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STRUTTURE LINGUISTICHE INTERMEDIE

Il parlante "sa" la lingua nel senso che la sa utilizzare, ma non è un sapere esplicito, riflesso e auto-

cosciente = si dice che la lingua è un sapere non saputo, infatti sapere il significato di una parola

non equivale a saperne fare l'analisi semantica.

Grazie a Saussure sappiamo che la lingua vive in una particolare dimensione psichica; strutture e

procedimenti della lingua sono presenti nella memoria del parlante come modelli (patterns di

realizzazione) che, attivati, ci permettono di realizzare messaggi e determinati procedimenti

linguistici -> grazie alla presenza di questi modelli siamo in grado di riconoscere una struttura

linguistica che ci si presenta in un determinato messaggio che noi utilizziamo per produrre sensi,

piuttosto che significati.

La lingua assume una organizzazione abbastanza complessa, riassumibile nella metafora di un

laboratorio che presente una serie di reparti, ognuno dei quali elabora in base a un modello preciso

di componenti linguistici che chiamiamo strutture linguistiche intermedie (lessico, morfologia,

sintassi, ordine delle parole, intonazione).

Parliamo di indeterminatezza della lingua per una duplice ragione:

a) rapporto biunivoco tra messaggio e significato, come nel codice della segnaletica stradale

Questo tipo di codice "povero" e riduttivo rispetto al linguaggio umano è stato individuato da

Saussure, per il quale:

*un significante veicola uno e un solo significato. Controesempio degli omonimi (es. penna, gru,

lama), la cui presenza della lingua mette in crisi la teoria di Saussure

*un significato è veicolato da uno e un solo significante. Controesempio dei sinonimi (es. stella-

astro)

Pertanto nel linguaggio umano non esiste un rapporto di tipo biunivoco 1:1 tra significante e

significato, non è rigido ma flessibile.

[NB: rapporto tra due insiemi

- univoco: a ciascun elemento del primo insieme corrisponde uno e un solo elemento del secondo

ma l'inverso non è necessario (es. rapporto tra insieme dei figli e dei padri)

- biunivoco: a un elemento del primo insieme ne corrisponde uno e uno solo del secondo e

viceversa (es. rapporto tra insieme dei mariti e delle mogli nelle società monogamiche e

monoandriche)

- multimultivoco: a ciascun elemento del primo insieme corrispondono più elementi del secondo e

viceversa (insieme dei mariti e delle mogli nelle società poligamiche e poliandriche)]

b) la fonte del senso è già prevista da sempre nel codice. Il parlante, quando mette in atto la

competenza linguistica e produce un messaggio, è mosso da un'urgenza comunicativa che nasce

dall'esperienza.

Codicocentrismo

Se osserviamo la teoria Saussuriana notiamo una sorta di determinismo, un pericolo che si annida in

molte scienze umane (come la biologia) perché pretende di definire in modo esauriente l'essere

umano e la sua natura (in questo caso nella sua attività di parlante e dire che il senso che vuole

esprimere è già inscritto in sede mentale).

Il codicocentrismo dice che il parlante è già definito totalmente dal codice che egli si ritrova a

utilizzare -> parlare diventa un processo di scelta di regole e segni relazionati già costituiti in sede

mentale.

Es. si sceglie R1 = SN + SV (Il tavolo ride) = il parlante attiva un sistema già dato, è un

attualizzatore passivo di un sistema già dato. Eco dice che l'uomo è parlato dalla lingua, nel senso

che l'attività del parlante non sarebbe altro che attivare un sistema già dato.

Ovviamente l'umano è caratterizzato dalla libertà che si manifesta anche nell'attività da parlante che

sta nella scelta delle regole e segni. Questa è una concezione povera di libertà .....

la scelta non è mai una decisione meccanica fra alternative equivalenti (es. ipotesi paradossale

dell'asino di Buridano) -> all'origine della preferenza esiste l'attrazione esercitata da un bene

maggiore = scegliamo quelle strutture linguistiche che ci permettono di realizzare al meglio la

nostra urgenza e intenzione comunicativa, astrarre al meglio l'esperienza, quindi anche nel

linguaggio il criterio della scelta è il bene.

Qui entra in campo il concetto di creatività linguistica (Chomsky) = aspetto singolare della lingua -

> capacità di rappresentare e aderire a esperienze imprevedibili.

Esiste quindi un forte nesso tra linguaggio, esperienza (sede del senso da comunicare), libertà e

creatività.

Si profila un compito : vedere per quali vie la lingua si offre a noi come strumento per incontrare la

realtà, come sono plasmabili per rappresentare l'esperienza = ecco la presenza nella lingua di una

fondamentale indeterminatezza, plasmabilità dello strumento espressivo.

In sintesi: il sistema linguistico non è la sede del senso (non riproduciamo sensi già dati ma li

produciamo; il senso è nel testo ed è il risultato della nostra attività di parlanti) bensì offre lo

strumentario per esprimerlo e rappresentarlo.

Dal segno alla struttura intermedia

Possiamo concepire la nostra vita di parlanti fatta di segni così come sono stati ideati da Saussure?

