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ALCUNE CITTÀ DEL FANTASTICO
La città reale offre le basi sulle quali prendono vita molte storie fantastiche. Come abbiamo già avuto occasione di dire, il racconto fantastico del Novecento predilige luoghi familiari dove ambientare le sue storie: la scelta di collocare accadimenti fantastici in luoghi reali, che di per sé non hanno niente fuori dall'ordinario, inizia con i grandi maestri francesi del fantastico di metà Ottocento (Gautier, Mérimée, Maupassant...) e si intensifica con quelli novecenteschi: grandi città, con le loro strade, i loro quartieri, le loro abitazioni diventano luoghi dove situare le narrazioni: Londra in "The Door in the Wall" di Herbert George Wells, Parigi per Cortázar, Buenos Aires per Borges e Praga per Kafka. Un'analisi dell'ampia produzione novecentesca evidenzierà che, nell'occuparsi di letteratura fantastica, con frequenza ci si imbatte in racconti situati.all'interno di città: gli effetti inquietanti derivanti da eventi fuori dal comune sono spesso neutralizzati dal fatto che i numerosi incontri con entità non appartenenti al reale avvengono in spazi urbani. Giorgio Manganelli: in Centuria, gli incredibili incontri avvengono a una fermata dell'autobus, lungo una strada affollata, davanti a un negozio di abbigliamento, che non descrivono nessun luogo specifico, ma sono ascrivibili a qualsiasi realtà. Perciò, ciò che resta al lettore è un ricordo assai impreciso del luogo. Un'immagine frequente in Centuria è quella della città che richiama alla memoria certi quadri di De Chirico e il modello urbanistico è quello delle città ideali del Rinascimento. Intimamente legata all'ambito cittadino è la statua, presenza cospicua nella letteratura fantastica in quanto parte dell'arredo urbano. Diversi sono i racconti che ruotano attorno alla.figura della statua: Manganelli ci offre uno spaccato amarissimo della situazione nella quale versa la statua.
Curzio Malaparte: in Kaputt ambienta a Helsinki l'incontro con un fantasma, famoso in città tanto da essere protagonista delle pagine dei giornali locali: si tratta di uno spettro moderno che poco ha a che fare con la tradizione e condivide i sentimenti degli altri fantasmi novecenteschi, ovvero la paura dei viventi.
Elsa Morante: borghi di pescatori, stradine anguste e buie, fantasmi, scenari duplici, donne assassine, professori che si macerano in una routine quotidiana e deprimente, cocchieri dannati sono gli elementi di alcuni racconti di Elsa Morante che si svolgono in ambientazioni fosche: case fatiscenti, palazzi decadenti abitati da spiriti, da malattia e morte, cattedrali con altari brulicanti di fiamme. Nel racconto Peccati, gli avvenimenti si svolgono in una città imprecisata. All'interno di questa città misteriosa e impalpabile si svolge
Una vicenda dai contorni poco nitidi, che assomiglia a un sogno. A Venezia Elsa Morante ambienta il racconto Il viaggio; benché le coordinate topografiche siano assenti (non vi sono i nomi delle calli, non vi sono i nomi delle chiese o dei palazzi), il lettore mai dubiterà che si trovi davvero a Venezia.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa: La sirena, per acquistare credibilità, si apre su uno scenario reale, un bar della città di Torino. Il racconto, di per sé sconcertante, termina in modo ancora più perturbante: durante una traversata da Genova a Napoli, il professore scompare in mare.
Primo Levi: a Berlino Primo Levi ambienta alcuni racconti: la città è sempre rappresentata negativamente poiché Levi la associa agli orrori del nazismo. In essi Levi denuncia gli esperimenti avvenuti nei lager e la possibilità che essi possano ancora oggi verificarsi. È nella Berlino del 2115 che sperimenta a scopo clinico la
Tecnicadell’ibernazione (La bella addormentata nel frigo). Sempre a Berlino lo scellerato professor Leeb, protagonista di Angelica farfalla, attraverso strani studi e sperimentazioni, trasforma esseri umani in mostri simili ad avvoltoi. È invece a Londra, che non viene in realtà descritta ma solo nominata e serve a Levi per creare un’ambientazione credibile e reale, che si svolge il racconto Vilmy.
Antonio Tabucchi: anche negli scritti di Tabucchi incontriamo con frequenza città e paesi dove si muovono io personaggi da lui descritti. Notturno indiano è ambientato in diversi paesi dell’India. Con frequenza Tabucchi ambienta a Lisbona i suoi racconti: l’intera vicenda di Requiem si svolge da mezzogiorno a mezzanotte di una caldissima domenica di luglio.
Anna Maria Ortese: le coordinate geografiche di Il cardillo addolorato vanno da nord e sud, dal palazzo del principe Neville a Liegi alla locanda del Cappello d’oro a Napoli, e anche i...
Campi Flegrei vengono celebrati. Ilnord e il sud, o meglio l'alto e il basso, si presentano come sfaccettature contrastanti tra realtà e visionarietà, tra le vie e gli spazi reali del suolo a quelli nascosti del sottosuolo. Altre località di Napoli vengono citate: la cappella delle Grazie alla Vicaria, via Foria, Sant'Antonio a Posillipo. Non solo Napoli viene rappresentata in questo romanzo, ma anche Casoria e Caserta con la sua reggia. Dopo questo breve percorso tra le città che fanno da sfondo a molti racconti fantastici, ci addentriamo alla scoperta di due città che segnano gli sviluppi della narrazione: Milano di Dino Buzzati e Roma di Giorgio Vigolo. Benché i due si servano della città con finalità differenti, ciò che li accomuna è la rilevanza dello spazio urbano: la città è considerata come luogo di incontri dove il fantastico prende forma. Si tratta di città dove i personaggi
proiettano ansie e visioni odove cercano l’esistenza di mondi paralleli a quello abituale.
