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Lo scope: La portata della negazione
Senza dubbio, la negazione può coinvolgere tutto l'enunciato. Di importanza cruciale è però il
problema dell’oggetto preciso della negazione, che non deve necessariamente corrispondere alla frase intera.
Ad esempio, un’asserzione come
Io non ho preparato la pasta al forno per te
è passibile di diverse interpretazioni:
La pasta al forno per te non è stata preparata
Non sono stato io a preparare la pasta al forno per te
Non è per te che ho preparato la pasta al forno
...
In questi casi, l’oggetto della negazione abbraccia spesso solo un ambito ristretto dell’enunciato,
chiamato appunto portata (in inglese scope).
La negazione sub specie rhetoricae
La negazione usate pour persuader: ci sono alcune figure retoriche costruite sulle opposizioni negative.
La nozione attorno a cui ruota la dinamica della comunicazione persuasiva è quella di pistis, un termine che
assume significati diversi rispetto al punto di vista da cui lo osserviamo.
In rapporto al parlante dice la sua credibilità, in rapporto al destinatario la sua benevolenza (che può
essere ottenuta smuovendo il suo pathos), rispetto al logos, la sua veridicità (quel fondamento da cui dipende
la sua forza probatoria).
Non si può quindi prescindere dalle interazioni a livello pragmatico con le illocuzioni. Le figure
retoriche negative hanno una funzione di modulazione della forza illucutoria,n che può essere di
attenuazione (downtone) o di rinforzo (booster).
5.1 - Nagazione contraria, contraddittoria e figure retoriche negative
Nel primo caso la negazione interviene portando in essere la figura retorica, nel secondo caso è la
figura retorica stessa a porre in essere l’opposizione negativa.
5.1.1 – L’ironia: un caso di incongruità
Indotto da Renzo a svelargli il nome del mandante del veto matrimoniale, don Abbondio apostrofa il
giovane: ‘Avete fatto una bella azione!’ mi avete reso un bel servizio!...’.
Una madre, trovata la stanza del figlio in disordine, esclama ‘ma che bell’ordine!’
L’opposizione negativa della contrarietà, pur non apparendo in esplicatura, pone in essere la figura
retorica stessa: ciò che dice il parlante è l’opposto di quello che pensa.
Come sorge l’ironia a livello logico-semantico? Ciascun predicato nel selezionare i suoi argomenti
opera secondo un principio di congruità, che stabilisce le condizioni che devono essere rispettate perché si
dia corrispondenza logica fra il predicato e gli argomenti. L’effettiva incongruità del mittente con i
presupposti imposti (il carbone ha vinto le elezioni). Più che generare insensatezza però costringe il
destinatario a collocarsi a un livello di comprensione del testo più profonda che gli permette di inferire la
connotazione ironica.
L’ironia può emergere anche da una incongruità fra la sequenza testuale e il contesto, e anche in questo
caso c’è bisogno di recuperare il senso a un livello ermeneutico più alto, lavoro inferenziale del destinatario
che deve scoprire l’intenzione nascosta dell’ironista.
L’ironia permette un’attenuazione nella forza illocutoria di rimprovero, ma anche nelle espressioni di
apprezzamento positivo.
5.2 – La litote, ossia commuta in negationem
L’opposizione negativa si situa a valle della figura retorica. La litote è una forma di understatement
frequentemente usata per evitare espressioni valutative dirette. È la negazione dell’opposto di ciò che si
vuole affermare ‘Don Abbondio non era nato con un cuor di leone’. Questo scrittore non è male, non nego
che ero profondamente adirato. O addirittura una doppia negazione: non sono infelice, non gli è
sconosciuta… si apre la possibilità di molteplici interpretazioni.
Se l’elemento negato infatti fa parte di un paradigma continuo, la sua negazione lascia aperto l’intero
spettron di valori che si trovano fra i due estremi, e il valore effettivo dovrà essere scoperto tramite inferenza.
‘Le sue condizioni non sono buone’ può significare che sono cattive, ma anche che sono discrete.
‘She is happy, or at least not unhappy’: le due negazioni non si eliminano, sennò si avrebbe una tautologia:
invece non lo è proprio perché ‘not unhappy’ rimanda a una serie di valori diversi da happy.
Nella litote di Don Abbondio, l’autore usa benevolenza nella descrizione, ma le stesse parole in altri
contesti possono essere usate per intensificare una qualità negativa.
In altre espressioni come ‘non nego che ero profondamente adirato’ la litote è attenuativa.
La litote in generale èp un segnale di equilibrio del parlante che dimostra di saper evitare i toni troppo
accesi delle valutazioni sia negative, sia positive.
È talvolta usata nell’eufemismo ‘non vedente, non abbiente…’