o il disturbo psichiatrico di un genitore, per vedere se
contribuiscono ad aumentare il rischio di depressione adulta. In secondo luogo esploreremo i tipi di
esperienze che collegano il maltrattamento nell’infanzia con la vulnerabilità alla depressione nella
vita adulta. Esamineremo anche la violenza fisica e sessuale ai danni di donne adulte per vedere se i
suoi effetti sono simili a quelli dell’abuso infantile e aumentano il rischio depressivo. Esamineremo
anche fattori di vulnerabilità adulta, come la bassa autostima e lo scarso sostegno, e valuteremo il
loro ruolo nell’aumentare il rischio di depressione nei momenti di crisi esistenziale. Infine,
esploreremo i possibili effetti protettivi di varie esperienze che nel corso della vita possono
diminuire il rischio sia di una vulnerabilità in età adulta sia dello sviluppo di un disturbo depressivo.
Poiché questo argomento e ancora oggetto di indagine nei progetti di ricerca del nostro gruppo,
parleremo solo di fattori che attualmente sembrano potersi candidare quali fattori protettivi contro la
depressione. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche e analisi per fornire un quadro più
completo, speriamo che il riferimento a esperienze positive, accanto a quelle negative, offra
un’interpretazione meno fatalistica del collegamento tra esperienza infantile e depressione adulta.
CAP. 8 AVVERSITÀ MULTIPLE: CONTESTI FAMILIARI DIFFICILI
I sei diversi tipi di maltrattamento infantile che riflettono aspetti di negligenza e abuso, non sono
categorie separate, bensì spesso coincidono. Si tratta perlopiù di situazioni che avvengono nel
contesto di altre condizioni disagiate e che possono avere un ruolo nell’accrescere il rischio di
depressione, quali la separazione dei genitori o uno stato di indigenza. In questo capitolo vengono
esaminati sia gli effetti di molteplici esperienze di maltrattamento sia il possibile ruolo svolto da
fattori associati che coinvolgono l’intero ambiente familiare. L’esperienza di almeno uno dei tre
abusi era associata alla depressione in una buona parte del campione. Avendo stabilito che quanti
più tipi di abuso una persona ha subito nell’infanzia tanto maggiore é la probabilità che soffra di
depressione, abbiamo esaminato se la presenza di altre difficoltà familiari aumenti tale rischio. La
negligenza e l’abuso nascono in una rete di problemi familiari interconnessi, come perdita di un
genitore, separazione e divorzio dei genitori, affidamento alle istituzioni, contrasti familiari,
disturbo psichiatrico di un genitore e condizioni economiche disagiate. Una tale sequela di difficoltà
può aumentare il rischio di depressione in due modi. Primo, le difficoltà familiari possono
accrescere il rischio di negligenza e abuso, che a sua volta aumenta il rischio di depressione.
Secondo, tali contesti possono aumentare indipendentemente in rischio di una successiva
depressione. Abbiamo quindi esaminato quattro contesti familiari difficili per valutare in quale
misura siano associati all’esperienza di maltrattamento e se contribuiscano alla previsione di
depressione nella vita adulta. I fattori familiari selezionati sono la perdita di un genitore, il conflitto
genitoriale, l’indigenza e il disturbo psichiatrico di un genitore. Abbiamo riscontrato che la perdita
della madre, intesa come morte o separazione per un anno o più prima dei diciassette anni di età, è
altamente correlata alla presenza di negligenza o abuso. Il conflitto tra i genitori è stato identificato
in molti studi come un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi in età adulta. Si ritiene che
assistere ai conflitti tra genitori sia talmente dannoso per i figli che spesso per il loro benessere è
considerata preferibile la separazione dei genitori ai continui litigi. Il conflitto può avere diversi
gradi, dalla mancanza di comunicazione fino ai litigi o alla violenza fisica tra i genitori. Il conflitto
deve comprendere l’ostilità, i litigi o la violenza esplicita, e non le manifestazioni più blande di
irritazione o tensione. L’ostilità tra i genitori è fortemente associata con l’esperienza di negligenza o
abuso.