Dino Buzzati: milanese d’adozione, con altissima frequenza ambienta i suoi racconti a Milano. Ma la città nono assume la centralità che vedremo negli scritti di Vigolo. Buzzati è alla ricerca di una grande città, moderna eaffaccendata, per dimostrare che anche nelle metropoli industriali, dove tutto è frenetico e non ci sono né spaziné tempo per liberare la propria immaginazione, esiste la possibilità di imbattersi in situazioni fuori dall’ordina-rio. Milano per Buzzati è il mezzo per ascoltare la voce della fantasia: gli uomini, secondo Buzzati, non sono ingrado di accorgersi che attorno a loro vive un mondo parallelo. Spesso i racconti si aprono proprio con preciseinformazioni topografiche, ma poi successivamente le coordinate vengono dimenticate per dare spazio a storiestraordinarie che potrebbero aver luogo.
Ovunque e potrebbero essere vissute da chiunque sappia liberarsi dai propri pregiudizi. In questi racconti si dimostra come l'impiego di Milano sia sempre funzionale al fine di chi scrive, ovvero situare in un luogo esistente una storia inquietante che prende l'avvio dal reale per poi distaccarsene. È opportuno precisare che con altrettanta frequenza Buzzati nomina vie inesistenti: siamo di fronte al gioco di realtà e finzione, il cui scopo è l'installazione del dubbio. È quanto accade in Paura alla Scala, Suicidio al parco, Gentiluomini nella notte e infine nel lungo racconto Viaggio agli inferni del secolo, dove la presenza di una porta conduce dai sotterranei della metropolitana di Milano all'inferno, che offre a Buzzati l'occasione di criticare aspramente la società in cui viviamo.
Giorgio Vigolo: Roma è stata scelta come ambientazione di molti suoi racconti fantastici con lo scopo di "cercare l'ignoto".
nel noto; immaginare che accanto alle strade, dove avevo tante volte passeggiato fin dall’infanzia, potessero esisterne altre così diverse e meravigliose”. In numerosi racconti egli ha fatto emergere il suo leg-gendario passato e la sua aura di misterioso fascino soffermandosi su alcuni scorci urbani. È il caso del lungoracconto La Virgilia, o la Roma dell’anno Mille in Le notti romane dove Vigolo insinua l’idea che sotto le millechiese e catacombe e il Laterano e il Vaticano vivano gli dèi un tempo adorati. Avventura a Campo di Fiori è quindi ambientato in una città reale che dalla contemporaneità sfuma in un passato dove si combinano indi-cazioni di luoghi di cui Vigolo ci dà l’attuale denominazione, o la denominazione popolare, o indicazioni di luoghi frutto della sua fantasia e per i quali si possono solo azzardare supposizioni. Roma viene perciò deformata nel corso della narrazione e la breccia traspazio e tempo così creata determina il disorientamento del narratore in primis e del lettore poi. Gli scritti di Buzzati e Vigolo ruotano attorno a due questioni: La relazione dei personaggi con la città: vi è un'identità geografica tra i personaggi e le città in questione. I personaggi, in quanto abitanti rispettivamente di Milano e Roma, si muovono con agio tra le vie e i palazzi delle due città e non sono distratti dalle bellezze architettoniche in quanto le conoscono bene. La funzionalità della città per il discorso fantastico: la città è sempre rappresentata come luogo di vita, di incontri, di accadimenti. Le città prescelte sono riconoscibili nelle vie e nelle piazze; tuttavia nel corso della narrazione si ha la sensazione di smarrire la dimensione spaziale e ciò equivale a smarrire anche quella temporale. L'oscillazione tra sogno e realtà che ne deriva sottolinea laNecessità dell'uomo contemporaneo di andare oltre la realtà alla ricerca di mondi paralleli nella convinzione che non esiste una verità univoca, ma una serie infinita di possibili verità.
ALCUNE NARRATRICI FANTASTICHE
Con quali modalità le donne si dedicano alla letteratura fantastica? Esiste un fantastico al femminile? Sono state individuate alcune narratrice italiane che coprono l'intero secolo e addirittura in un caso sconfinano nel Duemila. Durante la lettura delle loro opere emerge un fatto: possiamo dire che nel Novecento le scrittrici non scrivono più "for the sake of breaking", ma scrivono "for the sake of creating". Sono lontani i tempi in cui le donne scrivevano sotto anonimato o sotto la protezione di uno pseudonimo maschile per evitare sanzioni o censure. Per Monica Farnetti, solo il fantastico femminile nel panorama novecentesco si direbbe aver salvato le sorti di questa letteratura, destinata
Altrimenti a pas-sare di moda; sono state infatti le scrittrici a tenere aperta la strada del fantastico. Ciò che interessa è indagare quali sono le caratteristiche principali del fantastico trattato dalle donne, quali aspetti sono comuni e quali sono i percorsi individuali intrapresi da ciascuna delle narratrici qui considerate. Que