Osserviamo la differenza tra la parola "casa" e "andare". Possiamo rappresentare il concetto di casa,

ma non quello di andare perché non sappiamo in che senso testualizzarlo:

-Luigi va a casa

-La macchina va

- Questo vestito mi va bene

-Con l'esame di matematica mi è andata bene

-Non mi è andato di parlargli

-Questi pantaloni vanno accorciati

Andare è una parola polisemica.

Nelle prime due frasi hanno un nesso nel concetto di spostamento nello spazio.

Nella terza frase andare ha il significato di essere adeguato, corrispondente a una misura che sia

accettata in modo tale da svolgere la sua funzione di oggetto.

Polisemia = quando sotto uno stesso significante si ha una pluralità di significati tra i quali è

riconoscibile un nesso detto motivazione;

ES. Luigi ha promesso di portarmi al mare

Quel tuo giovane amico promette (individuare una serie di indizi che fanno presagire

qualcosa di futuro) di diventare un grande imprenditore

Fra il primo e il secondo promettere è possibile individuare un nesso; non c'è collasso d segni

diversi in uno stesso significante, ma un segno, modificandosi, dà origine a un altro significato.

ES. Luigi legge con (in compagnia di) Silvia

Luigi legge con (usando, portando, per mezzo di, grazie a) gli occhiali -> con è

complemento di strumento

Possiamo individuare una componente comune: in presenza di; per verificare la veridicità di tale

affermazione ( con presenziale) effettuiamo un test di sostituzione, provando a sostituire il con con

l'opposto del significato di presenza (senza) creando una struttura linguistica che funga da reagente

semantico.

È corretto dire "Luigi legge senza Silvia" e "Luigi legge senza occhiali", il test è superato.

Polisemia od omonimia?

Spesso polisemia e omonimia non sono nitidamente separabili e individuabili, esistono zone di

penombra e incertezza.

Es. contare (enumerare e avere importanza) -> Tu conti il denaro / Tu conti molto per me

È possibile individuare un nesso comune tra i due significati? Sì, perché enumerare permette di

valutare gli elementi costitutivi di qualcosa, in ricchezza o no, che è lo stesso processo che porta

all'attribuire un valore a qualcuno/qualcosa.

Nella concezione del parlante siamo davanti a una polisemia che sta scivolando verso un'omonimia.

Omofoni e omografi

- Omofoni e omografi: piano, conti, lama

- Omografi non omofoni: pesca

- Omofoni non omografi: too / two

Spesso l'omonimia e l'omofonia vengono usate a livello comico:

- Vorrei una camicia

- La taglia?

- No, la compro

C'è una indeterminatezza sulle strutture linguistiche anche sul versante del significato e dello

strumento espressivo.

Es. andare

and-are, and-iamo, and-ate, and-rò, and-ai

vad - o, va-i, va-nno

aller, nous all-ons, vous all-ez

je va-is, tu vas, il va

Vista questa indeterminatezza, osserviamo una serie di fenomeni che sostituiscono il significante

con qualcosa di diverso. Per Saussure la strategia di manifestazione del significante era una

successione di suoni, la traccia psichica che lascia nella nostra mente. Ma se noi osserviamo i

singoli dati, strumenti linguistici che utilizziamo, le strategie di manifestazione a cui sono associati i

significati sono sempre suoni?

Come significante può essere usato:

- un non suono/silenzio es. boy-0 vs boy-s -> singolare espresso dal morfo (desinenza) 0; la lingua

inglese prevede come determinazione del singolare un'assenza di suono mentre al plurale regolare si

aggiunge la S. Anche un'assenza di suono può essere usato per veicolare un significato, in questo

caso quello di singolarità.

Indeterminatezza che riguarda la fonte del senso : i sensi non sono predeterminati, come avviene nei

codici semplici (in questo sta quindi una posizione diversa rispetta alla teoria saussurriana sulla

biunivocità tra significante e significato). Saussure, nel presentare la sua teoria sul segno, era stata

suggestionato dai codici poveri → nell'applicazione di questo teoria al linguaggio umano si

incontrano delle difficoltà → la nozione di struttura intermedia permette di rielaborare quella

saussuriana di segno - l'indeterminatezza delle strutture intermedie ne garantisce la flessibilità, non

è un aspetto negativo. Osserviamo anche in Saussure un certo determinismo: il parlante è presentato

come colui che ha a disposizione un certo numero di regole e segni e, scegliendoli in sede mentale,

li combina per formare un discorso - se fosse davvero così, il parlante sarebbe solo un attualizzatore

passivo di qualcosa di precostituito, la scelta (sede della libertà) sarebbe assai povera. In realtà noi

non riproduciamo sensi ma produciamo sensi che veicolano esperienza e testo → i sensi compiuti

sono nei messaggi non nel sistema linguistico

Le funzioni comunicative possono essere di diversa natura: significati di parola, significati

lessicali...

La struttura intermedia è un'entità linguistica che unisce, in una correlazione semiotica

multimultivoca, funzioni linguistiche a strategie di manifestazione.

Significato -> Funzione linguistica

Significante -> Strategia di manifestazione

Ora possiamo distinguere cinque tratti che caratterizzano le strutture intermedie, dai quali emergerà

che una struttura intermedia unisce le due facce in un rapporto multimultivoco:

1) una stessa funzione linguistica si affida a più strategie di manifestazione (tratto della varianza/

sinoni

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
52 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Andrea9906 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gatti Maria Cristina.