La negligenza verso i bambini è spesso legata a condizioni di povertà, che ci rimandano a quelle
immagini che ritraggono bambini deprivati di cibo, di abiti, di igiene e istruzione. Sebbene spesso la
negligenza fosse associata alla povertà, i legami tra le due dimensioni erano complessi. Spesso si
ritiene che nelle ristrettezze finanziarie abbia origine la negligenza nei confronti dei bambini e il
susseguente disturbo in età adulta. Eppure possono essere citati molti esempi di individui allevati in
condizioni di indigenza che sono diventati adulti stabili e perfettamente funzionanti. Se
l’associazione tra povertà e negligenza fosse forte, si dovrebbe supporre che i bambini allevati
durante periodi di depressione economica, abbiano sofferto anche di negligenze. Ma il materiale
storico e biografico mostra che non era sempre cosi. In realtà l’opinione popolare corrente adotta a
volte la posizione contraria e vede nell’agiatezza e nel consumismo che vi é associato una barriera
alla buona cura dei bambini, con i figli che sono esposti a nuovi tipi di rischi, tra cui la visione non
controllata di programmi televisivi, il facile accesso ad abiti firmati, droghe e alcol. Tuttavia, é
anche vero che una scarsità di risorse finanziarie porta nelle famiglie fattori di tensione che si
riflettono anche sui bambini. Per esempio, la mancanza di denaro può essere spesso fonte di
tensione e conflitto tra i genitori. Difficoltà come una prolungata disoccupazione e l’accumulo di
debiti possono anche contribuire al disturbo psichiatrico di un genitore. Oppure, al contrario, la
difficoltà finanziaria può derivare dall’uso sconsiderato del denaro nel gioco o nell’alcolismo. La
mancanza di risorse può costringere entrambi i genitori a rimanere molte più ore fuori di casa per
lavoro, trascurando in alcuni casi i bambini. La povertà contiene altri fattori di rischio alla perdita di
un genitore, l’altro deve fronteggiare da solo il peso economico di provvedere ai figli. I disturbi
psichiatrici dei genitori sono stati a lungo usati come indicatori di rischio per lo sviluppo di disturbi
nei bambini. Tale collegamento implica sia spiegazioni genetiche, in quanto si ritiene che il
bambino erediti dai genitori i geni di un particolare disturbo, sia spiegazioni ambientali, in quanto il
disturbo psichiatrico dei genitori danneggia la loro competenza genitoriale. Sono stati suggeriti
anche collegamenti ambientali più sottili, nel senso che il disturbo psichiatrico del genitore deriva
dalla sua esperienza precoce di cure genitoriali inadeguate che ripete sui propri figli. Fin qui
abbiamo visto che la perdita di un genitore, il conflitto tra i genitori, l’alcolismo di un genitore e la
condizione indigente della famiglia sono associati al maltrattamento infantile. Se questi problemi
familiari sono più comunemente associati all’abuso infantile, quest’ultimo pero non é una
conseguenza necessaria. Tra le molte centinaia di storie d’infanzia raccolte, siamo rimasti sorpresi
da esempi nei quali i genitori si sono sforzati di fornire ai loro figli un ambiente sicuro, stabile e
amorevole, nonostante circostanze personali avverse, come ristrettezze finanziarie e crisi coniugali.
In ambienti familiari come questi, anche se i problemi della famiglia di per sé non potevano essere
risolti, la capacità di resistenza e le risorse personali dei genitori proteggevano i bambini dalla
sofferenza. I bambini non vivevano forme di negligenza o di abuso, e a lungo termine ciò produceva
una riduzione del rischio di depressione. Si può notare che alcune esperienze precoci sono
notevolmente più dannose di altre. Determinare con esattezza quali siano i più importanti tra questi
fattori é un compito complesso, specialmente se si considera che nell’esperienza umana gli eventi
spiacevoli o disturbanti raramente si presentano in modo isolato. Molti si sviluppano nel contesto di
una serie di difficoltà che si sommano tra loro. Consideriamo per esempio l’esperienza infantile
stressante legata alla separazione e al divorzio dei genitori. Questa può essere preceduta da periodi
di conflitto tra i genitori e seguita da difficoltà economiche e da ulteriori conflitti relativi alla
custodia dei figli e al diritto di vederli. Quando la responsabilità dei bambini passa a genitori
affidatari, o ad altri adulti, possono insorgere nuovi conflitti, e ciò aumenta la probabilità che i
bambini siano trascurati o subiscano qualche forma di maltrattamento. Quindi anche un’esperienza
infantile apparentemente circoscritta, come la separazione da un genitore, può portare con sé una
serie di fattori di rischio interconnessi. Riuscire a identificare in tale sequenza di crisi collegate la
componente chiave che denota il rischio di un successivo disturbo nel bambino fa parte dei compiti
della ricerca nelle scienze sociali. Il rapporto tra contesto familiare e maltrattamento del bambino é
di grande interesse in sé e offre alcune indicazioni circa il modo in cui si produce il maltrattamento
infantile.
Si è riscontrato che ciascuno dei fattori studiati del contesto familiare non solo è associato con la
presenza di negligenza o abuso, ma aumenta con l’aumentare dell’abuso. Questo nuovo effetto di
‘risposta al dosaggio’ suggerisce ancora un nesso causale e, sebbene non si possa essere del tutto
sicuri dell’esatto ordine temporale (per esempio se l’abuso segue il conflitto genitoriale o
viceversa), alcuni aspetti disfunzionali del contesto familiare possono rappresentare un primo nesso
causale nella catena dal maltrattamento infantile alla depressione. L’esplorazione di tali fattori ci
permette di considerare come e perché abbia luogo l’abuso e di identificare le famiglie nelle quali
può esserci il rischio di maltrattamento dei bambini. Non si sottolinea mai abbastanza quanto sia
importante scoprire i le